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11th Mar2020

Erbomb – Mars Roll

by Marcello Zinno
Il percorso di molti musicisti è quello di iniziare a suonare la chitarra classica (strumento assolutamente non banale ma molto popolare), passare a quella elettrica ed apprezzare l’immenso scenario sonoro che si apre dinanzi e da lì sentire il bisogno di sperimentare, magari approfondendo il profilo della produzione o quello delle differenze compositive tra i generi musicali. Ascoltando Mars Roll, lavoro del progetto Erbomb che trova in Francesco Simula l’unico artefice, ci viene in mente proprio questo percorso: la base pensante di una chitarra che assume decine e decine di forme e colori diversi, inserita quasi come fosse il progetto di un guitar hero, all’interno di strutture ritmiche che fanno da accompagnamento, perché in realtà è la sei corde la protagonista assoluta. Ma da guitar hero ha solo questo, nessun riferimento al profilo tecnico perché Francesco non intende elargire esercizi strumentali (pur probabilmente avendone le capacità, essendo un approfondito conoscitore dello strumento), bensì spaziare, divagare e provocare l’ascoltatore inserendo talvolta dei bit hip hop e quasi sempre dei suoni sempre diversi.

Ed è qui probabilmente il lato negativo di Mars Roll, gli manca una personalità definita. Noi apprezziamo molto i progetti sperimentali, ma non tutto può rientrare in questa categoria; non basta comporre un album fuori dai classici canoni per parlare di musica sperimentale, queste 11 tracce vanno a caratterizzare sostanzialmente un album di electro rock strumentale, dalla consistenza ambient ma dalle ambizioni avanguardistiche. Troviamo qualcosa di interessante in R’n’R, un brano in cui i diversi strumenti sembrano stratificati bene e ciascuno offre il proprio valido contributo, ma anche nella titletrack con il suo intreccio di chitarra e la linea compositiva coerente, elementi che ci fanno sognare una musica più suonata; da segnalare il tratto heavy di B Fase, ma è tutto troppo poco per stupirci davvero. Probabilmente l’inserimento di linee vocali o un più deciso inquadramento stilistico avrebbero giovato.

Autore: Erbomb Titolo Album: Mars Roll
Anno: 2019 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Electro Rock, Ambient Voto: 5
Tipo: CD Sito web: www.erbomb.it
Membri band:
Francesco Simula
Tracklist:
1. Thunderbirds
2. Pump
3. R’n’r
4. Cannon Ride
5. Mars Roll
6. Jun-Bit
7. Jungle Mungle
8. Viper
9. Brown Circus
10. Winter Mood
11. B Fase
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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04th Mar2020

Our Place In Space – Our Place In Space

by Marcello Zinno
Immaginare il futuro e metterlo in musica è un esercizio già tentato da tantissime formazioni e nella stragrande maggioranza dei casi chi compie questo esercizio si immerge nella musica elettronica (si pensi ai Kraftwerk o anche ai Rush di Signals). Gli Our Place In Space rientrano in questo filone ma il loro “futuro” non è tanto una dimensione temporale, piuttosto un contesto spaziale che rappresenta il vero ignoto dell’essere umano, ovvero l’universo. La lingua quindi è quella dell’electro rock, puntando spesso su contributi puramente elettronici (in alcuni brani anche troppo, come in No More e I Like To) ma non evitando del tutto strutture più rock (come in Running). È su questa ambivalenza che gli Our Place In Space si giocano le proprie carte anche se, scavando, secondo il nostro modo di intendere la loro musica manca una vera e propria sperimentazione, piuttosto la band inonda il proprio stile di effetti e intromissioni elettroniche ma sempre muovendosi in strutture semplici, fatte di strofe e di ritornelli ma soprattutto di passaggi orecchiabili (Alien è un esempio).

