Mr Furto & Lady Paccottilla – Hotel Harvest
Ascoltando Hotel Harvest (eliminando i primi due brani che, per stile e sonorità un po’ clashettose – Bank Robbery – e un po’ rocckettine sbarazzine – Easy Love – sembrano appartenere ad un altro gruppo) due cose mi hanno squarciato la testa tipo fulmine di Pegasus: la sigla di Rawhide nella versione Blues Brothers e la mattanza di Hateful Eight. Hotel Harvest è quel blues contemporaneo molto west, il west di Clint Eastwood mentre porta la sua mandria dal Texas al Missouri e il west di Samuel L. Jackson che ammazza a raffica. Infatti i vocals e backing vocals a tratti baritoni e le atmosfere cupe e dure sia nei testi che nelle sonorità delle ultime quattro track e di Faith In Hell trasportano in una desolata prateria padana (il Mr e la Lady sono dei dintorni di Cremona), dove ti aspetti che tra un pezzo e l’altro salti fuori dalla confezione del CD un serpente a sonagli o un cobra del deserto del texas. A questo si aggiunga il packaging del CD (molto viniloso perché CD e libretto si estraggono come nei vinili) la cui grafica è essa stessa “westernamente” inquietante. Inquietante nel bianco e nero delle sue foto di lande abbandonate e desolate, via di mezzo tra far east padano e ghost town contemporanea. La sensazione è un po’ come se aveste in mano una copertina di Physical Graffiti degli Zeppelin spostata in una ghost town ed “ecomostrizzata”. Forse non sapremo mai se questo era negli intenti di Mr Furto & Lady Paccottilla, tuttavia lo strano effetto è che l’artwork si dissocia da qualsiasi manierismo sebbene sia esso stesso rigenerazione di un richiamo colto che però diventa qualcosa che segna un’evoluzione in chiave anni duemila di un concept blues raffinato e di impatto (per dirne una nell’album abbiamo una foto di un classicone iconografico dell’antologia blues più pura: la ferrovia – palesemente trasandata alla maniera italiota). In una riga: cazzarola la confezione di Hotel Harvest è veramente figa!
Facendo un giro di lazo indietro torniamo sulla musica, nel punto in cui il Po si tuffa nel Mississipi c’è l’hotel del raccolto dove in ogni stanza c’è l’eco selvaggio e incalzante dello slide stile Deltahead di Ciki Cicki o i testi brevi ma intensi e diretti come un proiettile di I Love Your Mum. La voce è baritonale e introspettiva alla Johnny Cash, ma il sound è un mesh up ben riuscito di sonorità tex mex in salsa parmareggio. In Hotel Harvest si ha la visione di un crescendo di tempeste sabbiose di chitarrosità un po’ stoner (Ballad Of A Lonely Man), un po’ psichedeliche (Ellie West) ma soprattutto c’è tanto tanto spirito guida di blues sperimentale, che esce fuori imperioso negli otto minuti pesantemente e aggressivamente strumentali della closing track Fading Light. Il pezzo è da gustare per la sua completezza che, ai già begli assoli di chitarra e al gran lavoro di piatti, aggiunge una lunga e potente parte strumentale di basso. Fading Light chiude bene un album molto particolare e fa pensare che molto probabilmente il Mr e la Lady dal vivo sono generosi nel concedere virtuosismi e indagini strumentali. E sospettarlo ci piace assai.
Probabilmente evitare le prime due tracce, che sembrano un po’ distanti dal blues contemporaneo predicato da Mr & Lady negli altri nove brani, e una pronuncia meno “Inglisc” avrebbero reso l’Hotel Harvest un Crowne Plaza con piscina e SPA sospese nel vuoto al centesimo piano di torri di cristallo nel pieno centro dell’Upper East Side; a onor del vero però anche l’attuale quattro stelle a Chelsea è una soluzione di livello.
Autore: Mr Furto & Lady Paccottilla |
Titolo Album: Hotel Harvest |
Anno: 2016 |
Casa Discografica: Autoproduzione |
Genere musicale: Blues Rock, Alternative Rock |
Voto: 6,5 |
Tipo: CD |
Sito web: http://www.mrfurto.com |
Membri band: Matteo Casetti – voce, basso, chitarra Francesca Peschiera – batteria, cori Giuseppe Anversa – chitarra, cori |
Tracklist:
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