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22nd Lug2013

The Neigers – EP 2013

by Marcello Zinno

Ci immergiamo nuovamente nei sottoboschi della musica suonata nei piccoli club, da band emergenti ma con tanta voglia di sfondare. Troviamo stavolta i mantovani The Neigers, trio che pubblica quest’anno un EP dal classico titolo DIY per presentare le proprie capacità. E dobbiamo riscontrare che ci sono tutte: non si griderà alla ricerca sofisticata di un sound nuovo, ma i ragazzi si esprimono con gusto e qualità esecutiva. Un rock’n’roll di base, come l’opener I Want It All non riesce a disconoscere (ci troviamo addirittura un pizzico di rockabilly) la loro verve pur mescolata a varie influenze. Basti passare alla seconda traccia, Monday Morning, per capire quanto punk inglese abbiano ascoltato i ragazzi e come abbiano voluto conferirgli una connotazione rock, sforzandosi nell’omaggiare il british sound, fonte dei loro piaceri giovanili. Il rockabilly e le commistioni che ci fanno tornare alla memoria i The Clash, tornano in vita con Mary, che è in grado di regalare una sei corde davvero scoppiettante, mentre con Stoned By Your Love gli animi si calmano in quanto a tempi e sonorità. È con la conclusiva Burn Like A Bomb che l’energia torna ad alti regimi con un sapore molto Oasis che rende anche giustizia al titolo della traccia: stampo passato, sonorità ruvide e vari cambi di ambientazione che impreziosiscono non solo il brano ma presentano questa band come già matura.

Nel complesso un sound quello dei The Neigers che ha molto più valore dal vivo e che vediamo un pò troppo stretto se chiuso nel solo EP autoprodotto. Speriamo che queste cinque tracce e le tante idee nel cantiere permettano a questi ragazzi di suonare tanto in giro. Noi nel frattempo ve li facciamo conoscere.

Autore: The Neigers Titolo Album: EP 2013
Anno: 2013 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Rock, Rock’N’Roll Voto: s.v.
Tipo: CD Sito web: https://www.twitter.com/TheNeigers
Membri band:

Damiano Negrisoli – voce, chitarra

Giacomo Parisio – basso, voce

Andrea Onofrio – batteria, voce

Tracklist:

  1. I Want It All
  2. Monday Morning
  3. Mary
  4. Stoned By Your Love
  5. Burn Like A Bomb
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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18th Lug2013

Vietcong Pornsürfers – We Spread Diseases

by Marcello Zinno

Quando una band moderna prende ad esempio il grande successo musicale di un altro gruppo del passato riportandolo ai giorni nostri con maestria, è una gioia. Quando invece una band prende il meglio da una serie di band e di generi di pregio e ne fa un cocktail mortale, allora è pura estasi. I Vietcong Pornsürfers sono questo: l’attitudine del punk delle origini mescolate con la digeribilità del punk rock ma senza rinunciare all’approccio “in your face” (sì avete capito bene, un pò come i Turbonegro, anche loro nordici in quanto a radici), il rock’n’roll che attiva con un bottone il pogo e un pizzico di hard rock/glam tanto caro alle sonorità ottantiane (anche qui forse i compaesani Hardcore Superstar avranno lasciato tracce). Un miscuglio che davvero lascia pochi ostaggi sul campo e che dal vivo sprigiona il massimo della sua energia. La band ci mette poi del suo, sia con un moniker tutt’altro che timido sia con delle scelte molto originali (come quella di pubblicare il precedente album solo su audio cassetta). Ma in We Spread Diseases è la sostanza quella che conta, una sostanza fatta di rock grezzo e stradaiolo, seppur suonato con un desiderio di divertimento e al tempo stesso con una sapienza non da tutti. Dead Track sembra essere un parto scomodo di Danko Jones, ma presto giunge The Best Song con cui si è alla ricerca della prossima corsa grazie ad un rock’n’roll impaziente e veloce (ripreso in parte in Diseases). E proprio quando si pensa di aver oltrepassato il limite, parte la successiva Selfdestructive che spinge ancora di più sull’accelleratore, verso una distruzione che presto arriverà.

