Deep Purple – The Book Of Taliesyn
Il genere progressive rock ha un debito verso i primi Deep Purple. Sono stati una delle prime band a tentare di fondere concetti e temi orchestrali con la musica rock. Nel 1968 con coraggio facevano del loro meglio per aprire nuove porte. Erano riusciti a piazzare nella top five americana un singolo di successo, Hush. Quel successo commerciale ha permesso loro di andare di nuovo in studio, questa volta per cercare di fare musica avrebbe messo da parte tutti gli altri. Listen, Learn, Read On è un brano dinamico, i versi sono pronunciati dal cantante Rod Evans con un riverbero molto profondo e, mentre l’effetto suona un po’ datato oggi, dà sicuramente al brano una certa gravità e drammaticità. Ritchie Blackmore fornisce una delle sue prove visionarie e il batterista Ian Paice suona come un pazzo quando necessario. Nick Simper riesce persino a gettare qualche sprazzo di basso fuzz psichedelico verso la fine. Wring That Neck (o Hard Road, come è stato intitolato il brano negli Stati Uniti ) è una traccia strumentale caratterizzata dal marchio dell’organo Hammond di Jon Lord e dalle linee barocche seguite dalle corde di Ritchie. Mentre la maggior parte dei chitarristi di quel momento stavano cercando di imitare sia Clapton che Hendrix, Blackmore si poneva fuori dal coro, non assomigliando a nessun altro. I suoi assoli erano tutt’altro che tipici ed il suo lavoro su questo brano è un buon esempio della sua tecnica individuale. Dal momento che nell’album precedente avevano ottenuto risultati fortunati in termini di vendite con una cover, decidono di ripetere il tentativo anche questa volta, coverizzando una canzone di Neil Diamond, Kentucky Woman, con un inizio e fine traccia che svolgono una resa abbastanza semplice della canzone, fatta eccezione per gli inserti di chitarra e organo, naturalmente. Anche questa volta l’sperimento funziona facendo salire il brano al 38° posto delle classifiche.
Il brano seguente è Exposition, in cui la band si prende enormi libertà con il secondo movimento della settima sinfonia di Beethoven. È un preludio emozionante che, purtroppo, We Can Work It Out, con la sua atmosfera groovy non regge la trama tessuta. The Shield dispone di un veloce incedere beat e un tema musicale molto intrigante che oscilla tra il minore e il maggiore. Nelle battute centrali di Anthem possiamo apprezzare un arrangiamento barocco formidabile organizzato magistralmente da Jon Lord. Dal momento che il rivoluzionario film di Kubrick 2001: Odissea nello spazio uscì proprio nello stesso anno, non è una sorpresa che la band abbia incorporato un brano tratto da Also Sprach Zarathustra di Richard Strauss in River Deep, Mountain High, traccia che scivola via in modo anonimo. Ritchie Blackmore e Jon Lord avendo entrambi studiato musica classica, si sono presi la band sulle spalle dirigendo il gruppo verso frontiere quasi vergini all’epoca, influenzati più da band come i newyorkesi Vanilla Fudge, piuttosto che dal blues rock dell’epoca.
The Book Of Taliesyn rappresenta a suo modo un lavoro seminale per la crescita futura del movimento rock progressivo sinfonico. Tuttavia le vendite mediocri dei loro primi lavori orienterà i Deep Purple verso un sound rock più aggressivo e duro, che sarà comunque fondamentale per la storia dell’hard & heavy.
Autore: Deep Purple | Titolo Album: The Book Of Taliesyn |
Anno: 1968 | Casa Discografica: Harvest Records, Tetragrammaton |
Genere musicale: Hard Rock | Voto: 7 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.deeppurple.com |
Membri band:
Rod Evans – voce Jon Lord – tastiere Ritchie Blackmore – chitarra Nick Simper – basso Ian Paice – batteria |
Tracklist:
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