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09th Mag2016

Now Or Never – II

by Alberto Lerario

Now Or Never - IIOrmai non stupisce più come dalla fucina del nord Europa si forgino a ritmo costante metalli solidi e al contempo melodici. Da una sorgente danese-svizzera nascono nel 2012 i Now Or Never che in quattro anni compongono due full length album, l’omonimo Now Or Never e l’ultimo II. Fondati dal chitarrista Ricky Marx (proveniente dai Pretty Maids) e dal batterista Ranzo, ai quali si uniscono in breve tempo il cantante Jo Amore (ex batterista dei Nightmare, che ha deciso di abbandonare le pelli per le corde vocali) e il bassista Kenn Jackson anche lui ex membro dei Pretty Maids. Fin dalle prime battute si intuisce come i Now Or Never siano riusciti a creare un solido connubio tra il lato melodic e quello heavy del metal. II è un album ricco di armonie vocali accattivanti, riff di chitarra e ritmi incisivi. Non si scorge la minima esitazione neanche quando il piede schiaccia l’acceleratore, I Shall Remain, per avvicinarsi (senza varcarli) nei territori del thrash. Il singer Amore dimostra di aver studiato a fondo i grandi classici del genere come Ronnie James Dio, riuscendo anche a sfoggiare una buona estensione vocale che mette al servizio dell’espressività e della band, che risponde colpo su colpo al suo cantante grazie all’ottima sezione ritmica che procede come un rullo compressore, dimostrando un buon affiatamento. Come punto finale è giusto segnalare l’ottima produzione che conferisce all’album un sound fresco e radio oriented.

Non ci troviamo certo di fronte ad un miracolo discografico, ma il sound hard & heavy che sono riusciti a creare i Now Or Never non è per nulla stantio e convince fin dal primo ascolto. Vale sicuramente la pena ascoltare II più di un paio di volte, anche per i meno fanatici del genere. In fondo la buona musica dovrebbe piacere a tutti.

Autore: Now Or Never

Titolo Album: II

Anno: 2016

Casa Discografica: Mighty Music Records

Genere musicale: Hard & Heavy; Melodic Metal

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: http://www.onlynowornever.com

Membri band:

Jo Amore – voce

Ricky Marx – chitarra

Kenn Jackson – basso

Ranzo – batteria

Tracklist:

  1. The Voice Inside

  2. Sonic Ecstasy

  3. King For A Day

  4. I Shall Remain

  5. I’ll Be Waiting

  6. The Answer

  7. Revolution

  8. Save Me

  9. Feel Alive

  10. ‘Til The End Of Time

Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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07th Mar2016

Ivory – A Moment, A Place And A Reason

by Marcello Zinno

Ivory - A Moment, A Place And A ReasonIvory risulta un nome molto scelto da artisti attivi in campo musicale, molti sono i progetti che corrispondono a questo moniker ma oggi ci soffermeremo a parlare della formazione italiana giunta alla seconda fatica sulla lunga distanza, album che presenta un sound molto straniero ma davvero di buona fattura. Il bellissimo artwork di A Moment, A Place And A Reason ci aveva suggerito scenari progressive e invece questo quartetto si attesta su un hard rock con sfumature differenti: più Deep Purple oriented nell’opener e in momenti dispersi qua e là lungo l’ascolto, più hard & heavy in stile Whitesnake, in particolare nella Blues For Fools dove sembra riprendere l’amore di Coverdale per il blues. Ma il loro stile, pur risultando molto classico, non si infrange solo contro i colossi dell’heavy ottantiano bensì cela sfumature che aprono il loro tipico pubblico anche a palati diversi: in particolare il riffing secco e tirato produce sicuramente godimento per gli appassionati di power e in vari momenti (come in Who Am I?) si cela un velo di glam emozionante. In ogni modo niente sperimentazione, gli Ivory si tengono ben lontani da questo termine, non a caso la ricercatezza compositiva viene fuori più per sole trame chitarristiche (si ascolti A Drink At The Village) che non per composizioni che intendono descrivere i paesaggi in copertina.

