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28th Feb2022

SounDelirio – Mostralgìa

by Marcello Zinno
Il duo SounDelirio è composto da due musicisti che hanno tante attività all’interno della loro vita. Questo è il punto saliente per spiegare il loro nuovo Mostralgìa, perché se da un lato il duo non deve dimostrare nulla a nessuno e non pubblica un album con la fame di una band emergente che vorrebbe vedere subito il proprio pubblico amplificarsi, dall’altro lato i brani sono pensati e suonare con una cifra stilistica che non subisce l’imposizione dei tempi che corrono. Per dirla in altro modo, Mostralgìa suona come un album anni 90, concepito e suonato con quel concetto di musica e quindi potremo dire fuori tempo massimo. Ma non vogliamo etichettarlo come un album “vecchio”, qualcuno potrebbero definirlo un album rock per nostalgici: è semplicemente un insieme di brani che rispecchiano certe regole molto in voga in quella decade: brani rock che superano agiatamente i 5 minuti, approccio pop rock e chorus radiofonici, un certo rock da camera perfetto da ascoltare mentre si fanno i compiti di scuola, argomenti tipici di quel tempo (ad esempio le persone “diverse” o anche la “morte di una rockstar”, argomento principe dell’era post-grunge).

Un carisma maggiore arriva con La Pioggia Sopra Yago, un brano che abbraccia l’heavy rock, le altre tracce invece mantengono un alone di innocuo, restando in superficie e magari convincendo ad essere aggiunte ad una playlist. Poco però a parer nostro batterà la prova del tempo.

Autore: SounDelirioTitolo Album: Mostralgìa
Anno: 2021Casa Discografica: Boleskine House Records
Genere musicale: RockVoto: 6
Tipo: CDSito web: https://m.facebook.com/soundelirio
Membri band:
Francesco Quinto
Alessandro Tacchini
Tracklist:
1. Goodbye Mr. Gray
2. Ridi Come Se Non Fossi Qui
3. Madeleine
4. Nato Nella Quinta Stagione
5. Charlie 2.0
6. Blind Dog
7. La Pioggia Spora Yago
8. L’uomo Invisibile
9. Morte Di Una Rockstar
10. Storia Di A
11. Oggetti Smarriti
12. Ode All’anomalia
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite
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27th Feb2022

Fearout – Bleedthrough

by Marcello Zinno
Sono serviti quasi due anni pieni dalla fase di concepimento a quella di pubblicazione del debut album dei finlandesi Fearout. E nonostante siamo nell’epoca della tecnologia, dell’album registrato in camera che suona quasi come un album professionale, va detto che tutto questo tempo speso in un album di 48 minuti totali si sente tutto! Bleedthrough infatti è un album che non si concentra su uno stile musicale innovativo o particolarmente sorprendente, ma la cura che c’è dietro il sound e la compattezza nonché la maturità delle tracce è assolutamente encomiabile. I riff potenti, muscolosi ma allo stesso tempo rotondi, sono un risultato a cui tantissime band mainstream aspirerebbero mentre i Fearout ci arrivano al primo album; inoltre il quartetto riesce anche a piazzare passaggi orecchiabili (e cantabili) senza perdere la propria attitudine: Point Blank Range è un perfetto esempio con alcuni pattern chitarristici davvero molto belli ma con delle strofe anche decisamente morbide. Riff rotondi dicevamo, quelli che conferiscono un profilo più hard’n’heavy (come Nevermore che a dirla tutta ci ha ricordato alcuni Edguy), poi i giochi diventano più cattivi con la turbolenta Smokescreen che ha quasi un’attitudine punk dentro una cornice puramente heavy.

Bleedthrough è la dimostrazione che tanta fatica ripaga e ripaga alla grande. L’album suona come se fosse il terzo o il quarto lavoro di una band, maturo e deciso, pronto ad essere suonato, perché è sicuramente il live il contesto in cui queste 12 tracce possono rendere alla grande. Non possiamo che fare i complimenti a questa giovane band e augurare un futuro prospero.

