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05th Apr2017

Bruce Harper – Bruce Harper

by Marcello Zinno

Bruce Harper - Bruce HarperC’è un filone del rock che crede fortemente nella contaminazione con la scena elettronica. Molte di queste formazioni provengono dalla scena post-rock e intendono la sperimentazione, i lunghi intermezzi, le parti strumentali come l’habitat naturale per una commistione con suoni elettro, con tanto di battute dance al seguito. In generale la fusione tra rock ed elettronica non è un elemento nuovo (pensiamo al passato dei Subsonica o anche al presente dei Muse) ma forse ciò che cambia è “l’asticella della tolleranza” per un consumatore di rock nel digerire suoni artificiali e digitali (anche se nel disco in questione le parti sono realizzate in analogico). Probabilmente l’asticella si sta alzando, data la forte ondata elettronica che invade gli strumenti più classici della musica (sample, synth, effetti…) e considerando l’esasperazione compositiva di band emergenti rispetto alle formazioni prima citate, ma ci sono soluzioni che oltrepassano decisamente i confini e i Bruce Harper lo fanno. La loro è una musica sicuramente “suonata”, ma che abbandona il concetto di suoni tradizionali e intende proiettarsi in trame futuristiche, celando psichedelia e qualsiasi concept “post” ad una conformazione musicale che non può non essere chiusa a doppia mandata nel contesto elettronico.

Salviamo le linee di basso di Arms e la batteria di Blind. Per il resto, gli effetti e i tappeti sonori di Sun (seconda parte), l’incedere stroboscopico di Landscape, l’ambientazione stupefacente di This Horizon sono tutti passaggi che ci confermano di quanto siano stati valicati i confini detti prima e quanto in realtà, seppur all’interno della musica sperimentale, ci troviamo poco di caratterizzante dal punto di vista artistico. Almeno secondo i nostri ascolti e il nostro punto di vista.

Autore: Bruce Harper

Titolo Album: Bruce Harper

Anno: 2017

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Rock, Elettronica

Voto: 4,5

Tipo: CD

Sito web: https://soundcloud.com/bruceharperband

Membri band:

Lorenzo Bassi – synth, sample, voce

Paolo Ferrari – synth, sample, drum machine

Marco Lacanna – batteria

Tracklist:

  1. Exrt

  2. Sun

  3. Whales

  4. Landscape

  5. This Horizon

  6. Arms

  7. Blind

  8. Cold

  9. Fluo Rites

Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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11th Mar2017

Mistonocivo – Superego

by Marcello Zinno

Mistonocivo - SuperegoUn’avventura né breve né monotona quella dei Mistonocivo che giungono nel 2017 al quinto album, dopo 23 anni di carriera tra periodi più intensi ed altri di intervallo. Il nuovo Superego è composto da 10 tracce dalla durata totale di 42 minuti, aspetto non secondario visto che farebbe intendere (almeno sulla carta) una serie di brani confezionati per dar loro rivendibilità radiofonica o quanto meno che non lasciano spazio a sperimentazioni di sorta, ma in realtà ascoltandolo capiamo che il concetto di sperimentazione è insito nello stile della band. Non siamo nell’epoca in cui il rock elettronico fa strappare i capelli ai giovani (a meno di inserire super dosi di synth o drum machine con battute da rave party) e non è un caso che i Mistonocivo di oggi ci ricordano gli anni 90, i Bluvertigo, il desiderio di commistione che vi era a fine secolo, momenti in cui si sperimentava sul serio e non si conoscevano ancora i limiti invalicabili per una band rock nell’approdare all’elettronica (oggi invece quei limiti sono stati oltrepassati e oltraggiati varie volte). Ma la composizione è intensa, Wo strizza l’occhio ai Subsonica più intimi, Ozono raggiunge la new wave e coinvolge nell’ascolto, Ego ti catapulta in un’altra dimensione fatta da un basso sinteticamente ruvido ed arrangiamenti pregevoli, Vocobass pur non essendo un brano incisivo sottolinea l’appeal cupo del trio.