La scelta giusta? Difficile da dirsi, certo che noi avremo preferito un impiego maggiore di rock e un piccolo accenno in questa direzione arriva da Sad. Anche in termini di possibilità di conquistare con la propria proposta musicale crediamo che la band possa incontrare qualche difficoltà in quanto non è nettamente né in un mondo né nell’altro ma noi, come ogni band emergente, auguriamo loro il meglio.

Autore: Our Place In Space Titolo Album: Our Place In Space
Anno: 2020 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Electro Rock Voto: s.v.
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/ourplaceinspaceOPIS/
Membri band:
Alberto Busi
Lisa Bonvicini Stermieri
Tracklist:
1. Moon
2. Running
3. No More
4. Timelapse
5. Alien
6. Sad
7. I Like To
8. Non Ce La Faccio Più
9. What Do You Think
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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09th Nov2019

Be A Bear – Martin Doesn’t Agree

by Marcello Zinno
I Be A Bear è un progetto nato dalla mente di Filippo Zironi che poggia la sua creatività sulla filosofica “do it yourself”, abbastanza vintage come concetto ma sempre validissimo e da premiare. L’EP Martin Doesn’t Agree gioca tra l’electro rock e l’indie pop, tutto ovviamente focalizzato su effetti e melodie in grado di conquistare gli ascoltatori indie. L’opener è l’esaltazione dell’indie pop e fa calare un po’ le aspettative circa una proposta spessa e artisticamente interessante. Per fortuna compare Electromoon Feeling, un brano che oltre ad avere una sezione ritmica ben impostata sul pop rock vede poi inserti chitarristici che arricchiscono il groove del brano e, seppur non vi siano parti cantante, la traccia entra fin da subito nella nostra mente; da segnalare anche The Great Escape, un brano molto breve ma che fa presagire delle lande sperimentali (tastiere) nelle idee future dell’artista, paesaggi in cui l’elettronica è al servizio di una forma canzone quasi psichedelica e non solo usata per il semplice gusto di “girare delle manopole”.

L’EP è probabilmente un assaggio di quello che sarà il progetto in futuro, troppo breve per dire se le coordinate siano quelle giuste ma di certo mette curiosità per le diverse scelte stilistiche dei 4 brani.

Autore: Be A Bear Titolo Album: Martin Doesn’t Agree
Anno: 2019 Casa Discografica: Il Piccio Records, La Fame Dischi
Genere musicale: Electro Rock, Indie Pop Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/BeABearMusic/
Membri band:
Filippo Zironi
Tracklist:
1. Martin – Doesnt – Agree
2. Fat Trip
3. Electromoon Feeling
4. The Great Escape
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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22nd Lug2019

Oko & The Authority – Ukronia

by Gabriele Rusty Rustichelli
Ukronia è il primo album della band marchigiana Oko & The Authority in uscita per la label americana Exquisite Noise Records. Il disco, mixato da Enrico Tiberi vanta il processo di masterizzazione da parte di Pete Maher (Lana delRey, U2, Katy Perry, Linkin Park, Patti Smith, Nine Inch Nails) e già questo è un biglietto da visita non da poco. Intendiamoci, arrivare a collaborare con certi nomi oggi come oggi non è impresa impossibile ma spesso i nomi di questo calibro possono decidere o meno di lavorare il prodotto…in questo caso posso dire che il nome scelto è stato centratissimo (roba da addetti ai lavori lo so, ma comunque degno di nota). Il genere spazia tra edm, experimental, electronic, glitch, trance, progressive, come descritto dalla band. Infatti il disco racchiude molte sfumature sonore e non è facile dargli un’etichetta sola. Per me questo è sempre stato un pregio nei dischi perché rispecchia la necessità di non vestire un abito e di non smettere di ricercare soluzioni sonore e atmosfere sperimentali. Il disco è un viaggio da fare tutto di un fiato, uno di quei dischi che per me non si possono ascoltare a tracce isolate. Personalmente ho trovato un filo conduttore e ho apprezzato anche la sequenza dei brani.

