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02nd Ott2012

Motörhead – No Sleep ‘Til Hammersmith

by Gianluca Scala

No Sleep ‘Til Hammersmith non è solo il titolo di questo bellissimo live album, era una vera e propria dichiarazione di intenti. Siamo davanti al primo album dal vivo pubblicato all’inizio degli anni ’80 dal nostro terribile trio di musicisti scalmanati, nonchè anche un vero capolavoro di esplosività che dimostrò al mondo la potenza dei Motörhead in sede live. Uno degli album più violenti della storia del rock, ascoltandolo infatti si nota una band che sta attraversando il suo periodo d’oro capace di riarrangiare i brani più classici della sua discografia in una maniera spaventosamente martellante. Le registrazioni risalgono agli show che i Motörhead tennero dal 28 al 30 di marzo del 1981 a Leeds e a Newcastle durante quello storico tour inglese (eccetto il brano Iron Horse/Born To Loose risalente all’anno precedente). In totale undici i brani che compongono la scaletta di questo storico album dove Lemmy si dice sia stato in un primo momento in disaccordo con la label, visto che lo pubblicò senza il consenso della band in quel periodo impegnata in un tour in giro per gli USA. Nonostante ciò bisogna considerare che No Sleep ‘Til Hammersmith fu un grosso successo di vendite secondo solo al fortunato Ace Of Spades che la band stava supportando proprio in quella tournée, ed entrò nelle classifiche inglesi nella posizione n.1 (traguardo difficilmente raggiunto negli anni successivi nonostante i Motörhead non avessero mai abbassato i livelli di potenza nella loro proposta musicale).

Qui ci troviamo ad ascoltare tutto il meglio del gruppo pubblicato sino ad allora, dalla title track del loro bellissimo Ace Of Spades, passando per gli altri brani micidiali come The Hammer, No Class, la granitica Overkill, fino all’ultimo poker calato sulle teste dei loro fan: stiamo parlando di (We Are) The Road Crew, Capricorn, Bomber e della bellissima Motörhead, primo grande inno della band. Dei veri “motorclassici” aggiungiamo noi. Ancora oggi questo disco mette addosso sensazioni energiche di una carica inesauribile, un disco che non ti stanca mai e che riesce a farti sentire vivo per quanta adrenalina  riesca a caricarti addosso. Inoltre la band ha pubblicato un doppio album (complete edition)  per il suo 20° anniversario di vita sottotitolato Expanded che comprende le registrazioni originali più altre canzoni della band tratte da vari concerti. Questa è stata la prima vera testimonianza sonora dal vivo che Lemmy e soci hanno dato in pasto ai loro fan nel corso della loro carriera ultratrentennale, ne seguiranno tanti altri a suggellare la loro importanza nel mondo metal circostante, mentre a noi resta solamente il compito di rimanere fedeli alla linea rockeggiante che i motorhead sanno tracciare con la loro superba musica fatta di rock’n’roll.

Autore: Motörhead Titolo Album: No Sleep ‘Til Hammersmith
Anno: 1981 Casa Discografica: Bronze Records
Genere musicale: Rock’N’Roll Voto: 10
Tipo: CD Sito web: http://www.imotoread.com
Membri band:

Lemmy Kilmister – basso, voce

Fast Eddie Clarke – chitarre

Phil “Animal” Taylor – batteria

Tracklist:

  1. Ace of Spades
  2. Stay Clean
  3. Metropolis
  4. The Hammer
  5. Iron Horse/Born to Lose
  6. “No Class
  7. Overkill
  8. (We Are) the Road Crew
  9. Capricorn
  10. Bomber
  11. Motörhead
Category : Recensioni
Tags : Motörhead
3 Comm
25th Set2012