Quindi un genere ben rodato eppure non c’è d’aspettarsi il solito monolite retrospettivo sempre uguale a se stesso: infatti mentre Feeling Alive ricorda i Savatage del periodo d’oro colmi di melodie potenti, con Inner Breath i pattern diventano più duri accostandosi a quanto fatto da formazioni NWOBHM come Judas Priest e Saxon. Abbastanza fedele alla versione reale la cover di Come Together, un po’ troppo diluita Through Gloria’s Eyes ad essere pignoli, mentre la restante parte dell’album va assaporata con gioia ad alto volume. Un plauso comunque va al nuovo singer Roberto Bruccoleri che non solo interpreta molto bene i brani ma risulta particolarmente dotato ricordandoci a tratti una serie infinita di artisti, dall’interpretazione di Mike Patton all’ugola di Sebastian Bach (almeno questa è l’impressione). Un buon lavoro per gli appassionati di questo genere che difficilmente tramonterà.

Autore: Ivory

Titolo Album: A Moment, A Place And A Reason

Anno: 2016

Casa Discografica: Buil2Kill Records, Nadir Music

Genere musicale: Hard & Heavy, Hard Rock

Voto: 7

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/ivory.rock

Membri band:

Roby Bruccoleri – voce

Salvo Vecchio – chitarra

Luca Bernazzi – basso

Claudio Rostagno – batteria

Tracklist:

  1. Band News

  2. The Hawk

  3. Feeling Alive

  4. Who Am I?

  5. Take A Ride

  6. A Drink At The Village

  7. Come Together

  8. Inner Breath

  9. Through Gloria’s Eyes

  10. Blues For Fools

Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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02nd Nov2015

St. Prostitute – Glorified

by Marcello Zinno

St. Prostitute - GlorifiedParlare della musica dei St. Prostitute è semplice e allo stesso piacevole. Così come il nome è davvero d’impatto (difficile dimenticarlo e l’artwork in questo ci viene in aiuto), il quintetto danese si cala nel pieno del rock graffiante e ruffiano che se da un lato abbraccia la scena hard’n’heavy ottantiana (Whitesnake e tutto ciò che seguì), dall’altro cela un’attitudine rock’n’roll (Turbonegro) priva di fraintendimenti condita da spallate glam/sleaze (dai Mötley Crüe agli Hardcore Superstar) che rendono ancora più ricca l’offerta. Un mix musicale di sicuro molto noto ma che nei St. Prostitute trova linfa vitale e stimoli particolari nel divenirne accaniti fan: infatti se l’opener Farewell & Goodbye ci aveva già suggerito metà del disco, fatta di riff tirati e ritmiche veloci e trascinanti, Red Car e City Lights ci fanno capire quanto il rock e l’hard’n’heavy possono in realtà puntare su bpm non così elevati ma risultare lo stesso di impatto. Certo, sarebbe superfluo immaginare questi danesi lontani dal rifferama di All Mine o dalla chitarra tagliente e da headbanging continuo di Dead By Rock’n’Roll, un brano quest’ultimo cupo ma pieno di sudore e dirty rock.

D’altra parte, come detto, c’è anche un altro lato della medaglia fatto di momenti più pacati: niente a che vedere con le ballad perché i Nostri non cedono alla tentazione del romanticismo, ma pezzi come Running With Scissors o Suicide Girl sono meno esplosivi di momenti come l’opener ma non meno belli. Energia e pathos all’interno della stessa ricetta quindi, valorizzata da una produzione di ottimo livello che lancia la band nell’olimpo del rock’n’roll moderno. Va detto che i St. Prostitute sono comunque già noti sulla scena internazionale, complice i riscontri del debut album Here Come The Prostitutes e del tour di supporto ai Pretty Maids di qualche anno fa (lo stesso tour da cui fu estratto It Comes Alive – Live In Switzerland recensito da noi a questa pagina). E noi non possiamo che parlare bene del loro meritato successo sperando che vengano a trovarci in Italia.

