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16th Dic2012

Azure Agony – India

by Martino Pederzolli

Onirico, ben strutturato, emozionante. Sono gli aggettivi adatti al secondo lavoro dei friulani Azure Agony, India. Il titolo è adatto alle sonorità che permeano la quasi totalità dell’album, richiamando – più o meno velatamente – atmosfere orientali che contribuiscono a dare un tocco delicato anche a brani più pesanti. Il disco risulta sempre originale, nonostante le palesi influenze dei Dream Theater (dai quali, per chi vuole cimentarsi con questo genere, è difficile staccarsi completamente), coinvolgente anche se, a tratti, si hanno dei cali di ritmo, che fortunatamente si trascinano solo per brevi momenti riuscendo a non stancare. L’apripista Twin Babel promette bene con i suoi riff arzigogolati e le aperture che si alternano a strofe stoppate e aggressive. La successiva Private Fears, ci trascina tra chitarre graffianti ed inserti elettronici molto efficaci, mostrando inoltre un ottimo lavoro d’arrangiamento e nella linea vocale. In crescendo, invece, Libra’s Fall che parte lenta e dolce per poi diventare più aggressiva (la cavalcata centrale è splendida!). I quasi undici minuti della titletrack India, valgono la pena di essere ascoltati tutti più volte. Le molte sfaccettature di questa canzone la rendono degna di dare il nome al disco e ci mettono di fronte a cambi di tempo repentini, struttura del brano intricata ma mai ripetitiva, virtuosismi che non sfociano in esibizionismo ma sono, al contrario, funzionali alla traccia. Una suite bellissima.

Molto più regolare, invece, la lenta Hold My Hand, una pausa prima di concludere con gli ultimi due brani A Man That No Longer Is  e Forever Blind, che chiudono il disco in bellezza. Meritevole di lode anche la base ritmica, che riesce a far passare un senso di grande intesa tra basso e batteria offrendo una solida impalcatura ad ogni canzone. Il lavoro del cantante è notevole ed il timbro caldo della voce si adatta molto bene alle atmosfere che il gruppo intende creare. Un album bello, che merita di essere ascoltato a fondo e che sicuramente piacerà a tutti gli amanti del genere.

Autore: Azure Agony Titolo Album: India
Anno: 2012 Casa Discografica: SG Records
Genere musicale: Prog Metal Voto: 7,5
Tipo: CD Sito web: http://www.azureagony.com
Membri band:

Federico Ahrens – voce, tastiere

Gabriele Pala – chitarra, chapman stick, cori

Marco Sgubin – tastiere, accordion, cori

Marco Firman – basso

Carlo Simeoni – batteria

Tracklist:

  1. Twin Babel
  2. Private Fears
  3. Libra’s Fall
  4. My Last Time On Earth
  5. India
  6. Hold My Hand
  7. A Man That No Longer Is
  8. Forever Blind
Category : Recensioni
Tags : Progressive
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