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07th Apr2018

Aerodyne – Breaking Free

by Massimo Volpi

Aerodyne - Breaking FreeGli Aerodyne vengono dalla Svezia ma se chiudete gli occhi vi sembrerà di essere in California, magari di qualche decennio fa. Un suono glam (molto) alla Motley Crue con un pizzico di L.A. Guns, Skid Row, Poison, e l’inevitabile influenza dei conterranei Hardcore Superstars e Crazy Lixx. Insomma, rock’n’roll bello tirato senza troppi fronzoli o distorsioni. Riff quadrati, non sempre originali, coretti, qualche assolo ben piazzato e ben eseguito; giubbotti di pelle, capelloni, qualche bandana e la formula funziona sempre. Evidente l’ispirazione alla band di Vince Neil e compagni, Breaking Free viaggia veramente al limite del plagio. Roba già sentita quindi? Sì. Ma che va benissimo. Perché i gruppi ai quali si ispirano maggiormente hanno abbandonato le scene o quasi e c’è bisogno di ricambio in un genere che funzionerà sempre. Breaking Free è un album di glam e sleazy, molto piacevole; scorre via veloce e migliora canzone dopo canzone. In diversi passaggi la voce di Daniel Almqvist raggiunge tonolità simili a quella di Klaus Meine degli Scorpions mentre le chitarre riffano alla Motley / L.A. Guns, con palm mute sotto il cantato e batteria dritta e precisa. Cori furbi come in Pedal To The Floor aiutano ad assimilare meglio il prodotto.

Meritano una particolare menzione, Until You’re Gone, ottimo riff “southern” iniziale e la progressione NWOBHM fino all’assolo; Setting Hell On Fire e Run Away che sembrano essere le più riuscite e anche le più “dure” anche se dal sapore davvero 80s. Copertina nera con donnina cyborg all’interno di una stella e logone semplice e pulito; libretto completamente nero con testi delle canzoni in bianco e foto della band e dei singoli componenti: tutto secondo copione. Nel complesso un lavoro tutt’altro che innovativo ma che comunque non può non funzionare, e piacere. Gli Aerodyne hanno studiato, fanno il compitino e lo fanno bene, proprio perché hanno studiato. Uno stile proprio? Arriverà. Si spera.

Autore: Aerodyne

Titolo Album: Breaking Free

Anno: 2017

Casa Discografica: Street Symphonies Records

Genere musicale: Glam

Voto: 7,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.aerodyneband.com

Membri band:

Daniel Almqvist – voce, chitarra

Timmy Kan – basso

Johan Bergman – chitarra

Christoffer Almqvist – batteria

Tracklist:

  1. As Above, So Below

  2. Comin’ For You

  3. Breaking Free

  4. Aerodynamic

  5. Pedal To The Floor

  6. We All Live A Lie

  7. Until You’re Gone

  8. Setting Hell On Fire

  9. Run Away

  10. Back To Back

Category : Recensioni
Tags : Glam
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29th Nov2017

Santa Cruz – Bad Blood Rising

by Marcello Zinno

Santa Cruz - Bad Blood RisingI giovanissimi Santa Cruz arrivano al loro terzo capitolo discografico ed elargiscono ancora smisurate dosi di adrenalina. Bad Blood Rising è infatti perfetto per chi si sente giù di corda e ha bisogno di una scossa che solo un defibrillatore potrebbe generale: 40 minuti di hard sleaze che riescono a mettere d’accordo sia chi consuma glam sia chi è abituato al meno laccato hard’n’heavy. A noi ricordano tanto gli Skid Row, con quella loro attitudine street che ti prende come ostaggio fin dal primo ascolto, ma se vogliamo contaminata anche con un sapore alla Hardcore Superstar e facilitata da alcuni chorus scritti di proposito per essere cantati a squarciagola in sede live. Sembra la stessa visione di musica, sembra la stessa personalità targata Santa Cruz ed invece provate ad ascoltare la potente opener Young Blood Rising che mostra tutto il profilo potente e diretto della band e poi passare a Back From The Dead che puzza di sleaze fino ai cori che accompagnano il ritornello. Non soffermatevi a capire se vi siano differenze di interpretazione musicale, è inutile: i Santa Cruz sono da prendere così, sfacciati, potenti e perché no metal! In Bad Habits Die Hard tentano un approccio più moderno, con alcune post-produzioni che strizzano l’occhio ai nuovi ascolti, ma niente che ponga dubbi su loro approccio più tradizionale, quello che fa tremare i palchi del Nord Europa ma che è in grado di trascinare anche il pubblico dalle nostre parti.

