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27th Dic2016

Theatres Des Vampires – Candyland

by Trevor dei Sadist

theatres-des-vampires-candylandDal primo ascolto di Candyland, nuovo album dei Theatres Des Vampires, sono rimasto travolto dai tanti suoni che emergono, dove la tastiera gioca in assoluto un ruolo da protagonista, nonostante tutti gli strumenti non stanno di certo a vedere. La sezione ritmica, guidata da Gabriel Valerio alla batteria e Zimon Liyoi al basso, è sempre presente andando ad accompagnare i riff che Giorgio Ferrante alla sei corde disegna con ottima caratura tecnica. Candyland è un album molto bello, specie per chi ama la musica gothic, attraverso passaggi horror e la voce sofferta di Sonya Scarlet, davvero convincente la sua prova, tra urli straziati e chorus, in cui la melodia non viene meno. La partenza è letale, Morgana Effect apre le macabre danze, si tratta di un brano legato alla scena metal anni novanta; nonostante le chitarre siano di scuola heavy classic, il sound è robusto grazie anche a una produzione capace di rendere giustizia al meglio. Tutti i brani richiedono una produzione muscolosa, quello che ho apprezzato è che, nonostante i molti suoni con cui la band si districa all’interno della musica, la produzione artistica è comunque acustica, potrebbe sembrare paradossale, ma questo è quanto.

Con Resurrection Mary, che è la song numero due, ci troviamo di fronte alla versione dei Theatres Des Vampires più gotici, così con la seguente Delusional Denial che di fatto non si stacca da quanto detto pocanzi. Dopo essersi “riposati”, i Theatres Des Vampires, riprendono in mano e con decisione la situazione, Parasomnia, una canzone vigorosa, sicuramente una delle mie preferite dell’intero album. Giunto a metà disco, faccio conoscenza con quella che è la title track, Candyland, rappresenta l’immagine più seriosa e composta dei Theatres Des Vampires, anche su questa song, mi trovo a spendere ulteriori buone parole, e che l’horror sia con te! Your Ragdoll, si aggiunge a metà disco, andando a riprendere in mano il discorso melodia, con un chorus che entra velocemente nella testa dell’ascoltatore, destinato a non uscirne con troppa facilità. La riflessiva e misteriosa, Pierrot Lunaire, fa acquisire all’intero lavoro una sfaccettatura in più, quella dove i Theatres Des Vampire vestono i frammenti lirici, nei contenuti e nella musica, ma non è tutto, le sorprese non sono finite qui, ci pensa Photographic, il combo capitolino sconfina in ritmi serrati con un tappeto di tastiera tanto caro agli anni ottanta.

Mi sto avvicinando al termine di questo nuovo full lenght, in casa Theatres des Vampires, pienamente soddisfatto, Opium Shades è una canzone diretta, Sonya Scarlet passa dal profano al sacro, con grande facilità. La traccia numero dieci, vede la partecipazione di un ospite straordinario, Fernando Ribeiro dei portoghesi Moonspell, che inizia a sputare rabbia già dalle prime note, tra possenti riff e moderni synth, sostenuti da un chorus che apre in due la canzone. Giunto al termine di Candyland, quando ormai sono convinto di aver ascoltato tutto, la bellissima Autumn Leaves, mi fa ricredere, che dire, si chiude nel migliore dei modi, tra un pianoforte meditativo e la singer Sonya, che schiarisce la voce e per una volta veste i panni di Biancaneve e non quelli della regina cattiva. Un disco consigliatissimo a tutti. In alto il nostro saluto!

Autore: Theatres Des Vampires

Titolo Album: Candyland

Anno: 2016

Casa Discografica: Scarlet Records

Genere musicale: Gothic Metal, Horror Metal

Voto: 8

Tipo: CD

Sito web: http://www.theatresdesvampires.it

Membri band:

Sonya Scarlet – voce

Zimon Liyoi – basso

Gabriel Valerio – batteria

Giorgio Ferrante – chitarra

Tracklist:

  1. Morgana Effect

  2. Resurrection Mary

  3. Delusional Denial

  4. Parasomnia

  5. Candyland

  6. Your Ragdoll

  7. Pierrot Lunaire

  8. Photographic

  9. Opium Shades

  10. Sevent Room (feat. Fernando Ribeiro)

  11. Autumn Leaves

Category : Recensioni
Tags : Gothic
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02nd Nov2016

