Of Mice & Men – Defy
Il quinto lavoro in studio degli Of Mice & Men ha una bella responsabilità. Cioè quella di dimostrare di poter reggere il contraccolpo della partenza del frontman e fondatore, il carismatico Austin Carlile. Diviso tra problemi di salute e incomprensioni con il resto del gruppo, Austin lascia la band a fine 2016. Risultato? Pressoché lo stesso. Nel nuovo disco, cosi come nel singolo pilota Unbreakable (rilasciato ad aprile 2017) quasi non si percepisce l’assenza del quinto membro. Aaron Pauley si prende l’intero palcoscenico dimostrando personalità e duttilità nel passare dal suo ormai classico pulito, allo scream più spietato. La formula ben consolidata del fortunato disco Restoring Force non viene quasi intaccata. I pezzi sono un susseguirsi di riffoni muscolari, ritornelli puliti e di classici stop&go a cui i californiani ci hanno abituato, con veramente poche variazioni sul tema. Ne è esempio lampante la traccia di apertura Defy, a mio parere il miglior pezzo dell’album, con le sue chitarre ritmiche incessanti e un ritornello fortissimo, fatto apposta per restare in testa e tormentarti per giorni. I suoni sono quelli canonici del genere, chitarre aggressive, voce al centro del progetto, e batterie triggerate (pure troppo). Ne risulta il classico suono violento ma allo stesso tempo pulito, che caratterizza ogni album della band. Nessuna novità quindi.
L’incipit del disco è fortissimo, a Defy segue la potentissima Instict, dove l’adrenalina sale e la band schiaccia il piede sull’acceleratore strizzando l’occhio ai Trivium e si concede anche un assolo molto heavy. Un altro brano riuscito, che per lo meno si discosta dalla monotonia che arriverà nei prossimi tre pezzi. Back To Me e Sunflower sono un passo indietro della band verso l’ultimo disco Cold War, più ragionate ma perdono un po’ di mordente, soprattutto per l’abuso della voce pulita di Pauley (e qui forse si sente la mancanza dell’ormai ex frontman Carlile). Anche la successiva Unbreakable (già citato singolo del 2017) non aggiunge nulla alla discografia degli OM&M, già ricca di pezzi molto simili. Altri pezzi a mio parere non pienamente riusciti sono How Will You Live (stesso discorso della precedente), la cover dei Pink Floyd Money (ce n’era davvero bisogno?!), la scontatissima e ruffiana On The Inside e infine Warzone. Soprattutto quest’ultima non si capisce dove vuole andare a parare, passando troppo repentinamente da un genere all’altro, in un meccanismo di contrapposizione che a questo punto del disco inizia un po’ a stufare l’ascoltatore. Un po’ meglio Forever YDG’n, dove la band torna sul pezzo e sforna un’altra canzone degna di nota. Menzione positiva anche per Vertigo (sembra presa da un disco dei 10 Years o dei primi Incubus ma stacca nettamente dal resto del disco) e la finale semiacustica If We Were Ghost.
Raggiunto l’obiettivo di non far rimpiangere Carlile, a parer nostro gli OM&M hanno però abusato troppo dell’ormai consolidato standard di canzone/suono, che alla lunga in un disco intero annoia l’ascoltatore. I brani più convincenti risultano essere quelli in un certo senso più scollegati dal sound classico del gruppo, e questo fa sembrare il lavoro a tratti un insieme di brani non scritti per essere compattati su un unico disco. Non raggiunge il livello di energia di Restoring Force o la coerenza stilistica di Cold War, ma siamo sicuri che gli amanti del genere potranno ugualmente trovare spunti interessanti e dimenare la testa sulle note di questo disco.
Autore: Of Mice & Men |
Titolo Album: Defy |
Anno: 2018 |
Casa Discografica: Rise Records |
Genere musicale: Metalcore |
Voto: 6,5 |
Tipo: CD |
Sito web: http://ofmiceandmenofficial.com |
Membri band: Aaron Pauley – voce, basso Phil Manansala – chitarra solista Alan Ashby – chitarra ritmica Valentino Arteaga – batteria |
Tracklist:
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