Uriah Heep – Equator
Passano due anni da Head First e gli Uriah Heep sono nuovamente pronti con un nuovo album, Equator, un album però troppo commerciale. Due mesi prima della pubblicazione dell’album c’è la tragica scomparsa di David Byron, primo ed inimitabile cantante degli Uriah Heep. Varie volte Mick Box cercò di convincere Byron a rientrare nella band, ma il suo rifiuto è stato sempre insindacabile per le sue sempre maggiori dipendenze dall’alcool che lo porterà alla morte per attacco epilettico. Equator esce quindi in forma un po’ anonima e in effetti non riscuote un grande successo. Bob Daisley lascia la band per diventare bassista di Gary Moore, ma sarà bassista anche di Yngwie Malmsteen in Odyssey e dei Black Sabbath in The Eternal Idol. Al suo posto Mick Box convince Trevor Bolder a ricoprire nuovamente il ruolo di bassista, lascia quindi i Wishbone Ash per rientrare in casa Uriah Heep. Anche la copertina è un po’ anonima, lontana da ciò che la band inglese ha fatto fino a quell’anno. Rockarama purtroppo ci riporta ai momenti peggiori degli Uriah Heep e quindi a Conquest. Il brano è molto pop, anche se c’è un ottimo assolo di chitarra di Mick Box e anche se Peter Goalby con al sua voce cerca di mettercela tutta, le ritmiche e le parti tastieristiche sono di una freddezza difficile da trovare nella musica degli Uriah Heep.
Bad Blood è più vicina all’AOR e al pomp rock, grazie ad un miglior uso delle tastiere da parte di John Sinclair, ma il sound è troppo vicino a quello dei Survivor e Lost One Love è una lenta ballad AOR, ben fatta ma lontana da ciò che ci si aspetta dalla band inglese. Purtroppo le cose peggiorano ancora con Angel, altro brano troppo pop e altra tentazione di conquistare il mercato americano, ma senza riuscirci. C’è ancora Holding On, brano che rimane sempre con sonorità AOR, ma sicuramente migliori e Party Time ha chitarre più hard rock e graffianti, i cori anthemici e Poor Little Rich Girl è al contrario più atmosferico e dalle tinte progressive, ma senza perdere di vista l’AOR più raffinato. Skool Burinin’ ha un appeal molto radiofonico e Heartache City ne segue le orme. A chiudere il CD spetta a Night Of The Wold, che cerca di recuperare i classici cori degli Uriah Heep, ma su atmosfere epiche e più progressive.
Dopo Equator una lunga pausa di ben quattro anni, altri cambi di line-up, ma continuano a suonare dal vivo e per l’occasione fanno uscire una serie di ottimi ed importanti live album.
Autore: Uriah Heep |
Titolo Album: Equator |
Anno: 1985 |
Casa Discografica: Portrait Records |
Genere musicale: Hard Rock |
Voto: 6 |
Tipo: LP, CD |
Sito web: http://www.uriah-heep.com |
Membri band: Mick Box – chitarra, voce Peter Goalby – voce John Sinclair – tastiere, voce Trevor Bolder – basso, voce Lee Kerslake – batteria |
Tracklist:
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