Quello però che ci colpisce di più è indubbiamente la tecnica, che esce fuori in alcuni specifici momenti come negli assoli (non essendo comunque proposta con sfrontatezza dalla band ma al servizio di un metal dalle tinte catchy) e anche la produzione davvero di ottimo livello che potenzia l’impatto che chitarra e basso possono ottenere dal sound così come ideato dal quartetto. Belli anche i momenti più pacati in stile ballad (non trovate qualche somiglianza tra Get Me Out Of California e Knockin’ On Heaven’s Door?!), noi li preferiamo però nei passaggi più duri. Premete play su Pure Fuckin’ Adrenaline, alzate il volume al massimo, tracannate una bottiglia di Jack tutta in un sorso e preparatevi al nirvana: i Santa Cruz sono tornati alla grande!

Autore: Santa Cruz

Titolo Album: Bad Blood Rising

Anno: 2017

Casa Discografica: M-Theory

Genere musicale: Hard Rock, Glam, Street

Voto: 7,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.santacruzbandofficial.com

Membri band:

Archie Cruz – chitarra, voce, piano

Joonas “Johnny” Parkkonen – voce

Mitja “Middy” Toivonen – basso, voce

Tapani “Taz” Fagerström – batteria, voce

Tracklist:

  1. Young Blood Rising

  2. River Phoenix

  3. Fire Running Through Our Veins

  4. Drag Me Out Of The Darkness

  5. Breathe

  6. Voice Of The New Generation

  7. Back From The Dead

  8. Bad Habits Die Hard

  9. Pure Fuckin’ Adrenaline

  10. Get Me Out Of California

  11. River Phoenix (Part 2)

Category : Recensioni
Tags : Glam
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20th Nov2017

Superhorror – Hit Mania Death

by Marcello Zinno

Superhorror - Hit Mania DeathSe la prima incarnazione della band, i Superhorrorfuck, era un gruppo di “quattro cadaveri freschi di trapasso”, possiamo dire che da qualche anno i ragazzi sono risorti, nel senso sanguinario del termine. Infatti il progetto abbrevia il proprio moniker in Superhorror ma continua il proprio progetto musicale secondo i medesimi binari e in questo 2017 ufficializza la pubblicazione di Hit Mania Death. La band di oggi, di cui restano i membri fondatori Dr.Freak e Mr.4, propone fondalmentalmente il suono e il look che da sempre li caratterizza: prendete gli Hardcore Superstar (o meglio ancora gli italianissimi Speed Stroke), mescolateli con un pizzico di Mötley Crüe ma soprattutto vestiteli con gli abiti e il trucco di Marilyn Manson optando però per quel sapore horror che ricorda l’Alice Cooper teatrale che tutti conosciamo. Musica che non punta su riff o su voci pulite, piuttosto fa del sudiciume e dello street/glam un’arma di conquista, e queste caratteristiche sono ancora più evidenti in questo nuovo lavoro.

Le tracce sembrano più rotonde rispetto al precedente Death Becomes Us (di cui avevamo parlato a questa pagina) che mostrava estremi e spigolature seppur in una produzione di alto livello. Anche in Hit Mania Death i suoni sono molto curati ma i pattern, seppur distorti ed elettrici, sembrano più facili da digerire: brani come No Love For The Deceased o come la bluesissima Nice To Meat You sono dei bei pezzi rock, cattivi e scritti bene, frutto di una band che è maturata negli anni e che ormai non ha bisogno di dimostrare le proprie capacità attraverso piccoli e coraggiosi dettagli. Ciò non toglie che pezzi veloci come Rock Is Dead (Like Us), Nekro-Nekro Gym o anche come Mourir, C’est Chic faranno appassionare i fan della band e non solo.