Belle le influenze rock’n’blues in First High, ci testimoniano che ogni traccia ha qualcosa da regalarci, anche se su tutte vige uno spirito festaiolo che farà impazzire gli appassionati di glam/hair/sleaze (I Hate Your Band dà lezioni in questo). Fulminante anche We Gotta Burn che con suoni leggermente più ovattati ma con la stessa grinta spazza come un ciclone ogni dubbio legato alla loro proposta. Passaggio dopo passaggio i Vietcong Pornsürfers riescono ad immergerci nei piaceri di un live incandescente: sarà per compensare la temperatura rigida ma se la Svezia è in grado di regalarci queste emozioni così forti allora l’unica soluzione accettabile è trasferirsi tutti lì! Biglietto di sola andata prenotato.

Autore: Vietcong Pornsürfers Titolo Album: We Spread Diseases
Anno: 2013 Casa Discografica: Dangerous Rock Records
Genere musicale: Rock’N’Roll, Hard Rock Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.vietcongpornsürfers.com
Membri band:

Tom K – voce

Teddy – chitarra

Affe – basso

Rackarn – batteria

Tracklist:

  1. Marcel
  2. Dead Track
  3. The Best Song
  4. Selfdestructive
  5. Make Your Hate
  6. First High
  7. I Hate Your Band
  8. Just Another Crime
  9. Don’t Look Back
  10. Diseases
  11. ADD
  12. We Gotta Burn
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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14th Lug2013

Mister Furto & Lady Paccottilla – Water Blues

by Marcello Zinno

Altro duo altro premio. Al pari di una giostra la base gira ed ecco che si presenta al nostro ascolto un altro duo, struttura funzionale per band che vogliono innovare e che sempre più numerose optano per questa tipologia di line-up. Batteria, incontrastata, primeggia la sezione ritmica, mentre il compagno di turno gestisce tutta la parte melodica/sporca/musicale che ruota intorno al sound del progetto. Un progetto nato, lasciato e ripreso quasi per scherzo quello di Mister Furto (lui) & Lady Paccottilla (lei) ma che risulta ben attivo in sede live. Il perchè? Un percorso semplice ma per nulla scontato: rock’n’roll moderno suonato con verve e passione, un pò alternativo ma mai snob, per piacere ma anche per divertirsi suonandolo. Troppo scontato il paragone con i White Stripes, non solo per il sesso e il numero dei membri che lo vivono (ehm vivevano) ma anche per le sonorità scelte, ma qui si parla, in fondo, un’altra lingua. Il rock è sì viscerale ma sapientemente investito di una buona e limitata dose di synth, giusto quanto basta per non sfociare in un procetto elettronico o sperimentale. Il titolo dell’EP, Water Blues, richiama bene le radici dei ragazzi che ispirano il loro sound: l’arpeggio della title track o anche il ritmo dell’affascinante Old Joe sono una conferma ma lungi dal presentarli come un progetto eccessivamente sofisticato. Endless Riot intinge il basso nel magma colante, incandescente e infuocato allo stesso tempo, in un trip ideale per gli anni ’70 quando l’acido non era solo una sostanza ma una vera e propria percezione del sound.

E con questo brano e con l‘ultimo Kazakh March che il timone scappa dal comando del duo e ci si avvicina, con nostro grande piacere, a rotte che rendono più elettrici gli strumenti prendendo a schiaffi il grezzume dello stoner e lasciando a bocca aperta chi pensa che un duo non possa sperimentare oltre i due, semplici, suoni. Un progetto interessante da rivalutare sulla lunga distanza.

Autore: Mister Furto & Lady Paccottilla Titolo Album: Water Blues
Anno: 2012 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Rock’n’Roll, Rock Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: https://www.facebook.com/mrfurto
Membri band:

Matteo Casetti – voce, basso, synth, cigar box guitar

Francesca Peschiera – batteria

Tracklist:

  1. Old Joe
  2. Stonhead
  3. Water Blues
  4. Endless Riot
  5. Kazakh March
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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02nd Giu2013