Autore: St. Prostitute

Titolo Album: Glorified

Anno: 2015

Casa Discografica: Mighty Music

Genere musicale: Hard’N’Heavy, Rock’n’Roll

Voto: 7,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.stprostitute.com

Membri band:

Fussy Korsholm – voce, chitarra

Morten Korsholm – chitarra

Kris Freeze – chitarra

Jones Bak – basso

Jack Andy – batteria

Tracklist:

  1. Farewell & Goodbye

  2. Red Car

  3. City Lights

  4. All Mine

  5. L.A. Party

  6. Dead By Rock’n’Roll

  7. Running With Scissors

  8. Suicide Girl

  9. Leech

  10. Prima Donna

  11. Scream

  12. Such A Bliss

Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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18th Ago2015

Dirty Fingers – 250 Dollars

by Marcello Zinno

Dirty Fingers - 250 DollarsI Dirty Fingers (da non confondere con l’anonima hardcore band belga) sono tutti italiani e giungono al loro esordio discografico con tutte le fatiche delle band emergenti. Pur ricalcando in qualche scatto fotografico l’ironia dei Nofx, i Dirty Fingers si posizionano già dal primo brano nella calda scena dell’hard rock sanguigno o meglio del southern rock che si lascia ammaliare dalle sei corde heavy. Non a caso 250 Dollars è un lavoro che secondo noi potrebbe piacere molto, per note e per grafica, ai Pantera che furono, lasciando da parte però le influenze estreme che portò Mr. Anselmo ma focalizzandosi più sulle influenze texane dei fratelli Abbott (con tanto di passione sconfinata per Eddie Van Halen da parte di Dimebag Darrell, che anche qui trova una sua natura). Così il sound Dirty Fingers risulta graffiante e ruffiano, qualcuno potrebbe azzardare qualche accostamento con la scena glam losangelina, soprattutto grazie ad alcuni riff, ma secondo noi i Dirty Fingers hanno più una matrice hard rock che brilla stelle e strisce, un sound molto americano e molto incentrato sulla sei corde; infatti prima delle composizioni c’è una certa ricerca del sound che raggiunge la vetta proprio con il moniker della band ispirato al modello di pick-up “dirty fingers”.

Bella Heroes’ Days che ricalca un certo groove, elemento tipico dei riff targati Dirty Fingers, decisa invece I Am che punta più sull’heavy metal abbandonando appunto l’aria southern delle prime tracce. I brani sono comunque differenti per trame anche se al loro interno avremo preferito una maggiore varietà; va detto che lo stile è ben definito e nell’hard rock/hard’n’heavy i brani sono brevi ed essenziali, l’attitudine delle band è costruita più sul “tiro” che non su composizioni stratificate. Un buon esordio che merita però un’evoluzione stilistica per valorizzare le capacità di questa band rispetto a quanto l’hard’n’heavy ha già sfornato negli ultimi decenni.

Autore: Dirty Fingers

Titolo Album: 250 Dollars

Anno: 2015

Casa Discografica: Logic(il)Logic

Genere musicale: Hard Rock, Glam, Hard’N’Heavy

Voto: 6

Tipo: CD

Sito web: http://www.myspace.com/dirtyfingersvr

Membri band:

Gabriel Grisanti – voce, chitarra

Giorgio Nuzzo – batteria

Riccardo Menini – chitarra

Damiano Battaglia – basso

Tracklist:

  1. Back To The Move

  2. Whiskey

  3. Explosive Sound

  4. 250 Dollars

  5. Black Magic Night

  6. Dirty Fingers

  7. Heroes’ Days

  8. I Am

  9. Nothingness Dance

Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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30th Gen2015