In generale Hit Mania Death è un buon album che continua nei solchi sonori della band, indipendentemente dalle modifiche al loro nome. Va detto però che per valutare questi quattro “non vivi” è necesario testarli on stage visto che la loro proposta “vive” molto più su di un palco che non in cuffia. È lì che andranno provati per capire il loro vero potenziale.

Autore: Superhorror

Titolo Album: Hit Mania Death

Anno: 2017

Casa Discografica: Logic(il)logic Records

Genere musicale: Glam, Hard Rock, Punk

Voto: 6,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.superhorrorfuck.net

Membri band:

Edward Janine Freak – voce, chitarra

Didi Bukz – chitarra, kazoo, voce

Mr. 4 – basso, chitarra, voce

Franky Voltage – batteria, percussioni, voce

Tracklist:

  1. Ready, Steady…Die!

  2. Nazi Nuns From Outer Space

  3. Mr. Rigor Mortis

  4. Ed Wood Blues

  5. No Love For The Deceased

  6. Dead To Be Alive

  7. Rock Is Dead (Like Us)

  8. Nice To Meat You

  9. Little Scream Queen

  10. Mourir, C’est Chic

  11. Selfish Son Of A Witch

  12. Nekro-Nekro Gym

Category : Recensioni
Tags : Glam
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19th Mar2017

Groupie High School – …Ladies & Gentlemen

by Marcello Zinno

Groupie High School - ...Ladies & GentlemenPrendete il classico look glam, metteteci un po’ di street alla Skid Row e un po’ di pop metal anni 80. Ora mescolate tutto e avrete una nuova formazione finlandese che punta a quell’attitudine con un sound più morbido e dai più ampi ascolti. Già dal moniker gli intenti sembrano chiari: i ragazzi cercano di entrare nello show inteso proprio come spettacolo, ma sono consapevoli che per riuscirsi devono proporre un qualcosa che faccia da collante tra ascoltatori diversi e che renda più digeribili le proposte spigolose dell’epoca: diciamo meno Ratt e più Def Leppard, giusto per dare un’idea. I brani hanno dei buoni chorus ma anche dei buoni arrangiamenti, spicca My Medicine Woman che oltre ad avere delle chitarre più graffianti ha anche delle tastiere che emergono in alcuni frangenti e danno sfoggio di creatività.

Con Hard To Breathe si cambia completamente trama, non si può definirla una vera e propria ballad, piuttosto un esercizio new wave anni 80, qualcosa che sembra accarezzare la cupezza dei The Cure nel periodo pop. Da qui le tinte cambiano appunto colore; nella versante più rock è sicuramente buono il tiro, particolare l’effetto sintetizzato tipico degli anni 80, non ci spiace nemmeno la parte più ammiccante del loro sound. Insomma un buon lavoro che andrebbe sicuramente consumato in sede live.

Autore: Groupie High School

Titolo Album: …Ladies & Gentlemen

Anno: 2016

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Glam Rock

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: http://www.groupiehighschool.com

Membri band:

Olavi – voce

Matt Nitro – chitarra

Smippe Youngblood – chitarra

Jay Mickey – batteria

Tom Sebastian Dexter – basso

Tracklist:

  1. Ladies & Gentlemen

  2. Chicks With The Flips

  3. Liquid Lunch

  4. My Medicine Woman

  5. Hard To Breathe

  6. This Is How We Say Goodbye

  7. Mavy Blue

Category : Recensioni
Tags : Glam
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17th Gen2017