Altri momenti invece lasciano da parte questa intensità e puntano sul ritmo misto al cinismo (Arpa), sul pop sanremese (Agil Dream), sull’elettronica troppo abusata (Ultraterrestre), sulle ambientazioni cistercensi (Circofante) o anche su di un pianoforte fuori ambito per la vena rock della band (Anima). L’album ci ha lasciati un po’ spiazzati in quanto la ricercatezza che c’è di fondo non trova una formula concreta ma lascia qualche interrogativo dopo l’ascolto, una sorta di incompletezza del risultato finale che purtroppo non incentiva il riascolto. Aspetto da rivedere a parer nostro è lo stile del cantante Cristiano Cortelazzo, troppo debitore al pop italico, in cerca di una poetica sussurrata che vorrebbe valorizzare le atmosfere soffuse di molti momenti ma che finiscono per spersonalizzare la proposta globale (uno per tutti Ultraterrestre). Un plauso va alla copertina creata dall’artista Lamberto Teotino con un effetto davvero interessante da sviluppare secondo noi in ambiti video.

Autore: Mistonocivo

Titolo Album: Superego

Anno: 2017

Casa Discografica: Vrec

Genere musicale: Rock, Elettronica

Voto: 5

Tipo: CD

Sito web: http://www.mistonocivo.com

Membri band:

Cristiano Cortelazzo – voce

Paolo D’Ambrosio – tastiere, piano, programmazione

Federico Ceccato – basso

Tracklist:

  1. Wo

  2. Cane Alpha

  3. Ozono

  4. Arpa

  5. Anima

  6. Vocobass

  7. Agil Dream

  8. Ultraterrestre

  9. Ego

  10. Circofante

Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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05th Mar2017

TheNemo – Dagli Snap Al Crack

by Marcello Zinno

TheNemo - Dagli Snap Al CrackTheNemo, ovvero Emanuele Emma, esce allo scoperto con un progetto tutto suo. Un EP di quattro brani che fotografa una posa elettronica in una veste indie con in secondo piano un paesaggio giovanile. Nell’ascolto dell’EP non troviamo però rimandi a delle forti melodie pop e questo è probabilmente l’aspetto che più di tutti ha evitato Emanuele di cadere in fallo: pur trattandosi di composizioni non di certo complesse, si percepisce una base di ricerca nel voler esprimere un qualcosa che tocca l’artista profondamente. L’esempio più eclatante è Mi Ricordo, una traccia legata proprio ad una serie di elementi che fanno parte del proprio passato e che non intende concentrarsi più di tanto su di un aspetto in particolare o su un insieme di note precise. C’è molta elettronica, questo sì, ma anche qui si parla di contributi che più che altro arricchiscono la ritmica e non cercano il jingle da spot o qualcosa da dare in pasto ai remix da ambientazioni disco (Grazie Lo Stesso ci smentisce in questo).

Arrangiamenti, palpitazioni, effetti, sapore sintetico musicale in un barattolo di genuinità ideativa: The Nemo sta cercando di dare forma alle proprie idee. Dagli Snap Al Crack è un buon esercizio, vedremo come si evolveranno le sue idee.

Autore: TheNemo

Titolo Album: Dagli Snap Al Crack

Anno: 2017

Casa Discografica: Discipline

Genere musicale: Elettronica

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: https://www.facebook.com/thenemomusic

Membri band:

Emanuele Emma – voce, tastiere, chitarra, programmazione

Roberto Sarzi Amadé – batteria

Luca Urbani – tastiere, chitarra, programmazione

Tracklist:

  1. Lavorare Di Notte

  2. Mi Ricordo

  3. Teca

  4. Grazie Lo Stesso

  5. Lavorare Di Notte (cut edit)

Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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28th Gen2017

We’re All To Blame – Matt 15:14

by Marcello Zinno

We're All To Blame - Matt 15 14Strutture rock che si mescolano con l’elettronica: questa la ricetta degli We’re All To Blame che escono con il nuovo EP Matt 15:14. A vedere la line-up c’è poco di elettrico, la batteria stessa è molto più vicina ad una drum machine che non ad uno strumento classico e ascoltando le quattro tracce ci vengono in mente paesaggi sonori più sperimentali e involuti rispetto al sound rock a cui noi siamo abituati, ma dietro un primo strato si percepisce uno stile di composizione che attinge dalla scena rock per poi tentare di rappresentarne una sua possibile versione in un futuro lontano. Ascoltare l’opener non fa che sottolinearci questo aspetto, ricalcato poi dalla Rotten World: è come se i 30 Seconds To Mars si fossero calati in una enorme vasca dance e ne fossero usciti con una veste nuova, molto debitrice alla scena elettronica ma che comunque non tradirebbe il sound che li ha consacrati.

