• Facebook
  • Twitter
  • RSS

RockGarage

      

Seguici anche su

        Il Rock e l'Heavy Metal come non li hai mai letti

  • Chi siamo
  • News
  • Recensioni
  • Articoli
  • Live Report
  • Foto Report
  • Interviste
  • Regolamento
  • Contatti
  • COLLABORA
10th Set2016

Uriah Heep – Equator

by Fabio Loffredo

Uriah Heep - EquatorPassano due anni da Head First e gli Uriah Heep sono nuovamente pronti con un nuovo album, Equator, un album però troppo commerciale. Due mesi prima della pubblicazione dell’album c’è la tragica scomparsa di David Byron, primo ed inimitabile cantante degli Uriah Heep. Varie volte Mick Box cercò di convincere Byron a rientrare nella band, ma il suo rifiuto è stato sempre insindacabile per le sue sempre maggiori dipendenze dall’alcool che lo porterà alla morte per attacco epilettico. Equator esce quindi in forma un po’ anonima e in effetti non riscuote un grande successo. Bob Daisley lascia la band per diventare bassista di Gary Moore, ma sarà bassista anche di Yngwie Malmsteen in Odyssey e dei Black Sabbath in The Eternal Idol. Al suo posto Mick Box convince Trevor Bolder a ricoprire nuovamente il ruolo di bassista, lascia quindi i Wishbone Ash per rientrare in casa Uriah Heep. Anche la copertina è un po’ anonima, lontana da ciò che la band inglese ha fatto fino a quell’anno. Rockarama purtroppo ci riporta ai momenti peggiori degli Uriah Heep e quindi a Conquest. Il brano è molto pop, anche se c’è un ottimo assolo di chitarra di Mick Box e anche se Peter Goalby con al sua voce cerca di mettercela tutta, le ritmiche e le parti tastieristiche sono di una freddezza difficile da trovare nella musica degli Uriah Heep.

Bad Blood è più vicina all’AOR e al pomp rock, grazie ad un miglior uso delle tastiere da parte di John Sinclair, ma il sound è troppo vicino a quello dei Survivor e Lost One Love è una lenta ballad AOR, ben fatta ma lontana da ciò che ci si aspetta dalla band inglese. Purtroppo le cose peggiorano ancora con Angel, altro brano troppo pop e altra tentazione di conquistare il mercato americano, ma senza riuscirci. C’è ancora Holding On, brano che rimane sempre con sonorità AOR, ma sicuramente migliori e Party Time ha chitarre più hard rock e graffianti, i cori anthemici e Poor Little Rich Girl è al contrario più atmosferico e dalle tinte progressive, ma senza perdere di vista l’AOR più raffinato. Skool Burinin’ ha un appeal molto radiofonico e Heartache City ne segue le orme. A chiudere il CD spetta a Night Of The Wold, che cerca di recuperare i classici cori degli Uriah Heep, ma su atmosfere epiche e più progressive.

Dopo Equator una lunga pausa di ben quattro anni, altri cambi di line-up, ma continuano a suonare dal vivo e per l’occasione fanno uscire una serie di ottimi ed importanti live album.

Autore: Uriah Heep

Titolo Album: Equator

Anno: 1985

Casa Discografica: Portrait Records

Genere musicale: Hard Rock

Voto: 6

Tipo: LP, CD

Sito web: http://www.uriah-heep.com

Membri band:

Mick Box – chitarra, voce

Peter Goalby – voce

John Sinclair – tastiere, voce

Trevor Bolder – basso, voce

Lee Kerslake – batteria

Tracklist:

  1. Rockarama

  2. Bad Blood

  3. Lost One Love

  4. Angel

  5. Holding On

  6. Party Time

  7. Poor Little Rich Girl

  8. Skools Burnin’

  9. Heartache City

  10. Night Of The Wolf

Category : Recensioni
Tags : Uriah Heep
0 Comm
03rd Set2016

Uriah Heep – Head First

by Fabio Loffredo

Uriah Heep - Head FirstCon Abominog gli Uriah Heep tornano ad essere considerati una vera band di hard rock, anche se il loro sound solo in parte torna ad essere quello di una volta, le tentazioni commerciali ci sono ancora e l’avvicinarsi all’hard rock melodico e all’AOR, sicuramente per conquistare il mercato americano, è oramai fermo nelle decisioni della band inglese. Con la stessa formazione registrano Head First, un album che è la continua evoluzione di Abominog, aggressivo e melodico allo stesso momento e ricco di ottimi spunti chitarristici di Mick Box. Ma le cose vanno sempre peggio, la Bronze Records di li a poco chiuderà i battenti, colpevole di aver puntato esclusivamente al successo, pressando gli Uriah Heep a vestirsi di una veste, che anche se di alto livello, a loro troppo stretta e di fan la band ne ha persi molti, anzi anche troppi. Ma Head First piace, perché mantiene la band con un piede nel passato ed un altro nel presente, mente il futuro potrebbe essere incerto, anche se Mick Box non ha nessuna intenzione di tirarsi indietro. The Other Side OF Midnight è sicuramente uno dei migliori brani degli Uriah Heep più recenti, hard rock melodico e molto trascinante, ottimi riff chitarristici e cori e anche le tastiere di John Sinclair creano paesaggi suggestivi e il brano sembra risentire dell’influenza dei Boston e Stay On Top è un brano più commerciale ma sempre aggressivo, con tentazioni funky ed il basso di Bob Daisley molto in evidenza.

