Landskap – II
I Landskap, sono autori di un rock che ci porta indietro di circa cinquant’anni, il loro sound è contaminato appunto dai fasti del passato. Siamo alienati, in senso positivo, da questo II, senza l’uso di alcuna sostanza stupefacente, eccomi trasportato nell’abisso di suoni, di ansia. Sei brani, per circa quarantacinque minuti di musica: la band inglese offre una prestazione da urlo, ogni brano, ha davvero il suo perché, nella durata di circa nove minuti di media ciascuno, sono dettate ora le trame del rock seventeen, ora il prog, a volte italico (nonostante la band sia inglese), ora il doom dei primi Black Sabbath, anche se nel modo di trasmettere i Landskap sembra quasi vadano a tributare una band che è rimasta indelebile nella storia, grazie alla controversia del suo leader, Jim Morrison e i mai troppo citati Doors. Il sound è oscuro, travolti da uno stato d’ansia, Leave It All Behind, fa gli onori di casa, in maniera impeccabile, attraverso un messaggio disperato e ripartenze improvvise. South Of No North non si discosta molto, anche se la presenza costante dell’organo, gioca un ruolo da primattore, fino al momento che imperversa un solos di magistrale fattura.
Vorrei spendere anche qualche parola, riguardo la produzione, nitida, tenuta volutamente vicina alle sonorità dei tempi dietro, ma una cosa è certa, i Landskap hanno saputo fare molto bene, anche in questo senso, non violentando il concetto, pur avvalendosi di suoni veri e non anacronistici. Through The Ash, mi godo come sia possibile essere occulti con l’ausilio della musica dove suoni cupi, horror, bui, sono alla luce. Ho accennato poc’anzi che la band ha quel non so che d’italiano, forse proprio all’interno della successiva traccia emerge quanto detto, Landskap Theme, ripercorre la strada battuta dai miti di casa nostra, Goblin su tutti, sì anche noi in Italia avevamo dei veri maestri. Le atmosfere si fanno ora più malinconiche, sinistre, sulle note di Tomorrow’s Ghost, colonna sonora di un amore finito male. Si chiude come abbiamo iniziato, nel vortice di note schizoidi e fumose, quelle di Lazy Sundae.
Sono rimasto stregato da quest’album, ultima fatica in casa Landskap, mi sento di consigliarlo a tutti, specie a chi, ha lasciato il cuore sulle note di Riders On The Storm o Light My Fire, non esitate a correre nei negozi, perdervi questo capolavoro sarebbe pura follia. In alto il nostro saluto!
Autore: Landskap |
Titolo Album: II |
Anno: 2016 |
Casa Discografica: Black Widow Records |
Genere musicale: Progressive |
Voto: 8 |
Tipo: CD |
Sito web: http://landskap.bandcamp.com |
Membri band: Jake Harding – voce George Pan – chitarra Frédéric Caure – chitarra, basso Paul Westwood – batteria Kostas Panagiotou – tastiere, organo |
Tracklist:
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Grande Trevor, hai capito l’essenza di questo gruppo, l’unica cosa è che questi suoni sono di oggi perché questi ragazzi suonano la musica che amano e che sentono dentro assolutamente consapevoli della realtà attuale.
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