Ratt – Invasion Of Your Privacy
Il successo, con il botto, è arrivato anche per il quintetto californiano, in verità più che meritato, almeno per il momento la band non pare essersene inebriata più di tanto, procedendo invece duramente lungo la strada del suo consolidamento. Emblematiche, in tal senso, le tournée che il gruppo sostiene al fianco di mostri sacri quali ad esempio Ozzy su tutti, durante le quali riescono a ritagliarsi spazi e consensi a volte addirittura superiori a quelli degli stessi headliner, che per vero paiono non dolersene soverchiamente, potendo infatti godere anch’essi della vasta ed acclamante audience in massima parte femminile che affolla le infuocate esibizioni dei Nostri. Ratt che, per restare in tema e battere un ferro ancora caldissimo, a stretto giro tornano in studio per sfornare un degno successore al già fortunatissimo album di esordio: tenendo ferma e fissa la squadra, la band piazza un primo colpo (d’occhio) già dalla copertina, facendola occupare nientemeno che da una playmate quale Marianne Gravatte, degnissimo successore della pur notevole Tawny Kitaen e della sua immagine sull’album di debutto.Assicuratisi ancora i servigi di Beau Hill alla consolle, il disco non poteva che essere un altro successo se possibile ancor maggiore del predecessore ed infatti, si parte con uno dei singoli dell’album in persona di You’re In Love il cui intro pare essere ancora più pesante dei cliché in possesso del gruppo, che qui vede il singer apparire ben più del semplice esecutore di strofe, ma di un vero screamer che venga ben supportato da una coppia di asce come si deve e da una sezione ritmica che tenga benissimo il tempo di un branco che meritatamente si guadagna un passaggio su MTV. Never Use Love è semplicissimo nella sua struttura, eppure con il cantato malizioso di Pearcy ed il duo chitarristico si riesce a produrre un sound accattivante, che trova la sua sublimazione in un coro che più ruffiano non si può, ma che con il suo mood si diceva produrre più di una invidia nelle altre band del momento, pare Motley Crue in testa: bene così, allora, se il prodotto deve essere una traccia come questa che ben si dipana tra un glam smaccato ed un sano hard’n’roll che si annusa lungo la sua durata. Ancora un altro singolo, con il graffiante riffing di Lay It Down e la sua clip televisiva ridanciana e godereccia: ma a noi interessa (anche) il lavoro in studio della band, che qui se la sfanga egregiamente con chitarre incisive, cori coinvolgenti e specialmente il drumming di Blotzer aggressivo e martellante, con la coppia di asce incisiva e ben congegnata nella sua pur apparente semplicità di fondo.
Give It All in verità appare molto poco ispirata, con un ritmo davvero poco interessante che coinvolge nella sua mediocrità la prestazione di tutto il gruppo, che qui al massimo porta a termine il compitino in un brano che sa tanto di filler a rischio di attenuare la prova dei Nostri, che con la seguente Closer To My Heart dimostrano e confermano di non essere propriamente i paladini delle simil-ballad, quale si palesa la traccia: l’essere sempre diretti senza infingimenti ci consegna una band non a proprio agio nei panni degli smielati cantastorie, tanto che il medesimo refrain appare davvero tirato per i capelli per un altro (si spera ultimo) passaggio a vuoto. Con Between The Eyes si torna fortunatamente in sella ad un brano nuovamente al livello che si attende: se il lavoro delle chitarre riesce ancora potente e ben azzeccato, anche Pearcy riprende i panni del capobranco che guidi i suoi verso lo sconvolgimento auricolare grazie a chitarre finalmente fresse nei cui schemi gli axeman sono ben inseriti. What You Give Is What You Get è un continuo rincorrersi delle asce, i cui saliscendi consentono al pezzo di differenziarsi anche dall’apparente smunto ritornello: ma il buon lavoro di fondo che i cinque forniscono riesce a superare anche questo piccolo intoppo con una buona prestazione collettiva che nella sua elementarità di fondo trova proprio il suo quid distintivo. Got Me On The Line è Ratt-style al 100%: struttura di facilissimo ascolto, chitarre tirate e cantato ammiccante per le orde di adolescenti incantati dagli immaginari lustrini che la band sfodera nella sua esecuzione; anche i cori molto semplici hanno comunque una loro robustezza di fondo che si innesta bene nell’economia totale dell’album che deve giungere al maggior numero possibile di audience anche in nome del battage pubblicitario, che i Nostri supportano da par loro.
You Should Know By Now vede probabilmente il picco compositivo dell’album. Con anzitutto un signor singer che propone una esecuzione degna di vette molto alte, mentre la coppia Crosby/DeMartini duella tra sé in un continuo alternarsi di melodie e riff che faranno la fortuna del gruppo e dal vivo e soprattutto nelle vendite, che sono eccome rispondenti alle aspettative. Si chiude con Dangerous But Worth The Risk ed il “masticato” cantato che Pearcy ben piazza tra le righe, mentre i background vocali sono ancora una volta ben assestati all’interno di un brano ancora in pieno stile West Coast e di atmosfere ancora ben gaudenti che fanno sì la fortuna del gruppo e della major di appartenenza, ma che alla lunga dovranno rendere conto di questo a volte sin troppo “disinvolto” approccio musicale.
Autore: Ratt | Titolo Album: Invasion Of Your Privacy |
Anno: 1985 | Casa Discografica: Atlantic |
Genere musicale: Hard Rock | Voto: 7 |
Tipo: CD | Sito web: www.therattpack.com |
Membri Band: Stephen Pearcy – voce Robbin Crosby – chitarra Warren DeMartini – chitarra Juan Croucier – basso Bobby Blotzer – batteria | Tracklist: 1. You’re In Love 2. Never Use Love 3. Lay It Down 4. Give It All 5. Closer To My Heart 6. Between The Eyes 7. What You Give Is What You Get 8. Got Me On The Line 9. You Should Know By Now 10. Dangerous But Worth The Risk |