Maieutica – Logos
L’artwork di questo lavoro parla chiaro e a sua volta le idee della band sono limpidamente concentrare nell’artwork stesso. Un pesce che rappresenta le idee che navigano nelle acque più o meno profonde (ricordate il libro di David Linch dal titolo Catching the Big Fish? Ecco il concetto alla base è un pò quello), gli ingranaggi che rappresentano il raziocinio, elemento fisiologico nel sound della band che lo autodefinisce “rock pensante” ed infine i colori e la fantasia che si rifanno all’immaginario progressive, scenario non del tutto estraneo alle radici dei cinque musicisti. Ritratto perfettamente aderente a ciò a cui assistiamo dopo aver pigiato il tasto play: il prog viene fuori da subito ma si tratta di un prog non forzato bensì valorizzato tramite congetture puramente artistiche e arrangiamenti ben inseriti. Le costruzioni dei brani risultano da band di grande maturità musicale e anche gli assoli, pur se talvolta molto presenti, non eccedono in tecnica esuberante ma puntano a rendere più appetibile la singola traccia migliorando il songwriting generale. A parte questi ultimi momenti in cui ovviamente la sei corde conquista la scena, non c’è un vero strumento che prevarica gli altri ma tutto suona all’unisono e molto ben amalgamato.
Sinestetica Apparenza mette sicuramente in rasalto le doti del singer Thomas Sturato, molto più nei panni di vocalist che non di paroliere (lyrics da migliorare a nostro parere) ma sicuramente non ci troviamo dinanzi al punto più alto dell’album. In Preda Alla Fuga risulta meglio costruita, sia nelle melodie durante la parte iniziale del brano (i primi tre minuti circa) sia nel prosieguo in cui il quintetto dà sfoggio di tutte le sue doti progressive facendo assumere alla traccia una forma più corposa e valida (quanto in realtà già ci aveva trasmesso l’opener completamente strumentale). È in queste parti che i Maieutica trasmettono maggiori sensazioni positive, non a caso la successiva A.D.I.D.M. (acronimo di Armi Di Indifferenza Di Massa) abbassa un pò il livello generale: le sue parti vocali strascicanti che ricordano molto la tipica impronta vocale di Giovanni Lindo Ferretti (altro genere completamente diverso dal resto) combaciano molto bene con i ritmi più pacati e d’atmosfera che proseguono anche in La Teoria Delle Stringhe in cui le tastiere ottantiane, come il rullante, ci traspongono negli anni ottanta in un batter di ciglio.
Una vera e propria rinascita si ha con L’oracolo che ci riporta alle scelte trasversali dai Pain Of Salvation del loro esordiente Entropia nella parte iniziale per poi incontrare gli Opeth di Blackwater Park nel bridge centrale che anticipa il ritornello e poi fa sfociare questo fiume in piena in un mare di riff stoppati e assoli al fulmicotone. Probabilmente il pezzo più interessante dei cinquanta minuti d’ascolto. L’accoppiata Tre/Scomodo Pensiero rappresenta altri dieci minuti davvero buoni con una parte molto melodica durante i primi sei minuti (per qualche strano motivo noi ci vediamo un’ombra dei Marillion prima epoca) e una parte più energica nel restante ascolto, mentre Natale Di S’odio, molto più orchestrale e fuori dai classici registri Maieutica, chiude un album di alto livello che sicuramente potrebbe rappresentare un primo tassello di una nuova e tanto attesa era prog metal.
Autore: Maieutica | Titolo Album: Logos |
Anno: 2012 | Casa Discografica: Heart Of Steel Records/ DeFox Records |
Genere musicale: Progressive, Art-Rock | Voto: 7,5 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.maieutica.info |
Membri band:
Thomas Sturaro – voce Matteo Brigo – chitarra, sax Roberto Guarino – chitarra Luca Serasin – basso Mirco Zillo – batteria |
Tracklist:
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