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22nd Nov2021

Le band che se ne fregano del music business

by Marcello Zinno
C’è qualcuno che ha il coraggio di andare contro a tutte le regole del business musicale. Coraggio?! Lungimiranza?! Qui vi raccontiamo due storie importanti da segnalare.

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15th Nov2021

I 5 libri più influenti del rock e del metal

by Marcello Zinno
Una classifica assolutamente personale dei 5 libri più importanti del rock/metal tra le recenti pubblicazioni, scelti tra le centinaia di libri arrivati in redazione.

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08th Nov2021

I Rage Against The Machine se lo meritano

by Marcello Zinno
Se c’è una band che ha rivoluzionato la storia del rock e ha trasformato la musica in veicolo di messaggi importanti questi sono i Rage Against The Machine. Chiunque parla di rock dovrebbe omaggiarli e noi lo facciamo qui, raccontandovi la loro fantastica storia.

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07th Nov2021

Musica e gioco d’azzardo: ecco alcune canzoni iconiche

by Francesco Lapiglia
La musica ha sempre influenzato ed è stata influenzata da aspetti ordinari della vita quotidiana. Tra questi troviamo anche il gioco d’azzardo. Quest’attività è particolarmente diffusa al giorno d’oggi: molto di più rispetto a qualche decina di anni fa. Anche se già negli anni 50 e 60 possiamo trovare degli esempi di molto rilevanti di canzoni che trattano l’argomento. A prescindere dal genere musicale, sono veramente tanti gli artisti che hanno dedicato una canzone al gioco: e parliamo di artisti di fama internazionale. Ma come mai questo interesse così significativo verso il settore?  Il gioco d’azzardo ha da sempre rappresentato un’attività legata ad emozioni forti, spesso contrastanti e che hanno spesso segnato un determinato stile di vita. D’altronde, non solo la musica, ma tante altre forme d’arte sono state influenzate dal settore: basti pensare al cinema e ai tanti film incentrati sul gioco o ambientati nei casino. Oggi, possiamo dire che il gioco si è particolarmente orientato verso le piattaforme online, dove si possono sfruttare numerosi vantaggi e promozioni, per esempio sul come farsi rimborsare le perdite dei casino online. L’evoluzione del settore è strettamente legata alla tecnologia e alla digitalizzazione.

Tornando al tema centrale dell’articolo, ecco alcune tra le più famose canzoni sul gioco d’azzardo.

Elvis Presley – Viva Las Vegas. Chi non ha mai sentito almeno una volta questa canzone proposta da uno dei principali simboli del Rock? The King cantò quella che divenne una canzone poi di un film omonimo, con lui stesso protagonista. Si tratta di una canzone incentrata proprio sulla passione per i casino e per il brivido delle scommesse.

Kenny Rogers – The Gambler. Un titolo che è tutto un programma. Questa canzone di Kenny Rogers è tra le più famose canzoni incentrate sulle scommesse: racconta la storia di un incontro con un gambler, un giocatore d’azzardo. Nel pezzo sono fatti tanti riferimenti al tavolo da gioco.

Motorhead – Ace Of Spades. Altro pezzo incentrato sul gioco, precisamente sulle slot machine. Il gruppo heavy rock britannico realizzò questo brano di successo nel 1980. Lemmy, bassista e frontman della band, dichiarò nella sua autobiografia che ha cercato di utilizzare delle metafore che potessero però far ricordare al meglio il gioco più famoso dei casino.

Rolling Stones – Tumbling Dice. Brano tratto dall’album Exile On Main Street, questo è stato scritto da Mick Jagger e rappresenta proprio una chiara metafora del gioco d’azzardo: basti pensare al fatto che il titolo significa “dado che rotola”. Inizialmente il pezzo doveva intitolarsi “Good Time Woman”, ma venne cambiato successivamente.

