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20th Lug2021

Lacero – Orso Polare

by Marcello Zinno
1/3 di grunge, 1/3 di noise e 1/3 di rock lo-fi: questo il contenuto del cocktail a nome Lacero, duo project (anche se prende il nome del mastermind e autore di tutti i brani) che in soli tre giorni di registrazione ha creato Orso Polare, un album che dalla copertina non dice proprio nulla (molto debole infatti l’artwork). L’idea di essere scarni, sia per quanto concerne la line-up sia per gli effetti utilizzati (distorsione povera), rende chiaro che non ci troviamo dinanzi ad un progetto pretenzioso, piuttosto una proposta “alternativa” ma che in realtà soffre un po’ di questa natura “di serie B”. Rock distorto ma in cui spesso non si sente il basso, ritmiche impulsive che si sprigionano senza un criterio razionale e un senso di artigianalità che sembra affossare il progetto tra le millemila band che suonano ancora nel garage o nella sala prova sgangherata. Poi però le cose prendono una direzione diversa e si percepisce una volontà del progetto di trovare un’identità più particolare, tramite una ricerca che seppur sia distante da paesaggi sperimentali vuole giocare con certe costruzioni compositive, rallentare ed esprimere emozioni. Non ci riferiamo tanto a Chi Aveva Ragione, in cui una certa ricerca melodica non compensa un senso di incompiutezza generale, di volontà espressiva ma con mezzi scarsi, ci riferiamo alla più riuscita Silvi dove però si opta per una chitarra acustica e l’essenzialità ha una forma già finita di suo e ci piace ma anche a Imperdonabile Leggerezza in cui la struttura canzone assume un significato proprio.

Anche nella seconda parte della tracklist sono sempre più frequenti i momenti più ragionati, con un rock calibrato e meno impulsivo. La resa è decisamente migliore anche se si sente la mancanza di una vera band che dia il suo contributo e che arricchisca la proposta. Un album che sembra uno sfogo ma che in realtà con maggiore attenzione, compositiva e realizzativa, in più avrebbe potuto guadagnare una sua collocazione tra le nuove uscite.

Autore: Lacero Titolo Album: Orso Polare
Anno: 2021 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Rock Lo-Fi Voto: 6
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/iamlacero/
Membri band:
Lacero – voce, chitarra, basso
Guido Torresani – batteria
Tracklist:
1. Ci Svuota Le Membra
2. Agio
3. Chi Aveva Ragione
4. Zolletta
5. Silvi
6. Orso Bipolare
7. Imperdonabile Leggerezza
8. Perdere Conoscenza
9. Dominio
10. Dalla Mia Parte
11. Passo Dopo Passo
12. Opaco
Category : Recensioni
Tags : Lo-fi
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28th Lug2019

Spacejam – Lift Off

by Marcello Zinno
Band multipaese gli Spacejam, moniker che farebbe tornare alla mente le grandi opere di Michael Jordan ma non c’entra nulla. Uno schietto EP di indie rock lo-fi, così potremo presentarvi Lift Off, 4 brani con la chitarra distorta ed acerba ma ben costruiti; ricetta standard, rock sincero, produzione essenziale, una manciata di minuti di chitarra elettrica che giungono fin dal primo ascolto. Rock che viene direttamente dal garage di questi tre ragazzi e non si pone nessun obiettivo audace se non quello di comunicare ed esprimere quanto i ragazzi hanno da dire. Bella Touch Of Life con la chitarra psycho-ska e il basso profondo con il suo pattern morbido e continuo, si sente il sapore del punk dietro le liriche di Sebastian Parris nonostante questo brano non presenti una chitarra dai toni aperti perché il punk passa anche per queste coordinate. Con Save My Soul il power trio si dedica ad un pezzo più pensato, cupo, dalle sponde quasi hard’n’heavy, una traccia che fa intuire delle differenti linee di evoluzione futura per il progetto e che ci incuriosiscono davvero. L’intro di Seven & Seventeen rubacchia qualcosa da Satisfaction ma subito si intuisce che le intenzioni del combo sono diverse e piazzano un brano che, con suoni più raffinati, potrebbe essere un’ottima hit da radio, magari poi accompagnata da un bel videoclip.