Cadaveria / Necrodeath – Mondoscuro

by Marcello Zinno

cadaveria-necrodeath-mondoscuroL’accoppiata Cadaveria / Necrodeath nella realizzazione di un’uscita discografica congiunta può stupire molti metaller come sembrare un traguardo ovvio per chi conosce bene le due formazioni. Infatti se le sonorità scelte dai due progetti sono indubbiamente diverse (oscure da un lato, violente dall’altro) vi sono due elementi in comune alle due formazioni: Flegias e GL, membri di entrambi i progetti. Menti uguali per 2/4 di formazione, sonorità differenti, moniker diversi e con diversa storia, il tutto che si incrocia in un unico percorso musicale attraverso questo EP che ci piace classificare come “split album” anche se non è solo una “unione di intenti”. Infatti le 6 tracce sono ingegneristicamente strutturate come 2 inediti, 2 rivisitazioni alternate di brani del passato e 2 cover. Ma andiamo con ordine. L’opener Mater Tenebrarum (originariamente dei Necrodeath) è un brano che si presta benissimo all’interpretazione luciferina dei Cadaveria, non a caso gli arrangiamenti iniziali e l’alone oscuro che questi ultimi riescono a conferire alla traccia la rendono ancora più infernale; il brano non perde mordente anche nei passaggi più affilati anche se abbandona un po’ la veste thrash metal old school per guadagnare una veste più attualizzabile, cosa tangibile anche se si nota il diverso timbro della singer rispetto a Flegias. Segue Spell nella reinterpretazione dei Necrodeath, brano che ricalca abbastanza fedelmente la versione originale, fatta eccezione per l’intro tratta da La Traviata, qui sostituita da un arpeggio horror di mezzo minuto.

Interessanti gli inediti con Dominion Of Pain che continua nella tradizione gotica e oscura a nome Cadaveria, con tanto di intermezzo depressive che sarà apprezzato dai fan dei My Dying Bride, e Rise Above thrash meno estremo che propone un buon accostamento tra liriche in italiano e in inglese con delle cavalcate e degli assoli che faranno proseliti tra i più disparati consumatore di heavy metal. Passando alle cover quale miglior scelta per i Cadaveria se non un brano dei Type O Negative? Non si può dire che le due formazioni siano distanti musicalmente, anche se rispetto a Christian Woman noi avremo preferito un brano più energico come Life Is Killing Me o più “diverso” dalla propria natura come Love You To Death. Poco da aggiungere a Helter Skelter, uno dei brani più coverizzati in assoluto, e che qui guadagna muscoli grazie al rivestimento a nome Necrodeath. In generale Mondoscuro è un’uscita curiosa e coraggiosa che forse dovrebbe fare da esempio per avvicinare scene (e band) heavy apparentemente diverse ma che potrebbero sicuramente dare più linfa al metal tricolore.

Autore: Cadaveria / Necrodeath

Titolo Album: Mondoscuro

Anno: 2016

Casa Discografica: Black Tears

Genere musicale: Thrash Metal, Gothic Metal

Voto: s.v.

Tipo: Split Album

Sito web: http://www.necrodeath.net, http://www.cadaveria.com

Membri band:

Necrodeath:

Flegias – voce

Peso – batteria

Pier – chitarra

GL – basso

Cadaveria:

Cadaveria – voce

Dick Laurent – chitarra

Peter Dayton – basso

Marçelo Santos – batteria

Tracklist:

  1. Mater Tenebrarum (suonata dai Cadaveria)

  2. Spell (suonata dai Necrodeath)

  3. Dominion Of Pain (inedito dei Cadaveria)

  4. Rise Above (inedito dei Necrodeath)

  5. Christian Woman (cover dei Type O Negative suonata dai Cadaveria)

  6. Helter Skelter (cover dei The Beatles, suonata dai Necrodeath

Category : Recensioni
Tags : Gothic, Thrash metal
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16th Ago2016

