As I Lay Dying+Chelsea Grin+Unearth+Fit For A King@Magazzini Generali (MI)

Siamo giunti ai Magazzini Generali alle ore 20:00, orario riportato nelle informazioni sull’evento come ora di inizio concerti; purtroppo però non solo i Fit For A King erano già sul palco ma erano giunti già ai brani di chiusura e abbiamo potuto ascoltare solo Tower Of Pain che comunque ha regalato un vigoroso circle pit. Il pubblico, arrivato a fine serata all’incirca a 600-700 presenze, era già numeroso e in trepida attesa degli Unearth, seconda band americana a scaldare il pubblico. Il quintetto ha mostrato tutta la sua professionalità, comprovando i 20 anni di carriera alle spalle anche tramite un Trevor Phipps (cantante) che ha messo in luce la padronanza di palco, voce e pubblico. Uno show da vera band internazionale che ha colpito anche per l’impatto sonoro, ben ancorato al metalcore ma con delle incursioni in un territorio technical che ha ulteriormente rafforzato le loro quotazioni. Zombie Autopilot è stato uno dei momenti che ha acceso la miccia anche di là del palco, con pogo forsennato e sudore che si misurava con il termometro. Ad essere pignoli avrebbero meritato un posto diverso nel bill, ma ciò che importa è la resa finale.
Sui Chelsea Grin avevamo aspettative molto alte, l’ultimo Eternal Nightmare ci aveva positivamente impressionati anche grazie ad una ricetta più vicina al deathcore che non al metalcore internazionale. In sede live non hanno sicuramente deluso il pubblico, che ha dimostrato di essere in forma anche durante la loro esibizione, ma dobbiamo ammettere che la resa in cuffia paradossalmente ci è piaciuta di più. Molto forte l’impatto della sezione ritmica, il suono della chitarra al contrario restava in secondo piano non riuscendo a conferire quella giusta potenza (anche melodica) al sound complessivo; ottimo il contributo del drummer mentre ci aspettavamo qualcosa di più in termini di riff e muro del suono, cosa che ascoltando l’album fuoriesce con una certa evidenza. Lo show si è concluso con la decisa Hostage, brano estratto proprio dall’ultimo lavoro.
Infine hanno preso possesso del palco gli attesissimi As I Lay Dying con uno show assolutamente incendiario. Tim Lambesis, dall’alto del suo fisico possente e delle sue instancabili prestazioni vocali in growling, ha attirato l’attenzione dei presenti; inoltre la giusta alternanza tra parti in growl e le parti clean del bassista Josh Gilbert durante i chorus hanno sottolineato uno degli elementi portanti della proposta degli As I Lay Dying, il binomia che firma molti dei loro successi. Non a caso la maggior parte dei chorus sono stati cantati da gran parte del pubblico presente, il coinvolgimento è stato molto elevato, segno che anche al di qua dell’oceano ci sono molti fan della band americana. Anche i brani dell’ultimo lavoro, Shaped By Fire uscito meno di un mese fa, erano ben noti al pubblico e spesso cantati a squarciagola. Il momento più violento si è presentato senza dubbio con la titletrack che non è riuscita a tenere nessuno fermo. Un’esibizione potente anche nei suoni, un macigno la batteria di Jordan Mancino, coerente all’impatto stilistico della band. Così si è concluso il quadro delle quattro formazioni statunitensi che sono attualmente in tour in Europa e che stanno portando ciascuna nuova linfa alla ormai variegata (e iper popolata) scena metalcore mondiale.
Live del 9 ottobre 2019