I miei gusti musicali per questo genere sono un po’ più industrial ma qui non stiamo parlando dei miei gusti, stiamo parlando di un album che ha rapito l’attenzione anche di una persona che non mastica il genere come sua “prima scelta”. La scelta dei suoni, l’inserimento di alcuni motivi, il suono compatto e comunque fluido rendono il lavoro scorrevole e intrigante. Ci sono attimi di progressive ma nulla distoglie l’attenzione. Se volete fare un viaggio in un genere più complesso, meno “scontato”, se volete più programmato e meno suonato ma comunque di qualità vi consiglio di aprire la mente e fare un giro accompagnati da questa colonna sonora.

Autore: Oko & The Authority Titolo Album: Ukronia
Anno: 2019 Casa Discografica: Exquisite Noise Records
Genere musicale: Electro Rock, Sperimentale Voto: 8
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/okontheauthority/
Membri band:
Aldo Giovagnoli – basso
Lorenzo Giachè – tastiere, synth
Davide Benedetti – tastiere
Emanuele Nisi – batteria
Tracklist:
1. Don Quixote
2. BnL
3. Lmnt
4. Essence
5. Susiykiu
6. Addiction
7. Cursed Chip
8. Where Lions Cry
9. Angel A
10. Zweisamkeit
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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18th Lug2019

iBerlino – Urban Graffiti

by Marcello Zinno
Il quartetto a nome iBerlino torna dopo un solo anno dalla pubblicazione di Hai Mai Mangiato Un Uomo?, un album per certi versi interessante in cui la vera vena della band (diciamo un electro indie) assumeva una forma convulsa e sperimentale, quasi a voler combaciare con un certa visione post-rock. La nostra impressione del nuovo lavoro, Urban Graffiti un EP di 5 tracce, è che la band abbia voluto modificare le coordinate sulle quali baricentrare i brani: strofe orecchiabili (La Preda), forti dosi di elettronica e una spolverata di new wave, tutto opportunamente “shakerato” per dar vita a brani sicuramente più semplici da ascoltare, brani composti da elementi che restano in testa fin dal primo ascolto. Già dall’opener si intuisce quanto la band abbia voluto optare per forti incursioni nell’elettronica, la stessa elettronica che in passato poteva suonare da elemento di ambientazione e che invece qui fa contemporaneamente da melodia e da ritmica (anche nella versione “reprise”). Interessante la strofa di Il Circolo Del Sole che mantiene un sapore dark con delle liriche di accompagnamento decisamente ispirate e vicine alle spoken word; un peccato che il ritornello esploda all’insegna della dance vanificando il lavoro di ricerca.

Gli iBerlino sono sicuramente una formazione che potrebbe aprirsi a tante sfumature, sperimentare e provare, creare artisticamente parlando qualcosa di unico. Noi li preferiremmo in questo lavoro di ricerca più che adagiati su melodie di semplici vedute. Ma Urban Graffiti potrebbe essere un semplice intermezzo prima di un full-lenght più intricato ed affascinante. Staremo a vedere.

Autore: iBerlino Titolo Album: Urban Graffiti
Anno: 2019 Casa Discografica: CD Baby, La biondarecords
Genere musicale: Electro Rock, Indie Pop Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/iberlinoofficialpage
Membri band:
Mirko Di Francescantonio – voce, tastiere
Fabio Pulcini – chitarra
Lorenzo Lambertini – batteria, percussioni
Angelo Maucione – basso
Tracklist:
1. Urban
2. La Preda
3. Il Circolo Del Sole
4. Quel Silenzio Fatto Di Impressioni
5. Urban (Reprise)
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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12th Giu2019