Lift Off ascoltato estemporaneamente è un demo come ne abbiamo ascoltati tanti ma noi siamo pronti a scommettere che sotto questi tre musicisti c’è davvero della stoffa e, aiutati da una produzione più centrata, sicuramente gli Spacejam sono in grado di realizzare un full-lenght di assoluto valore. Noi lo aspettiamo.

Autore: Spacejam Titolo Album: Lift Off
Anno: 2019 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Lo-fi, Indie Rock Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/spacejamofficiel/
Membri band:
Sebastian Parris – voce, chitarra
Ali Lassab – basso
KC Elstun – batteria
Tracklist:
1. Learning To Fly
2. Touch Of Life
3. Save My Soul
4. Seven & Seventeen
Category : Recensioni
Tags : Lo-fi
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03rd Mar2019

Manica – La Faccia Degli Dei

by Marcello Zinno
Le manifestazioni hanno sempre, o quanto meno dovrebbero avere, una guida, una voce che incita il pubblico, lo coinvolge sotto il cappello delle medesime idee…un coinvogliatore. Se la musica fosse una manifestazione di giovani, Manica per noi sarebbe il perfetto paroliere, colui che sembra un cantautore ma ha quel sapore di grunger sballato che negli anni 90 guadagnava tanto fascino, per nulla laccato a livello di songwriting, fa del suo essere lo-fi una genuinità intrisa nella sua musica. L’opener, che richiama proprio un Johnny Cash lo-fi “de noartri”, è un buon biglietto da visita per il sound Manica anche se l’artista si spinge addirittura a coverizzare un artista rap come Marracash (la sua versione di Parole Chiave sostituisce la parte elettronica ad una chitarra muta ed una sezione ritmica a cadenza fissa). In alcuni passaggi, come nell’ultima traccia ispirata alle convinzioni che poi non si dimostrano essere corrette, ci sembra di risentire qualcosa in stile Management Del Dolore Post-Operatorio più acustici, la stessa lingua appuntita, le medesime cadenze (alcune) e simili messaggi.

La Faccia Degli Dei è il divertissement di Manica, forse da non prendere troppo sul serio o forse sì, uno sfogo non tanto crudo seppur sia un album ruvido per essere davvero considerato un prodotto finito. Punk nello spirito, lo-fi nell’approccio.

Autore: Manica Titolo Album: La Faccia Degli Dei
Anno: 2019 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Cantautorato Lo-Fi Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/MANICApaginamusicale/
Membri band:
Manica – voce, chitarra
Matteo Dell’Aglio – batteria, percussioni
Lorenzo Mazzilli – chitarra, basso, fiati, cori

Special guest:
Fabio “Dandy Bestia” Testoni – chitarra in La Libertà In Questo Paese
Tracklist:
1. La Libertà In Questo Paese
2. Parigi
3. Parole Chiave
4. Marina E Ulay
5. Teoria Dei Buchi Neri
Category : Recensioni
Tags : Lo-fi
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20th Gen2019

Dissociative – Ice Cream

by Marcello Zinno
Il duo Dissociative continua il proprio percorso musicale, alternativo, vintage e perché no, particolare. Con Ice Cream piazza un nuovo album dalla durata complessiva limitata ma non per questo poco interessante. Anzi, nella sua semplicità stilistica Ice Cream è un lavoro davvero consigliato soprattutto per chi ama l’hardcore melodico e magari non è un sostenitore a tutti i costi dei ritmi serrati. Ma Ice Cream non è un album hardcore, chiariamolo, lo potremo definire un album punk lo-fi scanzonato, un insieme di tracce dove l’elettricità poco prodotta tipica degli anni 90 si scontra con dei tempi alla The Clash cercando però di risultare più leggeri e non “impegnati” ma soprattutto alla Green Day prima maniera (ascoltare la titletrack). Un vero salto nel passato, quando si suonava in saletta, ci si lanciava in un riff e una melodia e nasceva un pezzo: così sarà nato questo lavoro, con poche ambizioni e poche risorse ma con tanto rock. In 2 Minutes compaiono anche dei cori e delle doppie voci mentre in Technology, seppur sia un brano privo di batteria, sembra di essere teletrasportati all’interno di un concerto proprio di hardcore melodico. In Nothing la dose rock diviene più potente scalfendo alcuni ingredienti metal, ma si tratta solo di uno sfogo perché con le altre tracce si torna alle coordinate del duo.