Hollywood Groupies – From Ashes To Light

by Trevor dei Sadist

Hollywood Groupies - From Ashes To LightTroppe volte quando ci mettiamo all’ascolto di un nuovo album, il primo quesito che ci poniamo è dare un’etichetta alla musica. Questa volta non è così, non voglio soffermarmi troppo, la musica degli Hollywood Groupies è dannatamente rock, questo vuol dire tutto e deve bastare; i brani sono energici, carichi di adrenalina, melodia, con l’ausilio di una buona caratura tecnica e una registrazione che di certo non fa sfigurare il sound della band spezzina. Dalle prime note di The Wheel, canzone apripista, mi accorgo subito che gli Hollywood Groupies fanno sul serio, l’acceleratore è pigiato fino a fondo corsa, energia da una parte, musicalità dall’altra, i giochi sono fatti, ogni canzone è in possesso di tutti gli attributi richiesti, non ci sono tracce deboli, il risultato è più che buono. Hell Can Wait prima e That’s All My Life poi, sono il giusto seguito, le canzoni sono aggressive, grazie soprattutto a riffs granitici, efficaci, quanto la sezione ritmica; a rendere il tutto ancor più convincente ci pensa la voce di Ace, ruvida, al tempo stesso melodica, specie nei chorus, dove è richiesta una buona dose di “allegria”. Tra le mie preferite Get To You, tra passaggi new wave, un chorus in stile 30 Second To Mars e un solos di scuola heavy: una cosa è certa, la dinamica a questa band non manca, assolutamente.

Con Glory Hole i temi eighties non vengono meno, anzi i Nostri restano ancorati a temi glam, quelli della Los Angeles di metà anni ottanta. Mi sto divertendo e non poco, sono certo di trovarmi di fronte a un buon disco, sono convinto che sentiremo parlare di questa formazione ligure, l’atteggiamento è quello giusto, non ci sono pause, la sosta non era prevista sul cammino degli Hollywood Groupies; Perfect Line, il pollice è ancora verso l’alto, così come per Brand New Way, una bozza di ballad, anche se la band sembra frenata e di lì a breve esplode un chorus che spezza i temi più rassicuranti. E’ bellissimo il riff southern con cui la band fa l’esordio in N.I.P. poche storie, questa è una band che va promossa e a pieni voti, genuina, quanto la loro Come To Life. Nonostante sono ormai arrivato a termine di questo bel disco, gli animi non si sono ancora placati, i rockers continuano a picchiare duro, tra riffs hard e un drumming furioso, con Rebels With No Name mi congedo, pienamente soddisfatto.

Hollywood Groupies…tutto vero, il rock è nato altrove, oltreoceano, ma una cosa è certa, attraverso band di questo calibro dire che abbiamo imparato molto bene la lezione non è una menzogna. In alto il nostro saluto!

Autore: Hollywood Groupies

Titolo Album: From Ashes To Light

Anno: 2016

Casa Discografica: Art Gates Records

Genere musicale: Rock, Glam, Heavy Metal

Voto: 8

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/hollywoodgroupies

Membri band:

Kelly – chitarra

Ace – voce, chitarra

Condor – basso

Mirko – batteria

Tracklist:

  1. The Wheel

  2. Hell Can Wait

  3. That’s All My Life

  4. Get To You

  5. Glory Hole

  6. Perfect Line

  7. Brand New Way

  8. N.I.P

  9. Come To Life

  10. Rebels With No Name

Category : Recensioni
Tags : Glam
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25th Gen2016

Kickin Valentina – Super Atomic

by Cristian Danzo

Kickin Valentina - Super AtomicAncora lo sleaze e lo street glam nel 2016? Già, proprio così. Perché nonostante il tanto bistrattare, questo genere, che fu definito “hair metal” in tono dispregiativo nel suo periodo di massimo fulgore durante gli anni ’80, sotterraneamente continuava e continua a mietere proseliti e a far nascere band anche al giorno d’oggi. Certo, nulla di più ondivago esiste in termini di massa di pubblico, ma tant’è, volenti o nolenti, da quando è nata questa corrente continua ad esserci e a scalpitare. I Kickin Valentina arrivano da Atlanta e debuttano con questo album dal titolo Super Atomic. Hard rock che fa scalpitare, energico e tagliente. L’album è molto ben prodotto e suonato alla grandissima e, su tutto, risalta la voce graffiante e ruvida del singer Joe Edwards. Non per niente i quattro si sono fatti le ossa ed il nome durante innumerevoli live, aprendo anche per nomi molto noti come Buckcherry, Queensryche, Skid Row e Faster Pussycat.