Fenix Tales – The Abyss Eye

by Amleto Gramegna

Fenix Tales - The Abyss EyeE che ascolti questo disco e lo classifichi subito come symphonic gothic metal, punto. Sarà l’impasto di strumenti tradizionali con le loro controparti elettriche, la voce lirica drammatica e potente, le atmosfere malinconiche che immediatamente ti vengono in mente i grandi nomi del genere, primi in testa i Nightwish ma anche i Within Temptation, After Forever e tanti altri. Però, i fiorentini Fenix Tales riescono a distaccarsi dal genere, preferendo il termine “opera metal” ed ecco la sostanziale differenza: via quelle pacchiane aggressività o quegli arrangiamenti volutamente commerciali e dentro le strutture magniloquenti (Friendly Darkness ha arrangiamenti del concerto grosso di estrazione barocca) e melodrammatici (Confutatis Maledictis). Gli strumenti elettrici fungono semplicemente da collante, in grado di rendere omogeneo l’ascolto ad orecchie non abituate alle strutture cosiddette “classiche”. Ottima la prova vocale di Lucia, tecnicamente perfetta e allo stesso modo incredibilmente duttile (cosa non semplice, dato l’estremo rigore del canto lirico) che ben si staglia sulle atmosfere evocative create, o meglio cesellate, dal resto del gruppo.

Gli otto pezzi scorrono veloci e suggestivi, senza annoiare e a dirla tutta lasciando una certa curiosità, data la bellezza di alcune soluzioni (War). Insomma, un disco prezioso, non certo elitario che lascia sicuramente soddisfatti e pieni di emozioni. Promosso a pieni voti.

Autore: Fenix Tales Titolo Album: The Abyss Eye
Anno: 2015 Casa Discografica: Black Widow Records
Genere musicale: Opera Rock, Gothic, Heavy Metal Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.fenixtales.com
Membri band:

Lucia “LucyLiù” – voci

Marco – tastiere

Alex – basso

Simone – batteria

Federico – violino

Niccolò – chitarra

Tracklist:

  1. Once Upon a Time
  2. Friendly Darkness
  3. Confutatis Maledictis
  4. War
  5. Paths
  6. The Abyss Eye
  7. LCI
  8. Dolls
Category : Recensioni
Tags : Gothic
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18th Mar2016

Rossometile – Alchemica

by Marcello Zinno

Rossometile - AlchemicaIl rosso metile è un indicatore chimico, per chi non lo sapesse, di colore rosso-violetto. Non è un caso che la copertina dell’ultimo album della band, Alchemica, presenta questi colori con la prevalenza però del nero che descrive, in buona parte, il sound di questo quartetto tutto italiano. La band ha subìto una forte evoluzione nelle ultime produzioni cambiando forma, abbandonando le vesti di metal band con influenze progressive e passando ad essere una realtà che del metal ne fa influenza e non matrice essenziale. In queste nuove 16 tracce è limpido che la presenza della singer Marialisa Pergolesi e le atmosfere gothic rock sono i protagonisti assoluti dell’animo dei Rossometile. I riff metal, appunto, entrano in punta di piedi e solo in alcuni istanti; piuttosto ricchi sono invece gli arrangiamenti (tastiere), misti a tempi dilatati, linee vocali pulitissime, tutto ciò ci colloca in scenari cupi ma assolutamente digeribili. L’eccezione che conferma la regola prende il nome di Pandora, brano molto tirato in cui il combo non riesce a trattenersi e si scatena in un rifferama allettante, a differenza della restante parte dell’album, sicuramente meno “cattiva” e più evocativa.

L’ora di musica procede in maniera molto ispirata, Alchemica sembra quasi un concept album in cui liriche e grafica si uniscono in messaggi particolari. Su tutti va sottolineata la prestazione di Marialisa, assoluta protagonista di melodie ed emozioni, che rende affascinante la proposta musicale per i fan di band come Nightwish e che in Nel Solstizio D’inverno varca la soglia del lirico ricordando Tarja Turunen. Viaggio Astrale è un altro esempio del grande potenziale di questa band che musicalmente fonde le sue due personalità piazzando però dei refrain che potrebbero penetrare anche tra i gusti di chi non è proprio legato al sound gotico, arricchito il tutto da una sei corde che esce fuori con agio. Infatti è proprio sul finale che le strutture divengono più dure, come nella titletrack vera e propria gothic metal anthem; apprezzatissimo è il cantato in italiano, scelta coraggiosa ma premiante per un genere come questo, tipico delle lande del nord Europa.