Highway Dream – Wonderful Race

by Marcello Zinno

Highway Dream - Wonderful RaceCi sono band la cui musica vive all’interno di un CD o di un vinile ed altre che hanno davvero senso solo se messe su di un palco. Gli Highway Dream rientrano nella seconda categoria con il loro hard rock (anche hard’n’heavy) molto segnato dalla tradizione americana e da qualcosa di più vicino a noi. I brani del loro Wonderful Race sono lustrati proprio per raggiungere il culmine nelle esibizioni live: i riff, le aperture vocali e gli intermezzi…l’intero film è creato per “suonare”, nel vero senso della parola. Negli Highway Dream, tra l’altro italianissimi, potrete trovare tantissime formazioni del passato: dalle chitarre affilate in stile Van Halen (meno tecniche però!) all’approccio hard’n’heavy dei Whitesnake, dagli AC/DC più irrobustiti fino ai nostri Gotthard. Insomma un genere che ha dato il meglio ormai trenta anni fa ma che, ammettiamolo, è davvero duro a morire e che può tranquillamente essere riproposto tutt’oggi. Il quartetto non punta a ritmi veloci né a strutture tipiche del metal (ad eccezione di qualche passaggio come nel brano che dà il nome alla band), piuttosto usa la chitarra per dettare il ritmo e non per sconvolgere chi ascolta; le linee vocali di Isa Gorni sono in linea con questo modo di intendere la musica tanto da dare la giusta melodia in più di una occasione. L’esempio lampante è la stoppatissima Many Reasons, brano retto dalla chitarra (anche un po’ sola ad essere pignoli, avrebbe giovato una seconda chitarra) e dalla voce, quest’ultima spiccando come unico spiraglio di melodia.

Una sorta di ballad si presenta con Let Me Be Your Breath che però contiene troppi cliché: dal titolo al mood, inoltre è piazzata a metà scaletta e questo ce lo aspettavamo fin dalle prime tracce; ma non ce la fa ad essere una ballad a tutti gli effetti e quindi la chitarra elettrica esce fuori e combina l’animo romantico dei suoi quattro minuti con un po’ di verve; stesso copione con Some Stars… con la differenza che qui la scossa dopo oltre un minuto è maggiore. Noi li preferiamo nelle vesti più aggressive di Fallin’ Down, pezzi in cui una sei corde grezza prende a cazzotti chi si era fatto un’idea di band laccata. L’hard del combo è trascinante anche se in alcuni momenti una maggiore velocità avrebbe trascinato di più (Born To Be A Rockstar ci piace davvero), nonostante ciò sul palco sono da provare.

Autore: Highway Dream Titolo Album: Wonderful Race
Anno: 2014 Casa Discografica: Steet Symphonies Records
Genere musicale: Hard Rock, Hard’n’Heavy Voto: 6
Tipo: CD Sito web: http://www.highwaydream.it
Membri band:

Isabella “Isa” Gorni, voce – voce

Roberto “Roby” Zoppi, chitarra – chitarra

Gabriele “Gheghe” Frosi, basso – basso

Massimo “Max” Agliardi, batteria – batteria

Tracklist:

  1. Unbelievable

  2. Don’t Let You Die

  3. Highway Dream

  4. Many Reasons

  5. Let Me Be Your Breath

  6. Wonderful Race

  7. Like An Earthwuake

  8. Fallin’ Down

  9. Some Stars…

  10. Born To Be A Rockstar

Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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10th Gen2015

Wintergarden – The New Victorian

by Alberto Lerario

Wintergarden - The New VictorianNativi della Danimarca i Wintergarden sono un gruppo a conduzione familiare centrati sulla cantante Miriam Gardner ed il marito, polistrumentista produttore, Blake Gardner. La coppia ha iniziato a lavorare insieme nel 2011 rilasciando un EP Steampunk Deluxe tramite la propria label (e scuola musicale) Vocal Station. Successivamente si sono proposti tramite alcuni singoli, tra cui Breathe, inserita poi come opener track dell’album The New Victorian. Dalla copertina dell’album al titolo, si può intuire come l’intenzione musicale tenda ad essere ricercata. I Wintergarden indossano una maschera alternative metal-pop che porta subito alla mente Lacuna Coil, Sevendust e Halestorm. Cori orecchiabili e melodie la fanno da padrone durante tutto il disco, lasciando ai riff granitici (più o meno coinvolgenti) ed agli inserti elettronici il compito di portare il groove alle canzoni. Tra questo canovaccio di base spiccano la quasi progressive The Release e Can You Wait, in cui un interessante riff di base sostiene una voce soul creando un connubio insolito e molto interessante.