Super Atomic risente di ogni difetto che si può riscontrare in un debut. Metà dei pezzi davvero notevoli, che rimangono in testa dopo pochi ascolti e che potrebbero essere tranquillamente dei singoli radiofonici a portata di ascolto per ogni rocker sulla faccia del pianeta; l’altra metà sono puri esercizi stilistici, canzoni sì belle ed energiche che ti caricano di adrenalina, ma nella norma e sotto la media delle loro compagne. Gli americani comunque sono da tenere sott’occhio e consigliamo di rivolgere loro un ascolto non fuggevole e superficiale, ma molto approfondito.

Autore: Kickin Valentina

Titolo Album: Super Atomic

Anno: 2015

Casa Discografica: Mighty Music

Genere musicale: Hard Rock

Voto: 6,5

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/KickinValentina

Membri band:

Joe Edwards – voce

Heber Pampillon – chitarra

Chris Taylor – basso

Jimmy Berdine – batteria

Tracklist:

  1. Sermon

  2. On My Side

  3. Wrong Way

  4. Get Ready

  5. Fist ‘N’Twist

  6. Super Atomic Poster Boy

  7. Alone

  8. When You’re Gone

  9. Anita

  10. Some Kind Of Sex

  11. Dirty Girl

Category : Recensioni
Tags : Glam
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25th Dic2015

Reckless – Too Glam To Die

by Marcello Zinno

Reckless - Too Glam To DieFacciamo un salto negli anni 80 e riprendiamo parrucche, lacca, spandex e stivaloni. In due piccole parole: Mötley Crüe. L’accostamento alla scena per i nostrani Reckless è quantomai scontato: iconografia, argomenti trattati, riff, sound…tutto richiama quella scena di riferimento, come se le tre decadi (forse anche quattro) che ci separano da quegli anni non fossero mai passate. I Reckless partono chiaramente come cover band e poi si lanciano in brani inediti e questo Too Glam To Die (che non nasconde le loro radici nemmeno nel titolo) rappresenta la seconda uscita. Buono il livello tecnico, ottimo il sound ricreato in studio, anche se talvolta la vicinanza ai loro idoli fa storcere un po’ il naso e pensare che in fondo non ci siano veri elementi nuovi in una realtà che arriva con trentennale ritardo. Stranamente, mentre questo pensiero si fa spazio nella nostra mente, arriva Thrill Of The Night, un pezzo più lento davvero ben costruito che chiama in causa anche gli Europe (e se vogliamo i Judas Priest degli anni 70) allargando un po’ gli orizzonti. Proprio citando i Judas Priest ci arriva sul finale una Shout potente che richiama Halford e company grazie ad una sei corde affilata poco affine al glam, e noi finiamo così in brodo di giuggiole. E’ tutto qui il potenziale della band, che per una volta compone senza dover attenersi a copioni scritti da altri, in tempo immemore e che scommettiamo loro conoscono a menadito (ci riferiamo alla parte glam). Anche Tears Of Glory ci regala qualche emozione diversa, lo stile è lontano dal marchio Reckless seppur le sonorità in alcuni frangenti risultino troppo ancorate agli anni 80.

Purtroppo invece la restante parte dell’album resta ancorata agli schemi prima detti e brani come Kiss This! o We’re Born To Fight (quest’ultima caratterizzata dallo stesso effetto usato da Richie Sambora in It’s My Life) risultano davvero già sentiti; nemmeno l’energia sprigionata da pezzi come Drivin’ With My Old Car o la tosta Heartwrecher, che sembra uscita da un album dei Saxon, riescono ad alzare con decisione il livello dell’album. Un peccato perché noi siamo sicuri che la band riuscirebbe a mettersi egregiamente in gioco se uscisse dal seminato, avendo tutte le carte giuste per comporre tracce allettanti; d’altra parte però bocciarli sarebbe un peccato. Speriamo in un loro più creativo corso futuro.

