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01st Gen2016

VI – De Praestigiis Angelorum

by Marcello Zinno

VI - De Praestigiis AngelorumSiamo nelle lande del black metal di matrice “true”, quello che nemmeno le band veterane del genere propongono più. Per alcuni questo è un punto di forza, visto che ci sono legioni di musicisti che credono ancora nell’esordiente sound glaciale del black metal scandinavo, per altri si tratta ormai di una proposta obsoleta, fuori contesto. Per noi omaggiare una scena musicale che ha detto molto, una delle poche ad avere delle implicazioni nella società e in alcuni “credo” delle persone, è sicuramente elemento degno di nota, a maggior ragione quando ci sono degli aspetti personali e distintivi. VI è una formazione nata da ex membri di Aosoth e Antaeus, realtà francese che propone brani di media lunghezza, legati alle radici black anche in quanto a produzione ma significativi in quanto a tecnica. Già con Par Le Jugement Causé Par Ses Poisons cambi di tempo, stop and go e black beat vengono sciorinati senza pudore, in un incedere freddo ma coinvolgente. Suoni volutamente non pulitissimi per ricreare le ambientazioni di un tempo, bpm al fulmicotone, stile grezzo e tutti gli elementi classici del genere.

Ma i VI meritano un ascolto soprattutto da parte di chi è musicista o di chi propone con la propria band black metal. Tecnicamente sono degni di nota, aspetto che emerge soprattutto nei passaggi strumentali e da apprezzare è la loro scelta di adottare testi in lingua madre, come i titoli lunghissimi delle tracce. La tecnica porta anche a delle incursioni nel math-core in Une Place Parmi Les Morts, brano che sembra logicamente la continuazione della precedente traccia e che sul finire piazza degli arrangiamenti da 90. In conclusione possiamo dire che c’è ancora chi crede nel true black metal e, per renderlo ancora più interessante, lo inspessisce con uno strato di velocità e perizia musicale. Questi sono i VI.

Autore: VI

Titolo Album: De Praestigiis Angelorum

Anno: 2015

Casa Discografica: Agonia Records

Genere musicale: Black Metal

Voto: 6,5

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/VIthdevotion

Membri band:

INRVI

BST

Blastum

Tracklist:

  1. Et In Pulverem Mortis Deduxisti Me

  2. Par Le Jugement Causé Par Ses Poisons

  3. La Terre Ne Cessera De Se Consumer

  4. Regarde Tes Cadavres Car Il Ne Te Permettra Pas Qu’on Les Enterre

  5. Une Place Parmi Les Morts

  6. Voilà L’homme Qui Ne Te Prenait Pas Comme Seigneur

  7. Il Est Trop Tard Pour Rendre Gloire. Ainsi La Lumière Sera Changée En Ombre De La Mort

  8. Plus Aucun Membre Ne Sera Rendu

Category : Recensioni
Tags : Black metal
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30th Dic2015

Temple Of Baal – Mysterium

by Marcello Zinno

Temple Of Baal - MysteriumLa Francia non è una nazione nota per la scena black metal, eppure in quello che un tempo si chiamava “underground” si muovono realtà degne di nota. I Temple Of Baal sono attivi ormai da 15 anni e il termine “attivi” rende bene l’idea del loro impegno in musica. Mysterium è il loro quinto album e basta la prima lunga traccia, Lord Of Knowledge And Death, per capire che ci troviamo al cospetto di una formazione matura, con le idee chiare e che rappresenta bene il concetto di terrore messo in musica. I Temple Of Baal propongono black metal e lo concepiscono con una maestria invidiabile: parliamo di black metal vero, e non di contaminazioni varie, reso ancora più valido da una produzione di alto livello che lo presenta come un album attualissimo; inoltre in Mysterium non apprezziamo solo le sfuriate in blast beat e le mitragliate chitarristiche, intermezzi lenti e ambientazioni rendono ancora più nero il risultato finale, proprio come un blackster lo potrebbe immaginare (e sognare). Composizioni mature dicevamo che anche con i nove minuti a traccia delle prime due song, tengono ugualmente alta l’attenzione dell’ascoltatore (dote assolutamente da sottolineare).

