Gleemen – Oltre…Lontano, Lontano

Ebbene sì, sono proprio loro. Per molti (per i più giovani) sono degli sconosciuti ma in realtà i Gleemen non sono altro che una progressive rock band che ha pubblicato un solo album, targato 1970, e poi è uscita dalla scena (fenomeno non molto raro nella scena progressive, chi ricorda i Quartermass e il loro unico lavoro discografico risalente proprio al 1970?!). I musicisti che si muovevano dietro questo progetto hanno poi dato vita ad altre formazioni, come i Garybaldi e i Bambibanda E Melodie, ma il nome Gleemen non è stato mai accantonato definitivamente, tanto che proprio ad inizio di questo 2014 esce il loro secondo album (a distanza di 44 anni!!!) dal titolo Oltre… Lontano, Lontano, grazie a Maurizio Cassinelli e Angelo Traverso. E visto che i due artefici della “rispolverata” su questo progetto sono rispettivamente batteria e basso, noi ci aspettavamo uno di quei lavori completamente dispari, focalizzato su tempi impossibili e storpiature ritmiche continue…invece Oltre… Lontano, Lontano suona come un album progressive completo. Si inizia con Anima Di Gomma, pezzo strabiliante (e scelto da noi come passaggio nella nostra RockGarage Radio) che ci fa tornare alla mente i PFM (nati però dopo!) anche se su quell’incedere arriva in maniera ancora più profonda Il Venditore Di Palloni, classica anthem melanconica di genere che fa sembrare i capolavori della scena cantautorale roba da ragazzini; una composizione assolutamente eccezionale.

Ma appunto lo show è tutt’alto che univoco. Canzone Dei Cuori Semplici ha un titolo che dice tutto, una ballad soffice caratterizzata da voce e chitarra morbide ma anche da arrangiamenti che tramutano i momenti in passaggi preziosi; completamente diversa dalla sperimentazione (quasi una jam session) Schizoid Blues, strumentale effettivamente pazzoide, estro lasciato all’espressione più istintiva possibile. In Una Stanza si distingue, oltre alla parte centrale lenta e cupa, per un assolo emotivamente toccante e allo stesso tempo rock nell’animo, così come Nel Mio Cortile con quel sax breve ma dolce-amaro. In questo sta la bravura della band e degli artisti che vi ruotano intorno: saper interpretare il progressive non con un atteggiamento intransigente ma con una mente aperta, tipica di chi punta alla sfera artistica e non solo a quella musicale. Sul finire troviamo la titletrack che riprende un pò l’approccio dell’opener Anima Di Gomma acquisendo però un caldo timbro blues, con una tastiera che si esprime doverosamente in pentatonica e un risultato finale che, se vogliamo, vede ancora più indietro nel passato rispetto alla scena progressive.

Un plauso va sicuramente a Bambi Fossati e al suo stile molto debitore ad Hendrix, la sua collaborazione su questo lavoro si sente molto. Purtroppo proprio quest’anno Bambi non ha vinto la battaglia contro la sua malattia, ma ha lasciato un testamento assolutamente imprescindibile per i chitarristi che intendono interpretare il rock progressivo, e di questo noi lo ringraziamo eternamente.