C’è poi Lonely Nights, AOR puro molto in stile Foreigner anche se è una cover di Bryan Adams e Sweet Talk e Love Is Blind, sono due brani molto radiofonici ma ben costruiti. A seguire ci sono altri ottimi brani come Roll-Overture, breve strumentale con tastiere ariose, una piccola marcia sinfonica con rintocchi di campane e Red Lights conserva in parte il vecchio sound degli Uriah Heep, con cori, velocità ed un ispiratissmo Mick Box tra riff e assoli chitarristici. Ci sono ancora tre brani, Rollin’ The Rock, che ricorda alla lontana July Morning, grande classico degli Uriah Heep, una ballata sinfonica che poi cresce con momenti più hard rock e AOR, l’hard rock melodico e raffinato di Straight Through The Heart e l’hard rock impetuoso e graffiante di Weekend Warriors. Anche qui nella versione rimasterizzata in CD del 1997 ci sono degli inediti come Playing For Time un hard rock molto anni settanta in classico Uriah Heep style ma con contaminazioni anche di Deep Purple e Rainbow e come Searching, altro hard rock granitico e pulsante, entrambe i brani avrebbero meritato spazio nella track list di Head First. C’è un’altra bonus track, una versione live di The Wizard, classico degli Uriah Heep estratto da Demons And Wizards, registrata dal vivo nell’aprile del 1984 con questa formazione.

Head First conferma che gli Uriah Heep vogliono assolutamente rimanere nell’olimpo dell’hard rock, ma cambieranno etichetta discografica e nuovo bassista, anzi un ritorno, quello di Trevor Bolder.

Autore: Uriah Heep

Titolo Album: Head First

Anno: 1983

Casa Discografica: Bronze Records

Genere musicale: Hard Rock

Voto: 7,5

Tipo: LP, CD

Sito web: http://www.uriah-heep.com

Membri band:

Lee Kerslake – batteria

Bob Daisley – basso

Mick Box – chitarra, voce

Peter Goalby – voce

John Sinclair – tastiere, voce

Tracklist:

1. The Other Side Of Midnight

2. Stay On Top

3. Lonely Nights

4. Sweet Talk

5. Love Is Blind

6. Roll-Overture

7. Red Lights

8. Rollin’ The Rock

9. Straight Through The Heart

10. Weekend Warriors

Bonus tracks nella ristampa in CD del 1997

11. Playing For Time (EP Only Release)

13. Searching (Demo Backing-Track)

14. The Wizard (Previously Unreleased Live Version)

Category : Recensioni
Tags : Hard Rock, Uriah Heep
0 Comm
27th Ago2016

Uriah Heep – Abominog

by Fabio Loffredo

Uriah Heep - AbominogIl molto criticato Conquest, mette fine alla storia degli Uriah Heep. Ken Hensley dopo il tour decide di abbandonare la band, viene subito sostituito da Gregg Dechert, ma Mick Box decide di mettere in stand by la band vista anche la decisione di John Sloman di lasciare. Ma lo scioglimento dura ben poco, Mick Box vuole assolutamente rifondare la band, richiama Lee Kerslake, che rimarrà anche con Ozzy Osbourne, riprova con David Byron che rifiuta e cerca di riportare anche Trevor Bolder, che preferisce però continuare con i Wishboner Ash. Convince però Bob Daisley, bassista già con i Rainbow e con Ozzy Osbourne, John Sinclair, tastierista che si è fatto conoscere con gli Heavy Metal Kids, con i Babys e con i Savoy Brown e alla voce riesce a coinvolgere Peter Goalby, già cantante dei Fable e dei Trapeze. Con questa formazione gli Uriah Heep pubblicano due album, Abominog e Head First. Mick Box con Abominog vuole riprendersi il pubblico che li ha criticati e riesce a dar vita a brani molto hard rock, senza tralasciare le vena più melodica e commerciale e con un occhio alla nascente NWOBHM, un album potente con ottimi brani che riporta la band all’attenzione di tutti.

Too Scared To Run porta gli Uriah Heep ai confini dell’heavy metal, un brano molto potente ed aggressivo e non manca l’organo, per la prima volta di John Sinclair. Chasing Shadows invece mette in risalto che la band è anche soddisfatta del percorso fatto negli ultimi anni ed il brano è un ottimo esempio di hard rock melodico venato di AOR e di rock progressivo, sempre molto in stile Toto. Anche On The Rebound torna all’hard rock con riff chitarristici graffianti, ma con la consapevolezza di essere negli anni 80 e la voglia di essere sempre al passo con i tempi e non manca l’uso dei synth che danno un tocco più commerciale al sound e Hot Nigh In A Cold Town, al contrario, mette in mostra il lato più melodico ed intimista degli Uriah Heep, una ballad dapprima lenta e pianistica, ma poi si velocizza e ancora una volta il brano fa riferimento ai Toto e precisamente a Hold The Line, quindi con una particolare attenzione a sonorità AOR. Si prosegue con Running All Night (With The Lion), ottimo brano molto trascinante stavolta un ritorno all’hard rock con la chitarra molto presente di Mick Box e le suggestive tastiere di Sinclair e That’s The Way That It Is, dove torna l’AOR e tastiere molto pomp rock. Ci sono ancora altri ottimi brani come Prisoner, ballata dal tocco progressivo, grazie ad un uso diverso delle tastiere da parte di Sinclair se confrontato con quello di Ken Hensley, come Hot Persuasion, hard rock granitico ed avvolgente, dove ritornano i cori, anche se molto diversi dal solito e come Sell Your Soul, sicuramente il brano migliore di Abominog, un hard rock epico che rispecchia i vecchi Uriah Heep. A chiudere spetta a Think It Over, altro splendido brano molto hard rock, ma con tinte melodiche e progressive, l’ottima voce di Goalby e i riff e gli assoli di Box.

Nella ristampa in CD del 1997 ci sono due brani inediti estratti dall’EP Abominog Junior, come Tin Soldier, cover degli Small Faces, ottima versione, come Son Of A Bitch, dal titolo molto esplicito, un hard rock classico con tastiere pomp e due demo version, That’s The Way That It Is, poco diversa dalla versione ufficiale e Hot Persausion, con una maggiore presenza delle tastiere, sicuramente avrebbe meritato questa versione ad apparire sul vinile. La copertina stavolta rispecchia pienamente il contenuto, una copertina forte di colore rosso vivo, possiamo dire rosso sangue con la testa metà tra un demone e un drago. Abominog segna dunque ancora una nuova fase della lunga storia degli Uriah Heep.