Mud Stained Boots – Mud Stained Boots EP

by Marcello Zinno

È un bene che tra organizzatori di concerti, promotori e etichette discografiche, siti di crowdfunding, social network, ogni tanto spicchi qualche band totalmente autoprodotta, nata da poco ma che ha già partorito un EP con 4 inediti interessanti. È un bene perchè è il segnale diretto che la scena si muove dal basso e non solo tramite azioni di marketing e di visibilità che operatori più o meno blasonati sono in grado di mettere in campo facendo guadagnare pubblico (follower?!) ai gruppi. E allora ecco che accogliamo volentieri i Mud Stained Boots e band similari, pronte a proporci degli inediti di qualità in maniera genuina ma anche ben prodotta, elemento questo che rappresenta un altro pugno in faccia rispetto alle varie registrazioni insipide ma di nomi noti che a volte ci troviamo ad ascoltare. Lo stile c’è tutto: rock e rock’n’roll si fondono alla grande senza inventare nulla di nuovo, sia chiaro, ma trascinando con sé uno stile personale, come se il terzetto fosse in attività da un bel pò e avesse amalgamato un sound grazie ad un collaudo tutt’altro che breve. L’opener Knife In The Eye è un miscuglio malato di punk e rock’n’roll ma con la voce di Matteo Campriani che sembra richiamare un certo dark anni ’80: un cocktail indubbiamente alcolico che senza spingere sull’acceletatore ci piace al primo assaggio.

Il controtempo molto Queens Of The Stone Age di Better Me (che ad ascoltarlo bene richiama anche qualcosa dei Them Crooked Vultures) cambia i registri e velocizza gli anini per poi aprire ad una parentesi intimista molto profonda che prende il nome di Low Heavy Sky: qui la chitarra a metà tra il suo flanger e la presenza di uno spirito psichedelico dà il “là” per poi impostare una cadenza più ritmata e se vogliamo un pò grunge. Il primo minuto introspettivo sicuramente lascia presagire un percorso musicale interessante per il terzetto che però resta ancorato al rock, sia tramite un assolo ben inserito e ricoperto da riff decisi, sia tramite l’ultimo brano proposto, Superior Being. Qui si parte con delle strutture metal per poi virare verso un rock davvero originale, il tutto passando per ambientazioni differenti e costruzioni sonore non da poco. Un insieme di idee mutevoli incastonate in quattro tracce diversamente interessanti. Molta carne sul fuoco, sicuramente non servirà molto tempo per un full-lenght.

Autore: Mud Stained Boots Titolo Album: Mud Stained Boots EP
Anno: 2012 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Rock’N’Roll Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: http://soundcloud.com/mud-stained-boots
Membri band:

Matteo Campriani – chitarra, voce

Gabriele Giovannini – basso

Giacomo Mariani – batteria

Tracklist:

  1. Knife In The Eye
  2. Better Men
  3. Low Heavy Sky
  4. Superior Being
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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15th Apr2013

I Ciuffis – Sensazioni Ciuffose

by Giulia Galvani

In Italia, ci si avvia verso gli anni del boom. La Tv è ancora in bianco e nero e nelle case se ne vedono poche. La gente guarda con speranza al futuro. Da oltre oceano Elvis Presley scuote indelebilmente e per sempre il mondo musicale. Nasce il rock’n’roll. Quest’aria di rinnovamento si diffonde anche nella vecchia Europa. L’Italia in particolare cerca una propria identità musicale. Accanto alla canzone leggera, fin troppo legata alla tradizione, travolgono il bel paese i nuovi ritmi d’oltreoceano subito amati dai giovani. Finalmente anche il rock’n’roll invade la penisola. Sono I Ciuffis il fenomeno del momento. Acclamati dal mondo intero diventano il simbolo del nuovo genere che da lì in avanti avrebbe influenzato le generazioni a venire. BAM !!!!! Questo quello che forse (?), sarebbe potuto succedere se I Ciuffis con il loro Sensazioni Ciuffose, fossero venuti alla ribalta in quegli anni. O forse no. In realtà siamo nel 2013 e I Ciuffis ripropongono oggi le sonortià di quei bei tempi andati, riportando quella freschezza e quelle sensazioni di divertimento spensierato tipiche del rock’n’roll della prima ora. Le dieci tracce del disco si muovono decisamente intorno ai suoni anni ’50, con alcune derive punkeggianti e spunti di rockabilly. Ad ascoltarlo segue l’imminente impeto di muovere i piedi, di ballare.

