Bay Fest 1° giorno@Bellaria Igea Marina (RN)
Mare e punk rock? Sì, dallo scorso anno in Riviera questa combinazione è fattibile. E perché non passare il weekend di ferragosto all’insegna di una due giorni di festival? Abbiamo così “testato” il BayFest, rassegna che quest’anno giunge alla sua seconda edizione. Lo scorso anno era racchiusa in un’unica data, con i Millencolin da headliner. Per l’edizione 2016 l’organizzazione, la LP Rock Events, ha provato con la doppia, portando ai tanti vacanzieri e non della Riviera ben dodici gruppi. E che gruppi! Nofx, A Wilhelm Scream, Strung Out, ed i nostrani Derozer sono nomi certamente di grido, ma che comunque gli appassionati sono abituati a vederli esibire dentro i nostri confini. L’eccezione, o meglio, i colpi grossi sono ben due: i Satanic Surfers, reduci da una reunion dopo quasi dieci anni di inattività, reunion che, al momento, riguarda solo l’aspetto “live”, e soprattutto gli Screeching Weasel, band capitanata dal carismatico Ben Weasel e che soprattutto ha avuto un’importanza rilevante nell’ambito punk rock. La presenza di Weasel e compagnia è anche l’unica in Europa, e soprattutto, è la prima in assoluto in Italia. Insomma, le premesse ci sono tutte. Vediamo come sono andati questi due giorni.
Il menù del prima giornata del BayFest offre dei piatti molto interessanti: Nofx a chiudere, preceduti da Strung Out, A Wilhelm Scream, Talco, Coffeeshow e I.S.. Le porte vengono aperte a mezzogiorno e nelle sei ore di tempo che precedono l’inizio del festival, è possibile assistere alle esibizioni del progetto P.G.A. (Punk Goes Acoustic) all’interno di un piccolo stand, accompagnati da un servizio di food & beverage abbastanza vario. Giungono così le 18:00 ed i primi a calcare lo stage sono gli I.S., band nostrana che offre ai non pochi presenti un delizioso quanto energetico ska-core. Il gruppo dimostra di saperci stare su un palco di questa rilevanza, d’altronde parliamo di una realtà attiva dal 2002 e con un bagaglio di esperienza non indifferente. La loro esibizione dura quasi mezz’ora, ma strappa diversi applausi e consensi. Promossi.
Per i secondi ad esibirsi restiamo sempre in Italia. Parliamo dei Coffeeshower, punk rock band abruzzese ed attiva dal 1999. Per chi non li conosceva, sono stati un’autentica sorpresa; difatti realizzano uno show tipicamente punk rock; poche chiacchiere e tanta musica. Una setlist la loro con brani tratti da loro ultimo disco, Houses, pubblicato lo scorso novembre tramite Ammonia Records. Concerto indubbiamente degno di nota. Ed anche loro escono tra gli applausi ed i consensi di un pubblico che, mano a mano, inizia a crescere numericamente.
E’ ora di cena, e arriva il momento dei Talco. Parliamo di un’altra band dalla notevole esperienza, soprattutto internazionale nonostante i Nostri vengano dalla zona di Venezia. Non è facile non farsi catturare e trascinare dai loro ritmi che variano dal folk, allo ska, al punk rock più crudo e così è stato. Attraverso brani, tra i quali, Dalla Pallida Mirò, La Danza Dell’Autunno Rosa, La Torre e St.Pauli, i Talco, in quaranta minuti circa di show, hanno sprigionato un’energia non comune, facendo ballare e divertire i tanti presenti. Il rispetto se lo sono guadagnati con tanta gavetta, accompagnata da tanta qualità; d’altronde non fai un tour in Francia con i Nofx per puro caso. Show enorme il loro. E siamo ancora alla terza band, nel frattempo, oltre alla qualità dei gruppi, abbiamo notato una buona organizzazione dell’evento, una bella location soprattutto per gli alberi presenti in un lato, che hanno creato una zona d’ombra non indifferente. Siamo ad agosto, e quindi è ben accetta.