Pochi sanno, forse nemmeno loro, cosa ci si dovrà attendere dal futuro targato Rossometile, certo è che il loro presente è sicuramente radioso; noi apprezziamo molto il loro stile e la personalità incastrata in questo album, tutt’altro che semplice.

Autore: Rossometile

Titolo Album: Alchemica

Anno: 2015

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Gothic

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: http://www.rossometile.it

Membri band:

Marialisa Pergolesi – voce

Pasquale Murino – basso

Gennaro Balletta – batteria

Rosario Runes Reina – chitarra

Tracklist:

  1. Solve

  2. Amore Nero

  3. La Fenice

  4. Il Lato Oscuro (the Other Side)

  5. Le Ali Del Falco

  6. Pandora

  7. Presenze

  8. Candore

  9. Nel Solstizio D’inverno Parte 1

  10. Nel Solstizio D’inverno Parte 2

  11. Guerriero Senza Re

  12. Viaggio Astrale

  13. Alchemica

  14. Ripetizione

  15. Terrenica

  16. Coagula

Category : Recensioni
Tags : Gothic
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08th Dic2015

Soulspirya – Stay Human

by Marcello Zinno

stay-humanLa scena dei duo project si arricchisce di una nuova formazione, a dire il vero non di primissimo pelo e questo lo si percepisce anche dalla loro musica. Via irruenze, via spigoli non smussati, il sound dei Soulspirya, attivi da circa un anno con questo nome ma già con 11 nuove tracce raccolte in questo Stay Human, viene definito alternative ma in realtà a nostro parere è accostabile più alla scena gothic rock/new wave. Da un punto di vista puramente emotivo ci tornano alla mente formazioni come gli Ever Eve o i My Dying Bride, anche se i Soulspirya si allontanano dal metal a favore di costruzioni rock; con questi condividono tastiere, scenari lugubri e ritmi lenti (anche se i brani sono tutti costruiti intorno alla durata dei canonici 3 minuti). D’altra parte l’uso delle tastiere ci dice che la new wave non è poi così lontana, ma ascoltando con attenzione il sound nel complesso capiamo che non si tratta di una radice forte di Stay Human, così come l’ambient ravvisabile qui e lì (come in Sorry) che non prende mai il sopravvento. Non ci sono elementi che graffiano, che colpiscono, ma c’è una sensazione vicina alla procrastinazione, come se le tracce siano ricercate ma non sperimentali, cupe ma non infernali, fitte di effetti ma più vicine rock che alla pura elettronica. Un peccato a nostro parere perché con un po’ più di carattere si poteva creare un marchio forte, che lasciasse il segno, magari tuffandosi nell’industrial o inserendo una chitarra più decisa in vari brani. Poi pensiamo che le nostre aspettative durante l’ascolto non devono influenzare gli artisti.

Al di là di questa considerazione Stay Human non è un album banale, difficile estrarne tracce salienti perché il mood è costante; non è questione di rock bensì di sensazioni, di intenzione nel cercare luoghi in cui nascondersi, di vedere del suono nel buio pesto. Se vi piacciono questi ingredienti potreste saziarvi con i Soulspirya.

Autore: Soulspirya

Titolo Album: Stay Human

Anno: 2015

Casa Discografica: Sliptrick Records

Genere musicale: Gothic, New Wave

Voto: 6

Tipo: CD

Sito web: http://www.soulspirya.com

Membri band:

Nico – tastiera, pianoforte, voce

P – chitarra, basso, percussioni, voce

Tracklist:

  1. We Are Coming

  2. You Decide

  3. The Tunnel

  4. Sorry

  5. Be The First

  6. This Is Why

  7. Fading Away

  8. Somewhere

  9. We Will Be Alone

  10. You’ll Try

  11. The Night Before

Category : Recensioni
Tags : Gothic
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22nd Mag2015