Autore: FearoutTitolo Album: Bleedthrough
Anno: 2021Casa Discografica: Inverse Records
Genere musicale: Heavy Metal, Hard’N’HeavyVoto: 7,5
Tipo: CDSito web: https://www.facebook.com/fearou7
Membri band:
Justus Latvala – voce
Arg Kinnunen – chitarra, voce
Topi Lajunen – batteria, voce
Minttu Minkkinen – basso, voce
Tracklist:
1. That Was The Day I Decided To Start Using Hard Drugs
2. The End Of The Beginning
3. Point Blank Range
4. Obsession
5. Nevermore
6. Which One Of You
7. Smokescreen
8. Fist. Dreams. Insanity.
9. Half-Empty Man
10. What’s In The Box
11. Betrayal
12. Bring Me Down
Category : Recensioni
Tags : Heavy Metal, Nuove uscite
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25th Feb2022

Crowen – Prophecy

by Marcello Zinno
Breve EP di presentazione per i nordici Crowen, band che si colloca benissimo nella scena metal estrema anche se non nel senso canonico del termine. Provate ad ascoltare Seer’s Prophecy e capirete benissimo l’anomalia di sistema generata da questo quartetto: ritmiche sferzanti e robuste ci sono, ma le linee vocali e certe ambientazioni sonore sembrano quasi prossime a proposte sperimentali, il tutto mescolato offre un risultato decisamente particolare e non conforme ai soliti generi. Alcuni passaggi sottolineano questo animo estremo, come le strofe di Submission, traccia che però ingloba alcuni elementi elettronici che portano ad un gradino più alto la creatività del combo e la voglia di risultare differenti. A noi questo elemento piace tantissimo. Sul finire si arriva ad Exosus che risulta un passaggio più compatto, che strizza l’occhio a certi Children Of Bodom, e può piacere ai fan più conservatori.

Peccato per la produzione che è figlia di un EP d’esordio e che avrebbe potuto ricevere molte più attenzioni. Ma a livello di puro contenuto musicale Prophecy ci sembra un prodotto davvero interessante, presagio di un futuro che potrebbe lanciare la band verso vette creative importanti.

Autore: CrowenTitolo Album: Prophecy
Anno: 2021Casa Discografica: Inverse Records
Genere musicale: Folk MetalVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: https://www.facebook.com/CrowenOfficial
Membri band:
Esa Uusimaa – voce, chitarra
Aki Örni – basso
Teemu Hauta – batteria
Mira Cibulka – voce
Tracklist:
1. Her Words
2. Seer’s Prophecy
3. Submission
4. Black
5. Exosus
Category : Recensioni
Tags : Folk, Nuove uscite
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24th Feb2022

Baschira – Zdasdat

by Marcello Zinno
Il progetto di Davide Cristiani prende forma e, con una line-up ricca di musicisti, si presenta con un album dal titolo incomprensibile (per chi non conosce il dialetto bolognese), Zdasdat (che significa “svegliati”). Il folk da camera che bussa alla porta al primo ascolto, si traduce velocemente in un cantautorato folk incisivo, con idee che si concretizzano dietro i testi: e qui c’è il primo piacevole contrasto nell’idea di musica dei Baschira. Colpisce molto l’elemento ritmico, ovvero il folk molto ritmato che solitamente invece ha un mood lento, quasi poetico: invece Zdasdat sembra quasi strizzare l’occhio ad una musicalità, se non estiva, primaverile, con un’umore che in alcuni passaggi sembra ispirare il ballo (sempre al netto dei testi che invece sono decisamente seri… “Non ho padroni, vivo libero…I limiti sono nella testa”). Non mancano i momenti più pacati, che strizzano l’occhio alle ballate acustiche, come Solinsieme, e quelli dalle commistioni differenti come la jazzy Brucia, anche primo singolo dell’album diffuso prima della pubblicazione dell’album.

Una bella ed interessante espressione di folk, chiaramente un assaggio ma che mette carne sul fuoco e tanta attesa per il futuro del progetto.

