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26th Gen2021

Wax Mekanix – Mobocracy

by Marcello Zinno
La nuova uscita di Wax Mekanix, conosciuto da molti per la sua militanza nei Nitro, è un album breve, praticamente un EP, ma dalla professionalità pari ad un’uscita mainstream. Evidenti, dal nostro punto di vista, i rimandi ai Metallica meno thrash (Black Album, Load, ReLoad) nei primi due brani, per i riff rotondi, per quella voglia di restare ancorati alla mente dell’ascoltatore, di scrivere anthem (o potremo dire hit) pur volendo suonare metal. Eppure l’EP in questione è molto variegato, questo non solo perché dietro ci sono diversi musicisti, ma proprio perché si toccano territori distanti: All Freaks possiede un animo pop americano, grazie ai tanti cori ma anche a quel retrogusto quasi estivo; completamente diversa la resa di Mad World, un brano potente, che sembra uno degli esercizi di power in stile Edguy o anche di heavy alla Queensryche (periodo senza Geoff Tate), ma che in realtà possiede una muscolatura molto metal mainstream…uno di quei brani da riascoltare numerose volte. Si viaggia nel passato, verso il rock classico, con Ghostland, un pezzo che pesca alcune idee settantiane per portarle ai giorni nostri grazie ad una produzione attuale e infine l’album si chiude con un brano prevalentemente acustico, Black, che mostra davvero la trasversalità di questo artista (ottimi gli arrangiamenti).

Insomma Mobocracy, pur non inventando assolutamente nulla, dovrebbe essere una di quelle uscite da dare in pasto alle classifiche e alle playlist le quali dovrebbero trovarlo molto ghiotto.

Autore: Wax Mekanix Titolo Album: Mobocracy
Anno: 2020 Casa Discografica: Electric Talon Records
Genere musicale: Heavy Metal, Rock Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/WaximMekanix
Membri band:
Wax Mekanix – voce, chitarra, batteria, percussioni
Lectriq – percussioni, voce
Brandon Yeagley – cori
Chris Bishop – chitarra
Tom Altman – chitarra, basso
Wendell PoPs Sewell – chitarra, basso
John Hazel – chitarra, basso
Raje Shwari – cori
M11SON – cori
Tommy Conwell – cori
Nataliya Odud – cori
Eli Goldman – cori
Isaac Wilson – percussioni
Tracklist:
1. Blood In My Eyes
2. Victorious
3. All Freaks
4. Mad World
5. Ghostland
6. Black
Category : Recensioni
Tags : Heavy Metal, Nuove uscite
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25th Gen2021

Xeno – Sojourn

by Gabriele Rusty Rustichelli
Secondo disco per gli Xeno, band dei Paesi Bassi che attingono la loro ispirazione da band come Periphery, Tesseract, Opeth, Plini e Porcupine Tree ma per alcune sfumature anche da Lamb Of God. Questo lavoro suona bene sia a livello produttivo che a livello di composizione. Stiamo parlando di prog, quindi non sempre facile da seguire, ma questo lo rende ancor più interessante. Alternanza di voci pulite (che ricordano un po’ lo stile di Wilson) ipnotiche e malinconiche e voci più violente in growl caratterizzano lo stile della band. Non facile sentire una buona armonia tra i due mondi in questo genere ma loro riescono a farlo egregiamente. Molto presenti le tastiere e il pianoforte che rendono il sound particolarmente “nordico”. Exile (quinta traccia del disco) parte con un riff davvero potente e forse è uno dei capitoli più violenti del disco. Davvero ben suonato e tecnicamente ben strutturato. Tutti gli arrangiamenti si incastrano e si susseguono in modo davvero naturale. Ovviamente non aspettatevi la solita formula canzone intro, strofa, ritornello…qui si va ben oltre, con uno sviluppo delle canzoni tipico del prog. I brani non sono esageratamente lunghi ma comunque si aggirano sui 6 minuti in cui i musicisti davvero mettono in mostra tutte le loro capacità.