Le chitarre sono sì glaciali, la voce piazza un growl gelido, tutti i canoni del black metal sono rispettati ma non sembra un album clone dei Mayhem di turno. Non c’è la rozzezza del “true black”, non c’è autoproduzione scarna nel garage sotto casa: qui c’è una decisione musicale imperante, un’intransigenza senza precedenti, uno stile da cui molti colleghi dovrebbero imparare. L’incedere di Divine Scythe detta legge nera, l’inferno messo in musica da un brano come Hosanna, la decisione dell’opener di trascinarci in uno spirale di terrore, sono alcuni dei punti di forza di questo lavoro che è come una maledizione per tutti gli appassionati di metal estremo e non solo per seguaci delle lande black. Noi siamo certi che se tutte le formazioni che ad oggi si autoproclamano fautrici del black metal suonassero come i Temple Of Baal, la scena sarebbe molto più viva e avrebbe molto più da dire.

Autore: Temple Of Baal

Titolo Album: Mysterium

Anno: 2015

Casa Discografica: Agonia Records

Genere musicale: Black Metal

Voto: 7,5

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/Temple-Of-Baal-20135072962

Membri band:

Amduscias – voce, chitarra

Saroth – chitarra, voce

Arkdaemon – basso, voce

Skvm – batteria

Tracklist:

  1. Lord Of Knowledge And Death

  2. Magna Gloria Tua

  3. Divine Scythe

  4. Hosanna

  5. Dictum Ignis

  6. Black Redeeming Flame

  7. Holy Art Thou

  8. All In Your Name

Category : Recensioni
Tags : Black metal
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21st Dic2015

Chiral – Night Sky

by Marcello Zinno

Chiral - Night SkyArriva una one man band di nome Chiral dedicata ad un black metal dalle sonorità storiche e così il suo biglietto da visita ci riporta agli indimenticabili Bathory. Ci sono delle similitudini, soprattutto legate al sapore ancestrale ed epico che qui la musica riveste, anche se i Chiral risultano meno, per così dire “intransigenti”. All’interno dello stesso album (tra l’altro 5 brani per 58 minuti di ascolto) si spazia tra suoni d’atmosfera, tastiere lugubri e riff al cardiopalma senza sovrapporre questi fattori, affinché ognuno trovi il proprio spazio, la propria forma di espressione, Così non stupisce vedere una traccia di 18 minuti, strutture che esulano dal classico meccanismo “strofa-ritornello-strofa”, schema tra l’altro non molto amato dai blackster. Così Night Sky suona come un lavoro gelido seppur ben prodotto, rimbombante e tenebroso, un labirinto in cui muoversi con la consapevolezza di perdersi, una profondità inquietante e dei suoni/effetti che talvolta giocano un ruolo da protagonista. Una proposta per tutti gli amanti di Emperor et similia, anche se qui l’elemento sinfonico è sostituito da quello folk e appunto ancestrale che si introduce in ogni singola traccia e poi viene costantemente spezzato da un attacco bellico di armi black (con attitudine “true”) che ne forgiano valore e consapevolezza.

