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31st Gen2022

Voidfallen – The Atlas Of Spiritual Apocalypse

by Marcello Zinno
Arrivano dalla Finlandia i Voidfallen e questo non è l’unico punto in comune con un’altra grande band, oggi non più attiva, che ha creato legioni di fan. Stiamo parlando dei Children Of Bodom, una band che ha avuto la capacità di spostare l’asticella del death metal non solo di un livello più su ma su un altro terreno, aggiungendo influenze sinfoniche e usando un riffing che sembrava quasi figlio del power metal. È proprio sulle medesime coordinate che hanno reso famosa la band di Alexi “Wildchild” Laiho che si muovono i Voidfallen, che inoltre presentano la stessa instancabile voglia di poggiare su ritmi molto accelerati inserendo davvero pochi momenti di rallentamento (The Daughters è un grande esempio in questo). Instancabili appunto, incessanti e maledettamente metal: sono queste le tre armi del quintetto che dimostra grandi capacità e anche buona scrittura. From Souls To Embers è uno dei pezzi che ci ha colpiti di più, capace di fondere terrore con violenza e realizzare un brano pieno di sfumature sinfoniche, capacità non da tutti. Il brano è seguito da From Embers To Fall, una vera e propria “parte due” più influenzata dal power death e con dei cori che rendono il tutto ancora più stratificato. Altro momento degno di lode è The Slaves Of The Echo Chambers.

Molto importanti le tastiere e gli arrangiamenti orchestrali in una line-up che non prevede nessuno occuparsi full-time di questi elementi, ma c’è anche l’attenzione compositiva, come dicevamo, che rende la band una ottima promessa: accanto a brani più death dal punto di vista intransigente del genere (come Sui Generis), compaiono pezzi di 5 minuti e oltre che presentano diverse variazioni e molti contributi diversi, brani ricchi e ben prodotti considerando che si tratta di un full-lenght d’esordio. The Atlas Of Spiritual Apocalypse è super consigliato ai fan di Alexi ma anche a chi am ail metal pieno di influenze diverse, per nulla statico.

Autore: VoidfallenTitolo Album: The Atlas Of Spiritual Apocalypse
Anno: 2021Casa Discografica: Inverse Records
Genere musicale: Melodic Death MetalVoto: 7
Tipo: CDSito web: https://www.facebook.com/voidfallenofficial
Membri band:
Tommi Kangaskortet – voce
Henri Vuorenmaa – chitarra
Aleksi Tossavainen – chitarra
Lauri Myllylä – basso
Mika Lumijärvi – batteria
Tracklist:
1. The Atlas Of Spiritual Apocalypse
2. Remnants Of The Heart
3. The Hollows
4. The Daughters
5. From Souls To Embers
6. From Embers To Fall
7. Sui Generis
8. The Slaves Of The Echo Chambers
9. Seen Through Ice
Category : News
Tags : Death metal, Nuove uscite
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30th Gen2022

Prey For Nothing – Kivshan

by Cristian Danzo
Gli israeliani Prey For Nothing giungono al quarto album della loro storia discografica intitolato Kivshan. Fautori di un thrash death molto potente che vede influenze black metal molto marcate in alcuni passaggi compositivi miste ad evidenti influenze progressive, propongono un discorso musicale che con la old school dura e pura del genere ha poco a che vedere o spartire. La prima caratteristica del nuovo lavoro del combo è la durata dei pezzi: il più corto, che è anche quello che apre l’album, è Angels Of Atheism. che sfiora di poco i cinque minuti di durata. Se si pensa a questa caratteristica, giocoforza vuole che ci sia una estrema varietà di soluzioni adottate nella composizione di ogni singolo pezzo. Se così non fosse, l’ascoltatore rischierebbe di trovarsi nelle condizioni dei due personaggi che appaiono nel meraviglioso artwork di Kivshan. I Nostri hanno il merito di sapersi ben destreggiare ed evitare di farci fare questa fine indecorosa.

