Syndone – Odysséas
Paragonare un album o uno stile musicale ad un viaggio è cosa molto semplice, potremo dire inflazionata. È un concetto richiamato sempre più dai musicisti ma in un album intitolato Odysséas, un concept album interamente dedicato all’Odissea, ecco che il concetto di viaggio diviene non solo parte del tutto ma al tempo stesso un elemento che spiega automaticamente la visione dell’opera. E così i Syndone giungono al loro quinto album inserendo una serie di composizioni ardue, complesse e profondamente emotive. L’opener apre subito il sipario sullo stile della band e sul loro passato, su quel progressive molto ricercato, tecnico ma non dispari a tutti i costi, piuttosto sperimentale, figlio degli Emerson, Lake & Palmer. E così ci si aspetterebbe uno di quegli album tirati capace di mettere in difficoltà il pentagramma ed invece le varie tracce di questo viaggio, appunto, mettono il cuore davanti a tutto, come in Penelope, composta con pianoforte e voce, che trasporta la musica tutta ad un altro livello, o come le varie orchestrazioni (Il Tempo Che Non Ho o ancora di più Vento Avverso) che scardinano gli schemi del progressive e accostano le tracce alla musica classica. La natura dei Syndone è comunque prog-centrica quindi è giusto trovare vari momenti in cui questi schemi sono ripetuti, come nella possente ma breve Circe o in Ade, in cui è la tastiera protagonista del tutto (altro elemento che ci permette di accostarli agli ELP). Poi esistono anche momenti di mezzo, come Nemesis, che coniugano slanci concettualmente emersoniani, a pianoforti ed arrangiamenti di tutt’altra casa.
Odysséas vede però anche la partecipazione di nomi illustri, tra le 17 special guest e la Labirinto String Orchestra ne spiccano due, ovvero Marco Minnemann, eclettico batterista che oltre alle grandi esperienze internazionali ha partecipato ad un’audizione per sostituire Mike Portnoy nei Dream Theater, e John Hackett, fratello del celeberrimo Steve Hackett (Genesis). Nomi ingombranti ma non sono solo lì per dare prestigio al capitolo discografico: Minnemann registra tutte le parti di batteria e il suo tocco si sente nelle varie composizioni, una scelta azzecatissima quella di arruolare lui dietro le pelli, un batterista che prima di tutto mette il gusto musicale e il tocco e poi la tecnica, esattamente quello che è lo stile dei Syndone. Poco importa se noi stiamo riscontrando un ritorno del progressive in questi anni e poco importa se gran parte della critica definisce questo genere ormai troppo legato al passato, i Syndone hanno delle grandi idee e rappresentano l’elemento evolutivo che questo genere può conquistare per rivivere un’epoca come quella avuta negli anni settanta. Un album complesso, che merita più ascolti ma che noi consigliamo vivamente, un must per tutti gli appassionati del genere.
Autore: Syndone | Titolo Album: Odysséas |
Anno: 2014 | Casa Discografica: Fading Records |
Genere musicale: Progressive | Voto: 8,5 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.syndone.it |
Membri band:
Nick Comoglio – tastiere, orchestrazioni Francesco Pinetti – vibraphone Riccardo Ruggeri – voce
Special guest: Marco Minnemann – batteria John Hackett – flauto |
Tracklist:
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