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11th Nov2012

Hanoi Rocks – Bangkok Shocks, Saigon Shakes, Hanoi Rocks

by Francesco Damiano

Quante volte avete letto la storia della band a cui il tempo non ha riconosciuto il successo che avrebbe meritato, a discapito di gruppi ben più mediocri? Quante volte, magari dubbiosi, avete sentito parlare della band che aveva tutto, canzoni, immagine, sound, perizia tecnica, carisma per essere una big band e che invece non ce l’ha fatta, o almeno non del tutto? Ecco, nel caso degli Hanoi Rocks tutto quanto letto sopra è assolutamente vero. Assoluti e probabilmente veri ispiratori del carrozzone glam rock/street metal che avrebbe conquistato il mondo negli anni ’80, i finlandesi, pur essendo rispettati e conosciuti da tutti gli appassionati di rock, non hanno mai assunto un ruolo principale come capitato a chi si è sicuramente fortemente ispirato alla loro storia (chi ha detto Motley Crue e Guns ‘n Roses ?). Ed invece, la band del mitico duo Michael Monroe e Andy McCoy ( due che possono essere tranquillamente considerati miti all’altezza di Axl Rose e Slash) partita dalla fredda Finlandia, riuscì ad imprimere un impatto fortissimo al mondo del rock che si affacciava all’alba degli anni ottanta. Figli legittimi del sound di Rolling Stones ed Aerosmith, e seguaci devoti dei seminali New York Dolls, gli Hanoi Rocks ebbero la grande intuizione di velocizzare e colorare l’hard rock dei mostri sacri del passato.

Forse a discapito degli Hanoi ci fu anche la bizzarra provenienza geografica: provate anche ad immaginare cosa volesse dire per un band rock di fine anni 70,  inizio anni 80, partire dalle desolate lande finlandesi alla conquista del rock, genere a quei tempi appannaggio esclusivo del mondo USA e UK. Il tempo, almeno da questo punto di vista è stato galantuomo, visto che trent’anni dopo l’esordio dei nostri pionieri, le più grandi band di street rock del pianeta provengono proprio dalla Scandinavia (Hardcore Superstar, Crazy Lixx, Reckless Love, H.E.A.T. e tante altre). Il fulminante esordio di cui ci occupiamo in questa sede, Bangkok Shocks, Saigon Shaker, Hanoi Rocks, contiene già i germi di un genere fantastico che poi esploderà pochi anni dopo nel capolavoro assoluto dei nostri, Back To The Mistery City. Una miscela incendiaria di canzoni fondamentalmente pop-rock, con venature blues suonate però a ritmi più veloci del solito (siamo pur sempre in piena epoca punk) fanno degli Hanoi Rocks un passaggio fondamentale per chi vuol capire da dove siano partite tante band a venire. Glam e punk che vanno a braccetto: sembra un controsenso, ma è quello che fanno egregiamente gli Hanoi Rocks. Su tutto, come accennato, la voce stradaiola ed ammiccante di Michael Monroe, famoso anche per inserire spesso nei pezzi i suoi inusuali assoli di sax, e la chitarra sferzante di Andy McCoy, autore in pratica di tutti i pezzi dell’album.

L’inizio del disco è travolgente con uno dei grandi classici dei nostri, quella Tragedy che è a tutt’oggi uno dei pezzi più conosciuti degli Hanoi Rocks, e non è certamente un caso, trattandosi di un vero capolavoro. Villane Girl è il pezzo meno “ glam” del lotto, che puo’ ricordare in alcuni momenti certo rock dei Televison o Talking Heads che impazzava in quegli anni. Con Stop Cryin’ torniamo su territori più propriamente da rock duro, con un intermezzo in cui Michael Monroe diviene un animale sexy e languido. Don’t Never Leave Me è il secondo grande classico di questo album: grande pezzo in cui la voce di Michael Monroe sembra quasi alticcia, a rendere il pezzo più decadente che mai. Lost In The City è trascinante nel suo chorus irresistibile, cazzone ed irriverente nel proprio incedere. First Timer è il pezzo forse più veloce, in cui le influenze punk sono più evidenti, ma finisce per essere un riempitivo e nulla più. Cheyenne inizia addirittura acustica per poi esplodere nel solito party allegro e scanzonato…bello, bello,bello. 11th Street Kids è il terzo classico per definizione di questo album: grande canzone che ha un retrogusto malinconico che resta impresso nella mente nonostante l’energia sprigionata dai Nostri. Walking With My Angel è l’unica cover del disco, degli Herman’s Hermits, ed è un pezzo chiaramente rockabilly anni ‘60. Pretender sembra quasi la sigla di chiusura di un telefilm, passabile e nulla più. Un esordio davvero fantastico, in cui l’entusiasmo dei nostri sprizza da tutti i pori, che ad oltre tre decadi dall’uscita lascia all’ascoltare un’idea di gioia e freschezza. Mitici Hanoi Rocks.

Autore: Hanoi Rocks Titolo Album: Bangkok Shocks, Saigon Shakes, Hanoi Rocks
Anno: 1981 Casa Discografica: Johanna Records
Genere musicale: Hard Rock Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.hanoi-rocks.net
Membri band:

Michael Monroe – voce, sassofono, armonica

Andy McCoy – chitarra

Nasty Suicide – chitarra

Sam Yaffa – basso

Gyp Casino – batteria

Tracklist:

  1. Tragedy
  2. Village Girl
  3. Stop Cryin’
  4. Don’t Never Leave Me
  5. Lost In The City
  6. First Timer
  7. Cheyenne
  8. 11th Street Kids
  9. Walking With My Angel
  10. Pretender
Category : Recensioni
Tags : Album del passato, Hard Rock
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2 Responses to “Hanoi Rocks – Bangkok Shocks, Saigon Shakes, Hanoi Rocks”

  • Gianluca Scala
    11 Novembre 2012 19:28

    Grandissimo Album! Ho letteralmente consumato nel mio lettore Cd questo disco che ha inescato una escalation di capolavori Street Glam regalati a i posteri hard rock. Una delle mie band preferite in campo rock’n’roll in assoluto,così come adoro all’inverosimile i dischi solisti del singer Michael Monroe, grande icona del Rock stradaiolo. Senza di loro metà delle band americane nate il decennio successivo non esisterebbero nemmeno. Avanti così, e da collega ti chiedo di andare avanti ad analizzare la discografia di questa magnifica rock’n’roll band!!!!

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    Rispondi
  • Frank
    12 Novembre 2012 12:49

    Hai perfettamente ragione Gianluca, gli Haoni Rocks sono assolutamente imprescindibili per chi voglia comprendere la genesi dell’hard rock ottantiano. E sicuramente meritano un approfondimento che non mancherà sulle pagine di rockgarage.it

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