Shandon – Sixtynine
Quinto lavoro discografico per gli Shandon, band dell’hinterland milanese oramai conosciuta non solo in Italia ma anche in molte parti d’Europa. Ascoltando i precedenti dischi si può dire che questa band ha proposto nell’arco della loro carriera musicale principalmente un genere che si può identificare nello ska-core, che quindi nella loro base musicale si sia data molta importanza a riff graffianti contornati da fiati. Con Sixtynine sembrano voler sperimentare nuovi suoni, l’icona di ska-core band rimane ma con sfondi che vanno dal dark sfociando anche in un ottimo hardcore melodico e questo è un chiaro segno di maturità del gruppo, disposto ad arrivare a nuovi orizzonti senza tradire le caratteristiche che accompagnano la band sin dagli esordi. Anche i testi delle canzoni sembrano più ricercati e impegnati rispetto al passato. Questo album, prodotto da Ammonia Records e distribuito dalla Sony, è composto da 13 tracce (nel CD in uscita nella versione standard), mentre nella versione digipack sono in più presenti 4 bonus track e 2 tracce CD-rom; si apre con F.D.P.: un intro di chitarra con tanto di presentazione per poi trasformarsi in un pezzo in puro hardcore melodico che è Wrong Way. Segue It Was A Promise, anche qua l’intro è curioso, violini per poi partire con i fiati e una batteria veloce sempre però con molta melodia. La quarta traccia è la hit-single Viola, ska-core molto orecchiabile cantato in italiano. Con la ballabile Like A Want si torna allo ska.
Startin’ Line, che si avvale della collaborazione di Andrè dei Madbones è un pezzo molto cattivo e coinvolgente, in vero sitle punk hardcore, la seguente Drunk può ricordare i primi Shandon, da segnalare anche in questa canzone una collaborazione nelle voci effettuata da Marco dei De Hejderoosjes. Un ultima collaborazione gli Shandon l’hanno ottenuta da Ana degli Analena per l’esecuzione dei brani Time e Heaven In Hell. Anche in questo album la band lombarda esegue una cover: questa volta, dopo avere riadattato a modo loro Seek And Destroy dei Metallica in Fetish, si cimentano con From Out Of Nowhere dei Faith No More, rieseguita in stile hardcore melodico tra l’altro molto ben riuscito. Se dobbiamo scegliere il pezzo migliore di questo disco potremo dire, oltre a Time, Hunter traccia numero 11, ska-core travolgente, chitarre pesanti e fiato come contorno. Chiude il disco la ballad The Choice. Molto curiosa anche la copertina del CD dove abbiamo il primo piano di un clown. Nella quattro bonus track il pezzo migliore è The Scene, travolgente, melodica e allo stesso tempo graffiante, l’ultima canzone è la versione al pianoforte di Revenge dove Olly si cimenta al pianoforte, creando una ballad molto bella, ascoltabile e anche inaspettata. Nel disco sono presente, come detto prima, anche 2 tracce per CD-rom, le versioni video di Washin’ Machine tratta da Not So Happy To Be Sad e Liquidate All My Strenght.
Questo lavoro degli Shandon è un buono disco; riescono al tempo stesso a proporre nuovi suoni, nuovi generi per loro, ma mantenendo il loro DNA principale di ska-core band, una vera e propria (e pur riuscita) prova di maturità per Olly e soci.
Autore: Shandon | Titolo Album: Sixtynine |
Anno: 2004 | Casa Discografica: Ammonia Records |
Genere musicale: Punk | Voto: 7 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.shandon.it |
Membri band:
Olly – voce, chitarra Marco – chitarra Andrea – basso Walter – batteria Alberto – trombone, tastiera Fabio – tromba |
Tracklist:
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