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08th Feb2022

Renegade Angel – Damnation

by Marcello Zinno
I Renegade Angel arrivano dal nord Europa e regalano questo singolo/EP al loro pubblico e a tutti gli amanti dell’heavy metal classico, quello strettamente connesso alla NWOBHM, tanto che per il loro brano di punta, la titletrack, si fanno aiutano nientemeno che da Tim “Ripper” Owens. Il contesto è quello ideale, quello che si avvicina tantissimo all’esperienza di Tim con i Judas Priest anche se qui in Damnation c’è una vena epica che ci ricorda di più i Gamma Ray (altra band vicinissima al metal classico, seppur condizionata dalle radici power di Kai Hansen); bello l’intermezzo solistico-strumentale in cui la band esprime davvero caratura musicale non da poco. A completare l’uscita compare anche Journey Into Madness, brano presentato in due versioni nelle quali cambia solo la lingua usata nei testi: musicalmente è un’altra freccia scagliata all’insegna dell’heavy metal classico, compatto e graffiante; pregevole l’assolo di basso. Nel complesso una bella prova, una band che è in grado davvero di regalare nuove pagine all’heavy metal più tradizionalista del termine.

Autore: Renegade AngelTitolo Album: Damnation
Anno: 2021Casa Discografica: Inverse Records
Genere musicale: Heavy MetalVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: www.renegadeangel.fi
Membri band:
Alejandro Fernandez – voce
Tim “Ripper” Owens – voce
Lukky Sparxx – chitarra
Amadei Šaršanski – basso
Vangelis Moraitis – batteria

Special guest:
Tim “Ripper” Owens – voce
Tracklist:
1. Damnation
2. Journey Into Madness (Rollin Sound Studio mix)
3. Journey Into Madness (Spanish version)
Category : Recensioni
Tags : Heavy Metal, Nuove uscite
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07th Feb2022

Sun Of The Endless Night – Life… A Tragedy Tainted By Malevolence

by Alberto Lerario
I Sun Of The Endless Night sono una band progressive thrash, con sede nel Regno Unito, che originariamente doveva essere solo un progetto in studio. Tuttavia, la richiesta di esibirsi dal vivo era così grande che la mente della band, il chitarrista Ade Stokes (Stampin’ Ground/ Suicide Watch), decise di reclutare abbastanza persone per portare il gruppo sul palco. La loro proposta musicale è molto interessante perché potremmo definirla come una nuova razza di thrash, caratterizzata dai classici ritmi e riff tonanti, la voce burbera e punitiva, ma l’elemento che li distacca dall’old school sono alcuni tecnicismi e contaminazioni: introduzioni orchestrate tipiche del symphonic death insieme a sezioni acustiche, campioni di parole pronunciate, assoli che si spingono ai confini del classic heavy metal/power metal. Tematicamente, l’indizio del contenuto di questo album è nel titolo: Life… A Tragedy Tainted By Malevolence. Un’immagine arrabbiata e amara dei tempi contorti in cui viviamo, su un pianeta popolato da specie apparentemente intente a premere il pulsante dell’autodistruzione. Ancora una volta questo gli conferisce un’atmosfera molto attuale.

Nel complesso è un album che per gli amanti del metal ha pochi punti deboli. Potenza, aggressività, un’ottima musicalità melodica, colpi di scena tecnici, sezioni delicate e intricate raramente banali e un’ottima produzione. I Son Of The Endless Night sono una band da tenere d’occhio e da non lasciarsi sfuggire anche in sede live.

Autore: Sun Of The Endless NightTitolo Album: Life… A Tragedy Tainted By Malevolence
Anno: 2021Casa Discografica: Punishment 18 Records
Genere musicale: Thrash MetalVoto: 7,5
Tipo: CDSito web: www.facebook.com/UKThrash
Membri band:
Si Cobb – voce
Ade Stokes – chitarra
Jim Saunders – chitarra
Ian Glasper – basso
Colin Baker – batteria  
Tracklist:
1. Open Skies, Closed Minds
2. Who Let The Night In?
3. Where There Is God There Is Nothing
4. Once Upon A Death
5. Sun Of The Endless Night – 536ce
6. Darkness Is Falling (For The Human Race)
7. The Holocene Has Ended
8. Beyond The Reason Of Man
9. Take Comfort In War
10. Full Disclosure
11. Forest Of Dreams
12. Sun Of The Endless Night (Lord Of The Frost Mix)
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite
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07th Feb2022