Autore: Uriah Heep

Titolo Album: Abominog

Anno: 1982

Casa Discografica: Bronze Records

Genere musicale: Hard Rock

Voto: 7,5

Tipo: LP, CD

Sito web: http://www.uriah-heep.com

Membri band:

Peter Goalby – voce

Mick Box – chitarra, voce

John Sinclair – tastiere, voce

Bob Daisley – basso, voce

Lee Kerslake – batteria, voce

Tracklist:

1. Too Scared To Run

2. Chasing Shadows

3. On The Rebound

4. Hot Nigh In A Cold Town

5. Running All Night (With The Lion)

6. That’s The Way That It Is

7. Prisoner

8. Hot Persuasion

9. Sell Your Soul

10. Think It Over

Bonus tracks nella ristampa in CD del 1997

11. Tin Soldier (From The Abominog Junior EP)

12. Son Of A Bitch ( From The Abominog Junior EP)

13. That’s The Way That It Is (Previously Unreleased Alternate Demo Version)

14. Hot Persuasion (Previously Unreleased Alternate Demo Version)

Category : Recensioni
Tags : Hard Rock, Uriah Heep
0 Comm
20th Ago2016

Uriah Heep – Conquest

by Fabio Loffredo

Uriah Heep - ConquestFirefly, Innocent Victim e Fallen Angel escono nel giro di soli due anni e mettono in risalto le qualità vocali di John Lawton, distante dall’indimenticabile David Byron, ma capace di accompagnare con grande professionalità il cambio stilistico degli Uriah Heep. Ma i dissapori interni crescono e Lawton lascia la band per continuare da solista e con gruppi come Rebel, Zar e Gunhill. Lascia la band anche Lee Kerslake per vedute diverse nei confronti di Ken Hensley ed entrerà a far parte della band di Ozzy Osbourne, con cui inciderà gli straordinari Blizzard Of Ozz e Diary Of A Madman. Al posto di Lawton arriva John Sloman, proveniente dai Lone Star e al posto di Kerslake arriva Chris Slade, drummer fino a quel momento di Tom Jones, dei Toomorrow e della Manfred Mann’s Earth Band. Con questa formazione gli Uriah Heep incidono un solo album nel 1980, Conquest, sicuramente uno dei momenti più negativi della storia della band. John Sloman non ha il carisma di Byron e Lawton ed i brani risentono di una stanchezza di idee. La foto di copertina riprende il famoso scatto della conquista dell’isola giapponese di Iwo Jima nella seconda guerra mondiale, ma con sembianze di bandiera inglese e con la scritta Uriah Heep, una copertina che non rispecchia nuovamente il contenuto dell’album, più che di conquista, si può purtroppo parlare di sconfitta da parte degli Uriah Heep.

No Return sembra un brano dei Toto in tutto e per tutto, le parti di pianoforte, la vena AOR, commerciale e radiofonica, ma i Toto ne avevano la classe, mentre gli Uriah Heep peccarono di scarsità di idee. Anche la voce del nuovo entrato John Sloman, non riusciva a competere con quella di David Byron e di John Lawton e la sola chitarra di Mick Box riusciva in qualche modo a bilanciare un po’ le cose. Con Imagination la band cerca di tornare all’hard rock, sempre molto melodico, ma c’è qualcosa che non convince, si sente una band stanca e demotivata e in questo brano emerge il grande lavoro del basso di Trevor Bolder e Feelings è un altro di quei brani che avvicina la band inglese all’AOR, con belle melodie e armonie vocali. Le cose cambiano in parte con Fools, splendida ballad dal tocco progressive e sinfonico, dove si risente l’organo di Ken Hensley, assente o nascosto fino ad ora, il brano riporta al vecchio sound della band e la chitarra di Box crea fraseggi armoniosi e ci sono anche i cori. A seguire c’è Carry On, un ottimo brano che non vuole far scordare i vecchi Uriah Heep, ma che vuole confermare che la band è oramai cambiata e Sloman dà il meglio di sé con quella che è forse la sua migliore performance vocale e anche Won’t Have To Wait Too Long vuole unire le due fasi della band. Si va verso il finale con Out On The Street, dalle tinte prog, ma dall’incedere debole e con It Aint’ Easy, molto simile al brano precedente, ma le parti vocali sono affidate a Trevor Bolder ed il risultato è più che soddisfacente.

Nella ristampa in CD del 1997 sono state aggiunte bonus track molto importanti come Been Hurt, ne avevamo parlato nella recensione di Fallen Angel a questa pagina, in una versione demo con John Lawton alla voce. Questa è la versione definitiva con la voce di Sloman che finirà come B-side del 45 giri Carry On. C’è poi Love Stealer, che rimase A-side di un 45 giri, hard rock granitico che non avrebbe sfigurato affatto se inserito nell’album, anzi ne avrebbe dato più vigore. C’è poi un 45 giri dove entrambi i brani sono rimasti fuori da Conquest: Think It Over, brano dove il sound hard rock degli Uriah Heep si fonde a quello dei Toto e dei Supertramp e la sua B-side, My Joanna Needs Tuning, altro brano in stile Toto, ma con forti dosi di rock’n’roll. C’è un altro brano, stavolta un out-take di Conquest, Lying, dalle forti influenze progressive e dove torna a farsi sentire il moog di Hensley, ma il brano torna ad essere molto commerciale e radiofonico. Gli Uriah Heep vanno verso lo scioglimento, anche perché subito dopo il tour, Ken Hensley decide di lasciare la band. Ma il buio dura molto poco, perché Mick Box decide di riprendere in mano le redini del futuro della band.