Un album viscerale e molto poco laccato. Come il rock dovrebbe essere. Scritto per essere suonato, proposto per essere presentato in sede live.

Autore: Dissociative Titolo Album: Ice Cream
Anno: 2018 Casa Discografica: Norway Records
Genere musicale: Punk Lo-Fi Voto: 6
Tipo: CD Sito web: https://www.facebook.com/dissociativee/
Membri band:
Alessandro De Cecco – chitarra, voce
Jessica Bortoluzzi – batteria
Tracklist:
1. Cake In The Face
2. Expering Inspiration
3. Ice Cream
4. Foxtrot
5. 2 Minutes
6. Technology
7. Nothing
8. Move The Washing Machines
9. They Are Not Well
10. The Cat Is Washing

Category : Recensioni
Tags : Lo-fi
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28th Ago2018

Le Hen – Alibi

by Marcello Zinno

Le Hen - AlibiCoraggio. Indubbiamente la band Le Hen ha avuto un enorme coraggio a pubblicare quest’album. 33 minuti di musica ripartiti in due CD, non un lato A e un Lato B come il back del packaging farebbe intuire, ma due CD separati il che avrebbe fatto sperare in una durata totale ben più cospicua. Coraggio perché è ovviamente un album autoprodotto, nessuna etichetta (o quasi) avrebbe promosso una scelta così, anche alla luce del genere musicale di riferimento che erroneamente potrebbe essere scambiato per punk rock, piuttosto noi lo inseriamo in un post-punk a tratti rock lo-fi che alterna sprazzi di melodie amare con riff elettrici e casinari. Le similitudini delle linee vocali con Giovanni Lindo Ferretti, abbastanza chiare già nell’opener, potrebbero trarre in inganno: lo spirito sembra vicino ma lo spessore così come la timbrica sofferente ed anarchica di Ferretti sono molto distanti; sicuramente Le Hen si ispirano ad un certo garage rock che si potrebbe collocare a cavallo tra gli anni 80 e i 90, anche se a nostro parere dal punto di vista del songwriting i brani potevano essere molto più curati.

Non a caso questi due CD andrebbero visti come due demo più che come un album nel senso completo del termine, l’approccio seguito infatti è da vagito rock in attesa di trovare una identificazione musicale che abbia una forma più completa, diciamo finita. Si differenzia nei testi, nel primo CD in italiano nel secondo in inglese; anche il fatto che il secondo dischetto propone musiche meno ispide, più facilmente avvicinabili ad un primo ascolto, e un legame più emotivo tra le liriche e la musica rispetto all’altro CD crea un ulteriore distinguo. Per il resto Alibi è un album che sfoggia un certo femminismo più che una femminilità, e questo si badi è un punto di forza, ma che a nostro parere andava curato maggiormente sia in termini di suoni che di costruzioni musicali per crearsi uno spazietto nel rock moderno emergente.