Aghast Afterglow – Imaging

by Marcello Zinno

Aghast Afterglow - ImagingA discapito della line-up stringata e della giovane età musicale, il nuovo album degli Aghast Afterglow ci colpisce e non di poco. Diciamolo subito: moniker, look e artwork (basta con gli inglesismi) da subito ci proiettano in un ambito sinfonico e fantasy (avevamo detto basta) ma qui non siamo davanti alla solita band di symphonic metal che scimmiotta Nightwish, Epica, Within Temptation et similia. Imaging è un album ricco e ben curato che ha il grandissimo pregio di non sbilanciare il proprio baricentro sulla (comunque ottima) voce di Lisa Lee ma di affidare grande attenzione alla musica, agli effetti e agli arrangiamenti. Questo fa di Imaging un album che offre tantissimo, da band del calibro internazionale, che talvolta lascia il fianco scoperto addirittura all’elettronica (Stolen Dreams) anche se il sapore metal si sente spesso (come nella bellissima You’re Killing Me From Inside o in There’s No Time). Può sembrare strano ma uno dei momenti che ci ha colpiti di più è l’intro, Fearless, un minuto e mezzo di metal sinfonico in stile “metal opera” che preannuncia i vari livelli di musica proposta, dal metal al rock, dalla sinfonia alla classica, tutti da scoprire.

Dicevamo che c’è tanto in questi quaranta minuti di ascolto: le melodie di Gaze My Sin impreziosiscono una ritmica impostata, melodia ripresa in uno degli apici dell’album, When Winter Will Come Back, una traccia stratificata che ad ogni taglio presenta uno strato di bellezza differente; Stream Of Awareness è un altro grande momento di melodia, forse l’uso delle parti vocali viene accentuato ma è proprio qui che Lisa Lee offre il meglio in un’ambientazione lenta e coinvolgente. Affascinante Angels Can’t Love che vede la partecipazione di Mark Basile dei DGM (e si sente) mentre sul finire compare Muto Inconscio, unico brano con testi in italiano ma resta legato alla scena sinfonica: quattro minuti pieni di arrangiamenti mai scontati che stupiscono l’orecchio attento pronto a trovare qualcosa di più oltre le liriche facilmente assimilabili. Stona invece la cover di Hot Stuff sul finale che poteva essere anche evitata. Comunque attenzione al progetto Aghast Afterglow che va tenuto sotto stretta osservazione!

Autore: Aghast Afterglow Titolo Album: Imaging
Anno: 2015 Casa Discografica: Revalve Records
Genere musicale: Symphonic Metal, Heavy Metal, Gothic Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.revalverecords.com/Aghast_Afterglow.html
Membri band:

Lisa Lee – Vocals, Choirs

Denny Di Motta – Guitar

Tracklist:

  1. Fearless

  2. You’re Killing Me From Inside

  3. Angels Can’t Love

  4. Gaze My Sin

  5. Stolen Dreams

  6. VIII.X

  7. When Winter Will Come Back

  8. There’s No Time

  9. Stream Of Awareness

  10. Muto Inconscio

  11. Hot Stuff

Category : Recensioni
Tags : Gothic
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11th Apr2015

Katatonia – Viva Emptiness

by Davide Cosentino

Katatonia - Viva EmptinessSuccessore dell’acclamatissimo (da pubblico e critica) Last Fair Deal Gone Down, Viva Emptiness rappresenta senza ombra di dubbio il penultimo scalino prima del raggiungimento dell’apice stilistico compositivo nella discografia degli svedesi Katatonia che sarà il successivo The Great Cold Distance. La formazione vede l’innesto in pianta stabile del drummer Daniel Liljekvist, mentre al basso firma i credits ancora Matias Norrman. Il sound di Renske e soci si evolverà ancora e le produzioni successive saranno ancora più raffinate dal punto di vista tecnico e della qualità del suono, ma il trademark è ora definito, con la solita alternanza tra parti doom semiacustiche e riff distorti ultragranitici. Le parti vocali seguono il canovaccio classico della band, garantendo la melodia portante dei brani. In alcuni casi, come in One Year From Now, viene distorta anche la voce introducendo effetti precedentemente mai usati. Ghost Of The Sun apre le danze, solito riff velenoso seguito da un imponente muro di chitarre intervallate da un atmosferico pre-chorus e da un violentissimo chorus quasi death metal. Sleeper non si discosta molto dallo stile dell’opening track, così come Criminals, ritmo più cadenzato, spazio ad un bel giro di basso ed al delay della chitarra di Fredrik Norrman. Killer song!