C’è comunque un ma che si profila alla fine dell’ascolto ed è il seguente: mentre fino alla title track, pur mantenendo una varietà di soluzioni ampia come scrivevamo sopra, ci troviamo di fronte ad uno stile ben definito e che fa da filo conduttore tra una canzone e l’altra, da The Pinnacle, Pt.1: Peshat  fino alla chiosa di The Pinnacle, Pt4: Sod  le cose si fanno più violente, estreme e notevolmente ancora più varie dei pezzi che precedono questi ultimi quattro. Diciamo che il lavoro risulta nettamente diviso in due, come se la composizione del materiale sia stata effettuata in due momenti temporali completamente diversi tra loro o come se (e lo deduciamo dalla divisione in parti) le varie The Pinnacle vadano a formare una sorta di saga a sé stante, con atmosfere e respiro propri ed indipendenti. Questa spezzatura è abbastanza evidente e se non abbassa il risultato finale (anzi, per assurdo chi scrive ha apprezzato molto di più l’ultima tranche che la prima) di tutto il lavoro mostra poca coesione. Che sarebbe stata molto più palese invertendo completamente la tracklist.

C’è comunque da dire, come chiosa, che i Prey For Nothing sono band valida e mai noiosa. E Kivshan è sicuramente da ascoltare, nessuno spreco di tempo.

Autore: Prey For NothingTitolo Album: Kivshan
Anno: 2021Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Death Metal, Thrash Metal  Voto: 7
Tipo: CDSito web: https://www.facebook.com/preyfornothing
Membri Band:
Defiler – voce
Michiel Rutten – chitarra
Dima Kogan – chitarra
Anatoli Tolik Kashenka – basso
Iftach Levi – batteria    
Tracklist:
1. Angels Of Atheism
2. The Sword Devours
3. Ocean Of Tar
4. Each Other’s Throats
5. Kivshan
6. The Pinnacle, Pt.1: Peshat
7. The Pinnacle, Pt.2: Remez
8. The Pinnacle, Pt.3: Derash
9. The Pinnacle, Pt.4: Sod
Category : Recensioni
Tags : Death metal, Nuove uscite
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27th Gen2022

The Brokers And The Wall Street Band – The Brokers And The Wall Street Band

by Marco Pisano
L’EP dei The Brokers And The Wall Street Band, dal titolo omonimo, è un perfetto e divertente omaggio alla musica garage e punk rock, con qualche accenno al surf rock e alla psichedelia. The Brokers And The Wall Street Band è un progetto musicale messo in piedi nel 2021 da Giuliano Taviani e Carmelo Travia insieme a Diana Tejera, un omaggio affettuoso e scherzoso alla musica garage punk rock con riferimento a gruppi quali Velvet Underground, The X, The Stooges, The Sonics. Infatti in questo EP ritroviamo molte influenze delle band sopracitate e in generale di un sound sixties con sfumature garage, surf, psichedeliche e punk rock delle origini, creando un mix divertente, allegro e spensierato, per tre brani di sicuro coinvolgimento e godimento. Il trio The Brokers è qui supportato dai musicisti della The Wall Street Band. I brani dei The Brokers compariranno, come musica di repertorio, nella seconda stagione della serie TV Volevo Fare La Rockstar in uscita prossimamente su Rai 2.

Autore: The Brokers And The Wall Street BandTitolo Album: The Brokers And The Wall Street Band
Anno: 2021Casa Discografica: Didyme Records
Genere musicale: Alternative RockVoto: s.v.
Tipo: EPSito web:  https://www.facebook.com/groups/265320745610415
Membri band:
The Brokers:
Eva Lee (Diana Tejera) –  voce, chitarra
Joe Marimba (Giuliano Taviani) – voce, chitarra
Fred Chinasky (Carmelo Travia) – tastiere

The Wall Street Band:
Raffaele Sena – batteria
Federico Carpita – basso
Tracklist:
1. Red Crow
2. Koll Let Me Down
3. In The Dark  
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite
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27th Gen2022