Ancesthor – White Terror

by Marcello Zinno
White Terror è un album molto importante per i messicani Ancesthor perché si tratta del primo full-lenght pubblicato dopo la reunion della band nel lontano 2017. Infatti dal 2013 a quella data la band si era sciolta a causa di problemi personali dei singoli membri e, seppur ritornati, è solo con gennaio 2022 che la band si (ri)presenta al pubblico con un album completo dall’impostazione molto heavy metal, seppur una certa attitudine ritmica richiami il thrash metal. Un’heavy incessante e tumultuoso, probabilmente per questo motivo vengono avvicinati alla scena thrash: ascoltando The Witch Of Ptscholh o Ghostly Wails viene subito alla mente il “tupa-tupa” tipico del thrash, ma gli Ancesthor sono qualcosa in più perché si allontanano dalle strutture classiche risultando molto moderni. In particolare Ghostly Wails presenta anche spiragli techno metal molto apprezzati. Le linee vocali abbracciano più una visione estrema del metal, seppur sembrino a parer nostro troppo colorate da effetti; sicuramente è il riffing che conquista di più del loro sound. La produzione nel complesso è migliorabile, i musicisti sono sicuramente dotati di tecnica e avrebbero meritato un’attenzione maggiore per valorizzare il risultato complessivo, ma i vari cambi e le sferzate metal fanno comunque apprezzare il lavoro degli Ancesthor.

La sorpresa prende il nome di La Llorona, un brano dalle sonorità messicane, con una voce femminile suadente seppur anch’essa piena (troppo) di echi, quasi un intermezzo tra tanta violenza sonora. Nel complesso comunque la proposta è decisa e potente, a tratti originale ma avrebbe meritato una cura maggiore per poter emergere e meritare palchi importanti, una cura maggiore principalmente in fatto di produzione ma anche per quanto attiene al coraggio compositivo.

Autore: AncesthorTitolo Album: White Terror
Anno: 2022Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Heavy Metal, Thrash MetalVoto: 6,25
Tipo: CDSito web: www.facebook.com/ancesthor
Membri band:
Chad Guerrero – basso
Omar Caballero – batteria
Jhon Robles – chitarra
J. Luis Soto – voce, chitarra
Tracklist:
1. Lady Lazarus
2. The Witch Of Ptscholh
3. Mist-Wraith
4. Ghostly Wails
5. La Llorona
6. Shrouded In Light
7. The Waltz Of The Sea
Category : Recensioni
Tags : Heavy Metal, Nuove uscite
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06th Feb2022

Rioghan – Covers II

by Marcello Zinno
Rioghan Darcy è l’unica artista che c’è dietro il progetto a suo nome, artista che nasce come poeta ma solo un paio di anni fa decide di aggiungere la musica alla propria arte. Il suo intento, almeno in questo EP di dover, è conferire spessore, potenza e oscurità a brani più o meno di successo: in una sola parola a reinterpretare in chiave metal brani che abbiamo ascoltato in altra forma. L’opener rende subito evidente quanto l’artista voglia rivedere in profondità questi brani tramite la sua visione di musica: Chandelier è un brano che chiunque ha ascoltato almeno una volta (cantato da Sia), anche tramite spot televisivi, ma Rioghan aggiunge un effetto alla voce, delle chitarre tra l’industria e il djent e una cornice dark di fondo; l’interpretazione vocale non è da meno del brano originale. Si compie un salto indietro di quasi 40 anni per arrivare a Lonely Tears In Chinatown dei Modern Talking e anche qui Rioghan traduce in metal quei riff che erano melodie anni 80. L’EP si chiude con Dirty Horizon degli Skold e qui l’artista spiazza tutti: in un pezzo che già nella sua versione originale è metal (gli Skold strizzano gli occhi ai Mastodon), Rioghan lo trasforma in una ballad, tra l’altro molto suadente.

Artista quindi molto eclettica, da lei ci si potrebbe aspettare di tutto. Ed è quello che ci aspettiamo dal suo prossimo lavoro che sarà pubblicato quest’anno.