The New Victorian gode di una produzione di alto livello che valorizza canzoni dal sicuro impatto discografico, orecchiabili, anche se non sempre accattivanti. Come spesso accade questa scelta stilistica sacrifica l’innovazione ed il tecnicismo. Questo non vuol dire però che manchino degli spunti degni di nota, come in Can You Wait, dove la band danese è stata in grado di creare un Soul metallico. Ottimo debutto quindi dei Wintergarden, che danno l’impressione di sapere bene cosa vogliono. Bisogna ora vedere dove riusciranno ad arrivare.

Autore: Wintergarden Titolo Album: The New Victorian
Anno: 2014 Casa Discografica: Mighty Metal
Genere musicale: Hard & Heavy, Alternative Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.wintergarden.dk
Membri band:

Miriam Gardner – voce

Blake Gardner – chitarre

Darren Davis – chitarra

 

Tracklist:

  1. Breathe
  2. Take It
  3. Cinderella
  4. Iconoclast
  5. The Release
  6. Can You Wait
  7. Come Alive
  8. American Pop
  9. Scarlet Letter
  10. Log On
  11. Your Rhapsody
  12. Fade
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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01st Apr2014

Captain Jacobs – Good Luck…You Need It!

by Emanuele Tito

Captain Jacobs - Good Luck...You Need It!Una fantastica e sognante intro acustica con effetti in stile ambient ci introduce a Good Luck…You Need It, album di debuto dei Captain Jacobs. Le atmosfere sono quelle tipiche degli anni 80, in puro stile hard & heavy, difatti Il loro sound ricorda molto gruppi come Kiss e Alice Cooper, ma con un tocco di freschezza ed energia. Lovison e Fabris si occupano delle chitarre. La ritmica, portata da Fabris, è solida e dinamica, utilizza spesso accordi suonati con palm muting che fanno d’accompagnamento alla voce, per poi culminare in power chord o riff che ‘’aprono’’ i brani. Molto frequenti sono gli assoli, introduttivi o di tanto in tanto all’interno delle varie sezioni ritmica; uno più riuscito dell’ altro, li possiamo ascoltare in Child Of The Night, Fantasy Girl, Born Wild e così via. Lo stile è incentrato su di un tocco bluesy, con delle melodie ricercate che difficilmente si trovano in un chitarrista prettamente hard rock, e un buon utilizzo del pedale wah. Non mancano intermezzi acustici e armonizzazioni a più voci. Il cantato di Fabris è il tipico del gruppo hard & heavy: solitamente su note alte, chiaro e potente. Molto d’ effetto i ritornelli cantati, i quali rimangono subito in testa: We Drink Beer è un ottimo esempio. Di tanto in tanto si può sentire una voce un po’ graffiante e aggressiva: evidentemente Lovison si presta anche a seconda voce, riuscendo egregiamente (Child Of The Night contiene una parte cantata da quest’ ultimo). In Blue Emerald possiamo ascoltare un bell’effetto sperimentato sulla voce, il quale contribuisce a dare un’atmosfera particolare al brano.

Fabbris, invece, è la bassista che si è aggiunta al gruppo per la realizzazione di questo album. I giri di basso e le variazioni da essa suonate, danno un tocco di brio durante fill di batteria e pause. Un ottimo incastro ritmico, ma senza essere troppo rigido, soprattutto grazie allo stile vario di Lemoni, il quale utilizza vari cambi di cassa per non rendere mai ripetitivo o monotono ogni beat. Ci colpisce particolarmente 45 Minutes Long. Crediamo che non avranno nulla da ridire se azzardiamo una grossa somiglianza con una ballad dei Metallica: chitarra acustica con accordi arpeggiati e voce in stile Hetfield. Gran bel pezzo! Che dire, un grande disco che sostiene ottimamente la scena hard & heavy italiana, grandi capacità e idee, accompagnate da un buon lavoro di produzione: Good Luck…You Need It!