Dopo i sostanziosi antipasti made in Italy, arriva il momento delle band straniere, più precisamente a stelle e strisce. Gli A Wilhelm Scream li abbiamo visti diverse volte qui in Italia, hanno accompagnato band come Anti-Flag, Lagwagon o Dropkick Murphys, e tutte le volte siamo stati travolti da quel concentrato di punk hardcore che fuoriesce dalle casse come uno tsunami pronto a travolgerti. Non avevamo dubbio alcuno sulla conferma di tutto ciò: Nuno alla voce, accompagnato dagli altri membri regala ai presenti un show dalla carica devastante. La band del Massachusetts si mostra in una forma tendente all’eccellente, proponendo brani tratti da molti dei loro dischi, tra i quali The King Is Dead, The Soft Sell, e chiudendo con Famous Friends And Fashion Drunks. Cinquanta minuti di puro terremoto. Questi sono gli A Wilhelm Scream, a noi e al sempre più folto pubblico piacciono così.
Tempo di cenare, di una o più birre, o di uno spritz, giunge l’ora degli Strung Out, band che ha bisogno di poche presentazioni soprattutto per il fatto di essere uno dei gruppi di punta della Fat Wreck Chords. Reduci dal successo del disco Trasmission.Alpha.Delta, pubblicato lo scorso anno, Jason Cruz e soci offrono una scaletta che attinge da un po’ tutta lo loro carriera. Rispetto però a chi li ha preceduti, e nonostante le indubbie qualità, non regalano uno show memorabile. Cruz non sembra in una forma eccellente anche se, tra le note di In Harm’s Way, Solitaire e Firecracker riesce comunque a coinvolgere il pubblico, soprattutto in occasione della cover di Soulmate dei No Use For A Name, in omaggio al compianto Tony Sly. Ce li aspettavamo più carichi è vero, da rivedere in un’altra occasione che siamo certi non mancherà. Peccato anche per l’assenza nella setlist di due brani fondamentali come Analog e Ultimate Devotion.
Arriviamo alle 23:00 e mancano “solo” i Nofx. L’attesa per Fat Mike e soci è molta. E, con qualche minuto di ritardo, accompagnati da un sottofondo reggae, li vediamo entrare in scena. Lo show, come di consueto ha come intro un po’ di teatro tra Fat Mike ed il chitarrista El Hefe, ma finalmente si comincia: 60%, Linoleum, Stickin’ In My Eye e Idiots Are Taking Over sono alcune tra le canzoni proposte dai quattro californiani. La scaletta da loro proposta ripercorre ampiamente la loro discografia, da brani più datati, come Bob o The Moron Brothers, ai più recenti come Seeing Double At The Triple Rock o The Man I Killed, passando per pezzi storici come Lori Meyers e Champs Elysees. Tra tutto questo i Nostri ci offrono un antipasto di quel che ci sarà nel loro nuovo disco, First Ditch Effort, in uscita ad ottobre. Da questo propongono il singolo Six Years On Dope e I’m So Sorry, Tony, brano che Fat Mike dedica alla memoria di Tony Sly, artista di cui abbiamo più volte parlato in diverse occasioni e che, proprio Fat Mike ha contribuito, tramite la sua Fat Wreck Chords, al successo con i suoi No Use For A Name.
Anche i Nofx appaiono in una forma più che discreta. Il pubblico canta e si lascia trascinare dalle ritmiche punk rock dei quattro fino all’ultima nota. I Nofx viaggiano verso la conclusione del loro show attraverso Dinosaurs Will Die, Bottles To The Ground e la conclusiva Theme From A Nofx, nella quale l’altro chitarrista, Eric Melvin, fatica scherzosamente ad abbandonare lo stage continuando a suonar la sua fisarmonica.
Lo show si conclude poco dopo la mezzanotte; un concerto, quello della band californiana magari non di livello eccelso, ma sicuramente apprezzabile, in particolare riguardo la scaletta proposta. Come prima giornata possiamo ritenerci totalmente soddisfatti. Ottime band, organizzazione di livello, insomma la formula del BayFest distribuito in due giornate sta funzionando. Abbandoniamo la location, ma con la mente siamo già pronti e carichi per l’indomani.
Live del 14 agosto 2016