The Eagles – Desperado. Altro pezzo che richiama all’attività dei casino. Tratto dall’album omonimo del 1073, secondo album degli Eagles. Non venne rilasciato come singolo, ma ebbe un successo enorme e venne inserito in tante raccolte. È considerata tra le canzoni più belle di tutti i tempi da tanti critici e venne anche ricantata da Johnny Cash, per l’album American IV. Tanti i riferimenti al tavolo da gioco e ai casino.

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03rd Nov2021

L’era del metallo pesante 1968-2019

by Marcello Zinno
L’era del metallo pesante è il nuovo libro pubblicato in veste di speciale dalla rivista cartacea RockHard e curato direttamente dal direttore Maurizio De Paola. Viene presentato come un racconto “autobiografico collettivo” ma a noi piace definirlo un “libro di storia”. Si tratta infatti di un almanacco in cui l’autore decide di raccontare, secondo uno stile proprio fatto di narrazione mista ad affilato cinismo, i principali avvenimenti per ciascun anno di questo mezzo secolo (arrivando in pratica fino ad oggi) che separa l’oggi dalla nascita del rock concepito in un certo modo. Avvenimenti di varia origine (sociale, psicologica, politica e culturale) che hanno condizionato il presenze ma anche il futuro in un’evoluzione lenta ma costante che si riesce, in parte, a toccare con mano leggendo il libro tutto di un fiato. È un libro anche di musica? Parzialmente, perché l’autore non si prefigge di spiegare il mondo attraverso lo sviluppo del metal, né di spiegare cosa accade all’heavy metal tramite i fatti che vi accadono intorno, piuttosto tenta di costruire un ponte tra storia reale e musica “pesante” constatando che i fattori in comune non sono pochi e spesso non lo sono a caso.

La scelta dell’autore è quella di riassumere ogni anno in sole 4 pagine, un vincolo (forzatura?!) che se da un lato non permette di approfondire adeguatamente quegli eventi che davvero sono passati alla storia (o ancora meglio quei fatti snobbati dai media ma che in realtà sono esplosi nel sottobosco giovanile influenzando movimenti rilevanti pur non ancora mainstream) dall’altro obbliga una semplificazione in termini di “causa-effetto” tra eventi diversi e rende molto più solide le fondamenta del ponte di cui sopra, traducendo anche il tutto in una lettura più piacevole e meno stratificata. A tratti ricorda quei libri che descrivono le trame di un film attraverso sole 4 immagini: tutto è sintetizzato, dritti al nocciolo, ma anche dandone una interpretazione con l’occhio dell’oggi, con il giusto distacco che permette una interpretazione meno emotiva. Probabilmente una struttura del libro fatta in lustri o decenni avrebbe favorito un percorso più lineare dell’evoluzione degli eventi trattandone, come una retta infinita, i diversi punti perché in fondo la storia continua indipendentemente dai calendari (come il simpatico meme secondo cui un ipotetico alieno si stupisca che l’essere umano festeggi il compimento di un giro completo della Terra intorno alla propria stella), ma come dicevamo va riconosciuta una migliore schematizzazione e una maggiore facilità di lettura nella struttura per anni, soprattutto per chi li ha vissuti.

Pensiamo di conoscere già la domanda del “metallaro medio”: ma si parla di musica metal? Sì e a dir il vero l’autore cita band note e meno note che si incastrano alla perfezione con la narrazione dei fatti, specchio di ciò che desidera (o che diventerà) il pubblico ma a parer nostro non sarebbe corretto inserirlo tra i libri di musica, piuttosto è un libro di antropologia a cui manca talvolta un’analisi psicosociale più profonda che spieghi il perché i giovani mettano in musica certi disagi e nascano determinati fenomeni (come ad esempio ottimamente descritto per l’anno 1992, ma solo sfiorato quando si parla di altri anni/generi musicali). Un libro comunque davvero consigliato sia agli appassionati di musica che agli appassionati di storia, ma soprattutto agli scrittori, perché da esso si può attingere per pescare idee utili a sviluppare nuovi romanzi. D’altra parte molti avvenimenti sono talmente tanto sensazionali che se non l’avessimo vissuti in prima persona faremo fatica a crederli veri.