Autore: Uriah Heep Titolo Album: Conquest
Anno: 1980 Casa Discografica: Bronze Records
Genere musicale: Hard Rock Voto: 6,5
Tipo: LP, CD Sito web: http://www.uriah-heep.com
Membri band:

Mick Box – chitarra

John Sloman – voce, cori, pianoforte, percussioni

Chris Slade – batteria, percussioni

Trevor Bolder – basso, voce solista in Ain’t Easy, cori

Ken Hensley – obx, vocoder, organo, pianoforte, chitarra, cori

 

Special Guest:

Gerry Bron – timpani in Out On The Street

Tracklist:

1. No Return

2. Imagination

3. Feelings

4. Fools

5. Carry On

6. Won’t Have To Wait Too Long

7. Out On The Street

8. It Ain’t Easy

 

Bonus tracks nella ristampa in CD del 1997

9. Been Hurt (B-Side To Carry On)

10. Love Stealer (Single A-Side)

11. Think It Over (Single A-Side)

12. My Joanna Needs Tuning (Inside Out) (B-Side To Thing It Over)

13. Lying (Previously Unreleased Out-Take)

Category : Recensioni
Tags : Uriah Heep
0 Comm
13th Ago2016

Uriah Heep – Fallen Angel

by Fabio Loffredo

Uriah Heep - Fallen AngelPassa un solo anno dall’uscita di Firefly e Innocent Victim, tutti e due del 1977 ed gli Uriah Heep sono nuovamente pronti con un muovo album, anche se la situazione interna della band peggiora sempre di più. Fallen Angel è un album che percorre le strade del nuovo corso della band britannica, un hard rock più melodico e commerciale, ma sempre di grande qualità e Fallen Angel è anche migliore di Innocent Victim. La veste grafica torna a dare immagini fantasy, in copertina apribile in verticale nella stampa in vinile, c’è la foto di un amazzone, o meglio di un affascinante angelo. Woman Of The Night è puro hard rock melodico, con l’organo Hammond di Ken Hensley che fa da tappeto musicale e ottima è la voce di John Lawton e i cori da corredo e Falling In Love è hard rock molto vicino ai primi Uriah Heep, veloce e trascinate. Un sapore blues pervade One More Night, un hard blues potente con la chitarra slide suonata da Hensley ed i riff energici di Mick Box e in primo piano sono anche i giri di basso di Trevor Bolder. A seguire c’è Put Your Lovin’ On Me, introdotta da un avvolgente arpeggio di chitarra, il brano sembra un po’ influenzato in parte dagli Who e procede più cadenzato con ottimi cori e voce, mentre Come Back To Me è un ballad dalle atmosfere toccanti dal sound anche AOR. Tra AOR e progressive è Whad’Ya Say, ottimo brano anche se con tentazioni radiofoniche e Save It è un ritorno all’hard rock graffiante con forti venature blues e southern.

Ancora tre ottimi brani come Love Or Nothing, brano semi acustico, sembra una versione più veloce di Lady In Black, brano estratto da Salisbury, con i cori ed i tipici ‘la la la’, il brano poi si elettrifica ed acquista di groove, come I’m Alive, dove torna l’hard rock classico degli Uriah Heep, una splendida cavalcata ricca di sfumature interessanti e come Fallen Angel, la title track, una ballata acustica di grande effetto. Nella ristampa in CD del 1997, ci sono delle bonus track molto interessanti, come Cheater, B-side del 45 giri come Come Back To Me, ancora una volta Mick Box imbraccia la chitarra acustica e le tastiere portano il sound verso il rock progressivo e come Gimme Love (Struttin’), B-side della versione europea del 45 giri di Love Or Nothing, dapprima si chiamava Struttin’ e il nome poi venne cambiato in Gimme Love. Il brano è un hard rock con venature funky e soul. Ma non finisce qui, ci sono altri due brani inediti, A Right To Live, brano che doveva essere usato come B-side per un 45 giri, ma rimase fuori, il brano è un classico mid tempo alla Uriah Heep e Been Hurt è la versione demo che doveva finire nell’album successivo Conquest, ma con la voce di John Lawton, che lascerà la band consegnando il testimone a John Sloman, ma il brano, molto commerciale, rimarrà un inedito.

La storia degli Uriah Heep è ancora molto lunga, ci saranno cambiamenti all’interno della band, arrivano gli anni 80 ed un nuova fase.

Autore: Uriah Heep Titolo Album: Fallen Angel
Anno: 1978 Casa Discografica: Bronze Records
Genere musicale: Hard Rock Voto: 8
Tipo: LP, CD Sito web: http://www.uriah-heep.com
Membri band:

Mick Box – chitarra

Trevor Bolder – basso

John Lawton – voce, cori

Ken Hensley – tastiere, sintetizzatore, chitarra slide e acustica, cori

Lee Kerslake – batteria, syn-drums, cori

 

Tracklist:

1.Woman Of The Night

2. Falling In Love

3. One More Night

4. Put Your Lovin’ On Me

5. Come Back To Me

6. Whad’ya Say

7. Save It

8. Love Or Nothing

9. I’m Alive

10. Fallen Angel

 

