Blackfoot – Medicine Man

Not Gonna Cry Anymore è il momento pop dell’album! Proprio così, dato il suono delle tastiere che in altro modo non si può definire: sì, c’è Medlocke che con la sua prestazione riesce a risollevare le sorti di una traccia altrimenti egualmente trascurabile, ma di certo fa specie ascoltare un gigante del southern esibirsi come un qualsiasi artista da piano bar, sia pure all’interno di un contesto sempre tecnicamente valido ma nulla più, che si adatta a seguire linee guida (di certo da lui stesso dettate) a volte scompaginate e senza costrutto, tanto per arrivare alla fine del brano. Runnin’, Runnin’ prosegue sulla falsariga di quanto sinora ascoltato, ovvero nulla di nuovo all’orizzonte: l’esecuzione vocale è certamente di discreto livello, la sezione ritmica appare in una buona condizione, ma è il quid che manca al totale. Anche il brano non aiuta di certo, trattandosi di una traccia a dir poco scontata che nulla propone né per slancio né per intensità, salvando forse il buon assolo della sei corde. Chilled To D’ Bone si eleva leggermente con la sua intensità maggiore che consente alla traccia di essere di poco più apprezzabile: ma anche qui vi è una nota dolente, rappresentata stavolta dai cori che davvero afflosciano di parecchio la pur buona struttura del brano; si fa in fretta, purtroppo, a licenziare anche tale poco considerevole pezzo, che pur vede al suo interno un altro buon assolo a sei corde che tenta di tenere a galla una baracca ormai più che traballante.
Siamo allora giunti, diremmo fortunatamente, alla fine dell’album ed ecco che arriva probabilmente la traccia migliore del disco: Guitar Slingers Song & Dance vede miracolosamente un ritorno al southern delle origini, specialmente nelle sonorità degli strumenti ed ovviamente nel cantato di Medlocke, che qui finalmente torna a ruggire come ai bei tempi di Marauder. Intendiamoci, non vi è nulla di trascendentale nell’interpretazione, ma almeno con un po’ di sforzo possiamo “illuderci” di essere tornati almeno per un momento indietro nel tempo ed ascoltare nuovamente i veri “piedi neri” sotto mentite spoglie, che qui si congedano con un lungo ed intenso assolo che almeno non ci fa pentire di aver ascoltato l’album con tutti i pregiudizi del caso.
Autore: Blackfoot | Titolo Album: Medicine Man |
Anno: 1990 | Casa Discografica: Music For Nations |
Genere musicale: Hard Rock | Voto: 5 |
Tipo: CD | Sito web: www.blackfootband.com |
Membri Band: Rick Medlocke – voce, chitarra Neal Casal – chitarra, cori Rikki Mayr – basso Gunner Ross – batteria | Tracklist: 1. Doin’ My Job 2. The Stealer 3. Sleazy World 4. Not Gonna Cry Anymore 5. Runnin’, Runnin’ 6. Chilled To d’ Bone 7. Guitar Slingers Song & Dance |