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02nd Nov2021

Streaming vs fisico: due considerazioni importanti

by Marcello Zinno
Da tempo ci si confronta in merito all’evoluzione musicale che ha portato lo streaming superare la fruizione tramite formato fisico. Qui proponiamo due considerazioni importanti che possono chiarire le idee in merito.

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02nd Nov2021

Il rock arriva in casa nostra grazie ai moderni concerti online in diretta

by Francesco Lapiglia
Un tempo il concerto era evento a cui potevamo assistere solo di persona, magari spendendo molti soldi per il biglietto e per lo spostamento, quando questo aveva luogo molto lontano da casa. Sappiamo inoltre molto bene che spesso i nostri idoli non si fermano in città vicine a noi, e talvolta nemmeno nel nostro Paese, e che aggiudicarsi un biglietto può essere veramente difficile quando le date sono poche e i fan che vogliono assistere al concerto sono molti. Sebbene sia quindi il sogno di molti, in alcuni casi andare a vedere i nostri gruppi e cantanti preferiti dal vivo può essere molto stressante e talvolta quasi impossibile. Per fortuna grazie agli recenti sviluppi tecnologici possiamo goderci, spesso in tempo reale, tutta l’esperienza di un concerto senza dover uscire di casa.

L’avvento dei concerti in rete entra a far parte di ben due novità tecnologiche che hanno preso sempre più piede negli ultimi anni: l’evoluzione dello streaming online e la trasformazione di molti servizi da fisici a digitali. Possiamo infatti assistere a un concerto online proprio perché ormai le tecnologie dietro la trasmissione in streaming sono sempre più sviluppate e sofisticate e perché la rete è in grado di creare un collegamento tra l’artista e i suoi fan al di fuori dello spazio in cui hanno solitamente luogo i concerti o ampliando questo stesso spazio in modo da fargli includere sia chi assiste allo show dal vivo chi lo fa da casa. Il mondo della musica non è però il primo a sfruttare questo tipo di tecnologie. Negli anni i più attenti avranno infatti notato che sono tantissimi i servizi che dal mondo fisico sono approdati, con enorme successo, online, diventando così più economici e accessibili senza limitazioni dettate dal tempo o dallo spazio.

Proprio per questo negli ultimi anni, ad esempio, abbiamo visto sempre più film uscire non solo al cinema ma anche su piattaforme di streaming che spesso vanno a sostituirsi in tutto e per tutto alle sale cinematografiche, o abbiamo assistito allo sviluppo dei casinò online che permettono di vedere alcune attività in diretta come il blackjack online, alla roulette, a poker e a molto altro senza doversi recare in uno dei pochi casinò fisici presenti in Italia. Allo stesso modo il mondo dell’arte ha puntato sempre di più sulla trasmissione online: sono diversi i teatri e le sale di musica classica che oggi trasmettono in diretta, ma non solo, le registrazioni dei loro spettacoli in tutto il mondo e molti artisti utilizzano i principali social media come veri e propri palcoscenici su cui esibirsi grazie alla possibilità di trasmettere in diretta contenuti video e non solo. In un certo senso, quindi, i musicisti minori hanno già approfittato di queste tecnologie da diverso tempo per trovare nuovi fan e diffondere la loro musica, ma nell’ultimo periodo anche gli artisti più affermati hanno iniziato a offrire la possibilità di assistere ai loro concerti anche da casa.