A Premonition ripropone lo stesso suono di synth che ha contraddistinto le prime fatiche dei Nostri (Dance Of December Souls /Jhva Eloihm Meth), ed il risultato è un gradevole gothic/doom con una stupenda linea vocale. Will I Arrive parte con una strofa pestata ed utilizzando il solito schema si apre su un ritornello semplicemente fantastico. Burn The Remembrance si sviluppa su binari invertiti, strofa soft e chorus su mid tempo piacevole e d’impatto, mentre Wealth suona molto metal per poi rilassarsi su un riff circolare molto suadente. Walking By A Wire si candida a miglior episodio del disco, perfetta sotto ogni punto di vista, Complicity non si discosta dalla media compositiva; molto “elettrica” e potente grazie anche all’ottimo lavoro dietro le pelli. Evidence è un altro ottimo pezzo, che diventerà un must dal vivo, grazie al ritornello molto melodico.

A chiudere Omerta, ballad acustica quasi in stile Metallica, a mio parere evitabile, così come Inside The City Of Glass, probabilmente ripescata dal cestone dei brani del decennio precedente, che non aggiunge nulla di interessante a quest’ottima release.

Autore: Katatonia

Titolo Album: Viva Emptiness

Anno: 2003

Casa Discografica: Peaceville Records

Genere musicale: Gothic Metal Voto: 8,5
Tipo: CD Sito web: https://www.katatonia.com
Membri band:

Jonas Renske – voce

Daniel Liljekvist – batteria

Fredrik Norrman – chitarre

Anders Nystrom – chitarre, tastiere

Matias Norrman – basso

 

Tracklist:

  1. Ghost Of The Sun

  2. Sleeper

  3. Criminals

  4. A Premonition

  5. Will I Arrive

  6. Burn The Remembrance

  7. Wealth

  8. One Year From Now

  9. Walking By A Wire

  10. Complicity

  11. Evidence

  12. Omerta

  13. Inside The City Of Glass

Category : Recensioni
Tags : Gothic
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31st Mar2015

Neracruz – Neracruz

by Trevor dei Sadist

Neracruz - NeracruzI Neracruz sono una band attiva dal lontano 1995, sono passati anni e molte vicissitudini, ma finalmente possiamo ascoltare l’omonimo debut album. La formazione italo/britannica è in grande forma, la loro musica è da considerarsi genericamente rock, anche se sfumature gothic, new wave, electro arricchiscono l’intero lavoro, dando quel tocco di originalità alla band, che non guasta di sicuro. La partenza del disco è affidata a Pure Love, capiamo da subito quello che i Neracruz vogliono trasmettere all’ascoltatore, il messaggio di un rock genuino, diretto, suonato senza troppi fronzoli da una parte ma altrettanto elegante dall’altra. Non ci sono cali di tensione, il disco scorre piacevolmente, lasciandoci buon gusto al nostro palato, tra le mie preferite il singolo The Dream e Blind Game, canzoni che nei 3:30 circa racchiudono il concetto Neracruz, rendendo omaggio alla new wave degli anni 80, al rock grezzo e stradaiolo, al gothic.

Chiudendo gli occhi, il primo accostamento che risvontro è quello ai The Cult, periodo Love, specie per le linee vocali, che rimandano al pellerossa Ian Astbury, ho sempre apprezzato questa grande band, ma non ci fermiamo qui nella musica dei Neracruz c’è molto altro, ad esempio l’elettronica dei Depeche Mode, la spontaneità di Billy Idol, il suono ribelle dei Litfiba, e poi c’è il gothic dei maestri Type O Negative, proviamo a frullare tutto questo, ne verrà fuori un cocktail di nome Neracruz. Ogni singolo componente svolge il proprio compito in maniera egregia, delle buone linee vocali, dei chorus mozzafiato abbiamo già parlato; ho apprezzato anche il connubio basso/batteria, ruvido, diretto, quanto efficace alla funzionalità dei brani, le chitarre emergono solo a tratti, anche se quando vengono alla luce riescono ad imporsi, tra le ricche sfumature di questo disco, dove una parte essenziale e molto presente è recitata dalla tastiera e synth.