Rebellix – Serpent’s Kiss

by Marcello Zinno
I Rebellix sembrano essere abbonati agli EP: hanno superato il lustro di esperienza ma a causa dei vari cambi di formazione e magari anche di una loro scelta, sono sempre usciti con singoli e EP. Ed sul finire del 2021 regalano un altro lavoro, breve ma molto convincente. Serpent’s Kiss è un album di puro heavy’n’roll, suonato in maniera molto dirty che sicuramente si presta a live incandescenti. Basta ascoltare la sei corde nella parte iniziale di Fuck You, un brano che si lancia in terreni sporchi e live puntando però ad una ricetta molto thrash metal, quasi tedesca dall’impostazione. Ed è proprio questa ventata di thrash che viene fuori anche in Play The Game, brano in cui compaiono anche dei cori più da thrash americano, ma la cornice globale resta quella. L’EP si chiude con Hail To The Sky che ritorna all’heavy’n’roll presentato dall’opener e titletrack dell’EP, un profilo questo a parer nostro più originale e determinato, seppur alcune soluzioni siano prese a prestito dal classic heavy metal.

Veloci e sporchi quindi i Rebellix, hanno tutti i requisiti per piacere se ascoltati dinanzi ad un palco e noi speriamo che arrivino anche dalle parti nostre.

Autore: RebellixTitolo Album: Serpent’s Kiss
Anno: 2021Casa Discografica: Inverse Records
Genere musicale: Heavy Metal, Thrash MetalVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: https://www.facebook.com/rebellix
Membri band:
Samuel Honkavaara – voce, chitarra
Tomi Lappalainen  – chitarra
Kimmo Keipinen – basso
Mikael Leinonen – batteria
Tracklist:
1. Serpent’s Kiss
2. Fuck You
3. Play The Game
4. Hail To The Sky
Category : News
Tags : Heavy Metal, Nuove uscite
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26th Gen2022

Gli Incubi Di Freud – Sistole

by Marcello Zinno
Allacciate le cinture perché con Gli Incubi Di Freud si inizia un viaggio e per viaggio intendiamo uno spostamento nel tempo più che nello spazio visto che il loro EP d’esordio abbraccia un alternative rock molto novantiano. Dietro però questa cornice che viene a galla dopo diversi ascolti vi sono numerose influenze diverse: una certa elettronica e a volte un gusto quasi progressive, le linee vocali e le tastiere che addirittura guardano agli anni 80, il tutto in un forte desiderio di sperimentazione che viene però velatamente messo in sottoscala da una intensa ricerca di melodia. Davvero difficile da inquadrare come lavoro perché proprio quando un brano si apre con un refrain o con un passaggio dal sapore radiofonico, subito dopo la band ti piazza un passaggio arguto, una scelta anticonvenzionale o un suono ricercato. Un esempio perfetto è Fly che possiede alcuni passaggi davvero di gran gusto ma che ascoltata nel suo complesso non potrebbe che essere presentata come una alternative rock song e niente più.

Probabilmente il profilo in cui si esprimono meglio è proprio quello legato al prog rock (Santità O Demenza) e a nostro parere è su queste coordinate che dovrebbero sviluppare la propria proposta musicale.

Autore: Gli Incubi Di FreudTitolo Album: Sistole
Anno: 2021Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Alternative RockVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: https://www.facebook.com/incubidifreudmusic
Membri band:
Joshua McFarrow – voce
Alessandro Camela – batteria
Edoardo Graziani – basso
Andrea Piermarteri – chitarra
Mirko Fermani – chitarra
Tracklist:
1. Ta
2. L’incubo Di Freud
3. Brinderemo
4. Fly
5. Santità O Demenza
6. Migliore Attore Non Protagonista
Category : Recensioni
Tags : Alternative Rock, Nuove uscite
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25th Gen2022