Motörhead – Ace Of Spades

by Gianluca Scala

Eccoci arrivati a parlare di Ace Of Spades, quello che viene considerato da molti come il miglior studio album dei Motörhead ed anche uno dei più fortunati sotto il profilo delle vendite avendo raggiunto la 4° posizione nelle classifiche inglesi, fattore che riuscì a dare molta notorietà alla band sia in Gran Bretagna che nel resto dell’Europa. Rispetto ai precedenti lavori Ace Of Spades si distingue, è reso forte dalla sua esecuzione perfetta e dalla sua graniticità assoluta, la voce di Lemmy erutta catrame e alcool sovrastando la montagna di elettricità sprigionata da brani come Fast And Loose, la corrosiva title track, Fire Fire, in una simbiosi che annulla le distanze tra la band stessa ed i propri fan. L’album inizia con l’omonima traccia, canzone per molti leggendaria e secondo noi tra le più belle mai prodotte dai Motörhead, vero inno alla sfortuna di chi vive ai margini della società e che comprendeva delle lyrics davvero corrosive (memorabile il verso centrale “you know I’m born to loose, and gambling’s for fools, but that’s the way I like it baby I don’t wanna live forever…And don’t forget the joker!”). Seguivano subito altri due grandi brani come Love Me Like A Reptile e sopratutto Shoot You In The Back in cui Lemmy descrive in una sola canzone tutta la sua passione per i film western.

Live To Win invece si distingue dagli altri brani per la presenza di lunghissimi riff di chitarra che meglio esprimevano la nascente corrente heavy metal britannica di quei anni, ossia la New Wave Of British Heavy Metal, meglio conosciuta con la sigla NWOBHM. Un altro brano che spicca rispetto agli altri è (We Are) The Road Crew, altro classico della band con una buona performance di Lemmy al basso e con un testo che raccontava aneddoti strambi della vita on the road durante le loro tournée. In copertina per la prima volta lo snaggletooth, loro storica mascotte, viene sostituito da una foto della band, e sotto il loro logo appare per la prima volta il famoso asso di picche. In contemporanea con l’uscita di Ace Of Spades la band pubblicò anche un mini LP intitolato St.Valentine’s Day Massacre in compagnia delle Girlschool, storica “all female band” inglese da sempre grandi amiche di Lemmy e soci. In questa release era quindi inclusa la famoca traccia Please Don’t Touch cantata e suonata con le Girlschool oltre ad altri due brani inediti chiamati rispettivamente Dirty Love ed Emergency, che appariranno in seguito nella ristampa rimasterizzata di Ace Of Spades data alle stampe sedici anni dopo.

La fama del gruppo oltre che dai dischi in studio fino a quel momento pubblicati divenne sempre più legata anche alle strabilianti esibizioni dal vivo che il trio offriva nei tour ormai organizzati in tutto il mondo e che tuttora i Motörhead offrono ai numerosi fan sparsi tra i cinque continenti. Ed è proprio grazie al successivo album dal vivo che verrà pubblicato l’anno seguente che i Motörhead ottennero la definitiva consacrazione a livello mondiale: stiamo parlando dell’immortale No Sleep ‘Til Hammersmith che sarà il protagonista della prossima puntata, rimanete con noi.

Autore: Motörhead Titolo Album: Ace Of Spades
Anno: 1980 Casa Discografica: Bronze Records
Genere musicale: Rock’N’Roll Voto: 8,5
Tipo: CD Sito web: http://www.imotorhead.com
Membri band:

Lemmy Kilmister – basso, voce

Fast Eddie Clarke – chitarre

Phil “Animal” Taylor – batteria

Tracklist:

  1. Ace Of Spades
  2. Love Me Like A Reptile
  3. Shoot You In The Back
  4. Live To Win
  5. Fast And Loose
  6. (We Are) The Road Crew
  7. Fire, Fire
  8. Jailbait
  9. Dance
  10. Bite The Bullet
  11. The Chase Is Better Than The Catch
  12. The Hammer
Category : Recensioni
Tags : Motörhead
0 Comm
18th Set2012