Autore: BaschiraTitolo Album: Zdasdat
Anno: 2021Casa Discografica: Radici Music Records
Genere musicale: FolkVoto: 6
Tipo: CDSito web: www.facebook.com/baschira
Membri band:
Davide Cristiani – voce
Mauro Rolfini – clarinetto, sax
Anton Jakimenko – clarinetto
Tilo Baumheier – flauto
Francesco Salmaso – sassofono
Giusy Tricoli – voce
Matteo Battaglia – chitarra
Carlo d’Alessandro – chitarra
M. Reda Gherici – basso
Henrik Holm – basso
Bartho Staalman – batteria
Floris Van Elderen – batteria
Riccardo Migliorini – synth
Tracklist:
1. A Capo
2. Il Biondo
3. I Limiti
4. Ci Vediamo Là
5. Solinsieme
6. Brucia
7. Ruotaordinario
8. Liberi
Category : Recensioni
Tags : Folk, Nuove uscite
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23rd Feb2022

Ark Tangorra – Tra Il Bene E Il Male

by Marcello Zinno
Musicista classe 1969, è stato per venti anni il frontman di una tribute band di Vasco Rossi e questo lo ha segnato anche nella composizione di inediti tanto che il nuovo Tra Il Bene E Il Male prende molto spunto dal rock del Blasco. L’opener e titletrack è già una dichiarazione di intenti che va in questa direzione, ma poi con Diciamo Che Manchi Solo Te si tocca il plagio (sia in termini di liriche, che di intonazione e di stile canoro), purtroppo questo è l’evidente lato negativo di questo album che risente troppo di un musicista che sicuramente ha elargito la sua influenza ma che ha già detto tanto e che non necessità di cloni, piuttosto sarebbe stato meglio imparare da lui per poi creare una personalità musicale propria. Sicuramente l’attenzione compositiva, anche in termini di arrangiamenti e parti aggiunte è notevole, ma il risultato complessivo dei brani è, come dicevamo, troppo già sentito dal Rossi suddetto. Qualcosa di diverso si prova con Una Luna Con Birra, dove il protagonista di questo album duetta con una voce femminile, in qualche pattern di Girotondo Di Guerra che strizza l’occhio ad un sound più heavy, o nella sei corde di Con Il Buio Che C’è che ha davvero un bel grip.

A parte questo, resta davvero poco da salvare e si tocca con mano anche una certa sensazione di “ingenuo” (leggere i testi di Nascondino Rock) che non dà giustizia ad un artista con così tanta esperienza alle spalle. Se l’obiettivo è scrivere e proporre dei nuovi brani essi devono essere degli inediti al 100%.

Autore: Ark TangorraTitolo Album: Tra Il Bene E Il Male
Anno: 2021Casa Discografica: Hydra Music
Genere musicale: RockVoto: 5
Tipo: CDSito web: https://www.facebook.com/Arcangelo-Ark-Tangorra-1491126434480749/
Membri band:
Ark Tangorra
Tracklist:
1. Tra Il Bene E Il Male
2. Diciamo Che Manchi Solo Te
3. Una Luna Con Birra
4. Nascondino Rock
5. Girotondo Di Guerra
6. Anatema
7. È Natale E Io No
8. Con Il Buio Che C’è
9. Se Vuoi Stare Con Me
10. Game Over
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite
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22nd Feb2022

