• Facebook
  • Twitter
  • RSS

RockGarage

      

Seguici anche su

        Il Rock e l'Heavy Metal come non li hai mai letti

  • Chi siamo
  • News
  • Recensioni
  • Articoli
  • Live Report
  • Foto Report
  • Interviste
  • Regolamento
  • Contatti
  • COLLABORA
07th Mar2018

Intervista ai Go Go Ponies

by Marcello Zinno

Intervista Marcello Zinno e Go Go PoniesAl Rock’n’Roll di Milano, all’interno del backstage, accanto ad una porta nera oltre la quale tutti noi ignoravamo cosa ci fosse, abbiamo incontrato i Go Go Ponies, formazione lombarda costituita per tre quarti da donne e che mette in scena un sound ruvido e molto legato al rock distorto del passato all’interno di una cornice live originale e quanto meno provocatoria. La chiacchierata con loro è stata interessante, le risposte che ci hanno dato senza starci a ragionare più di tanto ci hanno colpito perché diverse dai classici clichet a cui molte band alludono in maniera più o meno evidente. Ecco il resoconto dell’intervista.

R.G.: Ciao ragazzi, partiamo dall’inizio. Come è partito il progetto Go Go Ponies?

G.G.P.: Il progetto è partito un paio di anni fa con la mia voglia (Carolina ndr) di formare un gruppo prevalentemente femminile. Abbiamo fatto un bel po’ di prove cercando di trovare ragazze con una parte fissa che ero io come voce, quasi subito Vanessa perché ci conoscevamo tramite live precedenti e Silvia che la conosco da una vita alla batteria. Abbiamo provato diverse ragazze ma alla fine è arrivato Mr. Bengala che ci ha dato una quadra, l’uomo del gruppo. Così è da un anno che la band è formata. Lui è arrivato un po’ per gioco, del tipo “dacci una mano…”. Sì (Bengala ndr) ne avevamo parlato fuori un locale, loro erano completamente ubriache e mi hanno convinto così, vedi un po’ te.

R.G.: Be’ sei stato anche tu che hai convinto loro, visto che il progetto iniziale era quello di avere una band al femminile…

G.G.P.: Sì, diciamo che mi sono immedesimato in quello che volevano fare. Io ho esperienze diverse, come tutte le altre. Era un po’ il timore iniziale (Carolina ndr) ed invece è stato una figata perché ognuno di noi ha portato influenze e cose nuove.

R.G.: Raccontateci come è nato poi il sound Go Go Ponies

G.G.P.: Siamo partiti dai riff, provando…

R.G.: Ma avevate subito l’idea di creare questo tipo di sound?

G.G.P.: La mia idea iniziale (Carolina ndr) era quella di non voler creare un classico gruppo punk rock femminile. L’idea era di formare un gruppo fit metal/dance però con un’inclinazione più metal che rock, facendo veramente vedere che anche se siamo donne abbiamo comunque una bella conoscenza musicale e una certa forza…la cazzimma!

R.G.: Come mai avevate escluso il gruppo punk rock femminile?

G.G.P.: Perché mi dava un po’ troppo l’idea di già sentito. Volevo qualcosa di nuovo a livello di sound, qualcosa che uscisse dalle righe…poi con tutta la componente di show (Vanessa ndr) che va di pari passo con il tipo di suono che abbiamo, brani semplici e ritmati ma che possono coinvolgere le persone in modo diverso dal solito. In realtà ci dicono che siamo punk a livello di ritmi perché facciamo pezzi velocissimi, da 2-3 minuti. Abbiamo scritto un brano nuovo che arriva a 5 minuti e non volevamo crederci…ecco su questo siamo punk. Sul resto andiamo più sul groove, su qualcosa di più forte.

R.G.: Diciamo però che se vi presentate come gruppo punk rock una persona che non vi conosce si fa un’idea chiara sul tipo di sound, mentre parlando di fit metal band è più difficile. Questo per voi è un punto di forza o di debolezza?

G.G.P.: In tutti i concerti che abbiamo fatto fino ad oggi abbiamo visto un pubblico molto incuriosito, forse mettiamo più curiosità. Con il punk rock ti chiudi dentro un cerchio di gente che è una nicchia…tanto è vero che stiamo aprendo concerti con band che mai ci saremmo aspettati. Abbiamo aperto sì ai Vibrators che sono la classica band punk 77 ma anche ad altri gruppi…da una parte è bello perché vuol dire che siamo aperti a 360°. L’idea è proprio quella di non fossilizzarsi sul “solo punk rock” o sul “solo metal”. Noi siamo una “Go Go Farm”.

R.G.: Avete trovato una differenza di risposta del pubblico quando avete aperto ad un gruppo punk rispetto ad un’altra band magari diversa rispetto al vostro genere musicale?