Siveral – The Future Is Analog

by Marcello Zinno
Il futuro sarà analogico secondo i Siveral, questo il messaggio lanciato attraverso il titolo del primo full-lenght della band, un progetto che viene presentato come un alternative prog rock ma che noi associamo più a derive new wave ed electro rock. Il quartetto infatti non nasconde l’uso di synth e elementi elettronici che, nel loro caso, impreziosiscono e caratterizzano uno stile che in parte conosciamo già bene. Echi di Muse si sentono infatti in Dreamer, lezioni di new wave alla Depeche Mode, Deftones nella prima parte di Alvadret e Placebo in alcuni passaggi di Lite Gravity…ma sarebbe sbagliato vedere i Siveral come degli imitatori di band di successo perché la capacità di scrivere brani dal forte impatto sicuramente non manca: lo dimostra un pezzo come Pray, un brano che riascoltato diverse volte potrebbe ricordare diverse soluzioni legate all’indie rock britannico ma che sicuramente buca l’orecchio fin dal primo ascolto. Promosso anche El.ga che gioca su ambientazione differenti, strofe più pacate e chorus esplosivi, ricetta anch’essa vincente; in più apprezziamo anche un buon lavoro dietro le sovraincisioni vocali che ammaliano anche chi è abituato a pezzi con maggiori dosi di melodie. Uno dei brani che suggeriamo a chi vuole scavare nell’animo più rock del gruppo è Cali, un pezzo che in parte ci ha ricordato gli Anewrage.

Tanta attenzioni alla composizione e una buona produzione valorizzano questi 10 brani che si cullano tra lande alternative ed altre “post” sempre con un occhio all’elettronica e così facendo creano uno scenario molto variegato. Alcuni brani risentono di una eccessiva lunghezza, come nel caso della titletrack, ma va detto che la musica dei Siveral va intesa più come un electro rock che per attitudine desidera aprirsi a contaminazioni e sperimentazioni, pur volendo per natura restare all’interno di confini che possono renderlo trasversale in fatto di ascolti; secondo questi canoni non c’è da stupirsi che alcuni passaggi superino i 6 minuti e che meritino più di un ascolto. Una band che, al di là dell’analogico o del digitale, è sicuramente proiettata nel futuro.

Autore: Siveral Titolo Album: The Future Is Analog
Anno: 2019 Casa Discografica: My Place Records
Genere musicale: Electro Rock, Alternative Rock, New Wave Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.siveral.com
Membri band:
Antonio Magrini – voce, chitarra, synth
Lorenzo Pasquini – chitarra
Giovanni Tani – batteria
Fernando de Luca – basso
Tracklist:
1. Awake
2. Dreamer
3. Pray
4. Alvadret
5. El.ga
6. The Future Is Analog
7. Cali
8. My Deceit
9. Lite Gravity
10. Regentanz
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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28th Mag2019

March Division – Rain Empire

by Alberto Lerario
I March Division sono una band milanese fondata alla fine del 2010, con sede spirituale nel nord-centro del Regno Unito. Il suono è fedele alla tradizione del rock britannico, contaminato da influenze elettroniche, una sorta di ibrido tra Oasis (soprattutto nella voce) e Kasabian. Col tempo inevitabilmente il gusto e l’espressione si sono indirizzati anche su altri lidi, toccando sponde più pop per cercare di allargare gli orizzonti e le ambizioni della loro musica. Arrivati così al terzo album il gruppo ha ormai sviluppato un’ottima capacità produttiva, intesa come ricercatezza e pulizia sonora, che strizza l’occhio lucido di ammirazione verso band del calibro di Imagine Dragons e Depeche Mode. La stella polare dei March Division sono i sentimenti ed il sentire post-atomico, un pathos chiaro scuro da cui partire e dipanare le loro trame sonore fondate da arrangiamenti eleganti con alcuni lampi di classe che innalzano il livello medio del disco che forse nella sua durata (60 minuti circa) ha il suo punto debole perché, seppur lodevole è l’intenzione della band di dare maggior respiro alle canzoni per condurre l’ascoltatore ad una fruizione del disco più meditata e consapevole per non scadere nel commerciale più smaccato, purtroppo si ricorre troppo spesso a qualche trucchetto del mestiere sconfinando nella ripetitività. Per fortuna comunque le melodie non vengono troppo intaccate e mantengono in pieno la loro godibilità e capacità di presa.

