Deep Purple – Shades Of Deep Purple
La storia dei primi album dei Deep Purple offre uno sguardo affascinante nell’oscuro regno di rock sinfonico delle origini del gruppo. Questi dischi confermano quanto sia stato difficile e quanto abbiano dovuto sudare per raggiungere lo status di leggenda del rock. Le vicissitudini della band ed i numerosi cambi di line up hanno reso il nome Deep Purple sinonimo di un certo tipo di musica rock, un marchio di fabbrica che caratterizza un suono più che dei membri di un gruppo. Nel 1967, Ritchie Blackmore , Jhon Lord, Ian Paice, Nick Simper e Rod Evans formano la prima di molte versioni dei Deep Purple. Shades Of Deep Purple è il loro album di debutto, ed è stato registrato in soli due giorni. Questi ragazzi smaniano dalla voglia di varcare la soglia dello show business e fondamentalmente portato il loro live set in studio con loro. Anche se le circostanze affrettate di registrazione portano la band a registrare su disco numerose cover, invece di accontentarsi di una riproduzione superficiale di brani altrui, i Deep Purple aggiungono qualcosa di speciale per ognuno di essi. Il brano Hush, scritto da Joe South nel 1967, è considerato un punto fermo dell’r&b. La rivisitazione in chiave hard rock dei Deep Purple fu completamente ignorata in Gran Bretagna, mentre salì al numero quattro delle classifiche statunitensi. Il boom del brit rock in pieno svolgimento in quegli anni coinvolge, neanche a dirlo, la band di Hertford che include nella loro prima registrazione in studio il brano Prelude: Happiness / I’m So Glad. La canzone in realtà offre a Blackmore spazio per soddisfare le suoi notevoli capacità con la sei corde.
Forse più significativo, è anche il primo esempio documentato dei tentativi insistenti di Jhon Lord di fondere la musica classica con il rock, infatti la prima parte del brano Prelude: Happiness fa parte di Sheherazade del compositore Nikolaj Rimskij Korsakov. Le altre cover remake sono altrettanto curiose. Nel 1967 Jimi Hendrix aveva segnato con la sua versione di Hey Joe, il suo album di debutto Are You Experienced. Da allora un giovane Blackmore ha dipinto idealmente un enorme bersaglio nella sua mente sognando di raggiungere quel livello, cosa che gli riuscì presto e piuttosto bene dato l’enorme talento a disposizione. Da ragazzi ambiziosi quali erano i Purple non potevano che aspirare ed ispirarsi ai Beatles. Rifare i brani di Lennon e McCartney nel 1968 (e anche in epoca moderna) porta molto spesso a risultati tragicomici. Questo non è il caso dei Deep Purple con Help però. Rallentata al punto giusto da trasformare la canzone in un lamento blues. Dei quattro brani originali scritti in Shades Of Deep Purple Mandrake Root risulta il più convincente e duraturo. La band ha incluso questa traccia nei loro live per anni. Un classico in cui è possibile riconoscere uno dei primi esempi del poderoso dialogo tra il riffing di chitarra di Blackmore e le tastiere di Lord, che caratterizzerà il suono stesso della band. Secondo le note di copertina, il suono della la bomba che si spegne a metà traccia proviene direttamente dalla libreria degli effetti sonori della BBC.
Un album più di importanza storica che di reale valore compositivo, Shades Of Deep Purple però ascoltato con il senno di poi, lascia intravedere tutti gli elementi che porteranno ai capolavori futuri della band che fin dal principio oltre a mostrare grinta e passione ci regala un primo assaggio di talento musicale.
Autore: Deep Purple | Titolo Album: Shades Of Deep Purple |
Anno: 1967 | Casa Discografica: Parlophone, Tetragrammaton |
Genere musicale: Hard Rock | Voto: 7 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.deeppurple.com |
Membri band:
Ritchie Blackmore – chitarra Rod Evans – voce Jhon Lord – tastiere Ian Paice – batteria Nick Simper – basso |
Tracklist:
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