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15th Dic2020

Seattle: il libro

by Massimo Canorro
Se i volti dei presidenti statunitensi scolpiti sul monte Rushmore rappresentano – da sinistra a destra – George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln (incarnando, di fatto, gli ideali del primo secolo e mezzo di storia americana), i visi di Layne Staley (Alice In Chains), Kurt Cobain (Nirvana), Eddie Vedder (Pearl Jam), Chris Cornell (Soundgarden) che campeggiano sulla cover del volume – tra libro di viaggio e saggio musicale – Seattle (Odoya, 224 pagine, 16 euro) ne esprimono – come meglio non si potrebbe – il sottotitolo: “La città, la musica, le storie”. Scritto da Valeria Sgarella (giornalista e scrittrice milanese, ha pubblicato la biografia del cantautore americano Andy Wood per Ledizioni e la storia della casa discografica Sub Pop Records per Edizioni del Gattaccio) questa “guida sentimentale di Seattle”, come è stata ribattezzata, si snoda lungo i luoghi imprescindibili del rock della più grande (ma anche contraddittoria) città dello stato di Washington, culla della controcultura con i movimenti grunge e no global ma anche matrona hi-tech (“il fatto di sorgere su sette colli come l’antica Roma è un dettaglio di cui Seattle si pavoneggiava sin dai primi del Novecento”, si legge) che accoglie le sedi di multinazionali come Amazon, Microsoft, Starbucks all’interno della sua area metropolitana.

Spiega l’autrice: “Seattle è la città della riscossa e delle grandi imprese. Sono affascinata dalle sue innumerevoli transizioni: da città di taglialegna a mecca del rock alternativo; da diva dell’e-commerce a Silicon Valley del nord”. Ciò nonostante, chi vive in questa metropoli che rientra (di diritto) nella top ten delle città più economicamente floride degli States, giura che Seattle non ha mai tralasciato il proprio spirito creativo nonché quell’incredibile slancio anarchico determinante nel plasmare la sua scena musicale (chiedere, ad esempio, a Duff McKagan dei Guns N’ Roses, nato e cresciuto a Seattle, che ha esordito in una punk band). Lo stesso Dave Grohl, leader dei Foo Fighters, è visceralmente legato alla città – punto cardine prima per la carriera dei Nirvana e quindi per la band fondata dallo stesso polistrumentista – tanto da ammettere: “Amavo la mia vita a Seattle, e di quella vita mi manca ogni cosa”. Interessante, proprio nel caso del volume Seattle, l’impronta che l’autrice ha deciso di imprimergli, sviscerando la narrazione al pari di un percorso a tappe tra gli indirizzi che hanno accompagnato non solo la nascita, ma anche lo sviluppo, della musica locale. In che modo? Guidando il lettore, non solo quello appassionato di grunge, lungo le strade e all’interno di sale da concerto, teatri, dive bar, studi di registrazione, case discografiche (Sub Pop Records su tutte), parchi e abitazioni come erano all’epoca e come sono diventati oggi, magari all’ombra di grandi imprese e marchi prestigiosi che a Seattle (dove il 27 novembre 1942 è nato un certo Jimi Hendrix) hanno i propri natali.

Certo, il saggio di Sgarella – pregno di foto, immagini e piantine in bianco e nero – è stato inserito dalla casa editrice bolognese nella collana musica. Eppure questo volume mette in risalto, più in generale, le innumerevoli trasformazioni che “la mecca del grunge” ha subìto nel corso degli ultimi anni. Ed è proprio questo genere musicale – e quale, se no? – non sempre apprezzato dai rocker (basti pensare a come viene etichettato nel film The Wrestler di Darren Aronofsky) a fare da colonna sonora alla lettura. A partire dall’introduzione. “Attraverso un lento pellegrinaggio nei luoghi della musica, specie quelli che hanno rappresentato molto per Nirvana, Alice In Chains, Pearl Jam e Soundgarden, e descrivendo l’evoluzione dei vari quartieri, i neighborhood, questo libro vuole raccontare la trasformazione di questa città, e, se possibile, tracciare una linea di continuità tra la Seattle di ieri e quella di oggi”, incalza Sgarella (ha svolto attività radiofonica per oltre due decadi come autrice e speaker e ha lavorato a MTV Italia nel settore produzione). Un percorso non solo virtuale, quello compiuto dall’autrice, che si offre di trovare un fil rouge tra la Seattle inquieta ma epica di ieri – “Belltown era un quartiere selvaggio, fatto di affittacamere con la piastra elettrica nelle stanze. Ci abitavano gli artisti”, ricorda Steve Fisk, ingegnere audio, produttore discografico e musicista che ha lavorato con Nirvana, Soundgarden, Screaming Trees – e la metropoli eccentrica ma elitaria di oggi, avvalendosi delle voci di persone che conoscono bene di cosa si parla.

Non soltanto: Sgarella ha percorso in lungo e in largo – a più riprese – questi luoghi evocativi, toccanti in qualche modo, accompagnata da figure che sono state parte integrante della scena grunge. In tal caso, vere e proprie guide nonché fonti affidabili. Conclude l’autrice: “Qui troverete luoghi di cui non c’è traccia nelle guide ufficiali, perché Seattle, proprio come la sua gente, è una città che ha dovuto passare dalla morte per ritrovare la vita”.

Category : Articoli
Tags : Libri
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