Rain Empire è un buon disco da consigliare agli appassionati del genere. Per il futuro noi saremmo curiosi di sentire qualche traccia cantata in italiano che potrebbe a nostro parere conferire una maggiore caratterizzazione alla band per navigare più sicura in acque nostrane, senza rischiare di perdersi nei mari stranieri. La bandiera italiana dell’electro pop rock sventolerà fiera grazie ai March Division.

Autore: March Division Titolo Album: Rain Empire
Anno: 2019 Casa Discografica: Prismopaco
Genere musicale: Electro Rock, Pop Rock Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: http://www.marchdivision.com
Membri band:
Andy Vitali – voce, chitarra, basso, synth
Emanuele Platania – percussioni, drum machines
Mattia Pissavini – tastiere, synth, voce
Tracklist:
1. Shake Me Gently
2. Pale Noon
3. Bleeding Star
4. Hearts On Fire
5. Rain Empire
6. People
7. Kyoto Sun
8. The Last Call
9. Phonomania
10. Stone Cold Sober
11. We Don’t Belong Down Here
12 . U.F.O.
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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19th Mag2019

Wicked Expectation – Echoes

by Marcello Zinno
Folding Parasite era il precedente album dei Wicked Expectation, di cui avevamo parlato a questa pagina, a distanza di due anni la band esce con un nuovo EP dal titolo Echoes. Siamo nei territori dell’elettronica più che del rock ma questo lavoro, come in generale lo stile della band, riesce a dire la sua in un contesto ancora più generale, in un contesto musicale. Si ha la percezione del “sintetico” all’ascolto, risultato scontato visto che si abusa di synth, effetti e drum machine, ma la forma canzone non viene violentata per mezzo di una incessante foga nell’inserire sperimentalismi o suoni ricercati. Basta ascoltate l’opener e titletrack per notare quanto la musica scorra via e possa trovare piacere anche per palati diversi, come chi ascolta lo shoegaze e il post-rock. Dicevamo però che siamo nel territorio dell’elettronica e questo lo confermano le successive In Face In The Mud in cui forse si calca un po’ troppo con il synth e Signs On A Wall, un po’ troppo incline a questi suoni ma che a noi ha ricordato certo new wave anni 80 e quindi abbiamo finito per ascoltarla più volte con piacere. Con l’ultima traccia cambiano alcune coordinate, le percussioni entrano in gioco insieme a delle linee vocali femminili, l’incedere ritmico per la prima volta nell’intero EP decide di trainare il resto, fino alla parte finale in cui gli effetti ritornano in misura preponderante.

In generale il meglio dei Wicked Expectation, a nostro parere, lo dà il contesto con cui vi apprestate ad ascoltare la loro musica. Spegnete le luci, dimenticatevi dell’orologio e provate ad immergervi in queste sonorità. Magari in Italia non tutti li apprezzeranno ma questa band potrebbe essere scoperta oltre i nostri confini e vedersi aprire importanti porte.

Autore: Wicked Expectation Titolo Album: Echoes
Anno: 2019 Casa Discografica: DoubledoubleU
Genere musicale: Eletro Rock, Shoegaze Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/WickedExpectation
Membri band:
Andrea Vassallo – voce, synth
Gianluca Abazia – chitarra, synth, voce
Alessandro Boglio – basso, synth
Matteo Fiorentino – batteria, drum machine
Tracklist:
1. Echoes
2. Face In The Mud
3. Signs On A Wall
4. Those Feelings
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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01st Mar2019