Autore: Reckless

Titolo Album: To Glam To Die

Anno: 2015

Casa Discografica: Buil2kill Records

Genere musicale: Glam, Hair Metal

Voto: 6

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/Reckless-371883459496036/

Membri band:

A.T. Rooster – voce, basso, armonica, tastiere

Dany Rockett – chitarra, voce

Mikki Mixx – batteria

Starry Rain – chitarra

Tracklist:

  1. Too Glam To Die

  2. What I Need

  3. Wild Sensation

  4. Thrill Of The Night

  5. Kiss This!

  6. Drivin’ With My Old Car

  7. Tears Of Glory

  8. Heartwrecher

  9. I Was Born To Make You Dream

  10. We’re Born To Fight

  11. Shout

Category : Recensioni
Tags : Glam
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27th Nov2015

The Trick – Postcards From The Asylum

by Alessio Capraro

The Trick - Postcards From The AsylumIrriverenti, demenziali e trash: così si presentano i The Trick, band toscana dalle sonorità tipicamente anni ’80 con il loro album Postcards From The Asylum. La sfrontatezza e la voglia di prendersi un po’ in giro di questa band è da subito chiara con l’intro, che è la sigla di Beautiful, procedendo con un siparietto tra il comico e il trash, per lasciare poi finalmente spazio al primo brano vero e proprio dal titolo fin troppo lungo There To The Place Where The Sun’s Always Shining In The Sky. I The Trick toccano vari generi ma tutti racchiusi negli anni ’80, le influenze sono molteplici e i richiami alle grandi band di questo periodo sono nette e palesi: con Senseless richiamano gli Europe, con Fast Love i Bon Jovi, con See The Light e We Are Who We Are gli Scorpions, con Black Walls i Cure per finire addirittura con Bittersweet Melody che, almeno nel riff iniziale, richiama i Metallica.

Può sembrare una band poco seria, fin troppo giocosa, invece, musicalmente questi ragazzi sanno essere molto preparati, sia come produzione sia tecnicamente, è come mettere l’incoscienza a servizio della professionalità. Infatti il disco è intriso di siparietti porno-trash tra un brano e l’altro e a volte anche durante una canzone stessa, ma quando il pezzo procede ci si rende conto che i particolari sono ben curati. Ovvio che questa band non ha inventato nulla, sembra quasi un omaggio agli anni ’80 ma, sono senza dubbio piacevoli, il disco scorre fluido e senza intoppi e anche se vari ritornelli sono alquanto scontati, restano leggeri e facili da ascoltare, orecchiabili, fino ad arrivare all’ultimo brano senza essersene resi conto.

Autore: The Trick

Titolo Album: Postcards From The Asylum

Anno: 2014

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Glam Metal

Voto: 6

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/thetrickrock

Membri band:

Lorenzo – voce

Jacopo – chitarra, synth

Marco – basso

Alessandro – batteria

Tracklist:

  1. Intro

  2. There To The Place Where The Sun’s Always Shining In The Sky

  3. Senseless

  4. Prince (Road To Hell)

  5. Black Walls

  6. Fast Love

  7. See The Light

  8. We Are Who We Are

  9. Running Over

  10. Bittersweet Melody

Category : Recensioni
Tags : Glam
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12th Lug2015

