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11th Dic2019

Francesco Piu – Crossing

by Aldo Pedron
Visto di recente dal vivo in trio con il nipote Mario Più al basso al Teatro Duse di Besozzo (Va) sabato 30 Novembre 2019, Francesco Piu si conferma uno degli artisti più eclettici, importanti e di spicco dell’intera galassia italiana con una performance in cui esce tutta la sua tecnica e bravura chitarristica accostabile forse soltanto allo stile Allman Brothers Band dei chitarristi Duane Allman, Richard Betts, Derek Trucks, Warren Haynes. Ebbene Francesco Piu in ogni disco spiazza critici ed ascoltatori perché nessun album è uguale all’altro, anzi, in ogni progetto il nostro songwriter, chitarrista, pluristrumentista e cantante sorprende per inventiva, innovazione, tecnica e gusto musicale. Negli altri dischi si era abituati a sentire suoni più spumeggianti, esuberanti e frizzanti, talvolta fragorosi dove trasparivano ritmi soul, funk, blues e rhythm and blues mentre in Crossing si cambia registro e più semplicemente si va alle radici della musica e alle fondamenta del blues, da cui nasce tutto. Nei suoi precedenti dischi Maa-Moo Tones del 2012 e The Cann O’ Now Sessions (registrato in un vigneto nei pressi di Santa Maria La Palma, Alghero) del 2018 il bluesman di Osilo in provincia di Sassari aveva già seminato e rispolverato i suoni della sua terra mentre Peace & Groove del 2016 è una sorta di blues croccante, come Francesco Piu ama definire i propri live act, fra i più infuocati e divertenti in circolazione.

Il viaggio di Francesco nel mondo blues è iniziato nel 2007 con Blues Journey ed ora a distanza di 12 anni ecco il suo incontro con il vero padre e pioniere del blues, Robert Johnson (1921-1938) di cui si dice esistano soltanto 29 brani, le basi del blues stesso. Francesco Piu però non si limita a rileggere il repertorio del noto bluesmen bensì ci trasporta idealmente nel mediterraneo facendo incontrare le radici del blues del Mississippi con le sonorità della sua Sardegna e spingendosi sino ai suoni e agli echi che ci giungono dall’Africa. In Crossing, in cui appare evidente il suo illuminante lavoro di ricerca e azzeccate commistioni, egli utilizza oltre alla chitarra elettrica i tipici strumenti a corda di origine mediterranea, percussioni africane e orientali, strumenti inusuali ma efficaci come l’oud, la kora (suonata da Jally Tamba), il tenore bassu (suonato da Gavino Murgia), il djembè, la darbuka araba e lo yambù (suonati da Paolo Succu), le launeddas sarde (con Alessandro Quartu) e il calebasse (strumento a scuotimento ed una sorta di sonaglio di zucche essicate e svuotate) di Bruno Piccinnu. Il disco è impreziosito da alcuni ospiti: Antonello Salis (accordion e whistle) e Lino Muoio al mandolino in They’re Red Hot, Gino Marielli dei Tazenda (Hand drum), Bruno Piccinnu e Franziscu Pilu (pipiolu) dei Cordas Et Cannas. Francesco Piu è alla ricerca di suoni variopinti e peculiari, dove l’obiettivo è di integrare la strumentazione popolare in un linguaggio universale e dove la musica blues traghetta le profonde radici e tradizioni musicali sino ai nostri giorni.

Dicevamo un album Crossing in cui Francesco presenta 10 brani di Robert Johnson con una sua personale chiave di lettura. Il Delta Blues del Mississippi sbarca in Sardegna e già nell’iniziale Come On In My Kitchen s’incrociano folk, blues, musica etnica ed africana. Nel classico Me And The Devil appare la batteria elettronica e vari campionamenti così come in Hellbound On My Trail ci sono synth bass, shakers, campionamenti vari del dj Cris e la batteria elettronica di Francesco Ogana mentre Francesco Piu oltre a cantare nel brano (rigorosamente in inglese), suona il bouzouki, la chitarra elettrica e scandisce il tempo con le percussioni del tumbarinu de Gavoi (un paesino incantato della Barbagia di Ollolai nel centro della Sardegna ed in provincia di Nuoro). Bellissima la ballata From Four ‘Til Late dai suoni pallidi ed eterei con gli shakers e la batteria di Silvio Centamore con Francesco Piu al dobro e Jally Jamba alla kora. Stop Breaking Down per i rockettari più accaniti la ricordiamo nel doppio LP dei Rolling Stones Exile On Main Street del 1972 ma qui in una versione totalmente differente e più abrasiva. Crossroad Blues qui forse con echi chitarristici dell’extraterrestre Jimi Hendrix e per buona pace di Eric Clapton, rappresenta il famoso incrocio, dopo Robert Johnson vendette l’anima al diavolo, ma è l’incrocio di culture e tradizioni con un Francesco Piu indemoniato con tanto di feedback elettronico, oud e lap steel guitar.

In Crossing la contaminazione è evidente, palese ed il risultato è sorprendente per un artista pieno di fantasia ed inventiva e dove Francesco riesce a mediare ed amalgamare il rispetto per le tradizioni ed una audacia innovativa e moderna al passo con i tempi. La Love In Vain di Robert Johnson di cui si sono appropriati i Rolling Stones qui viene addolcita dalla fisarmonica e dai flauti di Antonello Salis (classe 1950), fisarmonicista e pianista di fama internazionale già con Los Sardos, i Nati Stanchi, Barritas, Salis’n Salis, i Cadmo, i P.A.F. con Paolo Fresu e nel gruppo Giornale Di Bordo con Gavino Murgia nonché collaboratore dal vivo e nei dischi con i più prestigiosi artisti di tutto il mondo. Un disco coraggioso ed innovativo al tempo stesso che può realizzare soltanto chi ha una perfetta dimestichezza, padronanza e conoscenza del blues e della musica tutta tonda.

Autore: Francesco Piu Titolo Album: Crossing
Anno: 2019 Casa Discografica: Appaloosa Records
Genere musicale: Rock Blues Voto: 9
Tipo: CD Sito web: www.francescopiu.com
Membri band:
Francesco Più – voce, chitarra, oud, calebasse, bouzouki, dobro, tumbarinu, lap steel guitar
Bruno Piccinnu – calebasse, djembè, daf, shakers, tar
Lino Muoio – mandolino
Antonello Salis – fisarmonica, whistle
Gavino Riva – basso, cori
Jally Tamba – kora
Giuseppe Loriga – batteria
Gavino Murgia – tenore bassu
Francesco Ogana – batteria, synth
Silvio Centamore – shakers, batteria
Alessandro Quartu – pipiolu, launeddas
Fabrizio Leoni – basso, contrabbasso
Dj Cris – scratches, samples
Stefano Romano – launeddas
Paolo Succu – tumbarinu de Gavoi
Denise Gueye – cori
Rita Casiddu – cori
Elisa Carta – cori
Franziscu Pilu – pipiolu
Gianfranco Marongiu – djembè
Tracklist:
1. Come On In My Kitchen
2. Me And The Devil
3. Stop Breaking Down
4. From Four ‘Til late
5. Stones In My Passway
6. They’re Red Hot
7. Crossroad Blues
8. Hellhound On My Trail
9. If I Had A Possession Over Judgement Day
10. Love In Vain
Category : Recensioni
Tags : Rock Blues
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