Machine Head – Unto The Locust
Le locuste sono una delle terribili piaghe d’Egitto bibliche, Unto The Locust è invece il titolo dell’ultima fatica dei controversi Machine Head, che con questo nuovo album si abbattono come uno sciame di voraci insetti sul panorama metal internazionale. Da sempre questa band è stata giudicata in modo estremamente controverso da parte dei propri fans; dopo i gloriosi albori che li hanno fatti conoscere al grande pubblico soprattutto con l’eccellente album Burn My Eyes che viene considerato tuttora un tassello fondamentale del genere thrash metal i quattro di Oakland scivolano rovinosamente in fallo con la produzione di due album che si allontanano dalle sonorità loro tipiche per abbracciare uno stile più vicino al genere nu metal. Gli album in questione The Burning Red (1999) e Supercharger (2001) scatenano le ire dei loro adepti che accusano i quattro di aver abbandonato la propria origine musicale per questioni puramente commerciali. Dopo innumerevoli vicissitudini comprendenti violenti litigi, rotture contrattuali e lunghi periodi di riabilitazione, i quattro ragazzacci sembrano tornare sui loro passi con l’album inciso nel 2007 dal titolo The Blackening che vede un prepotente ritorno alle sonorità del loro glorioso passato.
Dopo questa doverosa digressione, giungiamo finalmente a parlare del nuovo album che risulta essere semplicemente strepitoso, un muro sonoro potente e complesso che farà sobbalzare dalla poltrona anche i più pacati. Le tracce deflagrano dall’apparato audio come un ordigno nucleare, potentissime ma nello stesso momento eleganti e complesse; esaltanti passaggi di batteria vanno a braccetto con chitarre compatte come il granito che si tramutano poi in complessi arpeggi o melodie dallo squisito sapore gitano. La ricerca e la sperimentazione di vie alternative raggiunge nuove vette rendendo l’ascolto di questo capolavoro un autentico piacere per gli amanti delle sonorità thrash. La sezione vocale è impreziosita come non mai dall’impeccabile Robb Flynn che passa con estrema disinvoltura dal più caustico e violento dei growl a cantati più complessi e melodici. Le tracce inserite all’interno dell’album sono solamente sette ma tutte dal minutaggio abbondantemente superiore ai cinque minuti, mai noiose o banali, cosa che può rendere chiaramente l’idea della complessità e della ricerca svolta a monte dal gruppo.
Impossibile non esaltarsi con tracce come Locust, spietata ed esaltate o l’insolita Who We Are che inizia con un soave arpeggio di chitarra spagnola accompagnato da un coro di bambini per tramutarsi poi in un torrente sonoro in piena che fa gridare al miracolo. Come dice il mitico Rino Tommasi, nel mio personalissimo cartellino questo album risiede senza dubbio tra i primi tre del 2011 e, a mio avviso, non possederlo consiste in un reato passabile per le armi. Chiunque apprezzi la musica metal dovrebbe seriamente considerarne l’acquisto a breve. Una magnifica sorpresa quindi, che rilancia questa band tra i pesi massimi del genere e scaccia i dubbi che da molto tempo aleggiavano nei loro confronti. Cosa state ancora aspettando? Correte immediatamente a procurarvi questo gioiello! Non vorrete mica essere additati come incompetenti, vero??
Autore: Machine Head | Titolo Album: Unto The Locust |
Anno: 2011 | Casa Discografica: Roadrunner Records |
Genere musicale: Thrash metal | Voto: 9 |
Tipo: CD | Sito web: http://machinehead1.com |
Membri band:
Robert Flynn – voce e chitarra Adam Duce – basso Phil Demmel – chitarra Dave McClain – batteria |
Tracklist:
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Grande Matteo, ho seguito subito il tuo consiglio. Quindi ieri sera dopo avere letto attentamente la tua recensione, mi sono piombato in uno dei miei negozi di fiducia a Como per provvedere all’acquisto del suddetto CD. E lo trovo strepitoso! Un capolavoro assoluto di Heavy music come non se ne sono sentiti quest’anno. *_°
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Grandissimo bro! si è veramente un disco bomba, di rara complessità io l’ho messo in macchina e lo stò ascoltando in loop da settimane…..ci vediamo Mercoledì per spaccare tutto \m/
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