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14th Giu2016

Epitaph – Fire From The Soul

by Trevor dei Sadist

Epitaph - Fire From The SoulGli Epitaph, rock band tedesca, nascono nel 1969. Mi trovo emozionato a dover recensire il loro nuovo album, anche perché, musicisti di tale spessore, vanno rispettati e stimati, in primis per la carriera, per la dedizione e per la passione. Nonostante ormai, non siano certo più dei ragazzini, questi terribili rockers continuano a picchiare duro, specie in sede live. Perdonatemi se mi sono lasciato andare con questa introduzione, tuttavia, credo fosse doveroso. Veniamo al disco, Fire From The Soul è il loro ultimo studio album, la band è rimasta ancorata al sound dei tempi, non manca di certo la vena artistica, la classe non è acqua, come si suol dire. Fin dalle prime note di Nightmare, apripista di questo full lenght, la band ci dice molte cose, il sound, come detto è ovviamente accostabile agli anni settanta, e così dev’essere, Nightmare è un brano british, qualcosa di Deep Purple, primi Whitesnake; con la successiva The Way It Used To Be si resta in Europa, un riff di risposta, mi rimanda a Hysteria dei Def Leppard. Si combatte duro in strada, Fighting In The Street, mi fa apprezzare le tre voci, i cori e le armonizzazioni, sono davvero eseguiti in maniera impeccabile, mentre le due chitarre si districano, tra solos trademark e cavalcate imponenti.

No One Can Save Me, non mi spiazza affatto, nonostante i riflessi siano folk e assolutamente meno vicini a quanto detto in precedenza. Mi trovo a metà album, soddisfatto pienamente, ancora una volta mi rendo conto di come la musica può essere comunicativa, questo è il caso degli Epitaph, Any Day, è una bellissima ballad seventeen, che saprà portarvi lontano. Si ritorna al rock che fa male, i Nostri ci danno dentro, attraverso i temi epici di Man Without A Face, mentre con la successiva Fire From The Soul, c’è ancora spazio per il folk rock, ho apprezzato questo repentino sali/scendi, il tutto impreziosito dalla tecnica di ognuno dei musicisti ma soprattutto dalla loro vena artistica. Spark To Start A Fire è un’allegra song, di chiaro stampo rock americano, così come la successiva, Love Child che esce dalle mura amiche e va ad accasarsi nell’AOR d’oltreoceano. E’ il momento di riflettere, gli Epitaph, scelgono di farlo, tramite le note emotive di Sooner Or Later.

Sono sempre più certo, questo è un disco davvero molto bello, sotto ogni punto di vista, suonato con cuore e passione. Ormai giunto quasi al termine dell’album, le note di Mozart mi fanno alzare dalla sedia, un breve omaggio a chi ha fatto la storia della musica. Si chiude con One Of These Days, brano che trasmette energia allo stato brado, proprio come per i loro conterranei Scorpions. Ero certo che questi veterani non mi avrebbero deluso e così è stato. Finché c’è la voglia, lo spirito di sacrificio, c’è tutto, band di questo spessore sono da prendere come esempio, nonostante le primavere hanno ancora molto da dire. In alto il nostro saluto!

Autore: Epitaph

Titolo Album: Fire From The Soul

Anno: 2016

Casa Discografica: MIG

Genere musicale: Rock, Folk

Voto: 8,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.epitaph-band.de

Membri band:

Cliff Jackson – chitarra, voce

Bernd Kolbe – basso, voce

Heinz Glass – chitarra, dobro, voce

Jim Mcgillivray – batteria, percussioni

Tracklist:

  1. Nightmare

  2. The Way It Used To Be

  3. Fighting In The Street

  4. No One Can Save Me

  5. Any Day

  6. Man Without A Face

  7. Fire From The Soul

  8. Spark To Start A Fire

  9. Love Child (bonus track)

  10. Sooner Or Later

  11. Rondo Alla Turca (Mozart / arr. Glass)

  12. One Of These Days

Category : Recensioni
Tags : Folk
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