Marc Ysaye – Back To Avalon

by Cristian Danzo
Leggenda del prog belga, essendo il batterista della band più importante in questa scena della sua nazione, i Machiavel, Marc Ysaye decide di pubblicare il primo disco solista della sua carriera. Ci sono pulsioni inspiegabili che spingono gli artisti a doversi esprimere e, di certo, un musicista che con una lunga carriera alle spalle dà vita alla sua prima opera deve avere dentro qualcosa da dire che è inarrestabile. Non si tratta solamente di operazioni commerciali anche perché, in Italia, i dischi dei Machiavel non sono mai ufficialmente usciti. Ed ecco quindi che Back To Avalon appare come se emergesse dalle nebbie del famosissimo romanzo di Marion Zimmer Bradley (Le Nebbie Di Avalon, per l’appunto) per regalarci una prova di rock di classe, immerso in atmosfere soft ed a tratti blueseggianti, in cui si respira un musicista a tutto tondo, amante di soluzioni soffuse e che si capisce subito, non di primo pelo. Se si esclude il pezzo più tirato del lotto, Get It On, di chiara matrice zeppeliniana e seventies, il resto è un connubio di jazz, blues e rock radiofonico di alta classe, fatto di tocchi sapienti e mood rilassato, in netto contrasto con l’atmosfera che attanaglia questo periodo storico così oscuro. Sembra che Ysaye voglia diffondere un messaggio di pace, speranza e farci compiere un viaggio sospesi sopra il mondo in piena libertà piuttosto che reagire rabbiosamente, come tanti altri fanno, a questo eterno ripetersi di allarmi e sospiri di sollievo. Per chi scrive la sensazione è nettamente questa, oltre a ricordare da molto vicino le release soliste di Donald Fagen.

Lavoro ben fatto, maturo e completamente riuscito, da ascoltare con un impianto hi-fi di quelli di lusso, in solitaria, per assorbire tutte le vibrazioni positive che rilascia. Bitter Creek è una cover degli Eagles.

Autore: Marc YsayeTitolo Album: Back To Avalon
Anno: 2021Casa Discografica: Vrec Music
Genere musicale: Rock BluesVoto: 7
Tipo: CDSito web: https://www.facebook.com/marc.ysaye
Membri Band:
Marc Ysaye – voce
Christophe Pons – chitarra
Loris Tils – basso
Marcus Weymaere – batteria    
Tracklist:
1. The Night Is Done
2. Back To Avalon
3. What I Deserve
4. The Lonely Roads
5. Sing For Everything
6. Get It On
7. Bitter Creek
8. Rollin’ Machine
9. Song For A  
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite, Rock Blues
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25th Gen2022

Moorah – Marnost Nad Marnost

by Marcello Zinno
Solitamente le band dell’est Europa dedite ad alcuni sottogeneri metal poco melodici danno il meglio puntando su lande estreme e questo ci viene dimostrato dalla grande scena dell’Est in ambito black e death metal. I cechi Moorah si presentano come una post-black metal band e la catalogazione ci affascina molto perché c’è un enorme bisogno di band che traghettino il black metal nel futuro e che mettano da parte il filone orrorifico-pagano che sembra ormai essere relegato ad un passato che non c’è più; peccato che non saranno i Moorah a portare avanti questa missione. L’opener del loro debutto lascia poco spazio all’immaginazione: Radiant è una sfuriata black con tanto di produzione scarna tipica degli esordi del genere, soprattutto di fine secolo precedente. E questo approccio black (sporco, ruvido, veloce e incessante) non aggiunge nulla alla scena, anzi rimanda a quando ormai più di 20 anni fa è stato detto e stradetto nel black metal.

Purtroppo però il forte lato negativo di Marnost Nad Marnost è un altro: l’eccessiva ripetitività di vari pattern, tanto che alcuni brani avrebbero potuto durare la metà offrendo i medesimi contenuti all’ascoltatore. Questo non significa avere un approccio “post”, questo vuol dire reiterare la medesima ricetta pensando che possa essere vincente ma, se non caratterizzata da genio o da originalità, la ripetizione è spesso non apprezzata. La seconda metà dì Vyvrátíme Modly (che nel complesso supera gli 8 minuti) e Okem Bouře (nonostante il buon incipit) dimostrano bene questo concetto, se poi aggiungiamo che anche in brani come Sigillum Septima la proposta non spicca, allora il suggerimento è ristudiare il proprio stile per tornare sul mercato in maniera più convincente.