Labradors – Retriever

by Alberto Lerario
I Labradors nascono nel 2010 a Milano come una fusione delle precedenti esperienze del trio composto da Pilli Colombo, Fabrizio Fusi e Filippo Riccardi. Il progetto assume presto una propria estetica in cui confluiscono influenze power pop, rock, indie ed emo anni 90, senza essere incasellata in uno specifico schema predefinito, per cercare la propria personale identità musicale. In Retriever vengono affrontati temi come l’eterno ritorno dell’adolescenza, la vita e il romanticismo in questi tempi confusi, la lotta per gli ideali e la voglia di non omologarsi. Si parte con l’ottima The Light Is Right, ballad acustica solcata verso la metà da un intervento di distorsione shoegaze. Si prosegue con il power pop di Last Day Of School, per virare poi con tematiche musicali più indie (Hey Sis e Fake Sun), per tornare poi a sonorità acustiche con Before We Die. Si cambia completamente mood con The Adolescent caratterizzato ritmicamente da  una combinazione Boom Bap (l’onomatopea rende l’idea) tipica dell’East coast Hip Hop contraddistinta dall’alternanza fra cassa e rullante. L’andamento sonoro rimane frastagliato per giungere al grunge “ammorbidito” di Anger Management Plan n. 327 e all’horror tagliente di Nightmare Two. In conclusione si torna ad una ballad con 12 Strings, ma si termina con l’industrial rock di Ada’s Apartment, brano ispirato al Diario Partigiano di Ada Gobetti.

Retriever è un disco variopinto, ottimamente prodotto e suonato in modo pulito, capace di arrivare al punto ed in grado di coinvolgere l’ascoltatore. A gusto personale, gli stili musicali descritti per ogni brano vengono un po’ annacquati dalle sonorità pop, probabilmente se fosse emersa una maggiore aggressività ci troveremmo di fronte ad un album di valore assoluto. Ad ogni modo il dibattito è soggettivo e a prescindere dai sofismi vi consigliamo di ascoltarlo senza nessuna remora.

Autore: LabradorsTitolo Album: Retriever
Anno: 2021Casa Discografica: You Can’t Records
Genere musicale: Indie Rock, Pop RockVoto: 7
Tipo: CDSito web: www.facebook.com/labradorsband
Membri band:
Pilli Colombo – voce, chitarra
Fabrizio Fusi – basso, voci
Filippo Riccardi – batteria
Tracklist:
1. The Light Is Right
2. Last Day Of School
3. Hey Sis
4. Fake Sun
5. Before We Die
6. The Adolescent
7. Anger Management Plan n. 327
8. Nightmare Two
9. 12 Strings
10. Ada’s Apartment
Category : Recensioni
Tags : Indie Rock, Nuove uscite
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22nd Feb2022

Tejas Astras – Alien Decadence

by Marcello Zinno
Torino da sempre è stata una città fucina di band rock e di sperimentazione e probabilmente l’ambiente avrà influenzato anche i Tejas Astras che giungono al secondo studio album dal titolo Alien Decadence. Il loro stile sembra un incrocio tra i Voivod e i suoni anni 80 della new wave e del post-punk; certo, poi ci si potrebbero trovare altre mille influenze ascoltando le tastiere, i cori, le chitarre prodotte in modo che il suono risulti vintage, un retrogusto psichedelico e anche un certo soft prog del passato (remoto), ma lo stile della band è tutto lì: un new wave ottantiano, diverso perché non si fa sovrastare dai synth, piuttosto erge i propri pilastri sulle linee vocali e sulle chitarre. E poi ci sono le variabili incontrollate come le melodie orientaleggianti della quinta traccia e l’estrema cadenza ritmica, instancabile, di L’oltre Uomo, per non parlare delle incursioni elettroniche di Telepatia Virtuale. Un’offerta che si inspessisce e che per certi versi spiazza in quanto ad ogni passaggio non si sa cosa attendersi da questo power trio, cosa che rende difficile far attecchire (o far comprendere) la loro proposta al pubblico. Singolare, è sempre un bene che una band si esprima sulla base delle proprie esigenze, resta però molto particolare lo stile adottato.

Il progetto si dice essere ispirato in quanto a testi ad una serie di tematiche dell’occulto e del mistero, come l’ufologia e il contattismo: in questo avremo preferito la presenza di testi all’interno del booklet per accompagnare l’ascoltatore nelle vicende narrate. Al tempo stesso, per coerenza rispetto alle liriche, il jewel case del CD sarebbe potuto essere tutto di colore nero.