Autore: Captain Jacobs Titolo Album: Good Luck…You Need It!
Anno: 2013 Casa Discografica: Revalve Records
Genere musicale: Hard & Heavy Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.captainjacobs.com
Membri band:

Matteo Fabris – voce, chitarra

Marco ‘’Gif’’ Lovison – chitarra, voce

Sylvia Fabbris – basso

Alberto Lemoni – batteria

Tracklist:

  1. Rain
  2. Here We Are
  3. Child Of The Night
  4. Fantasy Girl
  5. Born Wild
  6. We Drink Beer
  7. Blue Emerald
  8. 45 Minutes Song
  9. Al Goes To Hollywood
  10. Run Run Run
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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11th Gen2014

AC Angry – Black Denim

by Alberto Lerario

x-defaultCon un nome come AC Angry (il moniker originale era quello meno evocativo di Taletellers) e titoli come Booze Horse e Rocker ci si potrebbe aspettare un po’ di sano e aggressivo hard rock old style. Questo è esattamente ciò che offrono i tedeschi AC Angry. Già conosciuti nel circuito live per aver suonato come supporto a band del calibro di Michael Schenker Group e Saxon. Immaginate un mix dei Motörhead, AC/DC, Zodiac Mindwarp, Turbonegro e avrete immediatamente l’immagine del suono hard rock proposto dalla band tedesca. Le chitarre sono sporche e ruvide e la sezione ritmica colpisce duro ogni singolo beat. La voce di Alan Costa si epsrime con graffio e passione e il risultato complessivo lascerà gli appassionati del genere indifferenti. Le tracce sono immediate accelerazioni hard rock nascono e muoiono sui riff creati dalla band che preferisce usare col contagocce i ricami tecnici. Gli assoli, quando presenti sono ben calibrati e puliti, anche se non brillano per estro o difficoltà, seguono gli schemi classici delle pentatoniche e per questo difficilmente si può sbagliare. Canzoni come Rock ‘n‘ Roller Roller Rolla!, It‘s Good To Be Bad, You Got The Thirst – I Got The Booze colpiscono fin dalla prima vibrazione l’ascoltatore grazie al groove coinvolgente e moderno che scaturisce dall’intreccio delle chitarre e dalla sezione ritmica. Possiamo apprezzare uno stile più classico invece in Hellrock Anthem e Rocker, che fanno l’occhiolino ai maestri australiani del genere.

Se non ricercate a tutti i costi innovazione e sperimentazione, ma siete più interessati a fare immersioni nel mare dell’hard rock sporco, ruvido, che sprigiona energia e passione da ogni nota, e che garantisce sempre puro piacere e divertimento, non lascetevi scapapre Black Denim degli AC Angry.

Autore: AC Angry Titolo Album: Black Denim
Anno: 2013 Casa Discografica: Dust On The Tracks
Genere musicale: Hard N’ Heavy Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.acangry.com
Membri band:

Alan Costa – voce, chitarra

Stefan Kuhn – chitarra

Dennis Kirsch – basso

Sascha Waack – Batteria

Tracklist:

  1. Booze Horse
  2. Rock ‘n‘ Roller Roller Rolla!
  3. It‘s Good To Be Bad
  4. You Got The Thirst – I Got The Booze
  5. Black Denim
  6. Like A Riot
  7. Motor
  8. Hellrock Anthem
  9. Rocker
  10. AC Angry
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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04th Apr2013

