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23rd Giu2020

Mastice – Crepa

by Simone Rossetti
Non mi stancherò mai, nel caso di nuova uscita, di sottolineare (a me stesso, a voi che state leggendo e agli autori stessi dell’opera) che una recensione debba essere il più oggettiva possibile evitando di lasciarsi coinvolgere in un giudizio soggettivo che per quanto giusto o sbagliato possa essere resta del tutto irrilevante. Un album può molto tranquillamente non piacere, ma il fatto di “non capirlo” non deve essere una scusante, né il fatto che possa non piacere per i più disparati motivi, ovviamente non è così semplice e non sempre è possibile una separazione così netta, comunque questo resta il mio intento e una mia scelta. Questa breve premessa non è diretta nello specifico a questo Crepa dei Mastice (uscito per Hellbones Records e I Dischi Del Minollo), sicuramente un album che scorre al di fuori dei soliti canoni musicali standardizzati e questo è sicuramente un bene, può sembrare ostico ad un primo ascolto ma ad un secondo lo è già meno, non è una questione di “quante volte” ma del bisogno di prendersi quel “tempo necessario” per lasciare che questi suoni e parole si sedimentino dentro di noi, che tutto pian piano si schiarisca e con una certa timidezza si mostri. Un “tempo necessario” quanto mai reale, se non vogliamo che anche questo venga assoggettato a regole di mercato (ma forse lo è già), sarà bene essere noi stessi a prendercene cura anziché delegare i “soliti altri”che fanno di un consumo convulso la loro stessa sopravvivenza.

Ma torniamo ai ferraresi Mastice ai cui membri fondatori Igor Tosi e Riccardo Silvestrini (siamo nel 2010) si aggiungono Samboela al mix e batteria e Paolo Mascolini al violoncello, nonché la partecipazione di Arianna Poli, più che un gruppo quindi un “ensemble” o se preferite un progetto-cantiere “in corso d’opera”. Stiamo parlando di poetica industrial noise, malinconica, desolante, a tratti rabbiosa, calata in un presente quanto mai alienato e disumanizzante, di rock (nel senso classico) ne mantiene solo la fragile struttura mentre i testi in italiano sono un ottima scelta, testi non “esposti” in forma canzone-classica ma in uno stile “declamatorio” (o se preferite parlato) dalla buona voce di Igor Tosi. Se, e sottolineiamo il se, manca qualcosa in questo pregevole e personale lavoro, è l’aver osato di più, permettendo e lasciando a questa musica di librarsi finalmente in volo distaccandosi anche da certe tematiche e conclusioni “razionali”, personalmente (quindi discutibile) la possibilità di arricchire il progetto con una strumentazione acustica “inusuale”, penso ad un piano, un sax, un violino, oltre al violoncello già presente, ne avrebbe ampliato non solo il dialogo e l’interazione con l’ascoltatore ma anche il respiro, il pulsare, i colori (su questo particolare ci tornerò più in là) senza ovviamente doverne snaturare il progetto originale, ma si tratta appunto di “vedute” personali, le possibilità dei Mastice ci sono tutte, già visibili, già intuibili.

L’aspettativa è forse la più “sperimentale” in questo senso, sonorità puramente noise ed un testo molto bello; si rallenta con Antiballata, più intima e decadente in un crescendo di buona intensità. Preghiera si muove su tonalità più rock, disturbante scarna potente, anche Testa Di Igor non fa concessioni, bello il testo e la voce (peccato che in tutto l’album risulti un po’ in secondo piano rispetto al suono), una traccia che per intensità e interpretazione sa lasciare il segno grazie anche al lavoro alle chitarre di Silvestrini. Paralisi ha il “difetto” di essere troppo legata ad un rumorismo fine a se stesso, Laser si presenta sotto le sembianze di un rock claustrofobico e distorto, molto bella anche se appesantita da effetti noise che finiscono con il prevalere sul resto. L’attimo non fa questo errore, resta quella che è e deve essere, intensa e drammatica; Rumoroso si distende su un buon tappeto di synth ed una buona ritmica, scorre lineare ed efficace; ultima traccia a chiudere questo lavoro è L’abbandono, desolante e ipnotica si aggira fragilmente fra quello che resta delle nostre umani miserie ed è un peccato (al di là del voto, un buon voto), è un peccato perché “quella” tavolozza di colori che hanno a disposizione questi ragazzi è ben più ampia di quella che effettivamente usano (o che si limitano ad usare), punto fermo resta questa “poetica-noise” che sicuramente svetta all’interno di un panorama musicale italiano di una banalità sconfortante (e dilagante).

È un ottimo progetto quindi che speriamo possa ancora crescere ed evolversi, perché in fondo questa musica-forma-poetica chiede solo di non essere rinchiusa in una tela monocromo. Dal voto intuirete che ve lo consigliamo caldamente, non mi resta che aggiungere, visti i tempi, anche per un vostro bene.

Autore: Mastice Titolo Album: Crepa
Anno: 2020 Casa Discografica: Hellbones Records, I Dischi Del Minollo
Genere musicale: Industrial Noise Voto: 7,75
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/masticeband
Membri band:
Igor Tosi – voce, synth
Riccardo Silvestrini – chitarra, synth, drum- machine
Samboela – batteria, synth
Paolo Mascolini – violoncello in L’abbandono
Arianna Poli – voce in Antiballata
Tracklist:
1. L’aspettativa
2. Antiballata
3. Preghiera
4. Testa di Igor
5. Paralisi
6. Laser
7. L’attimo
8. Rumoroso
9. L’abbandono
Category : Recensioni
Tags : Industrial
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