Il primo brano mi aveva “ingannato” portandomi dentro un mood davvero molto Porcupine Tree per poi lasciare spazio alla parte più metal e aggressiva. Devo dire che personalmente i primi minuti del disco sono davvero di livello altissimo. Poi l’asta rimane di certo alta, ma lascia molto spazio ad influenze meno care al sottoscritto. Le parti di batteria sono davvero ben suonate e si incastrano alla perfezione con i giri di basso, tutto davvero solido. Le chitarre regalano alcuni soli che non si sentivano da tempo. Il disco si chiude con un brano da 13 minuti, dove tempi i dispari sono di casa alla stragrande. A mio parere c’è un po’ troppo ma per chi apprezza il genere c’è davvero da divertirsi. Io non posso che fare i complimenti alla band per capacità tecniche, composizione e mix perfetto di generi. Davvero bravi.

Autore: Xeno Titolo Album: Sojourn
Anno: 2020 Casa Discografica: Art Gates Records
Genere musicale: Prog Metal, Prog-core Voto: 8
Tipo: CD Sito web: www.facebook.com/xenoband
Membri band:
Ruben Willemsen – voce, basso
Edwin Haan – voce, chitarra
Daniel de Coninck – chitarra
Sean Lubbersen – tastiere
Jasper Bruggeman – chitarra
Lars van Mourik – batteria
Tracklist:
1. Revery
2. In Stasis
3. Dusk
4. Epiphany
5. Exile
6. Nomad
7. Memories
8. Closure
9. Resurge
10. Uncaged
11. Sojourn
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Progressive
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25th Gen2021

Locked In – Not Dead Yet

by Marcello Zinno
Nel lontano 2013 il progetto Locked In si era spento ma non per sempre. Proprio sul finire del 2020 la band decide di uscire con un nuovo EP, con l’impegno di pubblicarne un secondo nel corso del 2021. Insomma la band non è morta, almeno non lo è ancora (per parafrasare il titolo di questo nuovo lavoro, Not Dead Yet) e lo dimostra con una manciata di minuti pieni di attitudine e di hardcore dal sapore americano (riffing e screaming). Il sound giunge come un monolite, in your face nelle 5 tracce anche se vanno riconosciuti gli stacchi e i cambi di rotta all’interno della medesima traccia nonché diversi stili: il loro hardcore non stanca mai e stuzzica davvero l’appetito soprattutto per i fan di questo genere. I brani più interessanti e agli antipodi rispetto alla loro impostazione hardcore sono Dying City, un brano che non sfigurerebbe in un album heavy metal (ottimi anche gli arrangiamenti alla sei corde) pur avendo una seconda parte con buoni inserti (quasi) melodici e l’ultima Godspeed che in alcune parti ingurgita influenze alternative metal/metalcore.

La violenza arriva con gli attacchi di Vier Field nel bridge strumentale e con No Faith, un brano privo di compromessi e con un appeal live che si preannuncia di fuoco. Insomma se l’attesa di 7 anni viene ripagata in questo modo noi siamo pronti ad attenderne altri 7, ma sappiamo che non ci sarà bisogno perché la band sta già lavorando ad un nuovo EP. Speriamo arrivi presto.

Autore: Locked In Titolo Album: Not Dead Yet
Anno: 2020 Casa Discografica: Epidemic Records
Genere musicale: Hardcore Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/locked.in.hc
Membri band:
Gian Marco – batteria
Marco – voce
Matteo – chitarra
Tommaso – chitarra
Valerio – basso
Tracklist:
1. Scandal
2. Viper Field
3. Dying City
4. No Faith
5. Godspeed

Category : Recensioni
Tags : Hardcore, Nuove uscite
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24th Gen2021

Bytecore – Born To Love

by Marcello Zinno
I Bytecore sono una band che della commistione ne fa un’arma musicale. Molto difficile inquadrare il loro sound che è sicuramente molto debitore all’elettronica ma il tutto inserito in un quadro rock, anche spesso caratterizzato da buone accelerazioni ritmiche. Molte tracce potrebbero far storcere il naso ai puristi, ma in realtà il rock suonato non manca, solo che è mescolato, frullato e infognato in partiture che si accostano sempre all’elettronica più spinta, dal synth alle voci effettate ai suoni aggiunti. Demigod è una di queste tracce, un pezzo che parte surclassato proprio dai suoni electro ma che poi si riprende in parte la rivincita (eccetto per l’intermezzo strumentale), al contrario Evil’s Ballad veste i panni dell’alternative metal a stelle e strisce e a nostro parere potrebbe davvero giocarsi delle buone carte oltreoceano. Eppure riconosciamo alla band la capacità di saper fondere questi due mondi senza tradire l’una o l’altra parte (a parer nostro comunque un po’ sbilanciato verso l’elettronica, soprattutto la prima parte dell’album), creando quindi uno stile proprio e soprattutto dando alla luce dei chorus appetibili e che funzionano, questo il vero asso che permetterà loro di avere un certo seguito.