Bonus tracks nella ristampa in CD del 1997

11. Cheater (Single B-Side)

12. Gimme Love (Struttin’) (Single B-Side)

13. A Right To Live (Promo B- Side Preaviously Unissued Commercialy)

14. Been Hurt (Previously Unissued Original Version With John Lawton Vocal)

Category : Recensioni
Tags : Uriah Heep
0 Comm
06th Ago2016

Uriah Heep – Innocent Victim

by Fabio Loffredo

Uriah Heep - Innocent VictimIl nuovo sound degli Uriah Heep non convince molto pubblico e critica, ma Firefly è un ottimo album, in parte diverso ma ugualmente di grande valore e la voce di John Lawton dà molta espressività ad ogni brano. Ma la band non si perde d’animo e anche se all’interno ci sono momenti di criticità, la creatività invece c’è e nello stesso anno sono pronti con un nuovo album, Innocent Victim, altro buon lavoro, ma che rispetto a Firefly ha qualche caduta di tono, la band si avvicina pericolosamente ad influenze soul e questo non piace a tutti, ma forse è solo perché non vengono capiti. Cambia anche la veste grafica, non ci sono immagini fiabesche o fantasy, ma in copertina c’è in primo piano la testa di un serpente affamato e minaccioso che fece pensare ad un ritorno a sonorità più hard rock, ma effettivamente la copertina non rispecchiava il contenuto dell’album. Keep On Ridin’ ha un inizio che lascia un po’ perplessi, sembra l’inizio di un brano pop, ma il brano esplode poi in un sound strano ma sempre molto Uriah Heep, la chitarra di Mick Box è ritmica ed acustica ed i cori sono gospel e soul, ci sono rallentamenti progressivi dove la voce di John Lawton esce fuori in tutta la sua potenza, anzi dimostra di avere molta versatilità anche negli acuti e Flyin’ High, ritorna nel classico sound degli Uriah Heep, ma sempre con un sound più melodico e semplice, l’organo di Ken Hensley è più presente e l’hard rock proposto vira di più sul classico e c’è anche una sezione ritmica travolgente.

A seguire c’è Roller, ottimo brano, una traccia strana per essere degli Uriah Heep, un rock’n’roll che apre spesso al funky e al soul, trascinante e coinvolgente e Free ‘n’ Easy è letteralmente esplosivo e si ritorna al vecchio sound, tra Easy Livin’ e Look At Yourself. Ancora ottimi brani come Illusion, dove si cambia nuovamente sound, una lenta ballad sinfonica, con belle armonie vocali e la voce di Lawton che acquista in passionalità e feeling e c’è anche un toccante guitar solo di Mick Box e il moog di Hensley che crea un suono magico e molto melodico, come Free Me, brano molto più leggero e vuole toccare il country rock americano. Anche Cheat ‘n’ Lie mette in risalto il nuovo corso della band, un hard rock molto più melodico, ma sempre ben fatto e The Dance è un altro di quei brani che disorienta per il suo sound poco hard rock e più radiofonico e pop. Chiude il CD Choice, altra lenta ballad sinfonica e progressiva, con le orchestrazioni create dalle tastiere di Ken Hensley.

Nella ristampa in CD del 1997 ci sono due bonus track, la prima sono due brani in uno, una diversa versione di Illusion, legata all’inedita Masquerade, B-side del 45 giri Free Mee, una specie di mimi suite e The River, out-take dell’album, dove c’è un ritorno agli Uriah Heep dei primi anni settanta. Gli Uriah Heep vanno comunque avanti a testa alta e convinti di aver preso la giusta strada e con la stessa formazione registreranno un altro disco e nuovamente la band cadrà nel buio più totale.

Autore: Uriah Heep Titolo Album: Innocent Victim
Anno: 1977 Casa Discografica: Bronze Records
Genere musicale: Hard Rock Voto: 7,5
Tipo: LP, CD Sito web: http://www.uriah-heep.com
Membri band:

Mick Box – chitarra

John Lawton – voce

Ken Hensley – tastiere, chitarra, voce

Lee Kerslake – batteria, voce

Trevor Bolder – basso

 

Tracklist:

1.Keep On Ridin’

2. Flyin’ High

3. Roller

4. Free ‘n’ Easy

5. Illusion

6. Free Mee

7. Cheat ‘n’ Lie

8. The Dance

9. Choices

 

Bonus tracks nella ristampa in cd del 1997

10. A. Illusion  (Full Unedited Version)

B. Masquerade (Full Unedited Version)

11. The River (Out-Take)

Category : Recensioni
Tags : Uriah Heep
0 Comm
30th Lug2016

Uriah Heep – Firefly

by Fabio Loffredo

Uriah Heep - FireflyCon High And Mighty si chiude un’altra fase della storia degli Uriah Heep. Le tensioni interne minano la tranquillità della band e John Wetton decide di lasciare, al suo posto arriva Trevor Bolder, conosciuto per essere stato il bassista degli Spiders From Mars di David Bowie. Anche David Byron va via, anzi per la precisione viene allontanato per i suo problemi con l’alcool e al suo posto entra John Lawton, consigliato da Roger Glover dei Deep Purple e conosciuto per essere stato il cantante dei Lucifer’s Friend. La band deve allineare la musica alla voce del nuovo cantante, non paragonabile a quella di David Byron, ma ugualmente eccellente e molto versatile ed il genere si avvicina di più verso l’hard rock melodico diventando più commerciale, ma Firefly è ugualmente un ottimo lavoro, caratterizzato anche da un bellissimo disegno di copertina nella versione apribile del vinile realizzato da Martin White. C’è più leggerezza nella musica degli Uriah Heep e si sente in The Hanging Tree, introdotta dal synth che dà un’atmosfera elettronica, poi entra il resto della band, per un hard rock melodico che aprirà le porte al futuro AOR. La voce di John Lawton è ottima, perfetta per questo nuovo sound, il ritornello è orecchiabile e la chitarra di Mick Box cerca di riprodurre alcune cose dei Thin Lizzy e le atmosfere si fanno più melodiche in Been Away Too Long, dove Lawton cerca di raggiungere parti vocali mai ascoltate fino ad ora negli Uriah Heep, voce potente, acuti, ma anche una modulazione vocale molto più melodica. Il brano è una ballad sofisticata e ben orchestrata dalle tastiere di Hensley e Mick Box ci mette molto del suo con un gran bell’assolo di chitarra.