Ma i We’re All To Blame sono tutto fuorché univoci, quindi ascoltandoli vi potrete trovare delle influenze diverse; Matt 15:14 viene plasmato sulla base delle vostre orecchie, dei vostri gusti e compare prendendo le sembianze di un ologramma in tutto il suo sapore digitale. Al di là del loro stile e delle sonorità proposte, secondo noi sono pronti al salto a livello internazionale.

Autore: We’re All To Blame

Titolo Album: Matt 15:14

Anno: 2016

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Rock, Elettronica

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: http://wearealltoblameband.tumblr.com

Membri band:

Erika Finessi – vocals

Artiom Constantinov – synth

Roberto Toschi – drums

Tracklist:

  1. Break The Circle

  2. Rotten World

  3. Faithless

  4. S.W.H.

Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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18th Gen2017

Edless – Belotus

by Marcello Zinno

Edless - BelotusCi avevano incuriositi gli Edless durante il Pending Lips 2016, festival a cui da anni RockGarage è presente in giuria. Ci avevano incuriositi per la loro personalità “completa”, per anche una sorta di imbarazzo a tenere il palco ma una buona presenza sonora, collocata a metà strada tra il rock e l’elettronica. Probabilmente la loro vittoria al noto contest ha solo accelerato i tempi e permesso di giungere ad un EP che presentasse ad un pubblico ancora più vasto la loro musica. Uno stile particolare, a tratti sperimentale, che cede alle lusinghe degli effetti, di intermezzi più o meno lunghi (come accade nell’opener What If che sembra portarci dolcemente fuori trama), che non riesce a stare dietro alle strutture semplici. Far rientrare un brano come Just Once nelle preferenze di una rock band potrebbe suonare stonato, abile esercizio pseudo loungeche propone un crescendo di elementi elettrici che conferiscono ritmo al tutto. Ottima la produzione che riesce davvero a dare la giusta anima ad ogni singolo contributo, vero e proprio segreto per valorizzare il sound stratificato degli Edless, alla luce delle tantissime sfumature che questo quintetto inserisce nelle singole composizioni.

Affascinante Redress, un brano che con con un’acustica non adeguata in sede live potrebbe perdere mentre in studio risplende con tutto il suo sapore inglese, le sue linee di basso incisive e quell’imprinting liquoroso nelle linee vocali. Un new wave postdatato o un post-rock vintage, difficile capire la collocazione temporale della matrice che ispira gli Edless, eppure con queste quattro tracce i ragazzi non sbagliano un colpo e parlano una lingua che si muove tra coordinate intergenerazionali con scioltezza. Se queste sono le basi (che avevamo apprezzato anche dal vivo) gli Edless sforneranno sicuramente un full-lenght degno di nota.

Autore: Edless

Titolo Album: Belotus

Anno: 2016

Casa Discografica: Everybody On The Shore, Vina Records

Genere musicale: Rock, Elettronica

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: http://soundcloud.com/edless

Membri band:

Fabio Bonvini – voce, chitarra

Marco Bonvini – basso, voce

Giorgio Pasculli – chitarra

Niccolò Rocco – batteria

Leonardo Musumeci – tastiere, synth

Tracklist:

  1. What If

  2. Just Once

  3. Redress

  4. Erase

Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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29th Dic2016

Omosumo – Omosumo

by Marcello Zinno

omosumo-omosumoPer gli appassionati di geografia musicale, il progetto palermitano Omosumo dovrebbe essere relegato a quella parte del mondo lontana dal centro nevralgico della musica, un angolo del teatro lontano dal palco su cui i “grandi” si muovono e vedono crescere a vista d’occhio il proprio seguito. Noi, che cerchiamo di osservare solo con le nostre orecchie e sentire solo con il nostro cuore possiamo riconoscere nel sound di questa band un respiro almeno europeo. E poco conta se i testi sono in italiano, il rock elettronico che mette in scena il trio siciliano è di buon livello artistico: la quasi totale assenza di basi ritmiche capaci di coinvolgere chi ascolta potrebbe sembrare una pecca ed invece focalizza in una visione bjorkiana tutta l’attenzione sulle melodie; la sapienza elettronica (e il termine “sapiente” andrebbe scritto a caratteri cubitali) rappresenta il polso duro della band non cadendo nell’errore di sovrastare il suono (fatte piccole eccezioni come Forse No o peggio come Sui Tramonti Di Seth) e non stanca ad un orecchio che ha dopo tutto sete di rock; effetti e drum machine fanno il resto con una voce che cerca la poetica in uno spirito recitativo di buon livello; infine linee di basso ben collocate, anch’esse un passo dietro ma il cui contributo è notevole.