Sono due i modi in cui possiamo assistere ai concerti dei nostri musicisti preferiti: in diretta o guardando un concerto registrato. Sono diversi, infatti, gli artisti che nel tempo hanno messo a disposizione queste opzioni, anche se non tutti fanno parte dell’universo rock. Aprendo siti come Netflix, ad esempio, troveremo la registrazione in alta qualità di un concerto del tour di Reputation di Taylor Swift, ma possiamo anche guardare lo spettacolo-concerto di Bruce Springsteen. Se per gli amanti del rock tutto ciò può non essere del tutto nuovo, dopotutto registrazioni come quella del concerto dei Queen a Wembley sono entrate nella storia da decenni, la novità sta nel fatto che queste registrazioni sono sempre più diffuse e disponibili in rete grazie a servizi in abbonamento o per pochi euro. La vera novità però è quella portata dalla possibilità di assistere a concerti live direttamente da casa, od ovunque ci troviamo, muniti semplicemente di una connessione internet e di un dispositivo come un computer o uno smartphone. Anche in questo caso possiamo guardare ad artisti che non suonano musica rock per vedere le diverse modalità in cui questa possibilità è resa disponibile. Gruppi come i BTS e artisti come Björk hanno offerto concerti in diretta a pagamento, ovviamente a prezzi contenuti, appoggiandosi a piattaforme dedicate che permettevano a chi era munito di biglietto di accedere e assistere allo show a una determinata ora.

Se questo metodo può essere applicato anche dalle band rock, possiamo anche rivolgerci alle dirette di Instagram per trovare i concerti in diretta di alcuni dei nostri artisti preferiti. Un esempio? Nel loro ultimo tour i Sabaton hanno trasmesso in tempo reale alcune delle loro canzoni filmate direttamente dal palco. Ma non solo, le diretta Instagram possono essere utilizzate anche da festival rock come è stato il caso del Redemption Rock Festival che lo scorso aprile ha trasmesso live le esibizioni di diversi artisti sul noto social media. Il consiglio in questi casi è quello di seguire i nostri beniamini sui principali social o iscriverci alle loro newsletter per restare aggiornati su tutte le loro novità, inclusi gli annunci di nuovi tour, le loro date, e se alcuni di questi concerti verranno registrati e diffusi in rete o trasmessi in tempo reale. Assistere all’esibizione dei nostri beniamini può essere più facile ed economico del previsto: grazie alla sempre maggiore diffusione di concerti on demand disponibili online o le trasmissioni in diretta dei concerti possiamo vivere un’esperienza live anche dal nostro divano di casa.

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26th Ott2021

Benvenuti all’inferno

by Massimo Canorro
Dalla scena belga a quella svizzera, dalla francese alla danese. E ancora, la scena in Norvegia, Olanda, Canada, Israele, Singapore fino ai paesi dell’America latina e a quelli appartenenti al blocco sovietico (dove già il solo suonare musica rock rappresentava di per sé un’impresa epica). In tempi, come quelli attuali, dove i siti e le riviste specializzati ripescano dal passato i soliti (grandi, per carità) gruppi per riempire le pagine di speciali già visti e rivisti, ci voleva un libro come quello scritto da Flavio Adducci per portare una ventata d’aria nuova. Già, perché le “scene” di cui sopra riguardano le radici che, non solo nel nord Europa, il “famigerato” black metal ha ramificato, creando band – e adepti – in ogni dove. Ed ecco che, come un moderno (e oscuro) Virgilio, l’autore romano classe 1989 – “si è innamorato del metal all’età di 15 anni e non l’ha più lasciato” riporta la sua biografia – guida i lettori nel suo Benvenuti all’inferno (Officina di Hank, 416 pagine, 18 euro), tracciando la storia delle origini del genere. “Satana è potenza e i Venom sono potenza, quindi scriviamo testi su Satana”, ha affermato Conrad Thomas Lant, meglio conosciuto come Cronos, bassista e vocalist della band britannica black/speed metal. Tutto così semplice? Basta estrapolare una dichiarazione e il gioco è fatto? Solo all’apparenza, perché questo volume – ricco di foto che accompagnano la lettura – va oltre un gruppo di riferimento assoluto come i Venom. E Adducci ha deciso di complicarsi la vita, perché se sono numerosi gli autori inoltratisi nei meandri del black metal moderno, con ogni probabilità nessuno ha osato sviscerare, in lungo e in largo, le origini del genere (ascrivibili ai mitici anni Ottanta; gli stessi Venom sono nati nel 1979).

