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29th Lug2020

Kalevala Hms – If We Only Had A Brain

by Massimo Volpi
Nuovo lavoro per i Kalevala Hms, band di Parma difficilmente (complimento) etichettabile e classificabile sotto un genere preciso. Mettiamo folk rock, anche se durante l’ascolto ho avuto sensazioni provenienti da Irish band, passando per i Jethro Tull, per il rock italiano (quello che non esiste più, non quello che c’è ora), le canzoni Disney, i canti di guerra e il rock comico alla Nanowar o giù di lì. Grande tecnicismo e capacità compositive, così come quelle di (ri)arrangiamento delle “cover” presenti tra le 15 tracce di questo If We Only Had A Brain (disponibile in formato fisico da settembre). Ma cerchiamo di spiegare l’inspiegabile. Si parte con Song To Sing In Case Of Armageddon, brano dalle atmosfere e dai suoni decisamente folk, suoni che ritroviamo anche nella successiva Victory Is For Suckers, violini, flauti, affiancati da riffoni di chitarra hard rock e un cantato che a volte sembra voler andare dalle parti dei Tenacious D, per poi sfociare in ritornelli da rock band più classica. Passiamo poi a Dumbo Alla Parata Nera, una reinterpretazione militare antifascista di una canzone di Dumbo della Disney. Si torna al folk, più punk, con Mickey Finn, quasi teatrale/musical, alla Les Claypool; passando per Cyberkampf, si arriva alla title track, If We Only Had A Brain, tratta dal Mago di Oz e a Die Moorsoldaten, brano originariamente scritto da prigionieri di campi di concentramento, che si apre con un coro piuttosto drammatico, cantato in tedesco.

Andando avanti, i Kalevala Hms, sorprendono ancora (!). In Root Radioed tornano i violini, tirati come anche il cantato; per un brano che riesce a passare dal folk, al funk, al rock nel giro di pochi minuti. Segue Medusa con la sua cantilena di voci e un finale quasi da opera. No Cheese=Blue Cheese strizza l’ochio all’elettronica 80s, tra Devo e Depeche Mode. Insomma, un album che non annoia e non smette mai di stupire; ripetitivo per niente, ambizioso, quanto strambo, sicuramente. Come sull’ultima delle quattro cover, Elettrochoc dei Matia Bazar, in italiano ovviamente, riarrangiato e riportato ad antico splendore. Poi c’è Principessa, che unisce Morricone e il metal, in una sorta di western di serie TV, chitarre distorte e cori epici. Chiude Tribù, con le sue sonorità epiche, cantate in italiano, che raccontano delle grandi migrazioni. La follia, quella sana; quella artistica. Di mondi lontani, eppure così vicini. Un album e una band differente.

La copertina non è delle più ispirate ma è comunque simpatica, uno zaino che sta per essere risucchiato in un vortice o buco nero, che perde cassettine, giornalini e maschere antigas. A sottolineare le più facce di questo complicato cubo di Rubik che sono i Kalevala Hms. Se solo avessi un cervello, magari potrei capirci di più. O forse è proprio il non averlo la chiave per comprenderli al meglio.

Autore: Kalevala Hms Titolo Album: If We Only Had A Brain
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Folk Rock, Folk Metal Voto: 7
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/KalevalaHms/
Membri band:
Simone Casula – voce
Daniele Zoncheddu – chitarra
Dario Caradente – flauto
Enrico Cossu – viola, violino
Tommy Celletti – batteria
Francesco Vignali – basso
Tracklist:
1. Song To Sing In Case Of Armageddon
2. Victory Is For Suckers
3. Dumbo Alla Parata Nera
4. Mickey Finn
5. Cyberkampf
6. If We Only Had A Brain
7. Die Moorsoldaten
8. Root Radioed
9. Medusa
10. No Cheese=Blue Cheese
11. For The Old World
12. Elettrochoc
13. Les Peintres
14. Principessa
15. Tribù
Category : Recensioni
Tags : Folk
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