Autore: RioghanTitolo Album: Covers II
Anno: 2021Casa Discografica: Inverse Records
Genere musicale: Heavy MetalVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: https://www.facebook.com/rioghandarcy
Membri band:
Rioghan Darcy
Tracklist:
1. Chandelier
2. Lonely Tears In Chinatown
3. Dirty Horizon
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite
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05th Feb2022

Stellar Void – Chrysalis

by Marcello Zinno
Partiamo da dove il symphonic black metal, quello pomposo e non quello horror, ebbe inizio: i Dimmu Borgir. Da lì i russi Stellar Void partono (per la precisione da Enthrone Darkness Triumphant) per poter proporre una loro interpretazione del genere, in cui la parte sinfonica resta molto forte ma risulta altrettanto importante la batteria incessante, blast beat e doppio pedale (Hellhammer ci ha abituati benissimo in passato). Da qui quindi ne esce una fusione che, seppur già nota, richiede enormi capacità non tanto tecniche ma in fatto di suono e di produzione per dare ad ogni elemento la sua valida identità. Tante band emergenti falliscono in questo passaggio, mentre va detto che gli Stellar Void ci riescono egregiamente. In più associano ad un cantato in growling anche delle linee vocali femminili, quasi ancestrali, che rendono il tutto più variegato e trasformano Chrysalis in un EP che non può mancare tra i fan che amano questo genere.

La violenza sonora e la spigolosità della proposta non cessano mai, tranne quando il duo decide di inserire una strofa più cadenzata, spesso in palm mute, ma quasi la totalità di questi circa 20 minuti rappresenta una visione sinfonica di metal estremo condotto ad altissima velocità.

Autore: Stellar VoidTitolo Album: Chrysalis
Anno: 2021Casa Discografica: Inverse Records
Genere musicale: Symphonic Black MetalVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: https://www.facebook.com/stellarvoidofficial
Membri band:
Melaer – voce, basso
Sigmund – voce, chitarra
Tracklist:
1. Shifting Sands
2. Chrysalis
3. The Oath
4. The Seer
Category : Recensioni
Tags : Black metal, Nuove uscite
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03rd Feb2022

Bonny Jack – Night Lore Blue

by Alberto Lerario
Bonny Jack (aka Matteo Senese) è il classico one man band. Polistrumentista amante del buon vecchio blues, quello sporco che affonda le radici nel territorio del country e del bluegrass per raccontare storie oscure e leggende metropolitane. Si entra subito in tema con l’artwork di copertina, in cui è raffigurata la sagoma di un uomo impiccato ad un albero, il volto di una donna parzialmente oscurato, l’ombra di un altro uomo con in mano un coltello e sullo sfondo un veliero. Le atmosfere cupe e sporche continuano con la prima canzone, Dr. Jenny & Mr. Gail, la rivisitazione del classico della letteratura Dr Jekyll e Mister Hyde. Senese oltre che da cantante si veste anche da narratore che interpreta in maniera piena il testo appoggiandosi sulle note di una chitarra resofonica. Sullo stesso filone si pone Jack The Ripper, che con un folk spettrale racconta di Jack lo Squartatore. La seconda traccia, Old Salt Story, narra di vecchi marinai Bonny Jack servendosi principalmente del banjo per conferire quell’aria più sporca tipica dei marinai di lungo corso. Atmosfere cupe e spettrali ritornato spesso nell’arco narrativo dell’album, Walkin’ With The Devil e The Wayfaring Soul richiamano a case infestate da fantasmi, scheletri e ovviamente al diavolo.

Night Lore Blue non è solo un album di musica blues, ma ha anche un’anima blues che traspare dal suono, dall’interpretazione e dalle tematiche. Un disco maturo di un artista che ha maturato negli anni la sua arte. Album che va assaporato con la giusta predisposizione per apprezzarne tutte le sfumature e per celebrare quello che è da sempre un modo di essere, prima ancora che un tipo di musica.

Autore: Bonny JackTitolo Album: Night Lore Blue
Anno: 2021Casa Discografica: Bloos Records
Genere musicale: dirty Blues, dark FolkVoto: 7
Tipo: CDSito web: www.facebook.com/BonnyJackBlues
Membri band:
Matteo Senese – voce, chitarra, banjo, batteria

Special Guest:
Black Snake Moan – sitar in The Wayfaring Soul
Tim Holehouse – voce in Swamp Girl
Adrea Vettor – percussioni in Old Fashioned Song
Macela Talarico – voce in Walking With The Devil  
Tracklist:
1. Dr. Jenny & Mr. Gail
2. Old Salt Story
3. Walkin’ With The Devil
4. The Hanging Man Ok
5. Come With ME
6. The Wayfaring Soul Ok
7. Jack The Ripper
8. The Missing Bride Ok
9. Goddess Blues Ok
10. Swamp Girl
11. Old Fashioned Song
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Rock Blues
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03rd Feb2022