Il trio veneto, senza troppe pretese, regala all’ascoltatore una mezz’ora di allegra spensieratezza. Ed è proprio questo il loro intento, il loro obiettivo o ragion d’essere. Suonano nella maniera più ”ignorante” possibile trasmettendo energia esplosiva, divertendosi e allo scopo di far divertire. Le tematiche sono quelle tipiche del rock’n’roll, fiumi d’alcol, party con gli amici e naturalmente le donne. Un invito a fare festa, come la opportunamente titolata Festare, dopo la solita settimana di lavoro. Il richiamo del venerdì per togliersi di dosso le fatiche dei giorni precedenti. Una buona dose di ironia trasuda da ogni singola traccia, a rendere il tutto ancor più godibile. Un non voler sempre e per forza prendersi sul serio o a tutti i costi fare gli ”impegnati”. Si salta e si beve. I capelli sono brillantinati a puntino e i tre Ciuffis di Treviso sembrano a tratti per davvero usciti da un episodio di Happy Days.

Una ventata di Sensazioni Ciuffose…un tuffo in quelle sonorità che hanno cambiato il mondo…una mezz’ora d’allegria…che ce n’é tanto bisogno.

Autore: I Ciuffis Titolo Album: Sensazioni Ciuffose
Anno: 2013 Casa Discografica: Go Down Records
Genere musicale: Rock’N’Roll Voto: 6,5
Tipo: CD Sito web: http://www.iciuffis.it
Membri band:

Rockazeno

ElPaisy

Croci

Tracklist:

  1. Da Noi Ritornerà
  2. Io Non Ci Sto
  3. Festare
  4. Questa Filastrocca
  5. Jessica
  6. Stinsetti
  7. Avanti Andrai
  8. Una Birra
  9. Real-Mente
  10. Diserterò
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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13th Apr2013

Speed Stroke – Speed Stroke

by Marcello Zinno

Roba giovane, roba fresca. E chi ci conosce sa che quando parliamo di “fresco” non intendiamo per forza qualcosa proiettato verso il futuro ma anche una ottima rivisitazione in chiave attuale di qualche genere del passato. È questa la giusta cornice per presentare gli Speed Stroke, band romagnola che prende il meglio della scena sleaze ottantiana per attualizzarla ai giorni nostri arricchita anche da una buona produzione. L’energia c’è tutta: i ritmi stradaioli alla Skid Row, i riff graffianti e tutta la carica festaiola che un gruppo del genere può generale sono ben presenti già dalla sfiammante opener Sick Of You. Il marchio di fabbrica è comunque uno sleaze d’impatto e facilmente digeribile, con una giusta dose di tecnica ma senza eccessi sfarzosi, parente di Motley e tutte le band successive…non è un caso che due anni fa il combo aveva partecipato ad un tributo a Dave Lepard (cantante e chitarrista dei Crashdiet). Strano vedere la band sotto Buil2Kill Records, etichetta nota per sonorità ben più estreme, però va riconosciuto che qui di qualità ce n’è tanta quindi sarebbe davvero difficile non scommettere su una band del genere. I cori e le registrazioni delle parti vocali sono davvero lodevoli, pongono gli Speed Stroke al pari di band arcinote nella scena sleaze/glam/rock’n’roll, complice anche le tante idee dei cinque perfettamente messe in musica.

Il rischio di band simili si avverte alle prime note della ballad: di solito le formazioni molto decise cercano il varco della alta visibilità tramite un lentone che piacca a tutto il pubblico senza distinzioni. Dobbiamo ammettere che il brano in questione, Burning Heart, risulta saggiamente costruito e apprezzabile anche per orecchie più esigenti (la tentazione di inserirvi un assolo pop è alta ma per fortuna il chitarrista D.B. scampa il pericolo). Refrain facili anche nei brani della seconda parte dell’album, da cantare ma con una grinta particolare (come One Day Is Enough che risulta una vera e propria cura contro la depressione) e sempre abbellite da un’attitudine rock’n’roll onnipresente e affascinante. E se Shine, la seconda ballad, si discosta un pò (troppo?) dalle sonorità a cui i Nostri ci hanno abituato, con Age Of Rock N Roll (anche primo singolo dell’omonimo album) si riaccende la micca pronta ad esplodere e far danni mentre con Speed Stroke Of Fire si riesce ad omaggiare Jerry Lee Lewis. Ad avercene di band come gli Speed Stroke!