Autore: Le Hen

Titolo Album: Alibi

Anno: 2018

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Post-Punk, Lo-Fi

Voto: 5

Tipo: CD

Sito web: https://www.facebook.com/LeHenBand/

Membri band:

Carlotta Chiodi – voce, chitarra

Isabella Cioccolini – basso

Rita Felicetti – batteria

Tracklist:

Disc 1:

1. Non Credo

2. Abore Bio

3. Maledetto Fa

4. Taffetà

Disc 2:

5. Crime 1001

6. Side Effect

7. Self Sybilla

8. Finally

Category : Recensioni
Tags : Lo-fi
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13th Ott2017

Die! Die! Die! – Charm. Offensive.

by Marcello Zinno

Die! Die! Die! - Charm. Offensive.Dando uno sguardo all’estero si notano una serie di fenomeni che in Italia non sono ben noti o sono quanto meno di nicchia. Non per forza in altri Paesi questi fenomeni incontrano il successo del pubblico o della critica ma vanno osservati per comprendere come si muovono le dinamiche musicali altrove. I Die! Die! Die! sono neozelandesi e giungono questo mese al sesto album, non sono quindi proprio alle prime armi, ma possiamo dire che se Charm. Offensive. uscisse in Italia da una band italiana non avrebbe un gran mercato. Sarebbe una di quelle uscite indie sperimentali, con suoni molto ovattati, quasi fuzz, melodie strampalate, incursioni nella new wave, echi alla sei corde e un approccio complessivo molto dedito al lo-fi. Probabilmente è questo il contesto migliore in cui collocare il progetto alle soglie del 2017, il lo-fi: l’intento di eliminare ogni attenzione in fase di produzione e di ricercatezza sonora e affidarla invece all’esplosione esecutiva, senza seguire regole ben precise, ma con il solo intendo di attaccare i nostri timpani. Un album praticamente live, da ascoltare dal vivo, forse lì le spigolature sperimentali potrebbero trovare una giusta interpretazione.

Brani da rave party (Demon And The Street) si alternano con momenti più interessanti (Sinister) in una visione che non è propriamente rock ma semplicemente voglia di suonare, desiderio di esprimersi. Dal nostro punto di vista avremo optato per suoni molto diversi, si ascolti il basso dell’opener ad esempio o la cupa e un po’ troppo insipida My Friend Has A Car He Starts With A Hammer (What Has Been Seen Can’t Be Unseen), però sono scelte che rispecchiano il modo di intendere il proprio stile musicale e per questo vanno rispettate. Difficile però, almeno per noi, apprezzarle.

Autore: Die! Die! Die!

Titolo Album: Charm. Offensive.

Anno: 2017

Casa Discografica: Sounds Of Subterrania

Genere musicale: Rock, Alternative Rock, Indie Rock, Lo-fi

Voto: 4,5

Tipo: CD

Sito web: http://www.diediedie.co.nz

Membri band:

Andrew Wilson – chitarra, voce

Michael Prain – batteria

Rory Attwell – basso, voce

Tracklist:

  1. How Soon Is Too Soon? (It’s Not Vintage Its Used)

  2. Glacial Pace

  3. Bottlecaps And Phones (I Can’t See You)

  4. Window In My Pocket

  5. My Friend Has A Car He Starts With A Hammer (What Has Been Seen Cant Be Unseen)

  6. Still Echos

  7. S I N I S T E R

  8. For Melody

  9. DEMON And The Street

  10. Caterpillar

  11. Bite My Lip

Category : Recensioni
Tags : Lo-fi
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24th Mag2017

Lomax – Oggi Odio Tutti

by Marcello Zinno

Lomax - Oggi Odio TuttiLomax, power trio dal duplice animo: da un lato il loro stile è tipico della scena indie attuale, fatto di testi irriverenti contro l’umanità e riff che stridono melodie sghembe, dall’altro sia le linee vocali sia le distorsioni varie rendono il sound più punk/grunge. Ascoltate infatti un brano a caso del nuovo Oggi Odio Tutti e immaginatelo con una produzione molto più pulita: ecco trovare sponde indie alternative…ma i Lomax hanno intenti molto più “cattivi”. Sicuramente il profilo vocale è un aspetto che li contraddistingue, anche se noi li avremo preferiti con parti cantate realmente e non doppie voci urlate. Musicalmente interessanti, i Lomax fanno del lo-fi un’arma di seduzione ma riescono comunque a trovare un loro equilibrio evitando di cadere nel noise fine a se stesso. Le liriche sono tutte ispirate, come suggerisce il titolo, ad un odio contro il prossimo e, anche se abbastanza inflazionato come tema, va riconosciuto ai Lomax di esprimerlo in maniera molto spontanea e senza mezze misure. Su questo almeno ci siamo.