ScarCrow – The Plague Parade

by Marcello Zinno
Quando si pensa alla Germania del mondo dell’heavy metal vengono in mente tantissime band e tanti generi differenti, ma le band teutoniche sono state molto importanti per una certa visione di metal roccioso e imponente, capace di giocarsela con l’allora NWOBHM nascente. Con tutta probabilità è da quella scena ed epoca che gli ScarCrow prendono spunto, anche se in alcuni passaggi del loro The Plague Parade inseriscono qualche elemento moderno. Bel tiro quello di questo quartetto, i suoni sono volutamente un po’ sporchi per evitare di regalare qualcosa di troppo laccato e va detto che la scelta è giustissima: brani come Bat Shit Crazy ci riportano all’epoca dei Motley Crue, quella degli eccessi e dei party, e sarebbe davvero incoerente sentire dei suoni raffinati e luccicanti. Ma il loro campo di battaglia è il metal teutonico in cui alle volte propongono degli ottimi momenti: è il caso di Hell Or High Water, una traccia variegata che sa picchiare ma anche prendere il respiro, o di Crossroads, puro metallo lavico.

In altri casi invece il risultato è un po’ piatto come Cruel Summer che non decolla mai o la mal interpretata vocalmente Luciferin. In generale, nonostante i tempi siano accelerati, si ha spesso la sensazione che i brani durino troppo e che alcune parti sono ripetute un po’ troppe volte. Eppure l’attitudine e la determinazione di questa band sono di assoluto impatto; avremo solo preferito un altro stile canoro ma dal punto di vista musicale, una volta raffinate le proprie armi, la band potrà dire la sua sul panorama metal internazionale.

Autore: ScarCrowTitolo Album: The Plague Parade
Anno: 2021Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Heavy MetalVoto: 6,5
Tipo: CDSito web: www.scarcrow.de
Membri band:
Damon Fry – voce
Matthias Schorp – chitarra, voce
Tommy Hauser – batteria
Simon Schorp – basso, voce
Tracklist:
1. Dietanic Overture
2. The Plague Parade
3. Patient Zero
4. Bat Shit Crazy
5. Cruel Summer
6. Hell Or High Water
7. Black Pumpkin
8. Childhood´s End
9. Crossroads
10. Luciferin
11. The Calm Before The Storm
12. The Four Horsemen
Category : Recensioni
Tags : Heavy Metal, Nuove uscite
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02nd Feb2022

Anima Hereticae – Ov Behest

by Marcello Zinno
Un esordio con un EP di 3 tracce non si può certo definire un lavoro completo, piuttosto un assaggio di quello che una band potrebbe regalare in futuro. La particolarità dell’EP degli Anima Hereticae è che le “sole” tre tracce raggiungono i 25 minuti di ascolto quindi ci si può fare un’idea davvero concreta della proposta del terzetto. Siamo nelle lande più horror del black metal, di quello con piccoli spiragli sinfonici che però non prendono il sopravvento; ma c’è dell’altro, perché la band punta ad una sezione ritmica che nelle strofe opta per passaggi cadenzati, presente il blast beat ma non sempre, solo in alcuni momenti utili a dare violenza al brano. Questa scelta stilistica rende appetibile Ov Behest anche a chi ascolta un certo death metal, al tempo stesso abbiamo però trovato un po’ troppo piatto il songwriting: l’opener ad esempio dura 7 minuti ma presenta 2-3 pattern che si ripetono e si spera sempre che il brano decolli ma non ci riesce.

Molto più incisiva la titletrack, il growling è molto più d’impatto e la traccia parte già con uno slancio maggiore, una prova che promette molto bene; in particolare a metà brano vengono collocati degli arrangiamenti orchestrali molto epici che danno un altro taglio a tutta la composizione, purtroppo poi ripetuti un po’ troppo nella seconda parte della song. Constellation Of Capricorn è un’opera più complessa a livello di scrittura, sembra quasi una colonna sonora di un film epico e l’inserimento in un EP che ha praticamente una durata doppia rispetto alla sola traccia sembra un po’ troppo audace. Buoni quindi i presupposti, da perfezionare lo stile. Infine un plauso alla copertina dell’EP, molto bella.