Autore: Tejas AstrasTitolo Album: Alien Decadence
Anno: 20221Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: New Wave, Post-PunkVoto: 5
Tipo: CDSito web: https://www.facebook.com/TejasAstrasband
Membri band:
Denny Deimos – voce, tastiere, armonica, batteria, drum machine
Frank Sirius – chitarra, batteria, drum machine
Gustav Sulfur – basso, batteria, drum machine
Tracklist:
1. Destinazione Alienazione
2. Più Forte Della Luna
3. Esploratori Dell’ignoto
4. Buio Nel Cielo
5. Il Volo Del Vimana
6. L’oltre Uomo
7. Telepatia Virtuale
8. Mister Roswell
I. Radar Tango
II. Roswell Theme
III. Fredde Notti In Nevada
IV. Hangar Troopers
V. Segreti Dallo Spazio Profondo
VI. Roswell Theme Reprise
VII. Sulle colline
Category : Recensioni
Tags : New Wave, Nuove uscite
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21st Feb2022

Catalyst – Catalyst II

by Marcello Zinno
Dopo l’esperienza con i Gitaron, i suoi chitarristi decidono di formare una nuova band belga e così nascono, dopo aver messo su una line-up completa, i Catalyst. La band compone e registra pezzi singoli e dopo una primissima pubblicazione esce da poco l’EP Catalyst II che comprende sia i brani della prima ora sia nuovi singoli: in pratica l’intera discografia della band fino ad oggi. Un heavy metal molto deciso e turbolento quello dei Catalyst, affilato e pungente ma potremo dire non propriamente estremo; contiene in esso diverse influenze, dal thrash omaggiato sia nei riff che nel “tupa-tupa”, fino alle incursioni nel prog che si fanno sentire. Molto curato il lavoro alle parti vocali che spaziano tanto regalando un range sonoro maggiore all’intera parte compositiva; allo stesso tempo i ragazzi sono anche dotati tecnicamente, sia nelle parti ritmiche che soliste si percepisce una band molto preparata e questo si fa apprezzare.

Sustainable Dignity si avvicina ad una certa visione più death metal, in questo brano la produzione sembra meno curata e luccicante delle altre tracce; al contrario Fear Well appare un pezzo molto più moderno, si sente che è passato del tempo rispetto alle prime tracce dell’EP, lo stile in alcuni passaggi è variato e il risultato finale è intricato e gustoso. Il mini album si chiude con Rights Of Passage che opta per una produzione ancora diversa in cui le chitarre si presentano in un’altra forma sonora e il tutto sembra più affine ad un heavy metal tecnico e oscuro. Nel complesso Catalyst II rappresenta una bella prova da cui attenderci un full-lenght che li lanci sul panorama internazionale.

Autore: CatalystTitolo Album: Catalyst II
Anno: 2022Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Heavy MetalVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: www.facebook.com/catalystbelgium
Membri band:
Aaron Onghena – chitarra
Philip Pedraza – chitarra
Sam Bogaert – batteria
Benjamn Onghena – basso
Jeroen Van Ranst – voce
Tracklist:
1. Delirium Nostrum
2. Concrete
3. Debt To The World
4. Sustainable Dignity
5. Fear Well
6. Rights Of Passage
Category : Recensioni
Tags : Heavy Metal, Nuove uscite
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20th Feb2022

Lebbra – Leprosy Returns

by Marcello Zinno
Giovane e nuova realtà del death metal nostrano, i Lebbra si presentano con un EP che rasenta i 10 minuti di ascolto. Sarebbe una durata davvero troppo risicata per farsi un’idea di un progetto musicale, se non per le 3 tracce che in questo EP eliminano ogni dubbio e posizionano il quartetto tra le death metal band tricolore che hanno idee e carattere da vendere. Vogliamo esporci ma ascoltando questi 3 brani (le altre 2 tracce sono intermezzi che in un EP di così breve durata non hanno molto senso) si percepiscono diversi profili compositivi e ideativi: il forte link con la scena brutal (che ispira anche le linee vocali), le chitarre fortemente indurite e capaci di inanellare riff death di seconda generazione che si lasciano apprezzare, stacchi e pattern diversi che danno ossigeno a passaggi che sembrano scritti ed eseguiti dall’oltretomba. Live, Suffer, Die! parte con dei suoni glaciali per poi saltare su un treno in corsa all’insegna del thrash più spinto e infine transitando al blast beat violento, poi ancora cambiando di nuovo trama: due minuti di terrore ma con tante idee da poterci costruire sopra almeno 3-4 brani.