Pollice in su per le liriche, interessanti e mai scontate, così come un giudizio positivo merita la scelta dei cantati, equamente divisi tra italiano e inglese, fattore che, nonostante le lingue siano per storia e geografia lontane, risulta dare omogeneità all’interno del brano, senza forzature ed ostentazione. Infine la produzione del disco, davvero più che buona, dei giorni nostri, dove la pulizia in un genere come questo è sinonimo di qualità. Siamo al “The End”, i rossi tendoni del teatro si chiudono, mentre la musica dei Neracruz risuona imponente nel nostro cervello sconvolto. In alto il nostro saluto!

Autore: Neracruz Titolo Album: Neracruz
Anno: 2014 Casa Discografica: Valery Records
Genere musicale: Rock, Gothic Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.neracruz.com
Membri band:

Raff Cruz – voce

Steve Pons – basso

Stefano Lucchese – batteria

Marco Mazzesi – tastiere

Kevin Fisher – chitarra

Tracklist:

  1. Pure Love
  2. Borderline
  3. The Dream
  4. Nova
  5. Moonwatch
  6. Kill Me Not
  7. Fever
  8. Look Of Your Eyes
  9. The Only One
  10. Blind Game
  11. War Dance
Category : Recensioni
Tags : Gothic
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21st Feb2015

Katatonia – Last Fair Deal Gone Down

by Davide Cosentino

Katatonia - Last Fair Deal Gone DownDa molti considerato il vero masterpiece della discografia dei Katatonia, Last Fair Deal Gone Down, quinta fatica per gli ex doom/death masters di Stoccolma (seconda su Peaceville Records) risente ancora in minima parte, (Dispossession, Clean Today, The Future Of Speech, Passing Bird) del songwriting del passato, fino a Tonight’s Decision compreso. Un percorso perfetto, che vedrà l’apice compositivo con il seguente Viva Emptiness, che passa necessariamente da qui; e da qui non si ritornerà più indietro per Jonas Renske e Blackheim (Anders Nystrom), ora accompagnati da Mattias Norrman, fratello di Fred, al basso, e Daniel Liljekvist, al posto di Dan Swano, alle pelli. Chrome fa subito capire la cifra stilistica di questa evoluzione, batteria più secca sul riff portante, a costituire l’incipit della song, e fin qui poco di diverso dal passato. Delay meno abusati e finalmente un basso che dà più corpo per concludere con una produzione decisamente migliore delle parti vocali. Il vero passaggio di consegne è rappresentato da We Must Bury You, strofa acustica con qualche synth d’accompagnamento che apre ad un chorus letale per potenza ed oscurità.

Teargas, primo singolo estratto, ripercorre gli stessi passi proponendo un ritornello molto più melodico ed accattivante, I Transpire mischia ancora un pò le carte andando a pescare ritmiche care all’ambiguo Discouraged Ones, riscoprendole brillantemente nel chorus, Tonight’s Music, rilasciato in veste di singolo/EP qualche mese dopo è una cavalcata con lo schema classico strofa acustica quasi sussurrata e ritornello pestato, in cui si percepisce in modo netto quanto fosse importante inserire un basso di spessore; Sweet Nurse è probabilmente la ciliegina sulla torta di questo CD, con la voce di Renske a costruire sempre di più la linea melodica del brano, in cui si apprezza un utilizzo massiccio di delay e riverberi che saranno una costante nei lavori del decennio successivo. Rimasterizzato nel 2004, sono state aggiunte 3 tracce abbastanza anonime (Sulfur, March 4, Help Me Disappear) per probabili finalità commerciali.