Autore: Speed Stroke Titolo Album: Speed Stroke
Anno: 2013 Casa Discografica: Buil2Kill Records
Genere musicale: Sleaze Metal, Rock’n’Roll Voto: 8
Tipo: CD Sito web: http://www.speed-stroke.com
Membri band:

Jack – voce

D.B. – chitarra

Niko – chitarra

Fungo – basso

Neb – batteria

Tracklist:

  1. Sick Of You
  2. Nothing’s True
  3. Lookin’ Down
  4. Burning Heart
  5. Out Of The Pen
  6. One Day Is Enough
  7. Trust Me, I Care
  8. Shine
  9. Age Of Rock N Roll
  10. Flesh & Nerve
  11. Speed Strokes Of Fire
  12. The Hunt
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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04th Gen2013

RougeNoire – The Show

by Gianluca Scala

Finalmente ci troviamo davanti ad una band che per uscire dall’anonimato pubblica un debut album davvero interessante. Stiamo parlando di The Show, interessantissimo debut album delle RougeNoire, una rock’n’roll band tutta al femminile che arriva da Sesto S.Giovanni (Milano); undici brani caratterizzati da ottimi riff di chitarra, un’ottima sezione ritmica, ruvida e potente allo stesso tempo, e dalla voce sensuale e dannatamente bella della singer Black Mamba, che potrebbe davvero cantare qualsiasi genere musicale. Tutti brani autoprodotti, dai ritmi tirati senza l’ombra di una rock ballad, scelta che trasmette l’intenzione di puntare tutto sulla potenza tralasciando il lato soft e sdolcinato. Un dolce arpeggio di chitarra introduce il primo brano dell’album, The Gift, una strumentale che si snoda bene e che mette in evidenza la buona tecnica di chitarra solista della chitarrista Sabarax. The Wolf e Make A Better Day sono due brani rock ben articolati e ben cantati con dei chorus molto belli ed accattivanti, Vicious è puro glam rock’n’roll, sembra di sentire la versione femminile dei Motley Crue, mentre Sharp Edge ed Happy Ending sembrano pezzi degli degli Hanoi Rocks; dei brani ben suonati e che convincono fin dal primo ascolto. Anche qui si possono trovare tutti gli ingredienti necessari che servono per scrivere una gran canzone, un gran ritornello e grandi assoli di chitarre.

Con Devil si ritorna in territori cari ai vecchi Motley Crue, però con un tocco personale davvero molto originale. E che dire di Not Your Own, altra grande canzone dal ritmo ben sostenuto, vero highlight di questo The Show. Building Love e Like sono le battute finali di un disco che ha bisogno di pochi ascolti per entrare in circolo e per essere gradito dal primo all’ultimo minuto di musica, cosa che dimostra che esistono delle realtà musicali intorno a noi che non aspettano altro che essere scoperte. Brave RougeNoire!

Autore: RougeNoire Titolo Album: The Show
Anno: 2012 Casa Discografica: Autoproduzione
Genere musicale: Rock’N’Roll Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.rougenoire.it
Membri band:

Black Mamba – voce

Crill   Bill – chitarra

Sabarax – chitarra

Vice – basso

Blade – batteria

Tracklist:

  1. The Gift
  2. Wolf
  3. Make A Better Day
  4. Vicious
  5. Sharp Edge
  6. Devil
  7. Happy Ending
  8. Not Your Own
  9. Lookin’ For
  10. Building Love
  11. Like
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
1 Comm
20th Dic2012

Black Crowes – Shake Your Money Maker

by Alberto Lerario

Shake Your Money Maker, è l’album in cui i poco più che maggiorenni fratelli Robinson segnano il loro debutto nella scena musicale, dopo aver fatto anni di gavetta live nei locali di Atlanta. Questo album è chiassoso, potente ed emozionante come si conviene ad una band del sud. Caratterizzato da sonorità che spaziano dal rock’n’roll all’hard rock, dal blues al southern rock, i due fratelli dimostrano di aver studiato a fondo i classici del genere, e soprattutto di averli capiti in modo da riproporli, se non in maniera originale, sicuramente più fresca ed energica. Si parte con Twice As Hard, in cui sembra di sentire suonare gli Aerosmith sia per timbro che per dinamica. Un pezzo godibile e potente in cui si apprezza la graffiante voce piena di carisma di Chris Robinson. Jealous Again, grazie al piano barrelhouse, mantiene lo stesso livello qualitativo della precedente traccia. Sister Luck, di stampo southern rock, con la voce di Chris a tratti gospel e l’organo in sottofondo, fa venir voglia di viaggiare per le strade della Georgia. Con la quarta traccia Could I’ve Been So Blind, classico boogie/rock’n’roll scritto ai tempi dei Mr. Crowes Garden, si smette di sognare e si riprende a ballare in modo scatenato, per passare ad un bel lento sotto le note di Seeing Things, quasi un omaggio alla voce di Joe Cocker da parte di Chris Robinson.