Uno dei brani più completi è Sei Rintocchi Di Campane, non solo per l’abbondante numero di suoni e strumenti coinvolti ma anche per i cambi di rotta, per quel suo sapore seventies. Al contrario un momento un po’ troppo blando e di sponda new wave è Tornerà La Polvere, quasi 4 minuti che non ci conquistano, seppur entrino nella mente ad un ascolto ripetuto. Quello che abbiamo notato è che più si scende lungo la tracklist più le dosi di elettronica si fanno presenti, a questo punto è cruciale capire come suonerà un prossimo, terzo album. Ad oggi non è possibile inserire quella degli Omosumo tra le proposte belle o brutte, piuttosto escludiamo che possano essere apprezzati da chi ama la musica “mordi e fuggi”, ha bisogno di calma e di tempo, di saper apprezzare sfumature ed effetti particolari.

Autore: Omosumo

Titolo Album: Omosumo

Anno: 2016

Casa Discografica: Malintenti Dischi

Genere musicale: Rock, Elettronica

Voto: 6,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.omosumo.it

Membri band:

Angelo Sicurella – voce, drum machine, synth

Roberto Cammarata – chitarra, synth

Antonio Di Martino – basso

Tracklist:

  1. Madre Blu

  2. In Cielo Come Gli Angeli

  3. Un Po’ Di Te

  4. Poco Prima Di Andare

  5. Sei Rintocchi Di Campane

  6. Tornerà La Polvere

  7. Forse No

  8. Sui Tramonti Di Seth

  9. Sulle Rive Dell’est

Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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10th Nov2016

The GrOOming – Kontainer

by Marcello Zinno

the-grooming-kontainerRock ed elettronica, un connubio che sembra essere sempre in costante fusione e contrapposizione. Ok, ora dimenticate l’ultimo decennio in cui spesso le band giovani inseriscono una componente elettronica per piacere di più alla “generazione digitale” o per nascondere lacune tecniche. Torniamo ai tempi in cui i Bluvertigo e i Subsonica convertivano i canoni del rock in una visione nuova fino ad arrivare a passaggi ballabili (scandalo per un rocker qualsiasi) o anche all’epoca in cui i Planet Funk (periodo Alessandro Sommella alla voce) si facevano conoscere in TV e piazzavano singoloni dal seguito incredibile. Ecco, è lì che il rock ha cambiato natura ed è lì che ci spinge l’ottimo groove dell’opener presente nel nuovo EP dei The GrOOming, una band tutta italiana ma che ha compreso (e non è cosa da tutti) che è necessario andare oltre i confini nazionali se si vuole proporre una musica che può attecchire meglio altrove. E crediamo che non sia un caso che la band abbia registrato in Germania questa uscita, un Paese che da sempre oltre al metal riesce a metabolizzare bene la scena elettronica. Proprio i Planet Funk (con i quali i the GrOOming hanno condiviso un palco) dobbiamo scomodare per presentare il suono del combo in questione, composizioni in cui l’elettronica è alle dipendenze della musicalità e della melodia, tralasciando ogni aspirazione tesa a stupire chi li ascolta.

Bella l’ambientazione sonora di No Fly Zone, a tratti futuristica a tratti new wave, un corpo assemblato molto bene invece la titletrack che spazia da U2 a momenti più movimentati, in generale una musica “suonata”, e questo si sente davvero. Le due tracce prima citate rappresentano proprio gli apici di un range musicale al cui interno Kontainer si muove, partendo dall’estremo più elettronico arrivando a quello più strumentale. Un buon lavoro per una band che, come dicevamo, correttamente ha lo sguardo lontano dai nostri orizzonti.