Un grosso plauso va al packaging dell’uscita che presenta una seconda copertina in 3D e una tasca esterna contenente booklet A4 con testi, artwork e CD. Una trovata assolutamente geniale che da sola spinge all’acquisto di un’uscita (potremo dire) indie lo-fi, genuina anche se da raffinare.

Autore: Lomax

Titolo Album: Oggi Odio Tutti

Anno: 2017

Casa Discografica: Red Eyes Dischi

Genere musicale: Lo-Fi, Grunge

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: http://lomaxilcomplesso.tumblr.com

Membri band:

Valentina Gallini – chitarra, voce

Matteo Capirossi – basso, voce

Greta Lodi – batteria

Tracklist:

  1. Rigore

  2. Oggi Odio Tutti

  3. Manhattan

  4. Fuoco

  5. Non Vedo L’ora Che Muori

  6. Dio

Category : Recensioni
Tags : Lo-fi
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23rd Nov2016

Cactus? – Sorry For My Accent

by Marcello Zinno

cactus-sorry-for-my-accentChi pensa che aggiungere strumenti, musicisti e ammennicoli tecnologici possa rendere la proposta musicale di una band più interessante, prima o poi è destinato a sbattere il naso contro il muro. Formazioni “essenziali” in tutto e per tutto sono lì a dimostrarcelo e il fenomeno dei duo project ha molto da dire in questo. Anche il trio dal nome Cactus? centra questa filosofia artistica, con il suo EP da 16 minuti scarsi in cui è proprio l’essenzialità a farla da padrone, scelta che sfocia in un sound lo-fi che troppo spesso fa rima con la parola “noise” mentre nel loro caso suona meglio con “indie rock”. Dalle prime due tracce si sente questo sapore crudo e schietto, giovanile, non perfetto; noi avremo optato per delle linee vocali diverse che invece di enfatizzare questa ruvidità avrebbero smussato virando verso suoni più puliti in modo da creare un buon contrasto. In Shove It sembra ad esempio di sentire un Robert Smith (The Cure) ispirato, sovrastato da tonnellate di elettricità. Ma i Cactus? sono così, veraci in tutto e per tutto. Anche la trasversalità dei The Clash sembra giungere sotto strati di cute del trio in questione, ma si parla di ascolti e ascolti, in superficie resta evidente la loro energia e la scossa esplosiva del loro indie rock.

Con Naban sembra che i Nostri assumino un approccio più controllato e potrebbero essere questi i binari che la maturità suggerirà loro di percorrere; eppure il pezzo che ci dà più energia è l’opener I Don’t Think It’s Good For You To Stop Smoking con le sue chitarre stonate molto Pavement (ma con 100 bpm in più) e l’incedere che incalza e potrebbe fareproseliti tra i fan dei The Wombats. Stiamo divagando, il succo è che i Cactus? meritano 16 minuti del vostro tempo per essere ascolti. Anche molto di più di 16 minuti.

Autore: Cactus?

Titolo Album: Sorry For My Accent

Anno: 2016

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Indie Rock, Lo-fi

Voto: s.v.

Tipo: EP

Sito web: https://www.facebook.com/cactus.question.mark

Membri band:

n.d.