G.G.P.: Forse durante la prima data che era per Halloween ed era una serata prettamente dark/gothic. Lì ci siamo cagate in mano e abbiamo detto qua ci fanno a pezzi (risate generali ndr), c’erano vampiri, gente un po’ depressa…e c’era un gruppo famoso che arrivava dalla Germania che avevano un certo seguito di pubblico. Poi eravamo davvero al primo live e c’era davvero tanta gente.

R.G.: Ok ma queste persone erano prese bene o…

G.G.P.: Sì sì, alla fine li abbiamo coinvolti, poi quando dici la parolina magica che è “figa”…infatti loro che urlavano “figa” era stranissimo ma è stato bello.

R.G.: Poi in tedesco…..”FIKA”…

G.G.P.: Ahaha sì. E questo vale in generale: in ogni live che stiamo facendo abbiamo sempre un bel pubblico davanti, preso dal live e noi ci chiediamo come mai…forse perché siamo anche simpatici (risate generali ndr). Be’ in un certo senso è anche simpatico il fatto di unire comunque la musica con uno show divertente che non è il solito concerto. Il sapersi prendere in giro (Carolina ndr) ma in senso buono, non è che devi fare la “figa di legno” perché sai suonare uno strumento e sei una donna…ed invece così…

R.G.: Non stai parlando in prima persona?? (risate generali ndr)

G.G.P.: Ahah certo che no.

R.G.: Prima avete citato la “Go Go Farm”, si tratta del concetto di vedere il gruppo come un progetto a cui possono partecipare anche persone esterne e non solo come una band chiusa, giusto?

G.G.P.: Sì, un progetto aperto ad influenze diverse per cui designer, musicisti, visual, ballerini, tutto quello che è arte.

R.G.: Quindi in teoria un musicista, una sera può suonare con voi?

G.G.P.: Sì infatti se ci fai caso noi abbiamo una base ritmica abbastanza “quadrata” e chiunque voglia aggiungere qualcosa può farlo. Durante il primo live Mr. Bengala era impegnato in un altrro show ed è arrivato un ragazzo che ha suonato con noi il basso.

R.G.: Be’ però lì era un’esigenza di sostituzione di un membro.

G.G.P.: Sì però ha messo comunque del suo nel live. Magari altri gruppi avrebbero annullato la data e invece noi andiamo sempre dritti. Per esempio se arrivasse un musicista che suona il violino e che vorrebbe fare un pezzo con noi, ben venga! Questa filosofia si estende anche oltre il palco, magari fare collaborazioni con band estere o persone che troviamo là dove suoneremo sarebbe figo. La “Go Go Farm” sta prendendo piede molto con i poster, discorso che è partito da zero ma adesso stiamo collaborando con degli artisti veramente bravissimi che ci realizzano dei poster super e sono uno diverso per ogni concerto. Poi tra un po’ organizzeremo un evento in una galleria esponendo tutti i poster per presentare anche loro come artisti.

R.G.: Parliamo di brani. Voi avete una scaletta che state già presentando in giro e che è disponibile sulle piattaforme di streaming/download. Avete in mente un album?

G.G.P.: Ci abbiamo riflettuto un po’ ma il disco completo ci sembra ormai una concezione passata. Vorremo ragionare sui singoli che è molto più conveniente per una questione di hype. Lavorare sui singoli ci permette di lavorare in maniera più regolare, come si faceva negli anni 50, crediamo che sia molto più interessante. A metà marzo entreremo in studio per registrare il primo singolo vero…la hit dell’estate 2018 (risate generali ndr). Abbiamo in serbo un po’ di pezzi, ne stanno prendendo forma altri.

R.G.: Diciamo che chi vi segue vi vede come una band che è molto in giro, che sta organizzando molti live ma in realtà voi state organizzando una serie di mini-tour per ogni brano nuovo che lanciate.

G.G.P.: Sì, è così e diventa così un lavoro continuo. Ogni pezzo nuovo si aggiunge in scaletta…ma per il momento non pensiamo di fare un album.

R.G.: Ok allora riprendiamo la parte live. Dalla vostra prima data ad oggi avete suonato molto in giro, cosa che per una band nuova è molto difficile. Come avete fatto? Più che altro potete dare qualche suggerimento ai musicisti emergenti che ci leggono e che sono in cerca di date? Magari rosicano perché vi vedono sempre in giro! (altre risate ndr)

G.G.P.: No ma in realtà non devono rosicare. Ci è capitato di aprire a gruppi e dopo la nostra esibizione il pubblico andava via…per carità siamo ancora piccolini, non ci sentiamo di essere importanti. In realtà non ci sono segreti, ogni volta facciamo uno show diverso, ragioniamo molto sul look, sull’outfit, sul cosa fare, come farlo…invece di metterci lì, attaccarci agli ampli e fare i nostri soliti pezzi. E ci divertiamo un casino e questo viene trasmesso al pubblico. Poi c’è anche il discorso della durata del concerto, noi facciamo live brevi anche perché non abbiamo molti pezzi ma riusciamo a tenere alta l’attenzione; in altri contesti con concerti molto lunghi perdi l’attenzione del pubblico.