Ma non è tutto qui, in Born To Love compaiono anche momenti in cui la sei corde veste dei panni industrial: è il caso di Fire To Die che oltre al tipico incedere industrial chitarristico si caratterizza anche per alcuni passaggi metal, territorio che i Nostri percorrono anche in altre tracce. Se infatti apprezzate questi passaggi vi consigliamo l’ascolto di Broken, un pezzo altrettanto deciso dove la potenza del metal incontra un unico elemento frenante, l’intermezzo strumentale (ancora una volta!). Per noi è questa la ricetta vincente, il metal unito all’elettronica, in cui nessun dei due elementi prende il sopravvento  ma entrambi sono al servizio reciproco. La band ha curato anche molto l’immagine, in maniera coerente rispetto alla musica proposta: le carte per vincere il match ci sono tutte.

Autore: Bytecore Titolo Album: Born To Love
Anno: 2020 Casa Discografica: Shout!, Cramps Music, Freecom
Genere musicale: Alternative Metal, Industrial Voto: 7
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/bytecoreband
Membri band:
Andrea – batteria
Umberto – synth
Francesco – basso, chitarra
Tracklist:
1. Human Hamster
2. Game Boy
3. Demigod
4. Evil’s Ballad
5. Fire To Die
6. Broken
7. Revelation
8. Humped Back
9. Snowden
10. Enemy
11. Sand Storm
Category : Recensioni
Tags : Alternative Metal, Nuove uscite
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23rd Gen2021

Camel – Pressure Points-Live In Concert

by Fabio Loffredo
I Camel si prendono un po’ di pausa dopo Stationary Traveller, ma continuano a suonare dal vivo, più che altro il materiale degli ultimi album. Pressure Points-Live In Concert racchiude parte del concerto tenutosi all’Hammersmith Odeon di Londra  l’11 maggio del 1984. La band di Andrew Latimer è in grande forma e ad arricchire la line-up c’è sempre Colin Bass al basso e Ton Scherpenzeel alle tastiere, aiutato anche da Chris Rainbow che ne rafforza anche le parti vocali oltre a quelle tastieristiche e da Richie Close, deceduto poco dopo questi concerti; infine alla batteria sempre Paul Burgess. Ci sono anche due ospiti, l’onnipresente Mel Collins al sax e Pete Bardens all’organo, già nei Camel dall’album Camel a Breathless; una band che dal vivo sa come incantare il pubblico, Latimer con la sua chitarra emoziona con i suoi solos e i suoi fraseggi e scivolano via splendide versioni di Pressure Points, Captured, Sasquatch, splendida nel suo incedere prog e sinfonico e altre ottime songs come Fingertips e Wair. Il CD si chiude con Rhayader e Rahyader Goes To Town, un passo indietro nel tempo ad un dei loro capolavori, Music Inspired By The Snow Goose, loro terzo album del 1975.

Nel 2009 Pressure Poits-Live In Concerts è stato ristampato in un doppio CD con ben 6 brani in più, tra cui la sempre splendida Lady Fantasy. Dopo questa pausa di ben 7 anni i Camel torneranno nel 1991 con un nuovo album, una nuova label, la Camel Productions e tanta voglia di ricordare che i Camel sono vivi e vegeti.

