Teo Manzo – Le Piromani
Come quando avevo voglia di una carbonara grandiosa con chili di parmigiano spolverati come neve, il tutto fatto come si deve e a regola d’arte ovviamente. Mi consigliano un ristorante e come sempre entro scettico. Ormai siamo tutti bravi nell’arredamento, chi ha più gusto chi ne ha molto meno. Mi siedo e aspetto la mia carbonara che ho ordinato come da prassi al cameriere che conosce bene il suo mestiere. Tempi snelli. Ecco il piatto. Esattamente quello che volevo. La mia pancia, l’anima e il palato tutto in festa grida con godimento delle parti. Evvai si parte…ma…ma…manca il parmigiano!!! Vita vissuta ragazzi…e sono drammi di proporzioni importanti. Così Teo Manzo mi invita a “casa sua” con questo nuovo disco, il primo, dal titolo Le Piromani che la cover appena richiama alla memoria Costellazioni di Vasco Brondi ma per fortuna in questo disco c’è della musica. Visionaria introspezione, universo infinito, un concept di 16 brani preziosissimi di un calore immutevole che raccontano di stelle, di luna ma anche di vita terrena. Il tutto incastonato in una forma canzone che di tradizionale ha davvero poco: ritornelli in senso stretto del termine neanche l’ombra, incisi da contare col colino per cercatori d’oro dello Yorkshire e suoni acustici intrecciati con pattern digitali che emozionano la pelle e le idee.
La voce del 28enne di Milano è bella matura, sincera, sicura che danza su un fingerpicking di chitarra che non ha vezzi di chissà quale scuola me resta pur sempre stiloso ed educato. Ci sono tratti di assoluta elevazione spirituale quando Manzo canta Placenta e mi riporta immediatamente nella meraviglia acustica che avevo sempre attribuito a Ani Di Franco con il brano Sorry I Am solo che qui da Milano arrivano suoni elettronici che abbracciano ogni cosa con un velo di dolcissimo calore materno. E ci sento il deserto e l’estate, e ci sento la solitudine di chi si rifugia dal mondo, e ci sento il rumore dei passi per le strade del vecchio paese. E ci sento il peso dell’anima…tutta l’anima… Poi però arriva la carbonara, è quella che volevo…ma manca il parmigiano. Il dramma è compiuto. L’elettronica per quanto affascina nel suo restituire eleganza, la stessa che Teo Manzo ha saputo dosare con garbo e raffinatezza, manca però di dinamica espressiva restituendo alle atmosfere un andamento piatto fatto ugualmente simile nell’ascolto ovunque. La title track del disco stanca nonostante sia cortissima di neanche 3 minuti. Così ci si perde un po’ durante questo disco i cui brani, già privi di appigli “normali”, si mescolano in un ascolto che fa difficoltà ad etichettare i passaggi e a ricordarne i dettagli.
In Delirio E Sollievo molto dalliana in Come È Profondo Il Mare – solo con alcune vene di “cornamuse” e soluzioni diverse sul compimento dei periodi – Teo Manzo perde di forza strada facendo, restituendo al “mare” di parole proprio quella sensazione di sentire “troppe parole” e poca comprensione. Il vero dramma giunge in Doors Open On The Right: perché la chitarra acustica è distorta? Non una distorsione artistica come quella della chitarra elettrica dei Kiss…ma quella distorsione di cattiva registrazione, di troppo gain dato in fase di pre-amplificazione, quella distorsione che quando la sento devo farmi una doccia…perché? Forse uno dei brani più dolci e più cantautorale del disco, forse quello che avrei ascoltato più e più volte…ma perché quella distorsione? Ok Teo…mi faccio una doccia… Se poi il problema è solo il mio ascolto, allora ti chiedo scusa pubblicamente. Insomma un bellissimo disco, personale, sicuro, moderno e antico allo stesso tempo. Un buon esordio come pochi ultimamente. E se l’appetito vien mangiando allora proprio di fronte un simile risultato resto “deluso” e dispiaciuto nel vedere che ci si perde appena in arrangiamenti e produzioni, in soluzioni stilistiche che, a differenza di molti, qui si sono proprio cercate, volute ed inseguite. Il risultato spesso non regge. Troppo tutto. E là dove gli ingredienti sono piccoli e sottili, questo “tutto” significa mal messo, mal mixato, mal gestito.
Se un disco simile fosse stato prodotto meglio forse oggi avremmo un altro nome da mettere nell’album delle figurine. Fatta salva sempre la possibilità di aver io ed io soltanto una cattiva educazione all’ascolto, non mi stupirebbe che il suo nome saltasse fuori come dovrebbe meritare. Se la smettessimo di sentire dischi idioti del “mainstream indipendente” ci accorgeremmo di quanta bellezza c’è altrove…e a casa di Teo Manzo ce ne sta parecchia. Buon sentire in questo nuovo 2016. Play Softly.
Autore: Teo Manzo |
Titolo Album: Le Piromani |
Anno: 2015 |
Casa Discografica: Autoproduzione |
Genere musicale: Cantautorale |
Voto: 7 |
Tipo: CD |
Sito web: https://www.teomanzo.com |
Membri band: Teo Manzo – testi e musica |
Tracklist:
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