Tales And Legends: nuovo album

Nero Sogno Grunge attacca sparata con una sezione ritmica possente e ben scandita: il cantato italico ci fa apprezzare maggiormente la validità del testo, come sempre sfrontato e privo di freni. Sempre pronto ad imbracciare l’arma del paladino di tutti, Pino Scotto si erge ad aggressivo cantastorie che “arieggia” bellamente la sua voce con arpeggi ben prodotti che si rafforzano anche grazie ai cori che ravvivano la preparazione all’ennesimo solo della chitarra, cui si aggiunge un ampio contraltare di tastiere ben azzeccate. Come Il Piombo attacca con un “avvertimento” del singer a non abbassare la guardia ed il cantato, di conseguenza, diviene subito tirato ed addirittura pieno di tempi molto “mid” in più di un passaggio: brano tutto spinto alla riflessione, con i testi che inneggiano ad una forte considerazione di se stessi in riferimento alla società moderna. La sei corde torna ad essere pirotecnica, il basso è maliziosamente gagliardo ed i tasti formano il consueto e solido tappeto sonoro su cui i ripetuti stacchi del drumming si evidenziano maggiormente. Tastiere in super evidenza nell’esecuzione di Stivali Con Le Ali: i tempi rallentano, con la voce di Scotto che gradevolmente ci conduce nelle esperienze e desideri di un qualsiasi teenager. Ancora di più apprezziamo i testi della traccia che ci fa sentire “uno di loro”, a cui ci accomunano pensieri e velleità che la direzione strumentale della traccia ci affina e rende ancor più fruibili, in una visione a volte “ingenua” anche nelle liriche più spinte che tuttavia ci paiono facilmente raggiungibili anche con il semplice pensiero giovanile (e non).
Bello l’intro acustico de Il Mondo Di Lu’ e la conseguente voce flautata e roca al tempo stesso di uno Scotto che si dimostra a suo agio anche nei panni dell’intrattenitore di platee ristrette come quelle adatte ad ascoltare una traccia come questa: ottimo, come detto, il lavoro di Tessarin che non lesina mostrare la sua abilità anche negli arpeggi che il brano richiede, magari non di portata epocale ma certamente coinvolgente sotto l’aspetto emotivo. Si torna ad incendiare i condotti uditivi con Sono Sotto Schock, con la voce che fila via con piacere sentito ed ostentato: l’ascia si infuoca allo stesso modo e si torna a sentire il suo ruggito al di sopra delle battute come sempre consistenti di Mascheroni ed i tasti magici di Zanolini: su tutti, ovviamente, si erge il maestro di cerimonie al microfono che pur nella relativa brevità della traccia ci fa piacevolmente “pogare” sulle note della medesima. Piazza San Rock e la sua armonica iniziale ci fanno ben sperare: che sia un altro brano maliziosamente intrigante? Certamente, se ascoltiamo il singer insinuarsi “mellifluamente” nelle nostre orecchie con il suo canto al vetriolo e di conseguenza gradevolissimo. Anche qui i tempi sono rallentati, ma senza inficiare sulla qualità del brano che risulta fresco ed “italianissimo” con orgoglio metallico; quasi blueseggiante, come menzionato spesso all’interno del pezzo stesso, ecco comparire nuovamente una gradevole linea di armonica che viene subito raggiunta dall’ascia di Tessarin, dalle tastiere morbide di Zanolini e dalla solida sezione ritmica.
Vodka e…Luna ha una dedica pesantissima: ispirata al genio di Rudolf Nurejev, la traccia si basa su di una facilissima ritmica che al tempo stesso sa tanto di (meritato) peana al massimo esponente maschile della danza, con un testo che ci fa spaziare tra teatri immaginari e platee incantate, grazie al lavoro obbligato di Zanolini che ancora una volta tratteggia a dovere atmosfere incantate in contrasto con la “praticita’” di Tessarin che con le sue svisate dona quel quid di rudezza alla gentilezza del contesto. Ancora “On The Road” ed il suo intro decadente delle tastiere può essere considerato una sorta di “testamento spirituale” della band, che qui si congeda idealmente con un cantato drammatizzato il giusto che narra della convulsa ed a volte confusa vita a tutto tondo di una rock band. Ma anche in questo contesto, il passaggio narrativo ci viene presentato nella giusta misura con una onesta rivisitazione di se stessi ed una corretta ricapitolazione della propria esistenza, bellamente eseguita ed interpretata con trasporto da tutto il quintetto, che tra ghirigori a sei corde e stacchi vari vede il gruppo salutare con una stretta di mano collettiva tutta la sua audience, che con la conclusiva e potente Summer Of ’69 ascolta i cinque ancora una volta nella sua veste più congeniale, ovvero quella dei veri “animali” da palcoscenico, tornando a cantare in inglese per ruggire ancora una volta negli amplificatori dei suoi beniamini, che rimpiangono ancora oggi che non vi siano più zampate e graffi da vecchi bucanieri del palcoscenico come quelle che i Nostri hanno sempre saputo infliggere e di cui, fortunatamente, sapremo tenere alta la memoria da passare anche alle generazioni che verranno.
Autore: Vanadium | Titolo Album: Nel Cuore Del Caos |
Anno: 1995 | Casa Discografica: Nar International |
Genere musicale: Hard Rock | Voto: 6 |
Tipo: CD | Sito web: www.vanadium.it |
Membri Band: Puno Scotto – voce Steve Tessarin – chitarra Ruggero Zanolini – tastiere Mimmo Prantera – basso Lio Mascheroni – batteria | Tracklist: 1. Nel Cuore Del Caos 2. Nero Sogno Grunge 3. Come Il Piombo 4. Stivali Con Le Ali 5. Il Mondo Di Lu’ 6. Sono Sotto Schock 7. Piazza San Rock 8. Vodka e…Luna 9. Ancora On The Road 10. Summer Of ‘69 |