Sange:Main:Machine – By Your Side

by Rod

Un pezzo rock lo riconosci sin da subito. Dal modo in cui s’impadronisce del tuo corpo. Da quella strana alchimia che ti entra nelle ossa facendoti battere improvvisamente un piede o una mano al ritmo del beat, oppure da quando nel bel mezzo dell’assolo la faccia si contrae assumendo espressioni goduriose, cazzute e ritorte, stile Jack Black. È esattamente questo il modo in cui chi vi scrive ha somatizzato l’ascolto di By Your Side, ultima fatica dei Sange:Main:Machine, band bolognese dal dna sfacciatamente rock’n’roll. Un album che in sole sette tracce è capace di mostrare a più riprese una notevole potenza elettrica ed una non comune personalità musicale. Chitarre mai dome, paccate di batteria a volontà ed un basso sempre fluido ed in scia, sostengono senza soluzione di continuità la prova viscerale dell’ottimo vocalist Luigi “Sange” Sangermano. Con questo stile felicemente arroccato nella tradizione classica del rock (con svariate puntatine al glam anni ’80), ogni cosa sembra perfettamente a suo posto; lo si capisce a partire da By Your Side, pregevole overture semplice ed efficace, che parte con un bicordone alla Metallica dei tempi di Load per poi aprire il gas a manetta in adrenaliniche accelerate, capaci di trascinare l’ascoltatore per i capelli per quasi sei godibili minuti, destinazione “highway to hell”.

A seguire, troviamo l’interessante cover, o per meglio dire, il felice tributo ai Kiss, con Creature Of The Night, pezzo fondamentale della discografia della storica band che ai tempi dell’omonimo disco vedeva alle pelli il compianto drummer Eric Carr. Run Like Hell, è l’ennesimo episodio trascinante dell’album, caratterizzato da richiami Van Halen (soprattutto in apertura), un brano nel complesso godibile ed allo stesso tempo convincente. Born To Be Bastards e Beer’n’Roll, attingono a piene mani dalle sonorità rock blues e strizzano positivamente l’occhio a certe atmosfere selvagge e sfrontate dei Motley Crue. Sea Of Sadness è l’immancabile ballatona che ammorbidisce le sfuriate rock del full lenght; un episodio in cui il quintetto dimostra di trovarsi a proprio agio anche con il songwriting tipicamente mainstream, grazie all’abile costruzione di atmosfere più lente e rigorosamente ispirate all’epopea classic del genere musicale. Il Sogno, Il Volo, La Magia è l’ultima traccia di By Your Side, un brano che a livello strumentale riprende coerentemente il mood elettrico dell’intera raccolta. Pur avendo l’appeal giusto ed incontrando il gusto musicale di chi scrive, la composizione risulta palesemente penalizzata dal testo in italiano. Su questo brano il frontman Sange, risoluto interprete di personalità, non pare esattamente a suo agio come palesato altrove. C’è da lavorarci su.

Horns up per questa caparbia band di casa nostra ed al loro By Your Side, un album a cui non manca niente e che, al di là dei meriti musicali, va applaudito per l’impavida consapevolezza di voler mostrare una band viva in tutte le sue sfaccettature, dall’originalità dei brani proposti, all’attenzione per lo stile rock ed al rispetto per la grande tradizione, senza dimenticare l’audacia mostrata nel cimentarsi con un brano in italiano e con una cover non proprio semplice di una band amatissima in tutto il mondo come i Kiss.

Autore: Sange:Main:Machine Titolo Album: By Your Side
Anno: 2012 Casa Discografica: Street Symphonies Records
Genere musicale: Hard & Heavy Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.sange.it
Membri band:

Luigi “Sange” Sangermano – voce

Fabrizio “Mariachi” Gangemi – chitarra

Luca Capanni – chitarra

Tiziano DeSiati – basso

Beppe Montuori – batteria, percussioni

Tracklist:

  1. By Your Side
  2. Creatures Of The Night (Kiss cover)
  3. Run Like Hell
  4. Born To Be Bastards
  5. Beer’n’Roll
  6. Sea Of Sadness
  7. Il Sogno, Il Volo, La Magia
Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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03rd Apr2013

