Afterhours@Live Music Club
È molto delicato parlare di scena rock italiana senza cadere in falsi miti convertiti al pop o nomi ai più sconosciuti in grado di smuovere solo la sabbia dell’ambiente underground. Gli Afterhours sono l’eccezione che conferma la regola con i loro ventisei anni di attività, il loro otto studio album alle spalle e la responsabilità circa le attese dei propri fan che si trascinano ad ogni uscita. La data live di ieri ci ha confermato questa enorme importanza dei sei musicisti, a cui va riconosciuto un enorme seguito soprattutto a casua dell’enorme spinta che sono stati capaci di dare alla scena alternative italiana durante gli anni ’90. Una band carica di energia, che non ha risparmiato nemmeno una goccia del proprio sudore per quella che era l’ultima data del loro Summer Tour 2011, chiusa proprio a Milano, la loro città di origine.
Tanta attesa e tanta folla lì fissa a guardare il parco, aspettando l’ingresso della band che è avvenuto con una decina di minuti di ritardo, giusto il tempo di far gremire l’ottima location del Live Music Club di Trezzo (perfetta per spazio, servizi ed impianto audio/luce). Entrata in scena di Manuel Agnelli con la maglietta con su scritto “God Is Sound” e il pubblico già era in visibilio: l’apertura con La Verità Che Ricordavo non ha aiutato a calmare gli animi, anzi l’adrenalina dei presenti è accresciuta senza limiti anche grazie a La Vedova Bianca e La Sottile Linea Bianca. Uno show intenso e forte durante il quale i fan hanno gridato a squarciagola e gli artisti hanno impresso il loro tatto con effetti e schizzofrenie del caso. Dal buon Ballate Per Piccole Iene del 2005 è stata riproposta anche Il sangue Di Giuda, pezzo che ha innalzato il valore dell’esibizione e coinvolto tutti, oltre alla title-track dell’album, mentre i salti nel passato hanno visto ripescare Pop, nonchè i vari successi dell’osannato Hai Paura Del Buio (Pelle e Male Di Miele su tutti).
C’è da dire che non è stato tutto rose e fiori lo show. Quell’area da artista alternativo e strafottente è ormai divenuta fuori luogo per gli Afterhours i quali, anche se cercano di continuare a mantenere i loro personaggi, danno scena di quanto si comportino da vere rock star nonostante non lo siano. Ma la vanità in molti casi (soprattutto nel campo dell’arte) arreca apprezzamenti diffusi e offre unicità al proprio artefice; questo va sicuramente considerato quando si parla di Afterhours. Da segnalare l’esibizione carica di Non Si Esce Vivi Dagli Anni ’80 come i due bis che sono stati concessi al pubblico per ringraziarli non solo della serata ma della turnée appena chiusa e degli ottimi risultati ottenuti. Vedremo cosa riserverà il loro futuro.