Hanoi Rocks – Bangkok Shocks, Saigon Shakes, Hanoi Rocks
Quante volte avete letto la storia della band a cui il tempo non ha riconosciuto il successo che avrebbe meritato, a discapito di gruppi ben più mediocri? Quante volte, magari dubbiosi, avete sentito parlare della band che aveva tutto, canzoni, immagine, sound, perizia tecnica, carisma per essere una big band e che invece non ce l’ha fatta, o almeno non del tutto? Ecco, nel caso degli Hanoi Rocks tutto quanto letto sopra è assolutamente vero. Assoluti e probabilmente veri ispiratori del carrozzone glam rock/street metal che avrebbe conquistato il mondo negli anni ’80, i finlandesi, pur essendo rispettati e conosciuti da tutti gli appassionati di rock, non hanno mai assunto un ruolo principale come capitato a chi si è sicuramente fortemente ispirato alla loro storia (chi ha detto Motley Crue e Guns ‘n Roses ?). Ed invece, la band del mitico duo Michael Monroe e Andy McCoy ( due che possono essere tranquillamente considerati miti all’altezza di Axl Rose e Slash) partita dalla fredda Finlandia, riuscì ad imprimere un impatto fortissimo al mondo del rock che si affacciava all’alba degli anni ottanta. Figli legittimi del sound di Rolling Stones ed Aerosmith, e seguaci devoti dei seminali New York Dolls, gli Hanoi Rocks ebbero la grande intuizione di velocizzare e colorare l’hard rock dei mostri sacri del passato.
Forse a discapito degli Hanoi ci fu anche la bizzarra provenienza geografica: provate anche ad immaginare cosa volesse dire per un band rock di fine anni 70, inizio anni 80, partire dalle desolate lande finlandesi alla conquista del rock, genere a quei tempi appannaggio esclusivo del mondo USA e UK. Il tempo, almeno da questo punto di vista è stato galantuomo, visto che trent’anni dopo l’esordio dei nostri pionieri, le più grandi band di street rock del pianeta provengono proprio dalla Scandinavia (Hardcore Superstar, Crazy Lixx, Reckless Love, H.E.A.T. e tante altre). Il fulminante esordio di cui ci occupiamo in questa sede, Bangkok Shocks, Saigon Shaker, Hanoi Rocks, contiene già i germi di un genere fantastico che poi esploderà pochi anni dopo nel capolavoro assoluto dei nostri, Back To The Mistery City. Una miscela incendiaria di canzoni fondamentalmente pop-rock, con venature blues suonate però a ritmi più veloci del solito (siamo pur sempre in piena epoca punk) fanno degli Hanoi Rocks un passaggio fondamentale per chi vuol capire da dove siano partite tante band a venire. Glam e punk che vanno a braccetto: sembra un controsenso, ma è quello che fanno egregiamente gli Hanoi Rocks. Su tutto, come accennato, la voce stradaiola ed ammiccante di Michael Monroe, famoso anche per inserire spesso nei pezzi i suoi inusuali assoli di sax, e la chitarra sferzante di Andy McCoy, autore in pratica di tutti i pezzi dell’album.
L’inizio del disco è travolgente con uno dei grandi classici dei nostri, quella Tragedy che è a tutt’oggi uno dei pezzi più conosciuti degli Hanoi Rocks, e non è certamente un caso, trattandosi di un vero capolavoro. Villane Girl è il pezzo meno “ glam” del lotto, che puo’ ricordare in alcuni momenti certo rock dei Televison o Talking Heads che impazzava in quegli anni. Con Stop Cryin’ torniamo su territori più propriamente da rock duro, con un intermezzo in cui Michael Monroe diviene un animale sexy e languido. Don’t Never Leave Me è il secondo grande classico di questo album: grande pezzo in cui la voce di Michael Monroe sembra quasi alticcia, a rendere il pezzo più decadente che mai. Lost In The City è trascinante nel suo chorus irresistibile, cazzone ed irriverente nel proprio incedere. First Timer è il pezzo forse più veloce, in cui le influenze punk sono più evidenti, ma finisce per essere un riempitivo e nulla più. Cheyenne inizia addirittura acustica per poi esplodere nel solito party allegro e scanzonato…bello, bello,bello. 11th Street Kids è il terzo classico per definizione di questo album: grande canzone che ha un retrogusto malinconico che resta impresso nella mente nonostante l’energia sprigionata dai Nostri. Walking With My Angel è l’unica cover del disco, degli Herman’s Hermits, ed è un pezzo chiaramente rockabilly anni ‘60. Pretender sembra quasi la sigla di chiusura di un telefilm, passabile e nulla più. Un esordio davvero fantastico, in cui l’entusiasmo dei nostri sprizza da tutti i pori, che ad oltre tre decadi dall’uscita lascia all’ascoltare un’idea di gioia e freschezza. Mitici Hanoi Rocks.
Autore: Hanoi Rocks | Titolo Album: Bangkok Shocks, Saigon Shakes, Hanoi Rocks |
Anno: 1981 | Casa Discografica: Johanna Records |
Genere musicale: Hard Rock | Voto: 7,5 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.hanoi-rocks.net |
Membri band:
Michael Monroe – voce, sassofono, armonica Andy McCoy – chitarra Nasty Suicide – chitarra Sam Yaffa – basso Gyp Casino – batteria |
Tracklist:
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Grandissimo Album! Ho letteralmente consumato nel mio lettore Cd questo disco che ha inescato una escalation di capolavori Street Glam regalati a i posteri hard rock. Una delle mie band preferite in campo rock’n’roll in assoluto,così come adoro all’inverosimile i dischi solisti del singer Michael Monroe, grande icona del Rock stradaiolo. Senza di loro metà delle band americane nate il decennio successivo non esisterebbero nemmeno. Avanti così, e da collega ti chiedo di andare avanti ad analizzare la discografia di questa magnifica rock’n’roll band!!!!
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Hai perfettamente ragione Gianluca, gli Haoni Rocks sono assolutamente imprescindibili per chi voglia comprendere la genesi dell’hard rock ottantiano. E sicuramente meritano un approfondimento che non mancherà sulle pagine di rockgarage.it
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