Billy Reese Peters – Almost Heaven

Facciamo un salto nel 2006. L’etichetta americana No Idea Records è sempre stata molto attiva nel promuovere gruppi che, nel panorama punk mondiale hanno, chi più chi meno, riscosso successo soprattutto a livello critico; tale attività continua con una nuova uscita che stavolta riguarda i Billy Reese Peters. Vengono da Gainesville, sono in cinque e, nonostante siano attivi da qualche anno, finalmente realizzano il loro primo disco, intitolato Almost Heaven. Il loro nome era già apparso nelle uscite, sempre targate No Idea, nel 2002 in occasione di uno split album partorito in comproprietà con i Grabass Charlestons che non è altro che un gruppo nel quale fanno parte alcuni membri dei Billy Reese Peters. Almost Heaven è composto da dodici tracce, compreso un intro strumentale, più una ghost track a fine disco. Ha una durata totale di quasi trenta minuti, perciò si capisce che i pezzi che compongono il disco hanno breve durata, in media di poco più di due minuti. Il genere è catalogabile generalmente nell’hardcore melodico, che non disdegna punte di classico punk rock abbastanza grezzo, quindi i pezzi sono tutti tiratissimi, giungono senza particolari intoppi al dunque, il tutto per un disco diretto e di facile comprensione.

I brani seguono un unico filo conduttore senza discostarsi troppo dall’identità musicale dei cinque americani, brani come The Deuce Is Loose, Cold One o Mexico sembrano apparire leggermente più melodici rispetto ad altri, mentre Bathroom Floor e Mary Katherine Gallagher, non mancano anche dei notevoli cenni di rock’n’roll, ben captabili in Traveling Band, brano che detta la parola “fine” al disco. La ghost track, senza titolo, non è altro che un brano realizzato con chitarra acustica dalle atmosfere leggermente country rock.

Dunque ci si trova di fronte ad una buona uscita firmata No Idea Records, i Billy Reese Peters non saranno il massimo dell’originalità, però dimostrano di avere la carte in regola per crearsi attorno un consistente velo d’interesse e di notorietà, l’ascolto è consigliato a chi non ha voglia di fermarsi alla solita decina di gruppi made in U.S.A. e che vuole “scavare” all’interno della scena alla ricerca di buone band. Promossi.