R.G.: Voi dite di puntare sul tipo di esibizione per coinvolgere il pubblico ma quando contattate un locale che non vi conosce come riuscite appunto a bloccare una data?

G.G.P.: Sì in fondo abbiamo il nostro manifesto, che è figo e ci presenta, poi abbiamo le foto in cui siamo fighissimi (risate generali ndr), poi mandiamo il link per poter ascoltare i brani.

A questo punto si avvicina un losco figuro che si scusa per l’interruzione e si avvia verso la porta nera bloccando l’intervista per un istante e aggiungendo: “devo andare in bagno” (altre risate ndr)

G.G.P.: Dicevamo, poi anche il fatto di essere molto sul pezzo, ci proponiamo anche a serate già create chiedendo se serve un gruppo spalla. E fino ad adesso sta andando bene.

R.G.: Quindi di solito passate tramite la band che ha già una data, non tramite il locale.

G.G.P.: No, contattiamo anche il locale.

R.G.: Questo lo trovo interessante perché vuol dire che chi gestisce i locali è sensibile anche al come si presenta una band, che musica propone…non c’è solo una valutazione di quanti follower ha o numeri più concreti.

G.G.P.: Se dovessimo pensare solo ai follower non suoneremmo, siamo veramente all’inizio. Non facciamo le sponsorizzate sui social, non ce ne frega niente. Probabilmente, ci presentiamo bene, abbiamo il merch super figo curato da Massimo (alias Pony Manero), non è il solito merch, la solita maglietta; Massimo sta dietro alle nostre follie e lui le mette in pratica sempre, fosse per noi avremo già ottocento mila oggetti in vendita ma poi ci calmiamo…sì possiamo dire che è un mix di tutte queste cose. Capita anche il contatto giusto ma non sempre.

R.G.: Se dovessimo incontrarci di nuovo tra un anno, c’è un evento o qualcosa che sognereste di raggiungere da qui ad un anno per la quale potremo dirci: “Caspita ce l’abbiamo fatta!!”.

G.G.P.: Importante è crescere in produzione (Bengala ndr), ci piacerebbe poi poter sperimentare posti un po’ diversi come ad esempio un ring prima di un incontro di wrestling. Io in realtà (Carolina ndr) tra un anno vorrei aprire ai Peaches, quello sarebbe un sogno…e poi la verità è che vorremo delle fiamme sul palco (risate generali ndr). Poi puntiamo a Tokyo, perché in fondo ce la faremo a suonare lì.

R.G.: Location piccole, tipo Tokyo Dome (risate generali ndr) quei 200-300 paganti…

G.G.P.: Ahahah, be’ 200 paganti li abbiamo già avuti.

R.G.: Figo quindi questo è già raggiunto!

G.G.P.: Sì, anche se pagavano per i Vibrators ma fa nulla (altre risate ndr). Però eravamo in un locale non molto grande quindi sembravano il doppio. Infatti alla fine non siamo riusciti a vedere i Vibrators perché una volta usciti c’era un muro di gente e non si poteva tornare più verso il palco. Quindi obiettivo “live in Tokyo”.

R.G.: Ok allora ci vediamo tra un anno per vedere se avete raggiunto l’obiettivo. Però se suonerete a Tokyo chiamatemi come roadie!

G.G.P.: Certo!

R.G.: Grazie ragazzi e in bocca al lupo per il concerto

G.G.P.: Grazie a te! A presto!

Category : Interviste
0 Comm
facebook
Twitter
del.icio.us
digg
stumbleupon

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Cerca in RockGarage

  • Rockgarage Card

  • Calendario Eventi
  • Le novità

    • Nova Sui Prati Notturni – Nova Sui Prati Notturni
    • Weight Of Emptiness – Conquering The Deep Cycle
    • Devil’s Bargain – Visions
    • Gran Zebrù – EP1
    • Northway – The Hovering
  • I Classici

    • Pallas – The Dreams Of Men
    • Quiet Riot – Terrified
    • Offlaga Disco Pax – Socialismo Tascabile (Prove Tecniche Di Trasmissione)
    • Mountain – Masters Of War
    • King’s X – XV
  • Login

    • Accedi
  • Argomenti

    Album del passato Alternative Metal Alternative Rock Avant-garde Black metal Cantautorale Crossover Death metal Doom Electro Rock Folk Garage Glam Gothic Grunge Hardcore Hard N' Heavy Hard Rock Heavy Metal Indie Rock Industrial KISS Libri Marillion Metalcore Motorpsycho Motörhead New Wave Nu metal post-grunge Post-metal Post-punk Post-rock Power metal Progressive Psichedelia Punk Punk Rock Radio Rock Rock'N'Roll Rock Blues Stoner Thrash metal Uriah Heep
Theme by Towfiq I.
Login

Lost your password?

Reset Password

Log in