Un apprezzatissimo uso della chitarra acustica presenta Night Sky, strumento molto particolare per il genere e che riesce a sottolineare il sapore folk voluto dall’artista e quel retrogusto di antichità che probabilmente le composizioni vogliono portare con loro. La parte finale di Nightside I: Everblack Fields parla chiaro: i fiati, seppur non molto usati nel resto dell’album, sono lì a testimoniare l’epicità, quasi il carattere fantasy, dei Chiral nella loro musica. Il growling è praticamente l’unica espressione vocale della band, rara nella quasi ora di ascolto per dare il più spazio possibile alla musica che sicuramente sovrasta ogni costa; la tastiera è molto presente e riesce a collocare sul ciglio della strada la sei corde, meno preferita dalla band. Addirittura nella breve The Morning Passage entra in gioco un armonica a bocca che spiazza chi è abituato a vivere a pane e black metal; bellissima la composizione chitarristica e gli assoli molto espressivi. L’album si chiude con i 12 minuti di Beneath The Snow And The Fallen Leaves che torna alle radici del black pur senza cambiare rotta al lavoro intero.

Nel complesso un album interessante, che contribuisce all’evoluzione che la scena black sta vivendo negli ultimi 10-15 anni anche se noi, per le idee dei Chiral, avremo preferito un’uscita di più limitata durata. Le composizioni infatti, pur se profonde, danno l’impressione talvolta di essere stirate troppo e allungate oltremodo. Per il resto vediamo bene i Chiral in un panorama internazionale.

Autore: Chiral

Titolo Album: Night Sky

Anno: 2015

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Black Metal

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: https://chiralitaly.wordpress.com

Membri band:

Teo – tutti gli strumenti

Tracklist:

  1. My Temple Of Isolation

  2. Nightside I: Everblack Fields

  3. Nightside II: Sky Wonder

  4. The Morning Passage

  5. Beneath The Snow And The Fallen Leaves

Category : Recensioni
Tags : Black metal
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01st Dic2015

Hoaxbane – Messengers Of Change

by Trevor dei Sadist

Hoaxbane - Messengers Of ChangeHoaxbane: si tratta di un duo black metal che approda direttamente da Berlino. Questa coppia indemoniata, ci propone Messengers Of Change, un album curioso, mistico, ma andiamo insieme a capirci qualcosa di più. La musica dei due è da definirsi genericamente black metal, anche se la definizione più corretta sarebbe modern black metal, visto che nel sound dei teutonici troviamo diversi elementi che ci spostano di qualche anno in avanti, specie se per black metal, alla mente ritornano le gesta di band quali Immortal, Mayhem, Emperor o a maggior ragione Bathory. Certo, alcuni frammenti sono stati presi in prestito, dagli esimi colleghi, dai riffs ossessivi a una batteria (in questo caso, si tratta di drum machine) martellante, penetrante per tutta la durata dell’album. La voce di Misanthrop è presente, ricca di effetti, lo screaming è sicuramente il timbro più usato, tuttavia, alcune parti in growl, fanno risultare la voce più versatile. Mezcalar, il secondo former band, invece si è preso cura di tutto il resto, dalle chitarre, che in più volte all’interno del disco vanno a sopperire alla mancanza di una batteria vera, così come le linee di basso che costituiscono buona parte della sezione ritmica.

Questo Messengers Of Change a tratti mi ha sorpreso, credo che possiamo definire questo full lenght come un nuovo modo di fare black metal, considerando che i Nostri due si muovono in un territorio immortale con la complicità di ritmi veloci e chitarre dissonanti tanto care al genere. Mi sono messo all’ascolto di Messengers Of Change con un pizzico di scetticismo, ma devo dire che mi sono dovuto fin da subito ricredere, pollice in su per questo combo letale. Il black metal vive ancora. In alto il nostro saluto!

Autore: Hoaxbane

Titolo Album: Messengers Of Change

Anno: 2015

Casa Discografica: Mighty Music

Genere musicale: Black Metal

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: http://www.hoaxbane.com

Membri band:

Misanthrop – voce

Tantrum Mezcalar – chitarra, basso, programmazione

Tracklist:

  1. Messengers Of Change

  2. Bloodshed

  3. Diagnose: Wahnsinn

  4. Element Of Truth

  5. Erotic Asphyxiation

  6. Asylum Of Faith

  7. Welcoming Pain

  8. Secrets Of My Cravings

  9. Versager Der Evolution

Category : Recensioni
Tags : Black metal
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26th Nov2015