Autore: MoorahTitolo Album: Marnost Nad Marnost
Anno: 2021Casa Discografica: Art Gates Records
Genere musicale: Black MetalVoto: 5
Tipo: CDSito web: https://www.facebook.com/MoorahMusic
Membri band:
Count Hroozah – chitarra, voce
Des Troyan – chitarra
Seveřan – basso
Ferenc Fečo – batteria
Tracklist:
1. Radiant
2. Vyvrátíme Modly
3. Sigillum Septima
4. Okem Bouře
5. Vstávej
6. Marnöst
7. Nic Není
8. Slunovrat
Category : Recensioni
Tags : Black metal, Nuove uscite
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24th Gen2022

The Nuv – Belgian Hop(e)

by Cristian Danzo
I brianzoli The Nuv (acronimo di The New Ultraviolet Vanish) giungono al loro terzo lavoro, dopo i precedenti Top Model Superfashion del 2010 e The Nuv Sucks del 2014, intitolato Belgian Hop(e) e che ci perviene in un sontuoso vinile. Difficilmente inscatolabile in un genere questo terzetto, non perché si fatichi a capire in che lidi si muovano, ma perché nel dipanarsi delle 11 tracce c’è un bell’excursus di generi diversi che vengono toccati. Ci troviamo di fronte ad un alternative che cerca di combinare in modo magistrale i Kyuss con influenze meramente british. Prendete come esempio l’opener Check Out e comparatela subito a Supervisor durante il vostro ascolto e capirete subito il motivo di quanto stiamo affermando. È questo continuo alternarsi di influenze ed atmosfere diverse che fa di Belgian Hop(e) una release davvero interessante e di respiro sicuramente internazionale. Il contaminare diverse ispirazioni per saper poi creare uno stile completamente personale è ciò che riesce in maniera magistrale ai The Nuv (e a tante altre band italiane di cui scriviamo da diversi anni, a dimostrazione che la scena è completamente viva e che l’asticella si è alzata in maniera positivamente imbarazzante).

Il saltare tranquillamente da un mood all’altro mantenendo comunque una coesione all’interno dello stesso prodotto non è da tutti. Ci vuole capacità e coraggio, soprattutto per mantenere la coesione del prodotto ed una linea che non renda l’esito finale sfilacciato e con una apparenza di compilation e di canzoni messe insieme a casaccio. Oltre ai due titoli sopra citati, a fare da manifesto a ciò che abbiamo scritto portiamo anche Pulp!, Dead Frog e Buena Suerte che chiude Belgian Hop(e). La prima citata, ad esempio, si muove in ambiente disco in maniera davvero eccellente. Non resta che a voi decidere se scoprire la variegata proposta musicale ed il mondo libero dei The Nuv.

Autore: The NuvTitolo Album: Belgian Hop(e)
Anno: 2021Casa Discografica: Moquette Records
Genere musicale: Alternative RockVoto: 7
Tipo: LPSito web: https://thenuv5.wixsite.com/bhpress
Membri Band:
Denis Maloy Tripodi – voce, chitarra
Dante Brin – basso
Andrea Caristo – batteria  
Tracklist:
1. Check Out
2. The Wolf Of Green Street
3. Clockhurt
4. Gold Digger
5. Pulp!
6. Spillover
7. Plasma
8. Red Carpet
9. Supervisor
10. Dead Frog
11. Buena Suerte  
Category : Recensioni
Tags : Alternative Rock, Nuove uscite
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24th Gen2022