Motörhead – Bomber

by Gianluca Scala

Bomber venne pubblicato lo stesso anno in cui uscì anche il secondo album della band, Overkill,  a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. Sicuramente la band e nella fattispecie il suo leader Lemmy aveva un bagaglio di idee enorme agli inizi di questa nuova avventura musicale, dato che pubblicare due release nello stesso anno era cosa  rara a quei tempi, forse anche per dimostrare che la macchina musicale avviata era intenzionata a dare in pasto ai propri fan più materiale possibile da ascoltare anche durante i numerosi concerti che i Motörhead già tenevano. L’album era trainato da buoni brani di matrice hard rock/blues e poco si discostava dal materiale registrato sino ad allora, Dead Men Tell No Tales (un brano che ironicamente aveva un testo contro l’uso dell’eroina, quando ai quei tempi ne girava davvero parecchia), la stessa Bomber che dà il titolo al disco e la grandiosa Stone Dead Forever sono i brani più rappresentativi e che hanno spinto bene l’album nelle classifiche, ma anche Sharpshooter, All The Aces e Step Down erano canzoni molto valide. Propio quest’ultima è anche l’unica canzone in tutta la storia della band dove dietro al microfono non è presente Lemmy, bensì il chitarrista Fast Eddie Clarke, cosa mai più ripetuta neanche dagli altri membri che succederanno negli anni nel ruolo di chitarrista.

Stone Dead Forever è stata una delle canzoni manifesto dei loro live show, con quel ritmo in 3/4 che ha fatto scuola insieme al basso di Lemmy che non sta fermo un momento, molto belli gli assoli centrali presenti nel brano di Fast Eddie Clarke, un chitarrista che possedeva uno stile ben definito e distintivo. Nel tour successivo all’uscita di Bomber la band suonò in ogni dove portandosi sul palco una riprduzione dell’aereo bombardiere Heinkel He 111, costruito appositamente per loro e che serviva come impianto di illuminazione e fumo, aereo che durante i loro concerti andava avanti e indietro per il palco gettando fumo dappertutto. Bomber viene ritenuto uno degli album migliori di sempre tra i lavori in studio dei Motörhead, rispetto al predecessore Overkill fu un disco più introspettivo, in esso sembrò che Lemmy volesse dimostrare in un solo anno tutte le sue capacità e qualità stilistiche, lavorando attentamente anche al lato pubblico e privato. Molto bella era anche la copertina che raffigura un bombardiere con all’interno i tre musicisti che sganciano bombe e che sparano all’impazzata su tutto e tutti, con il loro logo bene in evidenza sulla fiancata dell’aereo da guerra.

Da segnalare che nelle nuove versioni dell’album sono presenti alcune bonus tracks, tra cui Over The Top, altro grande brano di buona fattura più quattro versioni live di altrettanti successi tratti dall’EP pubblicato nello stesso periodo intitolato The Golden Years. Questo lavoro quindi dimostrò che la band era in ottima forma e che da lì a poco avrebbe pubblicato un altro album leggendario, ma di questo ne parleremo la prossima volta.

Autore: Motörhead Titolo Album: Bomber
Anno: 1979 Casa Discografica: Bronze Records
Genere musicale: Rock’n’Roll Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.imotoread.com
Membri band:

Lemmy Kilmister – voce, basso

Fast Eddie Clarke – chitarre

Phil “Animal” Taylor – batteria

Tracklist:

  1. Dead Men Tell No Tales
  2. Lawman
  3. Sweet Revenge
  4. Sharpshooter
  5. Poison
  6. Stone Dead Forever
  7. All The Aces
  8. Step Down
  9. Talking Head
  10. Bomber
Category : Recensioni
Tags : Motörhead
4 Comm
11th Set2012