Hard To Handle, cover del brano di Otis Redding, potente soul rock fedele all’originale rappresenta una delle hit dell’album. Thick N’Thin fragoroso rock’n’roll è abbellita da un elegante accompagnamento strumentale. L’altro brano di enorme successo è She Talks To Angels, il cui riff fu scritto da Rich Robinson all’età di 17 anni, è dedicata ad una ragazza cocainomane conosciuta da Chris Robinson. Lento southern rock accompagnato dall’organo in sottofondo, dolce e commovente, ma non sdolcinata, questo brano sarebbe perfetto come sfondo musicale per un bel tramonto sul vicino Mississipi gustando del buon whiskey di contrabbando. Si chiude con Struttin’ Blues, un buon rock blues moderno, e Stare It Cold, country rock suonato ad alto voltaggio di potenza. In conclusione tutte le canzoni dell’album si basano su arrangiamenti costituiti da numerose citazioni dei classici del passato, accompagnate dalla voce calda e graffiante di Chris Robinson. Un suono corposo e tagliente come un rasoio rende comunque tutti i brani decisi e non datati, piacevoli all’ascolto. Forse manca il brano memorabile ma l’album scorre liscio senza intoppi e lascia soddisfatti sin dal primo ascolto. È come se i fratelli Robinson ci facessero fare un viaggio nel tempo, alla maniera di Marty McFly (alias Michael J. Fox), per farci apprezzare e comprendere nel nostro futuro presente il verbo del rock’n’roll.

Autore: Black Crowes Titolo Album: Shake Your Money Maker
Anno: 1990 Casa Discografica: Def American
Genere musicale: Southern Rock, Rock’N’Roll Voto: 7
Tipo: CD Sito web: http://www.blackcrowes.com
Membri band:

Chris   Robinson – voce

Rich   Robinson – chitarra

Jeff   Cease – chitarra

Johnny   Colt – basso

Steve Gorman – batteria

Tracklist:

  1. Twice As Hard
  2. Jealous Again
  3. Sister Luck
  4. Could I’ve Been So Blind
  5. Seeing Things
  6. Hard to Handle
  7. Thick n’ Thin
  8. She Talks to Angels
  9. Struttin’ Blues
  10. Stare It Cold
Category : Recensioni
Tags : Album del passato, Rock'N'Roll
1 Comm
28th Nov2012

Seddy Mellory – Fake As Your Mon’s Orgasm

by Marcello Zinno

Lunga vita all’EP! Lunga vita al rock’n’roll! Questi sembrano i due assiomi che si solidificano nel nome Seddy Mellory, un killer combo dietro cui si celano quattro musicisti totalmente italiani, al di là dei nomi d’arte che si sono scelti. L’EP è stata la scelta principale attraverso cui la band si è presentata nel passato al pubblico, tanto che questo Fake As Your Mon’s Orgasm rappresenta il primo vero full lenght uscito a sette anni dalla loro formazione. Idee chiare questo è certo, ma poche idee rivoluzionarie perchè scoprire nuovi filoni musicali non rientra nell’obiettivo dei Seddy Mellory: piuttosto si vuole riscoprire il buon (cattivo) e caro (sporco) rock’n’roll del passato, con immensa gioia dei più vecchietti e meno di chi ignora le origini del rock. Forti sono i momenti che ci riportano direttamente al rock targato Rolling Stones, come Faith dal refrain coinvolgente che ricorda anche qualcosa dei Turbonegro periodo Retox (influenza questa ripresa anche nel penultimo brano Red Riding Hood), e Joy che chiama direttamente in causa Mick Jagger e soci non solo per la voce pacata (clone di Mick) che si scontra dietro i ritmi martellanti ma anche per le chitarre in gran forma.

