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03rd Apr2019

The Cure – Wish

by Raffaele Astore
Dopo la pubblicazione del mini live Entreat di cui abbiamo parlato a questa pagina, l’anno successivo, nel 1992, è la volta di Wish che giunge in un periodo in cui il grunge stava assumendo connotati epocali grazie a tante di quelle band che poi, di lì a poco, si sarebbero definitivamente affermate sia sulla scena americana, dalla quale la maggior parte proveniva, ma anche a livello internazionale. Nonostante Wish contenga diverse sonorità pop che in quel periodo influenzavano e di molto il solito Robert Smith, l’album in questione è comunque ben meditato nonostante le solite incursioni dark che hanno contraddistinto sempre il sound dei The Cure. Wish resta comunque un full-lenght che è una vera e propria pietra miliare di quell’alternative rock che, ai giorni d’oggi, se si fa caso, è completamente sfociato nell’indie. Pubblicato sia su Fiction per il Regno Unito che su Elektra per gli States, in Wish si trovano bei momenti come High o la stessa Apart che reputo, personalmente, davvero fantastica. Provate anche voi ad ascoltarle senza sollevare la puntina, vi accorgerete che le atmosfere, queste atmosfere poi, sono impossibili da descrivere. Con From The Edge Of The Deep Green Sea,Smith è davvero un poeta che fa risaltare le liriche ed il romanticismo. Basti a ciò pensare a quando canta “I wish I could just stop/ I know another moment will break my heart/ Too many tears/ Too many times/ Too many years I’ve cried for you” (trad. “Vorrei poterlo fermare/So che un altro momento mi spezzerà il cuore/Troppe lacrime/Troppe volte/Troppi anni ho pianto per te”).

Wish nel suo insieme è un album senza tempo, qui non siamo di fronte ad un Disintigration come nel 1989, qui è forte la presenza di un desiderio di fuggire via dalle ombre in cerca di amore, e lo dimostra anche l’ordine dei brani che pur passando da un argomento all’altro non sono mai slegati, ma essenziali. C’è poco da dire su questa produzione che reputiamo splendida, semplice ed emozionante per quello che ci trasmette. Wish è un album dove le atmosfere sono tipiche della malinconia che ha caratterizzato tanti lavori dei Cure, ma è anche un inno alla vita ed alla gioia di vivere e di esserci comunque, si perché al di là delle atmosfere leggere e soft presenti in molti brani, c’è comunque la tipica veste dei Cure. Per ciò è sufficiente pensare a From The Edge Of The Deep Green Sea un vero e proprio delirio psichedelico, un brano veramente epico di una band che se finalmente si può godere la nomination, in questo 2019, nella Rock & Roll All Fame, di cose da dire ne ha ancora tante. E la storia è tutta dalla loro grazie anche a questo stupefacente Wish realizzato presso gli studi di Shipton Manor, uno studio di registrazione nell’Oxfordshire, il primo vero studio del Regno Unito.

E se ci pensate quando ascolterete quest’album, i The Cure son stati primi nell’ondata di nuovi generi, e l’album di cui vi abbiamo parlato, energico a non finire, è fatto anche per quelle grandi platee alle quali la band ormai era ed è abituata. Lo conferma il tour promozionale del disco, eccezionale. Fatevi un giro su spotify o dove volete voi, ma non lasciatevi scappare un passaggio così docile, vellutato e rock. Questi sono i The Cure.

Autore: The Cure Titolo Album: Wish
Anno: 1992 Casa Discografica: Fiction Records
Genere musicale: New Wave, Post-Punk, Alternative Rock Voto: 7
Tipo: CD Sito web: https://www.thecure.com/
Membri band:
Robert Smith – basso, chitarra, tastiera, voce, basso
Perry Bamonte – basso, chitarra, tastiera
Simon Gallup – basso, tastiera
Porl Thompson – chitarra
Boris Williams – percussioni, batteria
Brani:
1. Open
2. High
3. Apart
4. From The Edge Of The Deep Green Sea
5. Wendy Time
6. Doing The Unstuck
7. Friday I’m In Love
8. Trust
9. A Letter To Elise
10. Cut
11. To Wish Impossible Things
12. End
Category : Recensioni
Tags : Post-punk, The Cure
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