Raging Dead – Born In Rage

by Marcello Zinno

Raging Dead - Born In RageC’è poco da immaginare dietro un artwork, un moniker e un titolo del genere, la fantasia può essere tanta ma a nostro parere lo scenario è ben definito già prima di premere il tasto play. I Raging Dead sono una band “cattiva” e le apparenze (leggasi: grafica) è solo uno dei fattori che lo dimostra. Metal, suoni ruvidi, arrivano ben presto anche se bisogna dire che emerge subito il loro animo “horror” anche dall’etichetta che loro stessi si assegnano: “horror punk metal band”. Non a caso il quartetto si dice ispirato da gente come Murderdolls, Wednesday 13 e Rob Zombie e noi siamo assolutamente d’accordo però ad ascoltarli bene riusciamo a trovare anche qualcosa di più. Innanzitutto un sapore stranamente glam, il cui animo stradaiolo cozza un po’ con quello horror ma nel complesso ci sta bene se li immaginiamo distruggere alberghi (magari con poche stelle) e feste da imbucati. Al tempo stesso però viene fuori anche il profilo più punk, più zozzo che i Nostri presentano senza nemmeno troppe censure. Per farvi capire bene la musica di questi ragazzacci ci vengono in mente gli Hardcore Superstar (per il lato glam e stradaiolo) e i Turbonegro (per quello più provocatorio) a cui la band è sicuramente debitrice.

Ma lasciamo stare le analisi con la lente di ingrandimento perché ai Raging Dead non piacerebbero per nulla. Loro sono fatti per distruggere, per poghi sotto il palco che contagiano folle cresciute a dismisura, per party e watt senza limiti. I brani sono pochi, in fondo cinque tracce più una intro danno solo un’idea, però dobbiamo ammettere che sono una bella novità: veloci, grezzi, ruffiani (il giusto) e potenti. Noi siamo convinti che su questi binari il treno a nome Raging Dead creerà qualcosa di davvero speciale in futuro e noi saremo alla fermata giusta per applaudirli.

Autore: Raging Dead

Titolo Album: Born In Rage

Anno: 2015

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Punk, Glam, Horror Metal

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: https://www.facebook.com/RagingDead

Membri band:

Cloud Shade – voce, chitarra

Matt Void – chitarra

Tracii Decadence – batteria

Simon Nightmare – basso

Tracklist:

  1. Awakening Of The Damned

  2. Scratch Me

  3. Anathema

  4. Redemption

  5. Nightstalker

  6. Vengeance

Category : Recensioni
Tags : Glam
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17th Mag2015

Confess – Exit Light

by Marcello Zinno

Confess - Exit LightI Confess sono tornati! Dopo il potente Jail (che avevamo recensito a questa pagina) ad inizio 2015 gli svedesi si presentano con questo mini EP composto da sole tre tracce. Interlocutorio, per presentare il singolo Exit Light, brano tutt’altro che monotematico. Exit Light infatti parte con una intro acustica lunghissima, anche troppo a dir la verità, che ci suggeriva già una conversione del quintetto al rock melodico mainstream; in realtà poi le chitarre partono e il loro glam metal esplode, come si confà ad una band ispirata (anzi possiamo dire ispiratissima) al Sunset strip di Los Angeles. Nel ritornello i ragazzi dimostrano la loro maturità musicale in quanto pur conservando la potenza del glam/sleaze si lasciano andare ad un chorus molto orecchiabile che si imprime nella mente molto facilmente. Poi parte Awake, con un incedere molto groove ma che poi, all’ingresso delle linee vocali ci fa venire in mente i W.A.S.P. di The Crimsol Idol: bel tiro e buone melodie ma niente di nuovo sotto il sole.

Il mini EP si chiude con la versione radio del singolo che guida questa uscita. Insomma i propositi sono buoni, ma dai Confess non ci aspettavamo altro, bisogna valutarli però sulla prossima uscita più completa.

Autore: Confess Titolo Album: Exit Light
Anno: 2015 Casa Discografica: SG Records
Genere musicale: Rock melodico, Hard Rock Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: http://www.confess.se
Membri band:

John Elliot – voce

Daniel – chitarra

Blomman – chitarra

Lucky – basso

Samuel – Batteria

Tracklist:

  1. Exit Light

  2. Awake

  3. Exit Light (radio edit)

 

Category : Recensioni
Tags : Glam
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