A seguire c’è Who Needs Me, brano molto più in stile vecchi Uriah Heep, cavalcata hard rock e qui si inizia a sentire la mancanza di David Byron, seppur con l’ottima performance di Lawton. Il brano è ricco di energia, i cori ci sono, diversi ma ci sono e l’ugola di Lawton cerca di riproporre anche gli acuti di Byron e arriva Box con un assolo lancinante e aggressivo. Splendide le melodie di Wise Man, con Lawton che ha più modo di dimostrare le sue potenzialità, il brano è una delicata ballad dalle tinte progressive e nel finale i vocalizzi di Lawton arrivano all’apice. Si ritorna all’hard rock classico firmato Uriah Heep con Do You Know, dove torna a regnare l’organo Hammond di Ken Hensley ed il riff di Box sembra provenire dai Rainbow di Ritchie Blackmore. Arriva la ballad blues con Rollin On, altro ottimo brano avvolgente e trascinante, in cui il nuovo singer cerca di mettere in risalto ancora una volta la sua versatilità e la voglia di non essere solo il sostituto di David Byron. Nel finale c’è Sympathy, con la chitarra di Box più in evidenza, il sound diventa più radiofonico e commerciale, ma il risultato è comunque ottimo, grazie sempre anche alla voglia di tenere alto il nome degli Uriah Heep e c’è nuovamente, nei fraseggi di chitarra, un accostamento ai Thin Lizzy. La title track, Firefly, ha un tocco di rock sinfonico, splendidi i cori e le parti tastieristiche, verso la metà arrivano i riff chitarristici e torna l’Hammond e nel finale i cori sono accompagnati dalla chitarra acustica incorporando influenze soul.

Nella ristampa in CD del 1997, ci sono delle bonus track, tra cui Crime Of Passion, B-side del 45 giri di Wise Man, molto southern rock, A Far Better Way, lento ed atmosferico, un outtakes di Firefly e due alternative version di Do You Know e di Wise Man. Con la stessa formazione gli Uriah Heep incideranno altri due album, ma non ci sarà più pace all’interno della band.

Autore: Uriah Heep

Titolo Album: Firefly

Anno: 1977

Casa Discografica: Bronze Records

Genere musicale: Hard Rock

Voto: 8,5

Tipo: LP, CD

Sito web: http://www.uriah-heep.com

Membri band:

John Lawton – voce

Mick Box – chitarra

Trevor Bolder – basso

Lee “The Bear” Kerslake – batteria

Ken Hensley – tastiere, chitrarra, voce

Tracklist:

1. The Hanging Tree

2. Been Away Too Long

3. Who Needs Me

4. Wise Man

5. Do You Know

6. Rollin On

7. Sympathy

8. Firefly

Bonus tracks nella ristampa in CD del 1997

9. Crime Of Passion ( Single B-Side)

10. Do You Know (Previously Unreleased Alternate Version)

11. A Far Better Way (Previously Unreleased Alternate Version)

12. Wise Man (TV Backing Track – Previously Unreleased Version)

Category : Recensioni
Tags : Uriah Heep
0 Comm
23rd Lug2016

Uriah Heep – High And Mighty

by Fabio Loffredo

Uriah Heep - High And MightyL’ingresso di John Wetton negli Uriah Heep ha dato quel tocco più progressivo al sound della band inglese, specialmente in High And Mighty, dove l’ex King Crimson, oltre a firmare un brano, dà vera linfa vitale al suono del mellotron. Ma è Ken Hensley a prendere il sopravvento, firmando tutti i brani dell’album. Un’invadenza che pesa sul futuro della band e Mick Box rimane solo un esecutore delle idee di Hensley, mentre i problemi con l’alcool di David Byron iniziano ad essere pesanti, ma High And Mighty è un ottimo album, che continua il discorso lasciato in sospeso da Return To Fantasy. Particolare anche la cover di copertina che nella versione in vinile ha un certo effetto. One Way Or Another è hard rock classico molto trascinante, dove alcune parti vocali sono affidate proprio a John Wetton, ma anche David Byron fa la sua parte, molto particolari i cori, come sempre e nel finale si avvicinano ad alcune parti del musical Jesus Christ Superstar. Molto più vicina al rock progressivo è invece Weep In Silence, scritta da Ken Hensley e John Wetton, una lenta ballad dal gusto blues con l’organo da tappeto e la chitarra di Mick Box che regala anche emozioni, così come la sempre grande voce di Byron.

Misty Eyes è introdotta dalla sola voce di Byron, che poi viene accompagnata dai cori e dall’organo, poi il brano cambia prospettiva, diventa acustico, ma ugualmente travolgente ed un grande Ken Hensley all’organo, poi il ritornello con avvolgenti armonie vocali e anche Midnight è un brano più vicino al rock progressivo e si sente un ottimo lavoro del basso di Wetton e prendono il sopravvento anche l’organo, il moog ed il mellotron. A seguire c’è Can’t Keep A Good Band Down, brano più aggressivo e semplice, un rock’n’roll ben suonato e ricco di energia e Woman Of The World è un brano che ha della teatralità, divertente e ben adatto a qualche musical. Footprints In The Snow è un ottimo brano, con cori, parti acustiche e grandi momenti tastieristici e Can’t Stop Singing ha un andamento blues e soul. Chiudono l’album Make A Little Love, dal gusto southern e Confession, lento, breve e pianistico.

Nella versione in CD del 2004 ci sono molte bonus track, tra cui l’hard rock trascinante di Name Of The Game e il southern rock di Sundown, due outtakes rimaste fuori dall’edizione originale del vinile. C’è poi l’extended version di Weep In Silence, la versione demo di Name Of The Game, Does Anything Matter, I Close My Eyes e Take Care, tutti brani scritti da Hensley rimasti inediti e riediti dalla Sanctuary Records per queste rimasterizzazioni, alcuni brani finirono nella discografia solista di Ken Henlsey ed altri in raccolte degli Uriah Heep. Nell’estate del 1976, David Byron viene allontanato dalla band e anche John Wetton decide di lasciare, per entrare momentaneamente nei Roxy Music con cui registrerà il live Viva! e andrà avanti con grandi progetti come UK e Asia. La storia degli Uriah Heep avrà un brusco cambio di rotta e per molti anni i cambi di line-up saranno il vero problema di una band che tenta di giocare varie carte per rimanere in gioco, ma carte non sempre vincenti.