Stahlsarg – Comrades In Death

by Marcello Zinno

Stahlsarg - Comrades In DeathGli Stahlsarg hanno le idee molto chiare. Quando ci troviamo di fronte una band che si autoproclama una “blackened death metal band” lo scetticismo ci avvolge: infatti, i due generi, pur essendo legati dalla stessa matrice appartenente al metal estremo, sono a livello filosofico e ideologico molto distanti e spesso questa distanza si rispecchia anche nelle differenze, da vari punti di vista, tra le band che ne propongono i suoni. Invece gli Stahlsarg si muovono ottimamente in bilico tra le due scene. Nella prima traccia ad esempio alternano perfettamente parti con pattern glaciali puramente black a riffing di matrice death, ma questa sensazione continua anche in brani più complessi come in From Factory To Fortress Of Rubble & Iron che parte con un’atmosfera luciferina per poi scatenarsi in un odio che non si può collocare da una parte o dall’altra e che ci ricorda i God Dethroned dei tempi che furono. Chitarre più grezze qui lasciano poi spazio a una produzione migliore che però non punta a tutti i costi sulla pulizia, anzi a dir il vero il quartetto è “true” nell’animo, pur spaziando a livello ideativo.

Stesso discorso per le linee vocali che sono per lo più in screaming ma che non disdegnano il growling quando i tempi diventano meno veloci e lo scenario si avvicina a quello di un attacco apocalittico. Tra l’altro c’è un argomento di fondo che ispira gli Stahlsarg nella musica e nelle idee e questo è legato alle guerre mondiali, quindi bisogna ammettere che per loro trovare materiale per scrivere nuovi pezzi non è di certo un problema. Il brano più lungo dell’album è Damocles XIII, presumibilmente ispirato ad un uomo di guerra, è una composizione sì lugubre ma anche variegata che non accetta di procedere con un approccio sempre uguale ma propone stacchi, cambi di tempo, cavalcate e rifferama trucido, in un’apoteosi di creatività musicale (seppur strettamente legata ai generi di riferimento). Dopo un brano un po’ troppo lento e scontato (parliamo di Wolves Of The Sea), Under The Shadow Of The Silver Runes riprende l’incedere martellante e poi fa tornare la band sei piedi sotto terra con la distruttiva Frostbite Division.

Comrades In Death è una prova interessante, radicata nell’embrione black/death ma che offre anche nuove possibili visioni per la scena estrema. Sicuramente un album che consigliamo a chi ha familiarità con questi suoni, una prova che offre la possibilità agli Stahlsarg di essere inseriti in vari bill europei dato il loro spessore musicale.

Autore: Stahlsarg

Titolo Album: Comrades In Death

Anno: 2015

Casa Discografica: Mighty Music

Genere musicale: Black Metal, Death Metal

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: http://www.stahlsargofficial.com

Membri band:

Eissturm – voce, chitarra

Krieg – chitarra

Destruction – basso

Eisenfaust – batteria

Tracklist:

  1. Razed To The Ground

  2. Seelow Heights

  3. From Factory To Fortress Of Rubble & Iron

  4. Damocles XIII

  5. Wolves Of The Sea

  6. Under The Shadow Of The Silver Runes

  7. Castle Wewelsburg

  8. Frostbite Division

  9. In The City Of Trapped Souls

Category : Recensioni
Tags : Black metal
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20th Ott2015