La sezione ritmica conferma questo legale con il thrash metal (Leprosy Returns), mentre le chitarre si presentano in una forma più death, la fusione ne fa una ricetta interessante che speriamo giunga presto ad un full-lenght.

Autore: LebbraTitolo Album: Leprosy Returns
Anno: 2021Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Death Metal, Thrash MetalVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: https://www.facebook.com/lebbra.official
Membri band:
Kevin “KannibalKill3r” – chitarra
Renato “Reborn” – voce, chitarra
Umberto “Sergeant Jager” – basso
Andrea – batteria
Tracklist:
1. Intro
2. Live, Suffer, Die!
3. Interlude
4. Leprosy Returns
5. Slowly Decomposed                     
Category : Recensioni
Tags : Death metal, Nuove uscite
1 Comm
19th Feb2022

Manora – Brave The Storm

by Cristian Danzo
Il power metal sinfonico non è un genere facile. Bisogna saperlo maneggiare, trattare e per distinguersi, avere dei guizzi non indifferenti. Non per nulla le band che si affermano in questa corrente a livello internazionale hanno quel quid in più che non dipende dalle capacità tecniche dei singoli musicisti ma, soprattutto, dalla capacità compositiva e di arrangiamento che porta l’ascoltatore ad aguzzare l’orecchio in favore di una band piuttosto che un’altra. Questo preambolo per introdurre il debut album dei Manora dal titolo Brave The Storm, band olandese che vede dietro il microfono la cantante Mirte Van Der Ham e che si incasella nel genere i cui nomi di punta sono Epica e Within Temptation. L’ascolto di Brave The Storm lascia tutte le sensazioni sopra descritte: musicisti capaci ed altamente preparati, produzione di livello davvero elevato e professionale (forse qui la pecca più grande è proprio sulla voce di Mirte, a volte troppo effettata, risultando schiacciata e per nulla potente) ma pezzi semplici, tutti sulla stessa falsariga di costruzione e di arrangiamento. Se ci aggiungiamo che il lavoro è costituito da ben 12 pezzi della lunghezza media di 5 minuti ciascuno, capite bene che a fine ascolto si arriva abbastanza stremati. Sappiamo che il termine è molto forte ma noi siamo qui per orientare i lettori che sono implicitamente potenziali ascoltatori nel modo che ci sembra più corretto e trasparente possibile.

Purtroppo i Manora rilasciano un debut che non fa breccia nei nostri cuori, molto piatto e che non ha le caratteristiche necessarie per farsi notare in mezzo alle miriadi di produzioni che affollano il mercato discografico. Questi ragazzi dovrebbero cambiare completamente il tiro, sfruttando quei riff abbastanza osati e particolari che qua e là affiorano durante Brave The Storm.

Autore: ManoraTitolo Album: Brave The Storm
Anno: 2021Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Symphonic Power MetalVoto: 6
Tipo: VinileSito web: https://www.manora-band.nl
Membri Band:
Mirte Van Der Ham – voce
Ivo Visser – chitarra
Tomas Kisielewicz – basso
Arthur Stok – tastiere
Tijn Scholtze – batteria
Tracklist:
1. System Shutdown
2. The Traveler
3. Break Your Fall
4. Wired To Obey
5. Pull The Strings
6. Endgame
7. Another Destiny
8. The Heavens (Are A Picture Frame)
9. Symphony Of Lies
10. Dreamshapes
11. The Sacrifice
12. A Beautiful Tragedy
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Power metal
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