Bisogna riconoscere comunque ai Seddy Mellory una particolare capacità espressiva anche al di fuori dei confini musicali che essi stessi si sono creati: The Game rallenta i ritmi, abbraccia un palato molto più mainstream e grazie anche ad una produzione di ottimo livello, si trasforma in un potenziale hit, nonostante sia lontana dal tipico sound del combo. Aggressiva e ricca suona Nuke (Apocalypse Dude?!…no avete letto bene, Nuke) che presenta anche un buon assolo sul finale ed un tiro forte che colpisce, mentre un altro brano da segnalare oltre alla divertente “porno rock song” Cheek To Cheek è Burp Radio City che puzza di party stradaiolo fino all’ultima nota. Interessante la scelta stilistica di tenere il basso sempre in prima linea in un connubio comunque evidente rispetto agli altri strumenti e non sotterrarlo dietro una marea di arrangiamenti delle sei corde: questo sicuramente rende la proposta più interessante, una proposta musicale che vive fondamentalmente di live ed è lì che può sprigionare il massimo della sua bontà qualitativa.

Autore: Seddy Mellory Titolo Album: Fake As Your Mon’s Orgasm
Anno: 2012 Casa Discografica: Kandinsky Records
Genere musicale: Rock’N’Roll Voto: 7
Tipo: CD Sito web: www.seddymellory.com
Membri band:

Paul Mellory – voce, basso

Emi Seddy – chitarra, voce

Thunder Tony – batteria, voce

Blodio – chitarra, voce

Tracklist:

  1. The Ashtray
  2. Faith
  3. Nuke
  4. The Game
  5. Joy
  6. Cheek To Cheek
  7. Burp Radio City
  8. Checkpoint Choral
  9. Shoot
  10. Red Riding Hood
  11. Nightfall
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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19th Nov2012

Gonzales – Blues On The Verge Of Apocalypse

by Marcello Zinno

Con i Gonzales abbiamo fatto un salto indietro nel passato, quando le band iniziavano a diventare dei progetti un pò più seri nella propria scena underground d’appartenenza e iniziavano a stringere collaborazioni con altre formazioni decise e testarde come loro. Da qui nascevano gli split album, EP che facevano autopromozione e spingevano le band ad altri show incandescenti nei piccoli locali della penisola. Davvero bei tempi e per fortuna molte band non hanno perso questa abitudine, anche se oggi si sente sempre meno parlare di questa “formula discografica”. Blues On The Verge Of Apocalypse è un progetto misto, per tre tracce rappresenta una mini-raccolta di tre brani già in passato registrati come split, mentre le ultime due tracce costituiscono una un inedito e l’altra una cover. Diverse naturalmente le ambientazioni delle tre split song ciascuna delle quali è stata registrata insieme ad una band differente: si apre con Liars (registrato con i norvegesi Bloodlights) che graffia e setta le aspettative in alto, non solo in quanto a tecnica ma anche per una sua riproposizione live, in un party che potrebbe non avere mai fine scomodando i Turbonegro di Hank von Helvete; Kind Of Future (con gli austriaci Reverend Backflash) calma un attimo i tempi ma infiamma i riflettori sulle chitarre che aggrazziano il palato; Like Your Love Claims (con gli italiani King Mastino) suona esuberante e grezza, molto americana con il suo heavy punk trascinante.

Per quanto concerne l’inedito, Spellbound, possiamo attestare un ingresso maggiore del rock blues americano in quanto a produzione, imbastito di un hard rock poco cattivo ma gradevole seppur sia evidente che i Gonzales siano più portati verso sonorità dure. Il refrain del brano è tutto, mentre parte della durezza che ci si aspetta emerge con l’ultima traccia Don’t Believe A Word, cover dei Thin Lizzy, nella quale (a parte per le linee vocali) si rivive l’amarezza e la compattezza del brano in versione originale. Bene così, attendiamo presto un full lenght.

Autore: Gonzales Titolo Album: Blues On The Verge Of Apocalypse
Anno: 2012 Casa Discografica: Kornalcielo Records, Area Pirata Records
Genere musicale: Rock’N’Roll Voto: s.v.
Tipo: EP Sito web: http://www.thegonzales.it
Membri band:

Tilen Durden – voce

Mark Simon Hell – chitarra

Ilija Riffmeister – chitarra

Markey Moon – basso

Malcom B. Cobra – batteria

Tracklist:

  1. Liars
  2. Kind Of Future
  3. Spellbound
  4. Like Your Love Claims
  5. Don’t Believe A Word
Category : Recensioni
Tags : Rock'N'Roll
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