Tracklist:

  1. I Don’t Think It’s Good For You To Stop Smoking

  2. Still Alone

  3. Brit Boy Surfs At The Disco

  4. Shove It

  5. Dunno

  6. Naban

Category : Recensioni
Tags : Lo-fi
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03rd Nov2016

The Rambo – The Stabbing

by Marcello Zinno

the-rambo-the-stabbingOrmai il filone dei progetti a due componenti è esteso ed è una realtà indiscutibile. All’interno di questo la vena rumoristica occupa sì una posizione di nicchia (soprattutto per gli ascolti) ma risulta anche una delle espressioni più spontanee e canoniche per chi fa di due o pochi strumenti un’interpretazione musicale. Così anche i The Rambo si lanciano da qualche anno in questo percorso che potremo definire lo-fi/noise con un forte accento rock’n’roll. In vari momenti sembra di ascoltare la versione più sgangherata e low profile dei The Cyborgs, maggiormente essenzialista e non curante della produzione. Trame elettrificate e ritmi incalzanti costruiscono la maggior parte dell’immaginario musicale dei The Rambo, un prodotto da alcuni punti di vista (volutamente) scarno, rumoroso e minimalista che dà un colpo al ritmo e un altro al DIY senza aspettative particolari. Tombstone Blood e M / L sono i momenti più frizzanti del lotto, quelli dai quali le idee vengono pescate per poi essere inserite, con un po’ di senso dell’annacquamento, negli altri momenti. Una prova piacevole solo per chi ama incondizionatamente la musica lo-fi.

Autore: The Rambo

Titolo Album: The Stabbing

Anno: 2016

Casa Discografica: Il Verso del Cinghiale Rec., Villa Inferno, Wallace Records, Cloudhead Records

Genere musicale: Lo-Fi, Noise

Voto: 5

Tipo: CD

Sito web: http://therambo.bandcamp.com

Membri band:

J. Marsala – chitarra, voce, sampler

Bang L.A. Desh – batteria

Tracklist:

  1. Like A Knife

  2. Trauma

  3. M / L

  4. Rhythm Of The Nightmare

  5. My Soul’s Deformed

  6. Tombstone Blood

  7. The Business Zoo

  8. Overdose

Category : Recensioni
Tags : Lo-fi
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13th Ott2016

Artista Sconosciuto – Zero Totale

by Marcello Zinno

Artista Sconosciuto - Zero TotaleUn’idea geniale quella di presentare questo progetto in questo modo. Artista Sconosciuto il nome della band. Informazioni in rete? “Zero totale”, come il titolo del suo (o del loro) album. Stanno a zero anche i pregiudizi, soprattutto per la stampa, musica al centro di tutto anche perché l’unica cosa che si conosce sono i titoli delle nove tracce che sfiorano la mezz’ora di ascolto. Poi nient’altro. L’idea dell’album risulta subito essenziale, scheletrica, ridotta all’osso, come se Artista Sconosciuto fosse una sorta di one man band che in ogni passaggio imbraccia suoni e/o strumenti diversi. Dentro ci si trova un po’ di tutto, dal cantautorato, al lo-fi, da Capossela ai CCCP, altalenando tra momento rallentati come da moviola ed altri più vivi, eppure il tutto non ci convince. La prima parte di Solo Cose Legali, Ti Amo E Non Guardare sono i momenti più interessanti, quelli in cui la musica assume una forma più accesa, al contrario di Le Campane e Una Tomba che invece puntano tutto su una melanconica atmosfera decadente che ci scivola addosso, forse perché siamo alla ricerca di riff vivi mentre sono solo le linee vocali e alcuni elementi troppo cadenzati che emergono purtroppo annerendo il tutto.

In Tutto Tace si trova una forma canzone, uno stile diverso, uno spirito quasi blues, dei binari da cui partire per dare una musicalità più rotonda alle proprie idee. E forse è questo il percorso che va imboccato per l’Artista Sconosciuto, almeno a nostro parere.

Autore: Artista Sconosciuto

Titolo Album: Zero Totale

Anno: 2016

Casa Discografica: Autoproduzione

Genere musicale: Cantautorale, Lo-fi

Voto: 5

Tipo: CD

Sito web: n.d.

Membri band:

n.d.

Tracklist:

  1. Il Principe Azzurro

  2. Le Campane

  3. Solo Cose Legali

  4. Ti Amo E Non Guardare

  5. Tutto Tace

  6. Una Tomba

  7. Murata Viva

  8. Zero Totale

  9. Essere Idioti

Category : Recensioni
Tags : Lo-fi
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