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15th Mag2020

Jefferson Airplane – Long John Silver

by Giancarlo Amitrano
E così “lemme lemme” ( ma nemmeno tanto) anche per gli amici californiani si appropinqua il canto del cigno: tanto fiammante la loro apparizione sugli “schermi”, altrettanto roboante il loro progressivo congedo dalle scene, almeno sotto questa forma. Le tensioni ormai latenti tra le varie componenti del gruppo, unite ai già diversi progetti solisti registrati per la stessa label, portano ad implodere e i rapporti interpersonali e soprattutto il prodotto offerto con questo lenght. A testimoniare la ormai drammatica carenza di inventiva, il fatto che fosse stato chiamato a collaborare ai testi perfino lo storico amico David Crosby, prontamente stoppato nell’intento dalla sua stessa casa discografica, che evidentemente non voleva legare il nome di uno dei suoi artisti di punta al fallimento della band, ormai incombente. E dire che, nonostante fosse reduce dalla pubblicazione del loro album solista Sunfighter, la coppia a tutto tondo Slick/Kantner si impegna egualmente per indirizzare le sue idee verso un disco non disprezzabile, coadiuvati in questo dagli altrettanto impegnati “parallelamente” Kaukonen/Casady ed i loro Hot Tuna, i cui echi si fanno sentire sin da subito nella titletrack: corposamente eseguito, il brano si discosta dalle atmosfere spesso disincantate che la band ha spesso percorso in divina rilassatezza, preferendo concentrarsi invece su di un solido lavoro delle asce, che qui non paiono per nulla psichedeliche, ma vanno anzi dritte al sodo, consentendo alla coppia Kaukonen/Kantner di condurre danze stavolta più sfrenate, sulle quali si eleva ancora forte la voce limpida della Slick.

Aerie conferma ancora il predominio vocale della singer, qui autrice di musiche e testi. La vena folk che pervade anche la sacerdotessa della band trova qui piena espressione soprattutto nel songwriting che la sostiene bene nelle sue evoluzioni e nei suoi connotati, pur senza giungere a vette un tempo familiari. Twilight Double Dealer è uno spigliatissimo brano rockeggiante, a firma Kantner e della sua chitarra non più “innocente” come un lustro addietro, quando le sue melodie erano appunto molto delicate ed avrebbero “aborrito” la deriva settantiana ora intrapresa dal chitarrista, che tuttavia conserva intatto il tocco magico. Milk Train vibra con forza attraverso il violino dell’ormai stabile Creach: precedendo di qualche incollatura un altro combo leggendario che di tale strumento ha fatto vanto, la band californiana anticipa con questa traccia il lirismo ed i toni epici che i conterranei Kansas offriranno anch’essi di lì a poco. Si giunge all’ennesima traccia controversa: The Son Of Jesus fu subito censuratissima dalla casa discografica per un aggettivo irripetibile anteposto al titolo. Condotta a miti consigli, la band attenua le sue insofferenze e riesce comunque a sfornare un brano toccante, colmo di allusioni e renitente ormai a tutto, pur tenendosi ancora a galla grazie all’abilità dei suoi esecutori.

Easter? non è da meno, quanto a sfacciataggine e dissacrazione: gridando a pieni polmoni il suo disincanto verso il mondo, la band dimostra di riuscire ancora a padroneggiare i grandi temi sociali, battendosi di nuovo contro la violenza e le discriminazioni di ogni genere, essendo maestra la Slick in tali agoni di protesta. Trial By Fire rappresenta (inutilmente) il binario Hot Tuna che Kaukonen, qui autore di testi e musiche, ormai percorre speditamente: non a caso, sulla traccia suona anche il suo drummer “personale” Sammy Piazza, con il risultato di un non indifferente passo falso attraverso un folk che non si attaglia più alla band di San Francisco. Con Alexander The Medium torna il buon Kantner ad impadronirsi della scena: nonostante il discreto impegno profuso, anche questa traccia appare scontata e quasi un filler, riflettendo marcatamente l’ormai assodata involuzione anche di uno dei leader storici del gruppo. Band che chiude i giochi con Eat Starch Mom ed il suo sound inaspettatamente duro e grezzo, ma sempre contestatore e sarcastico: in un gruppo che ormai dimostra apertamente di pensare maggiormente ai progetti paralleli dei componenti, non poteva esservi che conclusione più “degna” di questa traccia, che servirà almeno a rendere chiarissime le cose all’interno della band californiana.

Autore: Jefferson Airplane Titolo Album: Long John Silver
Anno: 1972 Casa Discografica: Grunt
Genere musicale: Rock Psichedelico Voto: 6
Tipo: CD Sito web: www.jeffersonairplane.com
Membri Band:
Grace Slick – voce, piano
Paul Kantner – voce, chitarra
Jorma Kaukonen – chitarra, voce
Jack Casady – basso
Papa John Creach – violino
John Barbata – batteria
Joey Covington – batteria su tracce 3 e 5
Sammy Piazza – batteria su traccia 7
Tracklist:
1. Long John Silver
2. Aerie
3. Twilight Double Leader
4. Milk Train
5. The Son Of Jesus
6. Easter?
7. Trial By Fire
8. Alexander The Medium
9. Eat Starch Mom
Category : Recensioni
Tags : Psichedelia
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