Axel Rudi Pell – Live On Fire

by Marcello Zinno

Prolifico come pochi, il biondo Axel Rudi Pell apre il suo 2013 con un doppio DVD che omaggia il tour dell’ultimo lavoro discografico Circle Of The Oath portato in giro sui palchi di mezza Europa. Con questa idea nasce Live On Fire, cofanetto che congela due performance di Axel e della sua band e li ripresenta al pubblico. Si tratta del live a Colonia girato ad ottobre 2012 (precisamente a Essigfabrik) nel primo CD e quello in occasione del Rock Of Ages Festival di Seebronn di luglio 2012 nel secondo CD. È lontano il tempo delle ballad (non da molto infatti abbiamo archiviato il suo The Ballad IV con cui reinterpretava suoi brani in chiave lenta), qui è la potenza dal vivo che esce fuori, non solo dal talentuoso chitarrista ma anche dagli ottimi musicisti da cui è accompagnato. Senza togliere nulla a tutti, un plauso va fatto all’instancabile Mike Terrana, ormai invischiato in mille progetti, in grado di trasmettere ritmo e quello sporco sapore dell’hard rock/heavy metal che pulsa nelle sue vene (un drum solo assolutamente impressionante); molto bravo anche Johnny Gioeli, con una voce molto particolare e americana nello stile che conferisce epicità e cattiveria al tempo stesso ai brani.

Molto toccante The Masquerade Ball che mette in luce tutti gli insegnamenti di Ronnie James Dio e della sua fede, che si ripresenta un pò in vari momenti del Nostro (Mystica) dispensando gioia ai fan dell’elfo e allungando la sua vita grazie ad un hard & heavy di classe; più moderne suonano Ghost In The Black e Strong As A Rock che riescono ad attirare grinta pur nella loro semplicità. I due show, nonostante siano caratterizzati quasi dalla stessa scaletta, risultano molto diversi tra loro: quello a Colonia è collocato in una data della band quindi davanti al proprio pubblico che, vero conoscitore dei brani, risulta essere anche un target più “amico”, mentre in occasione del festival tedesco i presenti sono qualche dozzina di volte più numerosi e in essi molti conoscono meno l’artista e la sua band. Pubblico diverso ma show sempre uguale, anche nelle piccole trovate e battute tra un pezzo e l’altro: copione ben scandito, ripetuto ai vari show. Va ammesso però che i ragazzi impiegano anche la stessa dose di energia, indipendentemente da quante sono le persone che si trovano di fronte al palco, e questo è un grande punto a loro favore. Da segnalare l’assolo del tastierista Ferdy Doernberg che insieme alla esecuzione di Carousel, piacevole ma non unica, e alla jam session allegata rappresentano gli unici momenti presenti nello show di Colonia e non ripetuti al Rock Of Ages.

Nel secondo DVD sono inclusi inoltre dei contenuti speciali: un’intervista ad Axel, che in realtà non svela nulla che un normale metaller non possa già immaginare, un’intrusione nella casa del chitarrista con un pò di chiacchiere più personali e il video della cover di Hallelujah, brano di Leonard Cohen portato al successo da Jeff Buckley. Quindi un’uscita molto ricca che delizierà sicuramente i fan di Axel e che svelerà a chi non lo conosce al meglio le potenzialità live di questa tecnicissima band.

Autore: Axel Rudi Pell Titolo Album: Live On Fire
Anno: 2013 Casa Discografica: SPV/Steamhammer
Genere musicale: Hard’n’Heavy, Heavy Metal Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.axel-rudi-pell.de
Membri band:

Axel Rudi Pell – chitarra

Johnny Gioeli – voce

Mike Terrana – batteria

Ferdy Doernberg – tastiera

Volker Krawczak – basso

Tracklist:

CD 1 Colonia, Essigfabrik (18 ottobre 2012):

  1. The Guillotine Suite (intro)
  2. Ghost In The Black
  3. Strong As A Rock
  4. Before I Die
  5. The Masquerade Ball / Casbah / Dreaming        Dead / Whole Lotta Love / Dreaming Dead
  6. Drum Solo
  7. Mystica / Mistreated / Mystica
  8. Oceans Of Time
  9. Circle Of The Oath
  10. Fool Fool
  11. Keyboard Solo / Carousel / Jam / Carousel
  12. Tear Down The Walls / Nasty Reputation
  13. Rock The Nation

CD 2 Rock Of Ages Festival (28 luglio 2012):

  1. The Guillotine Suite (intro)
  2. Ghost In The Black
  3. Strong As A Rock
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Category : Recensioni
Tags : Hard N' Heavy
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