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30th Set2019

Trivium – Shogun

by Marcello Zinno
Ascendancy e The Crusade erano stati dei grandi successi che avevano catapultato i Trivium sullo schermo del metal internazionale. Diversi per certi versi ma pur sempre aderenti ad una visione di metalcore che è ancora oggi il marchio di fabbrica della band e più in generale del genere. Dopo soli due anni da The Crusade (di cui abbiamo parlato a questa pagina) arrivò Shogun, un album influenzato dalla cultura giapponese, e in parte potevamo immaginarlo dopo aver ascoltato il brano Becoming The Dragon. Niente paura, non ci sono incursioni in suoni e musiche orientali, siamo sempre nel metalcore che ha reso famosa la band, eppure questo lavoro lo consideriamo un album di transizione tra The Crusade e In Waves. Ancora una volta la band intende aprire l’album con dei brani killer, e così Kirisute Gomen presenta distruzione in ogni passaggio, riprendendo anche il growling che in The Crusade era mancato ai fan della prima ora e che invece aveva caratterizzato Ascendancy; il growling caratterizza anche altri brani come in Throes Of Perdition e addirittura in alcuni momenti Matt opta per strofe in clean e ritornello in growl (Insurrection) mentre in passato capitava quasi sempre il contrario. Nel complesso è una dichiarazione di intenti, nel senso più death metal del termine, che prosegue in diversi momenti molto potenti.

Ad un ascolto attento si noterà che la struttura dei brani è praticamente quasi sempre la stessa: strofa/bridge/strofa/bridge/chorus/parte strumentale/bridge/chorus. Si tratta della colonna portante del songwriting di Matt Heafy a cui vengono apportate piccole variazioni ma che in parte smorza l’ “effetto sorpresa” dell’ascoltatore. Dal punto di vista strettamente musicale non ci sono molte novità rispetto al passato: Torn Between Scylla And Charybdis sembra un (bellissimo e potentissimo) estratto di The Crusade, Into The Mouth Of Hell We March (che ispirò il titolo del loro tour) non è nuovo ai fan storici, Like Callisto To A Star In Heaven è un ottimo connubio di metal e di melodie. Da segnalare la riuscitissima Insurrection un brano che ricalca le radici thrash metal del gruppo dimostrando però un’irruenza che molte band anche all’esordio si sognerebbero, meno riuscita invece He Who Spawned The Furies che non possiede quel metal luccicante delle altre tracce. La titletrack che chiude l’album non ci convince a pieno ma presenta un intermezzo quasi acustico che ci piace, non solo perché rappresenta l’ (unico?!) elemento di rottura rispetto al passato.

Il punto di forza dei Trivium è ancora una volta legato ai ritornelli che rendono i brani non solo identificabili ma un must da urlare a squarciagola durante i loro concerti; in questo Shogun non è altro che l’ennesima conferma. Purtroppo proprio poco prima del tour di promozione di questo album il batterista Travis Smith decise di lasciare la band e, dopo forti dubbi sul prosieguo del progetto, i restanti decisero di continuare con il nuovo entrato Nick Augusto. Ne uscirà In Waves.

Autore: Trivium Titolo Album: Shogun
Anno: 2008 Casa Discografica: Roadrunner Records
Genere musicale: Metalcore Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.trivium.org/
Membri band:
Matt Heafy – voce, chitarra
Paolo Gregoletto – basso
Travis Smith – batteria
Corey Beaulieu – chitarra, voce
Tracklist:
1. Kirisute Gomen
2. Torn Between Scylla And Charybdis
3. Down From The Sky
4. Into The Mouth Of Hell We March
5. Throes Of Perdition
6. Insurrection
7. He Who Spawned The Furies
8. Of Prometheus And The Crucifix
9. The Calamity
10. Like Callisto To A Star In Heaven
11. Shogun
Category : Recensioni
Tags : Metalcore
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