Motörhead – Overkill

by Gianluca Scala

Siamo nell’anno 1979, anno in cui i Motörhead iniziano un’ intensa attività dal vivo che sarà la premessa per questo secondo capitolo discografico, Overkill. Si tratta del primo dei due album pubblicati per la Bronze Records, entrambi pubblicati nell’arco di quell’anno; il secondo è il mitico Bomber che li candiderà al delicato ruolo di promotori della rinascita dell’heavy metal britannico. Overkill documenta musicalmente parlando quelle inclinazioni da eterni perdenti del gruppo, innescando un ordigno sonoro in brani memorabili e di un’intensità hard rock come No Class, la stessa title track e di altri brani colmi di frammenti di spaziale teatralità, se così la si può chiamare, che rievoca le atmosfere degli Hawkwind, la ex band in cui Lemmy militò. In questo contesto ci riferiamo a canzoni molto piene di pathos come la celeberrima Capricorn e Metropolis, brani che saranno inclusi per anni nelle scalette live della band. Overkill è anche il titolo della canzone manifesto dei Motörhead che oggi la si può comparare, in ambito heavy metal, ad altri brani storici come Anarchy In The U.K. dei Sex Pistols per il punk e Smells Like A Teen Spirit dei Nirvana per quanto riguarda il grunge. Essa è infatti una delle canzoni rock che anche noi annoveriamo per importanza nella storia della musica contemporanea, per il suo influsso tecnico e per quel ritmo ‘killer’ che ha fatto scuola a tantissime band emerse negli anni successivi, Metallica in primis.

Questo disco aveva tutto per passare alla storia ed infatti le premesse non avevano tradito le attese nel mondo musicale dove questi tre fantastici esecutori dimostravano già dal primo omonimo lavoro di avere tanta tecnica sulle proprie spalle. Il suono del basso Rickenbacker di Lemmy ormai è un marchio inconfondibile per la sua stessa band, insieme a quel suono micidiale che solamente loro ai tempi erano in grado di creare, sono questi tutti elementi presenti nei dieci brani finiti sul disco. L’uso estenuante della doppia cassa nel brano che dà titolo all’album, strumento di cui i Motörhead sono stati i primi fautori, brani come Stay Clean composta da un buon ritornello, ritmi veloci e riff di chitarra coinvolgenti; No Class e Damage Case sono altri due assi nella manica messi sul tavolo da gioco per vincere la partita insieme alla ‘punkeggiante’ Tear Ya Down. L’ultimo brano del disco era quella Limb From Limb che si discostava dal suond generale dell’album e risulta essere molto particolare anche per il raro fatto che lo stesso Lemmy ci suona nel mezzo un assolo di chitarra.

Quando il disco venne ristampato vennero aggiunte delle tracce inedite non incluse nell’edizione originale, parliamo di Too Late Too Late che era la b-side del singolo Overkill, Like A Nightmare b-side del singolo No Class, la versione strumentale di Tear Ya Down e delle cover del brano Louie, Louie del musicista Richard Berry; questa operazione figurerà su tutte le ristampe rimasterizzate degli album della band che sono stati ripubblicati negli anni ’90. Aggiungiamoci anche il fatto che l’artista Joe Petagno disegnò una delle copertine più belle della storia dell’ heavy metal rappresentando lo Snaggletooth mentre stà per esplodere con un intenso bagliore al suo interno. Overkill mise in chiaro che stava avanzando in maniera pericolosa per il mondo questa macchina da guerra chiamata Motörhead!

Autore: Motörhead Titolo Album: Overkill
Anno: 1979 Casa Discografica: Bronze Records
Genere musicale: Rock’N’Roll Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.imotorhead.com
Membri band:

Lemmy Kilmister – basso, voce

Fast Eddie Clarke – chitarre

Philty “Animal” Taylor – batteria

Tracklist:

  1. Overkill
  2. Stay Clean
  3. (I Won’t) Pay Your Price
  4. I’ll Be Your Sister
  5. Capricorn
  6. No Class
  7. Damage Case
  8. Tear Ya Down
  9. Metropolis
  10. Limb From Limb
Category : Recensioni
Tags : Motörhead
2 Comm
04th Set2012

