Foo Fighters – Sonic Highways
Gli instancabili Foo Fighters, per la fine di questo 2014, tornano alla ribalta con il loro nuovo lavoro, Sonic Highways, preceduto da tanta attesa e da una copertina che ormai era presente negli occhi dei vari fan tempo prima che l’album fosse ufficialmente pubblicato. La copertina, appunto, ritrae alcuni degli edifici principali di otto città degli Stati Uniti, poiché il gruppo ha inciso un pezzo in ognuna di queste città: Austin, Chicago, Los Angeles, Nashville, New Orleans, New York, Seattle e Washington. Il precedente e crudo Wasting Light del 2011 fu un ritorno all’analogico, mentre questo nuovo disco risulta essere più limpido e cristallino. Something From Nothing è il brano apripista ed anche il primo singolo pubblicato, con un inizio malinconico e stanco, che lascia poi spazio ad una continua crescita nel tempo con cambi di ritmo e il progressivo inserimento di strumenti, fino a quattro chitarre in contemporanea. Senza dubbio un gran lavoro in studio sulla struttura della canzone. La successiva The Feast And The Famine è sicuramente più aggressiva, con riff taglienti e distorti ed un ritornello molto cantabile mentre Congregation è un classico rock melodico da radio, con un ritornello piacevole ma non entusiasmante, ed un finale con una parentesi strumentale e un crescendo ormai marchio di fabbrica del gruppo.
What Did I Do?/God As My Witness è caratterizzata da un interessante intro solo piano e voce seguito dal brano vero e proprio sorretto da una melodia rock anni ‘70. La canzone è composta da due parti, questo il motivo del doppio titolo. In Outside è presente la collaborazione di Joe Walsh degli Eagles con tutto il suo carico vintage e le linee di basso di Nate Mendel risultano essere apprezzabili e portanti. In The Clear è senz’altro l’anello debole dell’album, scontato e banale, non offre nulla di nuovo. La parte finale è forse la più riuscita: Subterranean è una ballata delicata dalle sonorità floydiane periodo Gilmour, dedicata a Seattle, città a cui Dave Grohl è per ovvie ragioni legatissimo. La voce di Grohl è qui chiara, espressiva e ricca di sfumature. Il brano si lega con la successiva I Am River, della durata di sette minuti, dove è presente un’orchestra che accompagna Grohl travolto dalle emozioni.
Sonic Highways dura il tempo giusto, quarantaquattro minuti, ma è lontano anni luce dai primi dischi, il che spesso è un bene perché è segno di cambiamento e di maturità, in questo caso è facilmente e senza dubbio notabile l’ottima tecnica acquisita dalla band, l’eccellente qualità dei suoni e della struttura delle canzoni, ma nessuna melodia che colpisce veramente. Troppi pezzi da radio, da chart, dal ritornello facile quanto prevedibile e solo grazie alla parte finale, veramente ben costruita, questo lavoro arriva alla sufficienza. Da una parte è ammirevole che i Foo Fighters continuino a portare, praticamente (o quasi) da soli, la bandiera del rock, ma questo lavoro risulta essere un po’ deludente, lasciando la voglia di mettere su i vecchi Foo Fighters e The Colour And The Shape.
Autore: Foo Fighters | Titolo Album: Sonic Highways |
Anno: 2014 | Casa Discografica: RCA |
Genere musicale: Post-Grunge | Voto: 6 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.foofighters.com |
Membri band:
Dave Grohl – voce, chitarra Chris Shiflett – chitarra Pat Smear – chitarra Nate Mendel – basso Taylor Hawkins – batteria |
Tracklist:
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