Autore: Uriah Heep

Titolo Album: High And Mighty

Anno: 1976

Casa Discografica: Bronze Records

Genere musicale: Hard Rock

Voto: 8,5

Tipo: LP, CD

Sito web: http://www.uriah-heep.com

Membri band:

David Byron – voce

John Wetton – basso, chitarra, mellotron, piano elettrico, voce

Lee Kerslake – basso, percussioni, voce

Mick Box – chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra 12 corde acustica

Ken Hensley – organo, pianoforte, moog, synth, tubular bells, pianoforte elettrico, chitarra, chitarra 12 corde elettrica, chitarra slide, pedal steel guitar, voce

Tracklist:

1. One Way Or Another

2. Weep In Silence

3. Misty Eyes

4. Midnight

5. Can’t Keep A Good Band Down

6. Woman Of The World

7. Footprints In The Snow

8. Can’t Stop Singing

9. Make A Little Love

10. Confession

Bonus tracks nella ristampa in cd del 2004

11. Name Of The Game (Previously Unreleased Version)

12. Sundown ( Alternate Version)

13. Weep In Silence ( Previously Unreleased Extended Version)

14. Name Of The Game (Demo Version)

15. Does Anything Matter (Demo Version)

16. I Close My Eyes (Demo Version)

17. Take Care (Demo Version)

18. Can’t Keep A Good Band Down ( Edited Version)

Category : Recensioni
Tags : Uriah Heep
0 Comm
16th Lug2016

Uriah Heep – Return To Fantasy

by Fabio Loffredo

Uriah Heep - Return To FantasyIl 1975 per gli Uriah Heep è l’anno dei cambiamenti, Gary Thain viene allontanato dalla band per i suo problemi di dipendenza dall’eroina e al suo posto subentra John Wetton, molto abile sia nelle vesti di bassista che di cantante. John Wetton è oramai un musicista molto conosciuto, già con i Mogul Thrash, con i Family e cantante e bassista dei King Crimson a cui ha collaborato a dar vita a capolavori di rock progressivo come Lark’s Tongue In Aspic, Starless And Bible Black e lo spettacolare Red, dove ha incantato tutti con la sua voce su un brano capolavoro come Starless. Ma vantava anche collaborazioni con i lavori da solista di Bryan Ferry e di Phil Manzanera dei Roxy Music. L’apporto di Wetton su Return To Fantasy è solo esecutivo, in quanto tutti i brani erano già pronti e suonati nelle versioni demo da Gary Thain. Return To Fantasy è un album bellissimo, dove al classico sound degli Uriah Heep si aggiungono forti influenze progressive e blues che convivono perfettamente. Molto bello e suggestivo il disegno di copertina di Dave Field, specialmente nella versione in vinile, un corpo di donna, una ballerina che sembra volare e avvolgere infuocando un sole luminosissimo.

Return To Fantasy, la title track, è un brano molto bello, progressivo, con l’organo ed il moog di Ken Hensley a guidare e la voce di David Byron sempre perfetta e poi i vari cori, le fughe barocche d’organo e il ritornello dalle tinte nostalgiche, un brano veramente all’altezza dei primi lavori degli Uriah Heep. A seguire c’è Shady Lady, un hard rock blueseggiante e vivace, dove la chitarra di Mick Box ha sapori southern, Devil’s Daughter è puro hard rock con organo Hammond ad oltranza e gli inconfondibili cori e riff chitarristici molto trascinanti. Beautiful Dream è un brano nuovamente dal forte accento progressivo, grazie all’uso del moog da parte di Hensley, brano dalle influenze drammatiche, ma torna subito l’hard rock e fluide melodie caratterizzate dall’ugola di Byron e dai suoi falsetti e acuti; Prima Donna è frizzante, veloce e da musical ed appaiono anche dei fiati. Si prosegue ancora con Your Turn To Remember, altro brano dall’andamento blues e con la chitarra slide di Box, che si fa sentire anche in Showdown, brano però più marcatamente hard rock di stampo Uriah Heep e con cori molto più vicini ai Queen. Altri due brani prima della fine, Why Did You Go, splendido brano introdotto dalla voce di Byron, sempre dall’andamento blues, ma molto lento e passionale, con l’organo che funge da tappeto musicale, la chitarra di Box timida ed intimista ed i cori, sempre di grand’effetto; A Year For A Day è un altro ottimo brano sempre molto progressivo e trascinante.

Nella ristampa in CD del 2004 sono stati aggiunti vari brani come Shout It Out, che appariva solo nella B-side del 45 giri Prima Donna, ottimo brano di hard rock che non avrebbe affatto sfigurato all’interno dell’LP. C’è anche The Time Will Come, stavolta come B-side del 45 giri Return To Fantasy, ancora un trascinante hard rock, sprecato per essere solo una B-side. Ci sono poi versioni demo di brani come Prima Donna, Why Did You Go, Showdown e Beautiful Dream, la particolarità è che sono le versioni originali con Gary Thain al basso. C’è anche una versione estesa di Return To Fantasy, più lunga di due minuti della versione apparsa poi sull’LP. Nello stesso anno muore a soli 27 per un’overdose di eroina il bassista neozelandese Gary Thain e John Wetton avrà modo di dimostrare le sue potenzialità con High And Mighty, che uscirà l’anno successivo.