Motörhead – Motörhead

by Gianluca Scala

Il primo album dei Motorhead fu uno dei primi LP che scosse l’ambiente hard rock europeo ed uno dei primi album che spianò la strada alla scena nascente all’epoca proveniente prettamente dalla Gran Bretagna sotto la denominazione di New Wave Of British Heavy Metal. Quando Ian Kilmister, in arte Lemmy, chiuse in malomodo la sua avventura con gli Hawkwind (altra nota band inglese degli anni ’70) perchè cacciato dalla band a causa dei suoi eccessi, decise di buttarsi nella musica con un nuovo progetto musicale che ironia della sorte decise di chiamare con il titolo di uno degli ultimi brani che lui stesso aveva composto prima del suo allontanamento dalla band di Dave Brock, Motörhead appunto. Ed è con questo nome che in collaborazione dei suoi nuovi compagni Eddie “Fast” Clarke nel ruolo di chitarrista ed il vecchio amico Phil”Animal” Taylor alla batteria comincia a scrivere del nuovo materiale che si rivelerà essere davvero esplosivo. Il trio edifica un muro di suono invalicabile in una mistura selvaggia di punk con delle sonorità più innovative proto heavy metal e rock che il pubblico dimostra subito di apprezzare. Il loro debutto discografico dal titolo omonimo esce nel 1977 anche se le prime registrazioni effettuate con un’altra formazione, con il batterista Lucas Fox e l’ex Pink Fairies Terry Wallis alla chitarra verranno pubblicate solo anni dopo sul postumo On Parole.

I brani che Lemmy suona e registra con Eddie Clarke e Phil Taylor sono solamente otto (le altre quattro restanti della sessione di registrazione verranno inserite due anni più tardi nell’EP Beer Drinkers And Hell Raisers). A partire dalla prima traccia che dà il titolo all’album la band mette subito in chiaro che il suo stile non è adatto ai benpensanti, un giro di basso ed una gran rullata di tamburi ben introducono la cavalcata metallica che i tre sbattono nelle orecchie dei fan, e dove il chitarrista sfoggia fin dal primo brano assoli al fulmicotone davvero eccezionali. L’illustrazione di copertina rappresenta lo “snaggletooth”, immagine creata dal grafico Joe Petagno e che da ora in poi diventerà il simbolo della band. Brani come Vibrator, Iron Horse/Born To Loose e White Line Fever hanno contribuito a costruire quel suono e quello stile imbastardito dalla voce rauca di Lemmy che da sempre contraddistinguono i Motörhead e che a tuttoggi è sinonimo di vero e sporco rock’n’roll. Venne introdotta nella set list definitiva anche una pregevole versione di The Train Kept A Rollin’ dei The Kinks che venne preferita ad uno degli inediti poi inclusi in altre registrazioni future.

Il loro debutto dal vivo risale a quello storico live suonato alla Roundhouse di Londra il 20 luglio del 1975 dove con la primissima line up i tre rocker misero a ferro e fuoco il club che li ospitava. I Motörhead sono uno dei pochi gruppi degli anni ‘70 che non solo non vennero spazzati via dall’avvento della nuova ondata metallica, ma anzi ne diventarono uno dei simboli più significativi in assoluto, e brani come quelli sopracitati insieme alla granitica Keep Us On The Road ed ad un altro grande brano intitolato The Watcher, introdotto da un giro di basso che per lo stesso Lemmy diventerà la firma del suo inconfondibile modo di suonare, sono lì a testimoniarlo per le generazioni a venire. Essi sono ritenuti tra gli ispiratori principali dei generi speed e thrash metal, anche se Lemmy ed i suoi compagni si definiscono autori di brani di puro e semplice rock’n’roll, cosa che da questo disco in avanti li porterà ad intraprendere una carriera ultra trentennale con alti e bassi, cambi di line up, ma sopratutto scrivendo pagine memorabili della musica heavy così come noi amiamo e conosciamo.

Autore: Motörhead Titolo Album: Motörhead
Anno: 1977 Casa Discografica: Chiswick
Genere musicale: Rock’n’Roll Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: http://www.imotorhead.com
Membri band:

Lemmy Kilmister – basso, voce

Fast “Eddie” Clark – chitarre, voce

Phil “Animal” Taylor – batteria

Tracklist:

  1. Mötorhead
  2. Vibrator
  3. Lost Johnny
  4. Iron Horse/Born To Loose
  5. White Line Fever
  6. Keep Us On The Road
  7. The Watcher
  8. The Train Kept A Rollin’
Category : Recensioni
Tags : Motörhead
0 Comm
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