Erzsebet – The Blasphemous Lady

by Marcello Zinno
Gli Erzsebet, moniker difficilissimo da leggere per noi italiani, si presenta al pubblico con un EP (la durata totale è di 22 minuti) completamente dedicato alla contessa Bathory, la stessa a cui si ispirò la band omonima diretta dallo storico Quorthon. Il contesto però è diverso dalla band scandinava, qui ci troviamo in un black metal sinfonico, dove il black metal giova di una produzione molto moderna quindi lontana dal black rude e grezzo: patinato ma con linee vocali in growl (i Dimmu Borgir hanno fatto scuola in questo) e delle tastiere/orchestrazioni che non la fanno da padrone, più che altro per una questione di scarsità di risorse a disposizione che non di stile. Siamo pronti a scommettere che se questa band crescerà, la parte sinfonica prenderà il sopravvento nel sound visto che già in questo The Blasphemous Lady è molto presente ma con una produzione che per scelta non ha voluto offuscare la parte chitarristica e più metal (ascoltare ad esempio Darvulia’s Eye).

L’approccio orrorifico (Wraiths Behind The Mirror) e anche molto teatrale è il cuore del sound della band che però non aggiunge nessun elemento innovativo nella scena di appartenenza. Pur dotati di tecnica esecutiva e di grande convinzione nella proposta creata, il quartetto dovrà ingegnarsi per sviluppare qualcosa di suo perché di band symphonic black metal ne è piena l’Europa. E non solo.

Autore: ErzsebetTitolo Album: The Blasphemous Lady
Anno: 2021Casa Discografica: Art Gates Records
Genere musicale: Symphonic Black MetalVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: https://www.facebook.com/erzsebetofficial
Membri band:
Cerbervs – batteria
Angelvs – chitarra, tastiere
Erzsébet – voce,
Ngldogma – basso, voce
Tracklist:
1. Örgdög’s Moon
2. Erzsébet
3. Wraiths Behind The Mirror
4. Cachtice
5. Darvulia’s Eye
6. The Blasphemous Lady
Category : Recensioni
Tags : Black metal, Nuove uscite
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23rd Gen2022

Valerio Bruner – Someday

by Marcello Zinno
Ritorna in versione elettrica Valerio Bruner, dopo due EP dedicati alle figure femminili, il primo sì elettrico ma morbido e orecchiabile (La Belle Dame di cui avevamo parlato a questa pagina) e il secondo completamente in versione acustica (La Belle Dame #2 approfondito a questa pagina). Serviva quindi una nuova uscita con una band al completo e non solo voce e chitarra, anche se ci saremo aspettati un full-lenght. Ma lo stile di Valerio può davvero mettere d’accordo tutti: chi ascolta rock americano da classifica e chi cerca musica disimpegnata, chi lega la musica all’amore e chi ama la musica suonata. Di certo lo stile di Valerio Bruner non è cambiato quindi il nuovo EP Someday piacerà sicuramente ai fan dell’artista, quello che è cambiato è il peso degli arrangiamenti, adesso superiore alle precedenti uscite: l’incipit e gli assoli di Mercy (Of Love And The Fear) sono solo un assaggio. Tutt’altro che banale la titletrack che parte con buon riff e sul finale presenza un intermezzo particolare, inaspettato per lo stile di Valerio che apre a nuove evoluzioni sonore.

C’è anche qualche brano che dà una carica maggiore, come il singolo Sloppy Sue, ma fondamentalmente Someday è da inserire nelle playlist di rock da camera, sempre rock ma fatto con il cuore.

Autore: Valerio BrunerTitolo Album: Someday
Anno: 2021Casa Discografica: Volcano Records
Genere musicale: Rock, CantautoraleVoto: s.v.
Tipo: EPSito web: https://www.facebook.com/brunervalerio
Membri band:
Valerio Bruner – voce
Antonio Castaldo – basso
Mirko De Maio – batteria
Alessandro Liccardo – chitarra, piano, hammond, voce
Tracklist:
1. Forget About You
2. Sloppy Sue
3. Mercy (Of Love And The Fear)
4. Someday (Your Blue Dress)
5. Rain Man
Category : Recensioni
Tags : Nuove uscite
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