Autore: Uriah Heep

Titolo Album: Return To Fantasy

Anno: 1975

Casa Discografica: Bronze Records

Genere musicale: Hard Rock

Voto: 8,5

Tipo: LP, CD

Sito web: http://www.uriah-heep.com

Membri band:

David Byron – voce

Mick Box – chitarra

Ken Hensley – tastiere, chitarra, synth, voce

Lee Kerslake – batteria, percussioni, voce

John Wetton – basso, mellotron, voce

Tracklist:

1. Return To Fantasy

2. Shady Lady

3. Devil’s Daughter

4. Beautiful Dream

5. Prima Donna

6. Your Turn To Remember

7. Showdown

8. Why Did You Go

9. A Year Or A Day

Bonus tracks nella ristampa in CD del 2004

10. Shout It Out (B-Side)

11. The Time Will Come (B-Side)

12. Prima Donna (Alternative Demo Version)

13. Why Did You Go (Alternative Demo Version)

14. Showdown (Alternative Demo Version)

15. Beautiful Dream (Alternative Demo Version)

16. Return To Fantasy (Extended Version)

Category : Recensioni
Tags : Uriah Heep
0 Comm
09th Lug2016

Uriah Heep – Wonderworld

by Fabio Loffredo

Uriah Heep - WonderworldSweet Freedom del 1973 metteva in evidenza una certa stanchezza compositiva, pur essendo un buon album, uno stress che invase ogni componente della band, i problemi con l’eroina di Gary Thain, quelli con l’alcool di David Byron e la supremazia di Ken Hensley sulle composizioni, ma la band non molla e con la stessa formazione dà vita a Wonderworld, un album di poco superiore al precedente. Gli Uriah Heep cercano ancora una volta di dare un significato a quella che è diventata una delle migliori band di hard rock e ci riesce perché Wonderworld, registrato al Musicland di Monaco Di Baviera, in Germania, anche se non paragonabile ai primi lavori, racchiude una serie di ottimi brani. Nella versione in vinile l’artwork di copertina, realizzato da Graham Hughes, torna ad essere più fantasioso, i cinque ragazzi degli Uriah Heep immortalati all’opera senza strumenti come statue e nel retro invece foto reali ma in posa, sempre sulle basi di statue.

Wonderworld è la title track che ha marcate sonorità progressive, una breve parte strumentale con il moog fa da preludio ad un rallentamento sinfonico e progressivo con la splendida voce di David Byron che riesce ad emozionare e l’organo di Ken Hensley svolge il ruolo di tappeto musicale, mentre la chitarra di Mick Box è relegata ad un ruolo secondario. Arriva poi Suicidal Man, brano più hard rock ma con un’impronta più dark e The Shadows And The Wind, dal tocco acustico, almeno nella parte iniziale, poi l’inconfondibile sound degli Uriah Heep esplode per tutta la durata del brano e nel finale rimangono solo i cori e i “la la la la” classici della band inglese. No Tired è puro hard rock e segue la scia di brani come Easy Livin’ e c’è anche una forte dose di rock’n’roll e The Easy Road, che mette in mostra il vero lato intimista della band, voce e pianoforte, poi entra l’orchestra, arrangiata da Michael Gibbs, che dà una svolta sinfonica al brano. Torna l’hard rock con Something Or Nothing e le ritmiche si rallentano in I Won’t Mind, il basso corposo e pulsante di Gary Thain tiene il tempo con il drumming di Lee Kerslake, la chitarra è blueseggiante e slide per quel gusto sudista ed i vocalizzi di Byron sono sempre più emozionanti, mentre meno spazio viene dato ai tasti d’avorio di Hensley.

We Got We, sembra appartenere ad un musical, per i cori ed il sound quasi cabarettistico e teatrale. Chiude il CD la bellissima Dreams, introdotta dall’organo e dal moog di Hensley, altro brano con una particolare teatralità e accenni sempre più progressivi. Nella ristampa in CD del 1996 sono state aggiunte alcune tracce, come l’hard rock cadenzato di What Can I Do, presente solo come b-side del 45 giri Something Or Nothing, una versione alternativa di Dreams e due versioni live di Something Or Nothing e di The Easy Road, che finiranno poi su Live At Shepperton, che uscì in versione CD molti anni più tardi. Il successo di Wonderworld mina ancora di più la stabilità all’interno della band e Gary Thain non riesce più a gestire la sua vita e per la sua forte dipendenza dall’eroina viene allontanato dalla band, ma gli Uriah Heep, sono pronti a scrivere altre belle pagine di hard rock.

Autore: Uriah Heep

Titolo Album: Wonderworld

Anno: 1974

Casa Discografica: Bronze Records

Genere musicale: Hard Rock

Voto: 8

Tipo: LP, CD

Sito web: http://www.uriah-heep.com

Membri band:

David Byron – voce

Ken Hensley – organo, chitarra, voce

Mick Box – chitarra

Lee Kerslake – batteria

Gary Thain – basso

Tracklist:

1. Wonderworld

2. Suicidal Man

3. The Shadows And The Wind

4. No Tired

5. The Easy Road

6. Something Or Nothing

7. I Won’t Mind

8. We Got We

9. Dreams

Bonus tracks nella ristampa in cd del 1996

10. What Can I Do (B-Side To Single)

11. Dreams (Previously Unreleased Version)

12. Something OR Nothing (Live Previously Unreleased Version)

13. The Easy Road (Live Previously Unreleased Version)

Category : Recensioni
Tags : Uriah Heep
0 Comm
Pagine:«1234»
« Pagina precedente — Pagina successiva »
  • Cerca in RockGarage

  • Rockgarage Card

  • Calendario Eventi
  • Le novità

    • At First – Deadline
    • Rainbow Bridge – Unlock
    • Typhus – Mass Produced Perfection
    • Hybridized – Hybridized
    • Methodica – Clockworks
  • I Classici

    • Quiet Riot – Alive And Well
    • Pallas – XXV
    • Offlaga Disco Pax – Socialismo Tascabile (Prove Tecniche Di Trasmissione)
    • Mountain – Masters Of War
    • King’s X – XV
  • Login

    • Accedi
  • Argomenti

    Album del passato Alternative Metal Alternative Rock Avant-garde Black metal Cantautorale Crossover Death metal Doom Electro Rock Folk Garage Glam Gothic Grunge Hardcore Hard N' Heavy Hard Rock Heavy Metal Indie Rock Industrial KISS Libri Marillion Metalcore Motorpsycho Motörhead New Wave Nu metal Nuove uscite Post-metal Post-punk Post-rock Power metal Progressive Psichedelia Punk Punk Rock Radio Rock Rock'N'Roll Rock Blues Stoner Thrash metal Uriah Heep
Theme by Towfiq I.
Login

Lost your password?

Reset Password

Log in