Mystical Fullmoon – Chthonian Theogony

by Cristian Danzo

Mystical Fullmoon - Chthonian TheogonyI Mystical Fullmoon sono una band seminale per la scena black metal italiana. Milanesi, attivi dal 1994, furono tra i primi ad abbracciare il verbo nero che proveniva prepotente dalla scandinavia. Il primo full length l’hanno pubblicato nel 2009, con il titolo di Scoring A Liminal Phase…Ten Strategies For Postmodern Mysticism dopo due demo, un live ed un EP (non necessariamente messi qui in ordine cronologico). Giungono così al loro secondo album in studio, questo Chthonian Theogony che stupisce per vari motivi. Non si tratta di black metal esclusivamente old school. Le tracce evidenti di questa matrice si riscontrano in alcuni riff ma soprattutto nello stile vocale utilizzato, notevolmente bene, da Gnosis. Il discorso approntato dalla band si svolge su una spirale sperimentale ed avantgarde, come giustamente viene autodefinito il loro stile. Parole che non mentono e che traspirano da Chthonian Theogony, disco elitario, difficile, che trasuda epicità ed oscurità da tutti i suoi pori e ad ogni secondo che passa. L’epicità viene pompata da tastiere che realizzano tappeti ed arrangiamenti pomposi, ed appunto, epici (e qui specifichiamo che il termine pomposo non è utilizzato in senso negativo).

I pezzi che i Nostri propongono mettono in luce varie influenze e matrici del black metal che hanno attraversato la storia di questo genere mischiandoli con influenze provenienti da tutt’altro: metal, ma anche qualcosa di progressive e di jazz inserito nel contesto di cui la band si fa portatrice, sposando il tutto alla perfezione. A Red And Black Sacrament contiene dei cori gregoriani (siamo sicuri che le tematiche trattate non siano proprio le stesse intrinseche al Gregoriano), After The Coil risulta nera come la pece, disturbante ed angosciante, e forse è il pezzo manifesto dell’avanguardia e della sperimentazione che i Mystical Fullmoon portano avanti. Chiude questo ottimo disco una cover rivisitata di Jeff Buckley, Dream Brother. Se siete alla ricerca di qualcosa di innovativo Chthonian Theogony è ciò che fa per voi. Occhio però all’ascolto, non è per niente facile. Davvero un disco molto elitario e complicato. Ma pregevole.

Autore: Mystical Fullmoon

Titolo Album: Chthonian Theogony

Anno: 2015

Casa Discografica: Beyond…Productions

Genere musicale: Avantgarde Black Metal

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/mysticalfullmoon

Membri band:

Gnosis – voce, basso, sampling, programming

Heru – chitarra, sampling, programming

Arcanus Incubus – synth, sampling, programming

Tracklist:

  1. Tachyon Oracle

  2. An Outermost Resonance

  3. Reward For The Blind

  4. Stone Of Splendor

  5. A Red And Black Sacrament

  6. The Reader And The Naked Scientist

  7. After The Coil

  8. Mechanics Of Atonement

  9. Aghori

  10. Dream Brother

Category : Recensioni
Tags : Black metal
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15th Ott2015

Wolfheart – Shadow World

by Marcello Zinno

Wolfheart - Shadow World coverNati come un progetto del leader Tuomas Saukkonen, i Wolfheart non vanno confusi con l’omonimo progetto proveniente da Raahe (né con il noto album dei Moonspell) entrambi comunque dediti a sonorità nordiche quanto glaciali. I Nostri escono quest’anno con Shadow World un lavoro compatto e senza intermezzi di sorta, figlio della tradizione black/death scandinava in cui i riff assumono il predominio, le linee vocali sono urlate ma si discostano dalla scena true black e la sezione ritmica martella incessantemente dettando i tempi. Con un animo a metà strada tra God Dethroned e Immortal, i Wolfheart fanno il loro compito ottenendo anche importanti risultati in casa, come il piazzamento nella Top 20 o come il tour di supporto a Swallow The Sun. In alcuni momenti del’album (come in Storm Centre) è chiarissimo il sapore gelido che le chitarre rimarcano anche se si nota una matrice che in un certo senso vuole prendere le distanze dal black intransigente e avvicinarci più al melodic death metal tanto caro ai cittadini di Gothenburg (e al resto del mondo). Centrale il ruolo di Saukkonen che, senza togliere nulla agli altri musicisti, marchia a fuoco lo stile dei Wolfheart tra growl e impatto elettrico, muro di suono quasi impossibile da abbattere.