Autore: The GrOOming

Titolo Album: Kontainer

Anno: 2016

Casa Discografica: Anaphora Records

Genere musicale: Elettronica, Rock

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: http://www.thegrooming.eu

Membri band:

Paolo Girelli – basso, programmazione

Giackxx – dj, synht, programmazione

Daniele Falletta – chitarra

Emanuele Aloisi – batteria

Tracklist:

  1. Alpha Dog

  2. Paris (Eternal Life)

  3. No Fly Zone

  4. Kontainer

  5. B.R.O.

Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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16th Ott2016

Pin Cushion Queen – Settings_2

by Marcello Zinno

Pin Cushion Queen - Settings_2Continua la scenografia a nome Pin Cushion Queen, un’impresa che si incentra sulla pubblicazione di una trilogia di EP, usciti singolarmente, a breve distanza l’uno dall’altro. Il film era partito con Settings_1 recensito da noi a questa pagina e subito avevamo conosciuto il sound sovrastrutturato e oscuro dei PCQ. Con le nuove tre tracce incluse in Settings_2 la rappresentazione artistica prosegue in modalità variabile: le linee vocali sono sempre un passo indietro per fare in modo che la musica conquisti il primo piano; i suoni elettrici giocano un ruolo del tutto marginale, la componente elettronica sembra farsi spazio e scavalcare addirittura il contest post-rock che avevamo conosciuto con la precedente uscita. In Under Electric Light viene fuori qualche influenza di Thom Yorke già scalfita con il precedente Settings_1, ritmi lenti e voce che segue lo stesso strascico dolorante. Lo snodo arriva con Craco, ultimo brano di questo EP, che si distanzia da tutto grazie ad una ritmica più convincente e decisa, toccando il concetto di “ripetizione” (uno degli elementi usati dalla band per presentare l’uscita) e abbracciando una filosofia da post-progressive che ci affascina e che potrebbe risultare una vera vena innovativa non solo per il trio ma anche per la scena in generale.

Manca solo la terza puntata e riusciremo a vedere un’immagine completa di quello che i Pin Cushion Queen hanno in mente. Noi, per ora, speriamo che vada in una direzione più rock (Craco) e meno elettronica (Merry-go-round).

Autore: Pin Cushion Queen

Titolo Album: Settings_2

Anno: 2016

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Post-Rock, Elettronica

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: http://pincushionqueen.bandcamp.com

Membri band:

Igor Micciola – synth, chitarra, voce

Marco Calandrino – basso, synth, voce

Nicola Zanardi – batteria

Tracklist:

  1. Merry-go-round

  2. Under Electric Light

  3. Craco

Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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08th Ott2016

Overlogic – From Where?

by Marcello Zinno

Overlogic - From WhereDi frequente, per arrivare prima al cuore o alla mente dell’ascoltatore, si punta a suoni crudi, elettricamente nudi, concepiti senza nessun artifizio d’ordinanza. Alcune band registrano addirittura in presa diretta quando vogliono enfatizzare la propria valenza di “live band” e trasmettere le stesse emozioni di un riff diffuso al di sopra di un palco. Poi ci sono “band in provetta” (o se preferite “da cameretta”) che idealizzano un sound artificiale, futuristico sotto certi aspetti, rimpinzato di effetti e manopole più che corde e tasti; un esercizio di sperimentazione che non precisamente trova un’espressione artistica vera ma unisce da un lato una sezione ritmica, o meglio una batteria, dall’altra tutta una serie di espressioni effettistiche sintetizzate che cercano di creare una melodia o qualcosa che possa avere musicalmente un senso. Il duo a nome Overlogic (band definita come “side project di musica elettronica”) rientra sicuramente nella seconda definizione e se il loro EP From Where? presenta proprio questo approccio, il brano Energy è l’esaltazione di questo mondo siliconato, che cerca di far vestire alla musica dance un abito meno dancefloor e più musicale, senza però trasmetterci qualcosa replicabile su di un palco che sia di spessore.

Hello Pluton, con le sue linee vocali, è il momento fuori dal coro che fa da collante con la scena new wave/dark e regala qualcosa ai grandi consumatori della musica targata Depeche Mode. Gli Overlogic avranno sicuramente il loro pubblico e noi auguriamo loro un fulgido futuro, ma sarà molto difficile che riusciranno a conquistare il cuore di un “rockettaro”.