Bright Lights Apart – Post Utopia Soundscapes

by Marcello Zinno
Avevamo conosciuto questo combo già dai tempi del precedente As Everything Falls Apart di cui avevamo parlato a questa pagina, album che si tuffava nell’elettronica ma lo faceva con un approccio da live band; loro stessi citano i Prodigy come fonte di ispirazione, una band che gioca con effetti e “manopole” varie ma poi on stage arriva dritta con la sua irruenza e gli strumenti “tradizionali”. Ci erano piaciuti, pur muovendosi su di un filo di rasoio, sul limite del burrone, essendo molto più vicini alla scena elettronica che non a quella rock. Ma oggi forse quel limite lo hanno sorpassato. Provate ad ascoltare The Effects e a immaginarvela suonata on stage, quali strumenti trovereste? E lo stile resta così per gran parte dell’album che affonda le mani nell’elettronica. Il chorus di Bad Morning Coffee (al contrario di quello di Uncomfortable Intents) e il riffing di Anthems For Urban Hooligans sono alcuni dei pochi momenti che sembrano suggerirci che c’è ancora una band a tutti gli effetti dietro questo lavoro, ma nel complesso passaggi come questi sono rari e marginali rispetto all’elettronica da rave party profusa in Post Utopia Soundscapes.

Probabilmente chi consuma quotidianamente questa proposta musicale può apprezzare meglio di noi l’accelerata sintetica dei Bright Lights Apart. Noi constatiamo purtroppo che l’appeal da rock band si è ridotto con questo secondo album.

Autore: Bright Lights Apart Titolo Album: Post Utopia Soundscapes
Anno: 2019 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Electro Rock Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://brightlightsapart.com
Membri band:
Miles T – voce, chitarra, programmazione
S.Slug – elettronica
Dave – chitarra, basso
Tracklist:
1. Post Utopia Soundscapes
2. Bad Morning Coffee
3. The Effects
4. Metropolitan Poem
5. Uncomfortable Intents
6. Worn Our
7. Anthems For Urban Hooligans
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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15th Feb2019

Buckwise – Turning Point

by Marcello Zinno
La proposta dei Buckwise è una torta con una serie innumerevole di ingredienti. Sulla base c’è un fondo folk, di bluegrass che da un lato è sottolineato dall’uso dell’ukulele ma noi lo rintracciamo anche in uno stile secondario che viene fuori con l’ascolto profondo delle tracce; poi c’è uno strato centrale. molto alto. composto da elettronica ritmica a non finire, un’impostazione che a volte sembra ricordare alcuni ambienti più vicini alle discoteche che non ai palchi della musica “suonata”; proprio dove la torta attenderebbe una semplice guarnizione finale, troviamo invece un altro strato che vede sempre un intenso uso dell’elettronica ma stavolta come elemento melodico: synth e tastiere sono usati per aggiungere la vera melodia alle tracce, anche se molto spesso è la parte ritmica che sovrasta la proposta, il tutto a discapito delle chitarre che non “escono”. Sullo strato superiore poi ci sono le linee vocali, anch’esse sapientemente effettate che si adeguano al genere musicale proposto.

I’ll Begin è uno dei brani capostipite di quest’album, testimonianza che con il rock Turning Point ha poco a che fare, anche se si intravede in lontananza quel sapore di folk di cui parlavamo prima (Fall Down); con essa citiamo anche Freedom District, un pezzo di pura elettronica che sconfina del tutto e avvicina i Buckwise a realtà molto distanti dalle rock band. Concludendo quindi possiamo dire che questa fusione tra musica elettronica talvolta dall’impronta futuristica e ukulele è qualcosa che risulta davvero difficile da comprendere ed apprezzare come una torta fatta di tantissimi strati e sapori diversi.

Autore: Buckwise Titolo Album: Turning Point
Anno: 2018 Casa Discografica: La Rivolta Records
Genere musicale: Electro Folk Voto: 4,5
Tipo: CD Sito web: http://www.thebuckwise.com
Membri band:
Roberto Matarrese – voce, synth, chitarra, tastiere
Francesco “Gnappo” De Luca – basso, synth, chitarra
Nicola Galluzzi – banjo, tromba, tastiere, synth, voce
Lorenzo L’Abbate – chitarra, ukulele, piano, synth, voce
Tracklist:
1. Jasper
2. Turning Point
3. I’ll Begin
4. Freedom District
5. Due
6. Lost
7. Fall Down
8. Summer Sun
Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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