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27th Ago2019

Vito Solfrizzo – La Terra Dei Re

by Marcello Zinno
Ritorna Visto Solfrizzo, dopo il suo esordio solista dal titolo Nove, lo fa quest’anno con dodici nuove tracce confezionate nel lavoro La Terra Dei Re. Si tratta di un musicista a cui piace giocare con i suoni acustici e con quelli elettrici muovendosi agiatamente tra la scena più prossima a quella cantautorale e il rock, nel complesso quindi abbracciando un approccio pop rock molto melodico, cosa già ampiamente dimostrata nel primo album. L’opener di La Terra Dei Re presenta da subito un lavoro molto più rock del debut album, maggiore velocità ritmica, una chitarra ben presente ma quello che ci stupisce sono gli altri strumenti, basso e synth che emergono e si fanno sentire; una traccia che sembra presentare una band al completo più che un lavoro pensato e suonato da un musicista solista. Anche la titletrack ci convince, un brano sì ancorato a melodie molto forti e protagoniste del sound, ma ad un ascolto ripetuto si lasciano apprezzare gli interessanti arrangiamenti e il bridge strumentale; inoltre l’interpretazione vocale ci piace e, pur arrivando fin dal primo ascolto, non è convenzionale come in altri brani. Il rock si veste di blues in Il Dono Dei Furbi, niente di nuovo sotto il sole per gli appassionati del genere ma di certo un groove coinvolgente in una traccia che funziona; noi avremo sviluppato maggiormente la carica blues durante le, troppo pacate, strofe, e aumentato i bpm del brano per dare una maggiore carica live.

Bella anche Cuore Di Razza che per gli effetti alla sei corde e le tastiere in sottofondo ci ricordano un po’ (troppo) i Dire Straits, brano comunque che poteva fare più palestra ed assumere molti più muscoli senza temere di perdere pubblico. Sicuramente si tocca con mano una vena più rock rispetto al precedente lavoro, anche se noi ne avremo preferito ancora di più. L’Ombra Del Sole è un esempio perfetto sia per riff che per stravaganza (molto saporita) nell’intermezzo strumentale ma resta un passaggio troppo affascinato dalla forte ricerca melodica. Compaiono altri momenti meno convincenti. Parliamo di Profumo di Sabbia che, fatta eccezione per la sua chitarra distorta durante il ritornello, è la classica ballad pop che può piacere a chi mastica Negramaro, Le Vibrazioni et similia; Senza Età risente della eccessiva lentezza della ritmica che, estremizzata dai suoi oltre sette minuti, la rende un brano troppo lungo per l’intero brano, in parte salvato dagli assoli di chitarra. Mi Adatterò è un brano dai pochissimi contenuti, le linee vocali fanno quasi tutto e, a meno che non si imbocchi un percorso davvero coraggioso, è davvero difficile che un brano del genere spicchi. Chiude l’album Una Canzone Nel Vento, una ballad come ne abbiamo sentite a centinaia.

Il nostro consiglio è quello di sviluppare maggiormente la parte rock (come in parte avviene in America e in altri momenti) e non cadere troppo nelle tentazioni dei chorus e delle melodie orecchiabili. Su quel fronte Vito ha delle potenzialità.

Autore: Vito Solfrizzo Titolo Album: La Terra Dei Re
Anno: 2019 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Pop Rock Voto: 6
Tipo: CD Sito web: http://www.vitosolfrizzo.it
Membri band:
Vito Solfrizzo – voce, chitarra, armonica
Raffaella Leone – tastiere, basso Angelo
Longo – chitarra, cori
Tracklist:
1. Il Paradiso Dei Sogni
2. La Terra Dei Re
3. Profumo Di Sabbia
4. Il Dono Dei Furbi
5. America
6. Senza Età
7. Cuore Di Razza
8. Conquiblues
9. Mi Adatterò
10. U.R.A. (Utopia Realmente Astratta)
11. L’Ombra Del Sole
12. Una Canzone Nel Vento
Category : Recensioni
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