Le intro acustiche di alcune tracce, come in Aeon Of Cold e Last Of All Winters fanno presagire introspezioni cupe alla Katatonia ma sono solo tranelli che creano una voragine se confrontati con il sound metallico e potente che caratterizza Shadow World. Un sound che diventa molto più affilato e iperattivo in Nemesis, traccia che mette in luce la tecnica del quartetto, a differenza della successiva Abyss, molto più impostata e militare. Su questa unica divergenza si espleta il breve range musicale dei Wolfheart che come detto inizialmente si basa su di un copione noto e molto coerente lungo i 45 minuti di ascolto. Piccola eccezione viene prevista nella conclusiva Veri in cui attecchiscono influenze sinfoniche con tanto di drappi di pianoforte e ritmi rallentati. Piacevole quindi la proposta, anche se non differenziante rispetto alla scena di origine. A loro va comunque la nostra approvazione visto che ci ricordano l’essenza delle band scandinave e la ragione per cui la loro musica è nota in tutto il mondo.

Autore: Wolfheart

Titolo Album: Shadow World

Anno: 2015

Casa Discografica: Spinefarm Records

Genere musicale: Black Metal, Death Metal

Voto: 6

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/WolfheartRealm

Membri band:

Tuomas Saukkonen – chitarra, voce

Mika Lammassaari – chitarra

Joonas Kauppinen – batteria

Lauri Silvonen – basso, voce

Tracklist:

  1. Aeon Of Cold

  2. Zero Gravity

  3. Storm Centre

  4. Last Of All Winters

  5. Nemesis

  6. Abyss

  7. Resistance

  8. Veri

Category : Recensioni
Tags : Black metal
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22nd Set2015

Tomb Of Finland – Below The Green

by Marcello Zinno

Tomb Of Finland - Below The GreenDire che i Paesi scandinavi sono famosi per la musica estrema è corretto anche se generico: il nord Europa è la patria principalmente del black metal. I Tomb Of Finland non nascondono né le loro origini né le radici musicali da cui provengono: il loro stile è ancorato al black metal e, anche se si presentano come una black/death metal band, noi riusciamo a vedere dietro lo loro musica solo l’alone nero del genere che Venom e Mayhem crearono decenni fa. In compenso talvolta la band inserisce delle buone atmosfere che fanno staccare un po’ il respiro e mettono in pausa le chitarre glaciali inserite in numerose tracce e che rappresentano la colonna portante del sound della band. Va anche detto che Below The Green è l’esordio di una band che ha visto vari cambi di line-up nonostante la sua gioventù (ad oggi tra i membri fondatori si annovera solo il chitarrista/bassista Jasse Von Hast) quindi è lecito immaginare una futura evoluzione sonora più che una stantia riproposizione di schemi ormai passati. La scena black metal da anni si sta evolvendo in una certa direzione (black’n’roll?!) e in questo cammino dobbiamo ammettere che i Tomb Of Finland si differenziano piacevolmente: il quartetto propone un ottimo mix di incursioni lente incastrate a dovere, riff freddi ma che non prendono il sopravvento rispetto agli altri strumenti, tempi diversi e un’oscurità profonda che fa da perno centrale.

The Autumn Rain si distacca dalle altre tracce presentando un maggiore impasto dark che ricorda qualcosa degli HIM; se la band volesse presentarsi al grande pubblico sarebbe di sicuro questo il singolo dell’album (anche se la proposta di un “singolo” per una band black metal stride in modo fastidioso). Questo sapore viene accentuato dal pianoforte lugubre di Life & Surgery che incornicia perfettamente il sapore funereo della band e il suo stile decadente anche se forte in termini di riff. In Damnation si rallentano inaspettatamente i tempi e i Tomb Of Finland pagano pegno a band come My Dying Bride e Theater Of Tragedy.