Autore: Overlogic

Titolo Album: From Where?

Anno: 2016

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Elettronica

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: https://overlogic.bandcamp.com

Membri band:

Francesco Cavasinni – synth, voce

Emanuele Orsini – batteria

Tracklist:

  1. Memories, Remains

  2. The Beginning

  3. Energy

  4. Enterteinment Inc.

  5. Hello Pluton

  6. Early Morning

Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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04th Ott2016

Seek Irony – Tech N’ Roll

by Ottaviano Moraca

Seek Irony - Tech N’ RollPer onestà intellettuale devo dirvi subito che chi vi scrive non apprezza particolarmente la musica dance/elettronica però è sempre bello quando la redazione cerca di espandere i miei orizzonti musicali quindi eccomi a parlarvi del primo lavoro degli israeliani Seek Irony. Curiosamente questo debutto aveva già visto la luce l’anno scorso grazie ad una autoproduzione che lo ha portato a circolare per qualche mese nell’underground. Da lì il salto e la firma con una casa discografica che lo ha distribuito a livello globale. Come dire: a volte i sogni si avverano… almeno quello dei due fratelli Gov. Ma veniamo alle undici tracce di questo CD che, come il titolo opportunamente ci tiene a sottolineare, contiene una commistione, se non proprio originale, comunque piuttosto inusuale di techno e rock. Il risultato strizza l’occhio ad alcune proposte anni ’80 con l’aggiunta di qualche venatura industrial e sonorità rimodernate e rese estremamente attuali, talvolta addirittura all’avanguardia. In definitiva quello che avrebbe potuto essere un pasticcio colossale si rivela essere un esordio anche piuttosto roccioso e molto ben realizzato in cui, si percepisce facilmente, non è stato lasciato nulla al caso. Non mancano melodie, a tratti persino psichedeliche e testi di un certo spessore, intercalati ad altri di più facile digestione. La produzione, che pare fosse il punto debole della precedente release di questo album, in questa versione è assolutamente impeccabile e rende tutto comprensibile e assai più facile di quanto ci si potrebbe aspettare.

Da sottolineare come i brani di questo CD non siano tutti sullo stesso livello. Ad alcune prove soltanto discrete se ne affiancano altre davvero brillanti ma questo non deve stupirci perché “variegato” è la parola che meglio descrive questo disco. Ecco allora, oltre ai già citati due volti mostrati nelle tematiche dei testi, che cantati puliti si affiancano ad esibizioni di cattiveria da disco hardcore, delicati suoni di pianoforte si contrappongono a chitarre effettatissime, pezzi da far impazzire il metronomo bilanciano accattivanti mid-tempo e l’onnipresente elettronica talvolta si riduce tanto da essere appena percettibile. Insomma questo è un lavoro che, per lo meno con alcuni episodi, può facilmente incontrare il gusto di tutti ma che nel suo complesso resta di difficile assimilazione e perciò destinato alle orecchie degli amanti del genere, delle sperimentazioni e delle avanguardie meno estreme. L’indubbia qualità tecnica e la classe dei musicisti deve comunque suggerirci di tenere d’occhio un progetto che, se messo un po’ a punto, potrebbe regalare molte soddisfazioni sia ai suoi membri che a chi avrà la fortuna di accaparrarsi i prossimi lavori.

In attesa della definitiva maturazione, e consacrazione, io mi sono lasciato coinvolgere dal techno rock israeliano…dategli anche voi una possibilità. Magari non arriverete ad apprezzarlo come ho fatto io ma di sicuro non ve ne pentirete.

Autore: Seek Irony

Titolo Album: Tech N’ Roll

Anno: 2016

Casa Discografica: UDR Records, Warner

Genere musicale: Alternative Rock, Elettronica

Voto: 6,75

Tipo: CD

Sito web: http://www.seekirony.com

Membri band:

Kfir Gov – voce

Rom Gov – batteria

Alex Campbell – chitarra

Adam Donovan – basso

Tracklist:

  1. She

  2. Tech N’roll

  3. Devil In Me

  4. Skin2skin

  5. When You Lie

  6. Running Towards The End Of The World

  7. Low

  8. Peel Me Away

  9. Ravelution

  10. Tragically Driven

  11. Head Above The Water

Category : Recensioni
Tags : Electro Rock
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