Intervista ai Koza Noztra
In una non meglio precisata località dell’hinterland milanese abbiamo avuto il privilegio di assistere alle prove dei Koza Noztra, talentuosa band lombarda da molti considerata “scomoda” per via dei loro testi che con macabra ironia e freddo cinismo denunciano tutto il marcio presente all’interno dell’italica società. L’occasione si è presentata davvero ghiotta, ascoltare in anteprima qualche pezzo del nuovo progetto intitolato Cronaca Nera Parte 2 e farci raccontare idee, progetti ed aspirazioni della band. In breve tempo la nostra intervista si tramuta in una amichevole chiacchierata che ha toccato gli argomenti più vari, dandoci non solo informazioni utili sul gruppo ma regalandoci un vero e proprio spaccato in grado di riflettere il modo di vivere e pensare di ciascun membro. I ragazzi sono apparsi con le idee chiare e con una programmazione a lungo termine assolutamente mirabile. Vediamo insieme cosa ci hanno detto qui di seguito.
R.G.: Cosa potete dirci per quanto riguarda il nuovo album diviso in due parti intitolato Cronaca Nera?
K.N.: L’album è stato diviso in due parti distinte per ragioni di comodità, abbiamo ritenuto che frazionarlo fosse la soluzione più congrua anche per mantenere una certa attesa tra i fan. Le registrazioni sono avvenute presso i Toxic Basment Studios di Carate Brianza con la produzione affidata all’eclettico Carlo “Leather Face”. Nonostante fosse la prima volta che collaborassimo assieme ci siamo trovati perfettamente a nostro agio sotto la sua supervisione, Carlo è un musicista eccezionale che ci ha permesso di esprimere appieno tutto il nostro potenziale senza particolare sforzo, possiamo considerarla un’esperienza assolutamente da ripetere. Questo progetto è stato mixato e registrato tra febbraio ed aprile di quest’anno e tutto il procedimento si è svolto in maniera assolutamente fluida e senza intoppi. Il disco verte sul concetto dell’inevitabilità del delitto, paradossalmente la nostra società è strutturata in modo tale da spingere i cittadini a delinquere o a trasgredire qualsivoglia regola. Per assurdo, se tutti noi smettessimo all’unisono di compiere infrazioni o reati la struttura stessa dello stato imploderebbe miseramente. Non solo si può parlare di un concept album diviso in due puntate, possiamo ritenerci una vera e propria concept-band, è stato già deciso che dopo il quinto album questo gruppo si scioglierà perché avrà detto tutto ciò che aveva programmato di dire, questo non significa che noi non continueremo a fare musica assieme, verrà creato un nuovo progetto sempre con un obiettivo ben definito e delineato e con nuovi messaggi da trasmettere sotto una nuova entità di inedita natura.
R.G.: Come pensate sia il panorama musicale attuale?
K.N.: Attualmente in Italia abbiamo una quantità di nuove band davvero impressionante, una cosa rilevante dal punto di vista sociale. Significa che la nostra società non è del tutto morta; diciamo che è in agonia ma mostra un attaccamento alla vita notevole. E poi, in genere, il numero di gruppi rock presenti in un determinato posto è inversamente proporzionale a quello dei serial killer… quindi, meglio tenersi le band rock.
R.G.: Come ci si sente a ricoprire il ruolo della band “scomoda”? Vi sentite a vostro agio calati in questi panni?
K.N.: Mai stati meglio! Noi siamo tranquilli, facciamo la musica che vogliamo fare, sono forse gli altri che si devono preoccupare. La realtà supera sempre la fantasia ed esiste, è sempre lì, anche se non la vuoi vedere. Non è che la creiamo noi, c’è anche se fai finta di ignorarla. A volte siamo stati esclusi da alcune manifestazioni per via dei nostri testi, ma noi andiamo avanti per la nostra strada senza voltarci. Preferiamo rimanere coerenti con il nostro modo di pensare e di suonare tant’è che da diverso tempo a questa parte ci concentriamo solo su pochi concerti auto-organizzati, nella fattispecie il “Metallo Nostrum”. Facciamo musica in primis per noi stessi non abbiamo alcuna velleità di piacere a chiunque.
R.G.: Che cos’è il “Metallo Nostrum”?
K.N.: È un festival che abbiamo inventato noi e dedicato solo ai gruppi metal che cantano in italiano. Per qualche motivo misterioso, la stragrande maggioranza dei gruppi metal italiani preferisce cantare in un inglese approssimativo e innaturale piuttosto che nella propria lingua madre, indebolendo in questo modo anche la forza del proprio “messaggio” (se ne hanno uno). Così abbiamo deciso di mettere in piedi questa manifestazione e di suonare solo con altre band che condividono la nostra visione. La prima edizione è stata lo scorso maggio a Milano con Inchiuvatu e Malnàtt. La prossima sarà il 31 ottobre a Senigallia con Kurnalcol e Ciementificio.
R.G.: Complice la crisi del mercato discografico gli artisti sono costretti per fare profitto attraverso interminabili tour live, che cosa ne pensate al riguardo?
K.N.: Ma noi in realtà è una vita che siamo in bolletta! (ridono di gusto ndr.) Da sempre dobbiamo utilizzare i nostri risparmi per mantenere in buona salute la band ma la cosa non ci pesa, come abbiamo già detto amiamo fare musica e i sacrifici che ne conseguono non ci deprimono. Alcuni di noi hanno lavorato all’interno dell’industria discografica e possiamo dirvi con tutta onestà che la storiella che non si vendono più dischi non è proprio vera. In realtà l’offerta musicale si è dilatata a dismisura con sempre più album che escono ogni mese. Così facendo, il mercato si è diluito enormemente; per quanti CD si vendano non saranno mai sufficienti a colmare l’offerta esagerata immessa sul mercato, dunque non facciamoci prendere in giro.
R.G.: Come pensate debbano agire le case discografiche per arginare il fenomeno della pirateria musicale?
K.N.: Siamo assolutamente favorevoli alla pirateria musicale, ben venga! Una persona si scarica l’album desiderato e poi se ne rimane convinto può comprarsi il disco originale. Quante volte ci siamo maledetti per aver speso molti soldi in dischi inutili che magari offrivano solamente un paio di tracce valide. Chi scarica illegalmente ciò che vuole comunque non acquisterebbe mai l’originale, quindi meglio che lo faccia circolare diffondendone la musica attraverso il web che lasciarlo nell’oblio.
R.G.: Con chi vorreste collaborare in un ipotetico futuro?
K.N.: Vorremmo poter organizzare un qualcosa con Caparezza, pensiamo che sia un eccellente musicista, molto vicino al nostro modo di pensare e di fare musica, un mutuo scambio di idee sarebbe davvero interessante magari un giorno riusciremo a creare qualcosa assieme. Alcuni di noi vorrebbero poi collaborare con Bruno Vespa creare una sorta di puntata di “Porta a Porta” in musica, sicuramente ne uscirebbe qualcosa di interessante! (ridono ndr.). Abbiamo scritto anche due volte a Jim Steinman per fare qualcosa insieme ma non ci ha mai risposto…
R.G.: Grazie infinite ragazzi ed in bocca la lupo per i progetti futuri, da quel poco che abbiamo potuto ascoltare la seconda parte dell’album sarà senz’altro all’altezza del materiale già pubblicato.
K.N.: Grazie a voi di RockGarage, non vediamo l’ora di vedervi tra il nostro pubblico ad un live.