Dream Theater – Distance Over Time

Queste premesse giustificano solo in parte il fatto che questo lavoro non raggiunga il livello qualitativo degli immortali Images And Words e Awake ma a dir il vero non si avvicina nemmeno a quello seppur buono ma non eccelso di lavori come Systematic Chaos e Dream Theater. Diciamo che, non ce ne vogliano i fan della band (noi per primi lo siamo), al netto di Black Clouds & Silver Linings e Octavarium, l’album targato 2019 resta uno dei punti più a basso valore della discografia, almeno se lo si osserva dal punto di vista dell’ispirazione e del songwriting. Stiamo sempre parlando di un album dei Dream Theater, capiamoci: brani come Untethered Angel o Barstool Warrior sono di sicuro interesse se decontestualizzati, ma ascoltati da una band come questo quintetto ci dimostra che abbiano voluto fare esclusivamente il compitino (e poco più) per imbastire subito un nuovo tour. Proprio queste due tracce (fatto salvo l’affascinante contributo di Jordan Rudess) ripercorrono soluzioni che i DT ci hanno proposto numerose volte, da Six Degrees of Inner Turbulence in poi; ancora, la parte iniziale di Fall Into The Light sembra un esercizio alla Judas Priest degli ultimi lavori (da ascoltare bene!) e come loro di tantissime band in giro per il globo, At Wit’s End mostra un Petrucci eccezionale senza il quale parleremo di una banale pop song (salvando anche l’intermezzo da metà brano), pop che non viene nascosto in Out Of Reach.
Quel “poco più” a cui accennavano prima prende il nome di Room 137, che sicuramente può scaldare il pubblico in sede live e S2N in cui prima Myung e poi Petrucci si lanciano in un riff da urlo. Nessun brano supera i dieci minuti di durata e questo non è solo un’informazione numerica, è una conferma della nuova direzione stilistica imboccata dalla band. Ma, e per fortuna c’è un ma, in questo album compare una certa Pale Blue Dot, uno dei pezzi che merita di finire in un greatest hit della band, una gemma come lo fu Learning To Live per Images And Words: è qui che il prog metal, quello vero e targato DT, viene a galla, con tanti cambi di tempo, tecnicismi all’esasperazione e un’ideazione armonica che non ha pari nell’album. In pratica quello che i fan si aspettano da questa immensa band. Speriamo che possa essere questo un punto di partenza per il prossimo album.
Autore: Dream Theater | Titolo Album: Distance Over Time |
Anno: 2019 | Casa Discografica: Sony Music, InsideOut Music |
Genere musicale: Prog Metal | Voto: 6,5 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.dreamtheater.net |
Membri band: James LaBrie – voce John Petrucci – chitarra John Myung – basso Jordan Rudess – tastiera, direzione creativa arrangiamenti corali ed orchestrali Mike Mangini – batteria | Tracklist: 1. Untethered Angel 2. Paralyzed 3. Fall Into The Light 4. Barstool Warrior 5. Room 137 6. S2N 7. At Wit’s End 8. Out Of Reach 9. Pale Blue Dot |