Autore: Camel Titolo Album: Pressure Points-Live In Concert
Anno: 1984 Casa Discografica: Gama/Decca Records
Genere musicale: Progressive Rock Voto: 8,5
Tipo: CD Sito web: https://www.camelproductions.com
Membri band:
Andrew Latimer – chitarra, flauto, voce
Ton Scherpenzeel – tastiere
Chris Rainbow – tastiere, voce
Richie Close – tastiere
Colin Bass – basso, voce
Paul Burgess – batteria

Special guest:
Pete Bardens – organo
Mel Collins – sax
Tracklist:
1. Pressure Points
2. Drafted
3. Captured
4. Lies
5. Sasquatch
6. West Berlin
7. Fingertips
8. Wait
9. Rhayader
10. Rhayader Goes To Town
Category : Recensioni
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22nd Gen2021

Grem – Vita Da Campagna

by Marcello Zinno
Andrea Guazzini si stacca dalle sue esperienze rock per dare alla luce un’opera propria sotto il moniker di Grem. In realtà crediamo sia una via di mezzo tra un vagito e una sperimentazione: Vita Da Campagna è un EP di soli 4 brani ma che offre un’altra interpretazione di rock, un rock fortemente contaminato da ingredienti electro ma che si presenta con abiti indie, due anime che però cozzano particolarmente nella musica di Andrea. Nel brano In Valdichiana Oggi questo conflitto è lampante, soprattutto nel ritornello: liriche morbide e giovanili si appoggiano, in maniera un po’ scomoda, su costruzioni non banali e per nulla da “primo ascolto”. Su questa ambivalenza si muove il concetto di sperimentazione a cui alludevamo prima, a nostro parere un po’ troppo forzato perché indice di due modi di intendere la musica molto diversi: anche i pattern intrecciati di Vorrei (davvero molto curati) suggerirebbero un cantato più professionale o come dire meno frivolo.

Certo, facile parlare bene della titletrack, un brano pop rock che usa (finalmente) gli amplificatori e che ha quell’animo ribelle proprio del rock, ma noi restiamo molto più colpiti dall’elemento musicale dei primi brani, è lì che il progetto Grem può giocarsi le sue carte. A patto di adottare altre soluzioni canore.

Autore: Grem Titolo Album: Vita Da Campagna
Anno: 2021 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Indie Rock, Electro Rock Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.grem.site
Membri band:
Andrea Guazzini – voce, chitarra, basso, tastiera, batteria
Tracklist:
1. Farfalle
2. In Valdichiana Oggi
3. Vorrei
4. Vita Da Campagna
Category : Recensioni
Tags : Indie Rock, Nuove uscite
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21st Gen2021

Luframilia – Migliaia Di Frammenti Di Luce

by Marcello Zinno
Il bello dell’essere un musicista emergente è che non devi rispondere alle aspettative degli altri, che siano label o professionisti del settore. Se poi sei al primo album non devi dar conto a nessuno e puoi dare spazio a tutte le tue emozioni. Questo ci sembra di percepire dalla musica di Davide Bolignano, in arte Luframilia, un chitarrista che decide di scrivere e soprattutto suonare musica perché Migliaia Di Frammenti Di Luce è prima di tutto un album suonato. Un album che è solo un primo passo verso la maturazione di questo musicista (fonetica ma anche qualche costruzione migliorabili mettono in luce la, per ora, poca esperienza di Davide) ma che è prima di tutto un’esplosione di quello che sente lui, delle sue emozioni frutto della sua gioventù messe in musica. E quale migliore sound se non il punk rock per mettere in scena tutti i propri pensieri, le proprie esperienze di ragazzo e spararle in faccia all’ascoltatore? Così ROAC e Gravitazionale sono degli esercizi di punk rock melodico, ma ci sono spiragli diversi come le testi-centriche Non Pulite Questo Sangue e Amori Telecinetici o Nel Vuoto che sembra una rock song più completa, capace di puntare alle grandi playlist; a tratti ci sono echi dei primi Verdena in quest’ultimo brano, comunque dei riff di impatto che fanno muovere il collo.

Dietro tutti questi watt andrebbe a parer nostro rivista la personalità vocale che a volte risulta un po’ troppo debole rispetto al tutto, ma questa potrebbe cambiare con lo sviluppo del progetto. L’album mostra comunque un’evoluzione, gli ultimi brani della tracklist infatti risultano meno irruenti e più ragionati, probabilmente perché nella composizione c’è più “testa” e meno “cuore”. C’è però un elemento che ci convince più di tutti ed è la produzione, suoni davvero curati benissimo e che vivono di un’identità propria, limpida all’orecchio, in grado di farsi apprezzare pur nella loro essenza esplosiva.