Quindi niente di particolarmente innovativo per il genere, soprattutto a livello chitarristico. Però rimaniamo piacevolmente colpiti dal modo di interpretare una offerta di un genere musicale per il quale si pensa troppo spesso che il più sia stato già detto. E’ un piacere per noi trovare band come questa.

Autore: Tomb Of Finland

Titolo Album: Below The Green

Anno: 2015

Casa Discografica: Mighty Music

Genere musicale: Black Metal, Gothic

Voto: 6,75

Tipo: CD

Sito web: http://www.tomboffinland.fi

Membri band:

Olli Suvanto – voce

Jasse Von Hast – chitarra, basso

Mikko Hannuksela – chitarra

Janne Manninen – batteria

Tracklist:

  1. End Of God

  2. Death Of The Sun

  3. In The Heart Of Winter

  4. The Autumn Rain

  5. Life & Slavery

  6. Sunfader

  7. Damnation

  8. Dead Forever

  9. Kaira

Category : Recensioni
Tags : Black metal
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15th Set2015

Decline Of The I – Rebellion

by Cristian Danzo

Decline-Of-The-I-RebellionBlack metal: genere fine a se stesso? Come tutti i generi estremi del metal, difficilmente si può ritrovare una continua e costante evoluzione in trend musicali che già nascono con determinate regole ferree non scritte. Eppure anche in questi ambiti qualcuno che cerchi di dare una marcia in più non manca. I francesi Decline Of The I si situano nel black metal, in questa categoria di tentata innovazione (tanto è vero che sono indicati, a dire tutto, come post-black metal). Ed ecco uscire il secondo capitolo di quella che sarà una trilogia che è anche il disco in questione, Rebellion (l’inizio di questa saga ha visto la luce nel 2012, con Inhibition, che fu anche il loro debutto recensito da noi a questa pagina). Un concept che si sviluppa attorno agli studi ed al libro Elogio Della Fuga del biologo comportamentale francese Henri Laborit, il quale sosteneva che l’essere umano sotto grandi fonti di stress somatizza i propri dispiaceri trasformandoli in malattie senza avere una valvola di sfogo.

Disco angosciante e straniante, fatto di lunghe composizioni in cui black metal classico e molto intransigente si mischia a soluzioni elettroniche e noise, creando lunghe canzoni che ottengono l’effetto voluto: rendere angosciante il tema portante su cui si basa la musica di Rebellion. L’album ricorda molto da vicino la musica seminale degli albori (Mayhem, Darkthrone) ma anche i loro conterranei Mutiilation ed a tratti, in alcuni passaggi, si avvicina ai lidi del depressive, facendoci venire in mente le sulfuree atmosfere della one man band californiana Xasthur. Deus Sive Musica mette in luce più di tutti gli altri capitoli che compongono Rebellion la parte elettronica che anima i Decline Of The I usata sempre nel contesto straniante ed angosciante che l’album suscita ascolto dopo ascolto.

Opera riuscitissima e di forte impatto. Non facilmente digeribile o capibile così al volo. L’immediatezza non spicca di certo in questa band che ricerca soluzioni nuove, esplorando le profondità più buie dell’animo umano. Riuscendoci e creando un ottimo album.