Autore: Anima HereticaeTitolo Album: Ov Behest
Anno: 2021Casa Discografica: My Fate Music
Genere musicale: Black MetalVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: https://www.animahereticae.com
Membri band:
Ville Rutanen – voce, basso
Taneli Jämsä – chitarra, voce
Teppo Ristola – batteria
Tracklist:
1. Stone That Burns
2. Ov Behest
3. Constellation Of Capricorn
Category : Recensioni
Tags : Black metal, Nuove uscite
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01st Feb2022

Marto – Sine Nomine

by Marcello Zinno
La violenza degli esordienti Marto arriva di getto con il loro EP d’esordio Sine Nomine. La vena death mista a sfuriate grind emerge dagli inferi in un sound che vanta una produzione di ottimo livello e colloca i Marto in una posizione molto favorevole tra le nascenti realtà del genere. Ottimo Solus, un brano che oltre a presentare un passaggio di più ampio respiro e pathos nella seconda metà, sul finale fa ingordigia di influenze technical death metal; un brano davvero consigliato. Le altre tracce rappresentano sfuriate di metal estremo (in questo Siluetti è l’apice) che seppur risultino interessanti e tecnicamente inopinabili, non aggiungono nulla al genere. Ma alla lunga i finlandesi Marto possono davvero crearsi un pubblico fedele.

Autore: MartoTitolo Album: Sine Nomine
Anno: 2021Casa Discografica: Rockhopper Music
Genere musicale: Death MetalVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: https://www.facebook.com/martonorth
Membri band:
Nico Brander – chitarra
Ville-Veikko Laaksonen – chitarra
Arttu Leppänen – batteri
Jesse Simola – voce
Ville Vuorinen – basso
Tracklist:
1. Portaali
2. Solus
3. Kointähti
4. Ikaria
5. Siluetti
6. Ääriviivat
Category : Recensioni
Tags : Death metal, Nuove uscite
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31st Gen2022

JuJu – La Que Sabe

by Raffaele Astore
Il polistrumentista e produttore siciliano Gioele Valenti è una figura chiave della scena musicale underground europea. Lui è una parte dell’acclamato progetto Occult Psych Llay Lamas (Rocket Recordings). È l’uomo dietro Herself, un progetto di folktronica che ha coinvolto artisti del calibro di Jonathan Donahue di Mercury Rev, John Fallon di The Steppe e Amaury Cambuzat di Faust e Ulan Bator. Ora, Gioele Valenti in arte JuJu, si presenta con questo nuovo lavoro La Que Sabe un disco ricco di affascinanti atmosfere oscure e dure che vanno dal darkwave al post-punk con un’interessante vena di psichedelia oscura ed un forte impatto sonoro che invita ad ascoltare il disco a tutto volume. Quarto album in ordine temporale, il disco è una forte miscela di generi tutti giocati tra synth e chitarre elettrice da brividi. Se si ascolta il disco con attenzione, ma anche al primo impatto, quello che ci arriva è un sapiente frullato di Joy Division insieme a spruzzate psichedeliche alla Cure, ma anche Swan, Depeche Mode e Primal Scream, tutte comunque sostenute da una forte personalità creativa. Pur restando i vari brani tra oscurità e melodia, La Que Sabe si presenta con una qualità di risultati indiscutibili, anzi la concentrazione nel dark psych sfocia anche in quei suoni mediterranei tanto cari a Jole, ma anche a quelli che noi cercano nelle produzioni il senso di ricerca troppo spesso sottovalutato nei musicisti.

Non vogliamo qui parlare dei singoli brani di La Que Sabe, l’essenza del disco, nella sua totalità, ci sembra essere quella di un lavoro capillare, un lavoro dove la magia musicale porta a viaggiare su un rock ricco di sfumature, un rock che coglie attimi di contagi ma senza lasciarsi contagiare, un rock che si colora di stili ma senza trasformazioni. Un nuovo ed attraente album dai suoni straordinari dove il mare magnum del rock ha il tocco di una mediterraneità unica. Un bel disco tutto da ascoltare!

Autore: JuJuTitolo Album: La Que Sabe
Anno: 2021Casa Discografica: Weird Beard Record
Genere musicale: Psichedelia, Art Rock, Post-PunkVoto: 6
Tipo: CDSito web:  https://www.facebook.com/JuJuSpell
Membri band:
Gioele Valenti
Tracklist:
1. Not This Time
2. Nothing Endures
3. Could You Believe
4. She’s Perfect
5. Walk The Line
6. Days In The Sun
7. Beautiful Mother
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Psichedelia
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