Autore: Katatonia

Titolo Album: Last Fair Deal Gone Down

Anno: 2001 Casa Discografica: Peaceville Records
Genere musicale: Gothic metal Voto: 8
Tipo: CD

Sito web: http://www.katatonia.com

Membri band:

Jonas Renske – voce

Anders Nystrom – chitarre, tastiere, cori

Fredrik Norrman – chitarre

Daniel Liljekvist – batteria

Mattias Norrman – basso

Tracklist:

  1. Dispossession

  2. Chrome

  3. We Must Bury You

  4. Teargas

  5. I Transpire

  6. Tonight’s Music

  7. Clean Today

  8. The Future Of Speech

  9. Passing Bird

  10. Sweet Nurse

  11. Don’t Tell A Soul

  12. Sulfur

  13. March 4

  14. Help Me Disappear

Category : Recensioni
Tags : Gothic
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02nd Feb2015

Katatonia – Tonight’s Decision

by Davide Cosentino

Katatonia - Tonight’s DecisionPrimo full-lenght su Peaceville Records per i Katatonia, Tonight’s Decision non convince completamente la critica, convinta che i doom/gothic masters svedesi abbiano voluto riaffidarsi a sonorità più estreme per riprendere i fan persi per strada, dopo aver abbandonato growl e pesanti distorsioni con il precedente Discouraged Ones. Nulla di più falso, e se consideriamo le produzioni successive, risulta evidente che forse è proprio quet’ultimo il vero episodio “incompreso” della discografia dei Katatonia, tentativo di distacco dal death metal “relented” degli albori, malinconico e poco distorto, ma grezzo ed ipnotico ed in ogni caso anch’esso un ottimo full-lenght. E’ altresì un’evoluzione continua quella dei ragazzi di Stoccolma, e Tonight’s Decision rappresenta il trampolino di lancio che vedrà, nei successivi Last Fair Deal Gone Down, Viva EmptinesseThe Great Cold Distance, l’apice stilistico-compositivo della band. Il wall of sound complessivo del disco è palesemente più aggressivo e metal, come giustamente la stessa critica fa notare, ed è stato ottenuto potenziando le chitarre e rendendo il drumming, affidato a Dan Swano, meno trascinato e lontano, oltre che lavorando in modo netto sulla voce.

For My Demons definisce il trademark presente e futuro del sound Katatonia, nel suo lisergico alternarsi tra strofa e chorus, come momenti distanti che si incastrano perfettamente grazie al cantato di Jonas Renske, unico nel suo genere. I Am Nothingprosegue nell’alternanza di distorsioni e suono pulito tra strofa, pre chorus e chorus, e fra melodia ed antimelodia, risultando forse il miglior brano del disco. In Death, A Song risente moltissimo dell’influenza di Dan Swano in studio, nel main riff della strofa e negli stacchi, ricordando Nightingale ed Edge of Sanity. Had To (Leave) ricalca gli slow tempo dei primi lavori ma lascia spazio ad atmosfere molto cupe grazie all’utilizzo di sintetizzatori nello stacco centrale. This Punishment regala una parentesi acustica/vocals, molto suggestiva ed onirica, Right Into The BlisseStrained riportano in auge la caratteristica predominante del gruppo, main riff protagonista su mid tempo e distorsioni a palla, con la linea vocale che cuce la sua trama angosciata e drammatica. No Good Can Come Of Thisnon si distacca un centimetro dallo schema preferito dei Katatonia, con la voce che intreccia il riff portante nel ritornello, come se si stessero inseguendo in un tunnel. A Darkness Coming è un altro ottimo episodio acustico, parecchio Opeth.

Chiudono Nightmares By The Sea, personalissima cover di Jeff Buckley, e Black Session. In conclusione, un disco fondamentale, per nulla interlocutorio, in cui i Katatonia pongono le basi dei successi discografici degli anni a venire, nonostante le future dipartite di Fred Norrman e di altri componenti che si sono succeduti nel corso degli anni.

Autore: Katatonia Titolo Album: Tonight’s Decision
Anno: 1999 Casa Discografica: Peaceville Records
Genere musicale: Gothic Metal Voto: 8
Tipo: CD Sito web: http://www.katatonia.com
Membri band:

Jonas Renske – voce

Anders Nystrom – chitarra, tastiere, voce

Fred Norrman – chitarra, basso

Dan Swano – batteria

Tracklist:

  1. For My Demons

  2. I Am Nothing

  3. In Death, A Song

  4. Had To (Leave)

  5. This Punishment

  6. Right Into The Bliss

  7. No Good Can Come Of This

  8. Strained

  9. A Darkness Coming

  10. Nightamres By The Sea

  11. Black Session

Category : Recensioni
Tags : Gothic
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