Un’opera prima quindi, un album rock che sa di punk rock ma anche di esordio, un lavoro che si lascia ascoltare e che piacerà a chi apprezza da sempre il rock elettrico ma con buoni chorus.

Autore: Luframilia Titolo Album: Migliaia Di Frammenti Di Luce
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Rock, Punk Rock, Grunge Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/Luframilia/
Membri band:
Luframilia – voce, chitarre, basso, piano
Gianluca Costa – basso, voce
Alessio Mauro – batteria, basso, piano, voce
Tracklist:
1. Eclisse
2. Caos
3. Resisto E Non Combatto
4. L’eremita Postmoderno
5. ROAC
6. Migliaia Di Frammenti Di Luce
7. Nel Vuoto
8. Gravitazionale
9. Viaggio Nel Tempo
10. Non Pulite Questo Sangue
11. Amori Telecinetici
12. Estrema Unzione
13. Dimenticare La Polvere
14. Apocalisse

Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Rock
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20th Gen2021

Horrorwish – No Place To Hide

by Massimo Volpi
L’abbinamento metal e horror non è certo una novità; ci sono state (e ci sono ancora) band che hanno legato il loro suono e i loro testi a tematiche horror, rifacendosi a film e letteratura, alimentando così la leggenda che gli appassionati del metal siano anche sostenitori del genere horror. Dietro al nome Horrorwish si cela Gio Smet, nome da tempo sulle scene di questo filone. Interamente scritto, suonato, registrato e prodotto dal talentuoso belga, questo No Place to Hide risulta un lavoro più che buono e assolutamente piacevole. Nonostante i mezzi a disposizione, però, i limiti dell’home recording spesso si fanno sentire. Se musicalmente e tecnicamente questi limiti sono meno evidenti, sicuramente dal punto di vista creativo, il lavorare in solitaria, qualche strascico lo lascia. Il non potersi confrontare, mescolare e influenzare da menti diverse dalla propria, non favorisce quelle che sono tutte quelle sfumature che possono completare e migliorare un progetto.

Album come detto molto valido, ben scritto e ben registrato. Si parte con un intro, Welcome To My Nightmare, e con My Horrorwish che lascia subito intendere le intenzioni dell’album e soprattutto di Gio Smet. Horror metal tirato quanto basta, sonorità cupe e spaventose. Demoni, sospiri, fantasmi, torture… c’è tutto. Doppio pedale e chitarre soliste (Demon From Below), riffoni (Whispering Truth), tastiere solenni (Reaching For Peace Of Mind), passando da intro epici (Deadly Sinners), dalla marcetta con chitarre graffianti di Hatesick, fino ad arrivare a Man In Dreams, tredicesimo e ultimo pezzo dell’album. L’artwork non è sicuramente dei migliori, senza un vero studio e con un lettering decisamente di basso livello (e di difficile lettura); l’interno è decisamente migliore della scatola che lo contiene.

Un buon “debutto” per questo nuovo progetto di Gio Smet che, viste le audizioni in corso per trovare una band, presto potrà essere portato su un palco e la cosa potrebbe risultare molto interessante.

Autore: Horrorwish Titolo Album: No Place To Hide
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Horror Metal Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: www.horrorwish.com
Membri band:
Gio Smet
Tracklist:
1. Welcome To My Nightmare
2. My Horrorwish
3. No Place To Hide
4. Demon From Below
5. Whispering Truth
6. Reaching For Peace Of Mind
7. Game Of Torture
8. The Ghost Of Lady V
9. Deadly Sinners
10. Beastly Thoughts
11. Hatesick
12. Desperate Calling
13. Man In Dreams
Category : Recensioni
Tags : Horror Metal, Nuove uscite
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20th Gen2021