Così l’autore di Benvenuti all’inferno – il cui nucleo era originariamente uscito come e-book autoprodotto con il titolo di Nel segno del marchio nero, e dunque  si tratta del suo primo libro – apre le porte ai lettori di quella che è la traiettoria (assai lunga) legata alla “first wave of black metal”, un movimento musicale che dal 1981 al 1991 – pertanto dall’uscita del seminale Welcome To Hell dei Venom all’apertura del negozio di musica estrema Helvete (“Inferno”, in norvegese), aperto ad Oslo agli inizi degli anni Novanta da Øystein Aarseth, conosciuto con lo pseudonimo di Euronymous, fondatore dei Mayhem, capostipiti del black metal – si è ramificato in ogni angolo del globo, sconvolgendo il modo di suonare heavy metal. Già, la “first wave of black metal” della quale hanno fatto parte band del calibro di Celtic Frost e Bathory, solo per citarne un paio (e proprio a quest’ultima è stato dedicato il volume, ancora edito dall’Officina di Hank, La band che cambiò l’heavy metal, scritto da Fabio Rossi di cui abbiamo parlato a questa pagina). Mentre Francesco Gallina, l’autore che nel suo ultimo libro ha indagato lo stretto rapporto tra heavy metal e pittura (Dipinto sull’acciaio, edito da Arcana), ha curato la prefazione di Benvenuti all’inferno nella quale rende il giusto merito ad Adducci: “Accanto a un lavoro certosino di ricerca che rispolvera una lunghissima serie di band note (dai Motörhead del mitico Lemmy agli Acid di Kate De Lombaert), che hanno in qualche modo creato le premesse per arrivare a imprimere a fuoco il “marchio nero” su una scena, l’autore ne storicizza moltissime altre ricordate a malapena”. Ed è lo stesso Adducci che, nell’introduzione del suo volume, pone ad alta voce una serie di domande: “Il black metal, insieme al suo immaginario violento e satanico e alla sua estetica basata principalmente su uno spettrale trucco cadaverico, dove ha trovato le sue radici barbare e primitive?”. “Quali sono stati i gruppi che hanno anticipato molto del black metal moderno esploso negli anni Novanta?”.

Questi (e altri) interrogativi ai quali Adducci risponde puntualmente, con dovizia di particolari e senza mai tirare indietro la penna. Perché l’autore, quasi come un palombaro degli inferi, scende in profondità e analizza ogni scena nazionale del proto- black metal (“proto” è un termine di origine greca che viene utilizzato nelle parole composte e che significa “primo” nel tempo e nello spazio), tratteggiandone le caratteristiche e i gruppi principali, bypassando i soliti – seppur importanti – nomi: dai Venom ai Mercyful Fate (di cui i fan italiani potranno godere il prossimo 24 giugno 2022, quando le band si esibiranno al Rock The Castle presso il Castello Scaligero di Villafranca di Verona), dai Hellhammer ai Sodom. Tutto ciò in una costante ricerca a effetto nei meandri di una musica che all’epoca, più che un vero e proprio genere, era un modo di concepire l’heavy metal, esprimendone la versione satanica e blasfema per antonomasia. Comprensivo di interviste ai Necrodeath e agli Schizo (entrambe band thrash/black metal di casa nostra) e ai brasiliani Holocausto, band heavy metal di Belo Horizonte, oltre che di recensioni delle produzioni dell’epoca, il volume contiene una sezione focalizzata sulla scena del rock occulto dagli anni 50 ai 70. Ed il (lungo) viaggio in un universo ostile e senza pace può cominciare.

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Tags : Libri
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25th Ott2021

Siamo pronti a tornare alla musica dal vivo?

by Marcello Zinno
Qualche considerazione seria sul ritorno alla “normalità”, tornare a vivere i concerti e sul come siamo cambiati nell’ultimo anno e mezzo di pandemia mondiale.

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Tags : Podcast
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18th Ott2021

Il rock non ha età?

by Marcello Zinno
Il rock è immortale? Non morirà mai? Facciamo un po’ di considerazioni e raccontiamo qualche episodio per riflettere su questo tema. Fateci sapere cosa ne pensate.

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