Autore: Decline Of The I

Titolo Album: Rebellion

Anno: 2015

Casa Discografica: Agonia Records

Genere musicale: Black Metal

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/declineofthei

Membri band:

A.K. – voce, chitarra, tastiera, programming

G. – voce

S. – voce

N. – batteria

Tracklist:

  1. Lower Degree Of God’s Might

  2. Hexenface

  3. Le Rouge, Le Vide Et Le Tordu

  4. The End Of Prostration

  5. Pieces Of A Drowned Motion

  6. Deus Sive Musica

  7. On Est Bien Peu De Chose

Category : Recensioni
Tags : Black metal
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10th Set2015

Heretical – Dæmonarchrist – Demon Est Devs Inversvs

by Marcello Zinno

Heretical - Dæmonarchrist - Demon Est Devs InversvsGli Heretical tornano sulle scene e, per chi non li conoscesse, già dal moniker spiegano senza peli sulla lingua i loro intenti. Un progetto che si incentra sul tema della religiosità e che con questo Dæmonarchrist – Demon Est Devs Inversvs affonda direttamente le mani nel tema immaginario e mistico dal quartetto promosso. Non si tratta di paganesimo, solo parzialmente di satanismo nel senso stretto: le impronte argomentali che il progetto intende imprimere sono strettamente esoteriche e misteriose, l’intento è quello di creare un nuovo ordine delle cose diretto da oscurità e inquisizione per condurre il tutto all’Ekklesia, “la vera Chiesa”. Non mancano riferimenti al latino, riminiscenze al (true) black metal, croci (stavolta non rovesciate), assenza quasi totale di luce nella grafica, urla di morte, statue sacre e tutti i crismi che fanno parte di questo scenario ormai da decenni arcinoto. Si tratta quindi dell’ennesima creazione di black metal satanico, una scena che ha generato orde di progetti, alcuni con forti convinzioni, altri ben più discutibili; gli Heretical non sembrano molto originali dal punto di vista strettamente ideologico, al contrario nell’ottica prettamente musicale celano buoni appigli.

Un esempio è sicuramente I Bleed Black che contiene un buon riffing di chitarra, che stupisce non solo per la tecnica ma più di tutti per la sua simbiosi con la parte ritmica; Devastate E Liberate (Libro Primo), tra l’altro fuori dalle canoniche strutture black, contiene delle liriche in italiano, elemento non di certo comune in composizioni che sempre di più guardano a band nordeuropee. Proprio questo brano in realtà rappresenta un connubio tra il black metal e l’avant-garde spostando il baricentro del black a come probabilmente potrebbe essere in un futuro lontano (altro esempio di questo tipo di concezione musicale si riscontra in Res Satanæ Creata). In The Gift, Lemegeton compaiono delle incursioni nel thrash anche se i caratteri sinfonici del combo prendono il sopravvento ma è con Lvzifer Démasqvé che gli Heretical si collocano nel centro della scena black metal sinfonica presentando il reale loro sound, quello che si muove dietro le loro tuniche nere; solo in altri momenti, come in Cvm Clave Diaboli, si abbandonano le tastiere e gli arrangiamenti e si punta alla potenza distruttiva di sponda Mayhem.

Va detto che l’album vanta di una davvero buona produzione e questo aiuta nella valorizzazione del sound e dei vari strumenti usati (synth, violino…); anche per questo motivo, al di là dell’originalità delle tematiche, Dæmonarchrist – Demon Est Devs Inversvs può essere riconosciuto come un buon prodotto per i seguaci della scena.

Autore: Heretical

Titolo Album: Dæmonarchrist – Demon Est Devs Inversvs

Anno: 2015

Casa Discografica: Beyond…Productions

Genere musicale: Black Metal

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: http://hereticalofficial.bandcamp.com

Membri band:

Azmeroth – chitarra, basso

Nefarius – voce

Arymon – batteria

Orias – tastiere, voce

Tracklist:

  1. VICarIVS fILII DeI (Inductio)

  2. Averno Resvrrectvris

  3. Der Monarchristvs

  4. I Bleed Black

  5. Devastate E Liberate (Libro Primo)

  6. The Gift, Lemegeton

  7. Lvzifer Démasqvé

  8. Res Satanæ Creata

  9. Cvm Clave Diaboli

  10. Demonmetal

  11. Mediator Dei (Conclusio)

Category : Recensioni
Tags : Black metal
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