Pontecorvo – Ruggine

by Marcello Zinno
I Pontecorvo ritornano, con una nuova line-up ma con la stessa idea di incendiare palchi ed amplificatori. Non siamo sicuri che questo possa essere vero alla lettera ma di sicuro lo è metaforicamente: provate ad ascoltare il singolo Gaviscon Blues a volume massimo e poi ci raccontate. Il loro stoner rock è potente, spesso veloce e distruttivo; potremo dire essenziale (i brani non raggiungono i 3 minuti di durata) e allo stesso tempo grezzi, di quel sapore dirty molto americano e anche fantastico per chi ha sete di vero rock. 19 minuti di musica complessiva, 19 minuti di pugni nel fianco, eppure i ragazzi sanno giocare anche con le costruzioni, tanto che in brani come Freddo creano la giusta ambientazione durante la strofa per poi finire l’avversario nel ritornello. Ma quello che ci piace è il saper muoversi allegramente all’interno e oltre un genere: è con Martedì che il blues prende il sopravvento, lo fa sempre con questa matrice di base caratterizzata da rock sporco, in un’altra epoca lo avremo chiamato grunge ma il nome poco importa, è l’energia erogata che ci piace. È con gli ultimi due brani che i ragazzi optano per soluzioni diverse, come se la rabbia lasciasse lo spazio ad emozioni diverse, composizioni più studiate, in parte figlie mai riconosciute dell’heavy (Prendere Sonno) e che potrebbero svilupparsi nel futuro della band.

E se non bastasse sappiate che da poco la band ha pubblicato Ruggine in vinile. Ora ci sono tutti gli ingredienti per non lasciarvi sfuggire questa uscita.

Autore: Pontecorvo Titolo Album: Ruggine
Anno: 2020 Casa Discografica: Truebypass
Genere musicale: Stoner, Blues Rock Voto: s.v.
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/pontecorvoband
Membri band:
Ale – Basso
Fili – Chitarra
Fra – Batteria
Tracklist:
1. Cade
2. Gaviscon Blues
3. Freddo
4. Martedì
5. Qualche Santo
6. Paglia
7. Prendere Sonno
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Stoner
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19th Gen2021

Devil’s Desire – The Soul Remains Alive

by Massimo Volpi
Nuovo progetto del prolifico Gio Smet, polistrumentista belga che questa volta decide di contattare il cantante/chitarrista blasiliano Jefferson Moura Melo, meglio conosciuto come Jeff Metal. Ecco quindi Devil’s Desire, interessante duo che mescola esperienze e influenze di due artisti, distanti molti chilometri, ma vicini per passione. The Soul Remains Alive è il titolo di questo album epic/power metal. Si parte con un intro solenne (abbastanza ricorrente nel genere), Enter The Devil’s Ground, dai chitarroni graffianti, la melodia epica e una vociona simil demoniaca, piuttosto dimenticabile. Segue Devil’s Desire, cavalcata melodica con un bel riffone grezzo e un cantato decisamente metal old school; così come nella seguente Midnight Salvation, che ricorda molto i Judas Priest e quel metal anni 80. Si succedono gli altri pezzi, tutti abbastanza in stile, lunghe chitarre virtuose (At Nightfall), melodie cavalcanti, cambi di ritmo e cori (The Gate Is Here) e intro e soli strepitosi (Invisible Evil); in generale suona tutto un po’ tutto uguale, o meglio, fin troppo omogeneo.

Questo The Soul Remains Alive non è certo un esempio di fantasia, varietà e sperimentazione, pur restando un lavoro assolutamente valido. Qualche lacuna in fase di produzione ma non certo in fatto di capacità compositive e realizzative. La parte dell’artwork è, ancora una volta (come già visto per il progetto Horrorwish sempre di Gio Smet) la parte dolente dell’intero progetto. Nonostante ci sia una sorta di studio, di colori e grafica, e un miglioramento nel campo del lettering (che comunque si rifà molto al metal classico stile Maiden per intenderci), la parte visiva risulta abbastanza elementare, di sicuro non all’altezza della parte musicale.

Autore: Devil’s Desire Titolo Album: The Soul Remains Alive
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Epic, Power Metal Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: www.devilsdesire.eu
Membri band:
Gio Smet – chitarra, basso, cori, tastiere, batteria elettronica
Jeff Metal – voce, chitarra
Tracklist:
1. Enter The Devil’s Ground
2. Devil’s Desire
3. Midnight Salvation
4. Never Surrender
5. At Nightfall
6. The Gate Is Here
7. World In Chaos
8. Invisible Evil
9. One War, Two Paths
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Power metal
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