In Autumn – Reborn
È divenuta pratica ormai ampiamente diffusa il lamentarsi delle nuove generazioni, sottolineando come esse siano totalmente prive di iniziativa o originalità, capaci solo di seguire, come un immenso gregge di ovini, insulsi trend confezionati ad arte da crudeli multinazionali senza scrupoli. Visto in questa maniera il nostro prossimo futuro appare più cupo dei peggiori incubi, ma quando tutto appare totalmente ed irrimediabilmente perduto accade sempre qualcosa in grado di sollevare l’umore dal pessimismo cosmico imperante. Dal nostro punto di vista ovvero da quello prettamente musicale, un tenue raggio di sole ha illuminato le nostre grige scrivanie traboccanti di supporti audio in avanzato stato di decomposizione, nel momento in cui abbiamo affrontato l’ascolto del primo progetto musicale della band vicentina In Autumn. Questo gruppo formatosi appena due anni or sono ha deciso, con estremo coraggio, di presentarsi al grande pubblico con l’album intitolato Reborn. Ad un primissimo ascolto colpisce senza dubbio l’estrema freschezza e la genuina complessità dell’insieme; questo affiatato quintetto propone un doom metal impreziosito da sonorità che si muovono agili tra il prog ed il death mostrando una disinvoltura ed una padronanza inusuali per una band così giovane. L’esperienza sonora ci porta su di un sentiero oscuro ma elegante quasi come se si camminasse su del velluto nero. Ogni traccia presenta cambi di ritmo e tempo in grado di spiazzare l’ascoltatore privandolo di qualsivoglia punto di riferimento sonoro, tante sono le complesse galassie musicali che si amalgamano perfettamente tra loro scacciando la banalità e la noia ad anni luce di distanza.
Dal punto di vista strettamente tecnico tutti i membri appaiono ben affiatati e dotati di tecniche di esecuzione davvero eccellenti sopratutto per quanto riguarda le due chitarre: caustiche e martellanti quando si necessita forza bruta o aggraziate ed armoniche durante gli svariati cambi di melodia. Ottima anche la produzione e l’ingegneria del suono affidata al blasonato David Castillo presso i Ghost Ward Studios di Arsta in Svezia. Se volessimo fare i pignoli si potrebbero riscontrare alcuni passaggi vocali che paiono a tratti non del tutto convincenti, con una timbrica che a volte perde di propulsione e ruvidezza, ma si tratta di peccati marginali che non inficiano il livello globale del cantato che risulta quasi sempre più che buono. In sostanza ci troviamo al cospetto di un eccellente debut album che presenta elementi estremamente variegati ed armonicamente complessi, le liriche cercano di sondare le zone d’ombra presenti in ogni essere umano con uno stile che si accosta molto a band di successo quali Opeth, Katatonia, Paradise Lost e Bloodbath senza mai trascendere nel caricaturale o nell’emulazione fine a se stessa.
Da segnalare l’ottima Silent Watchers maestosa e decadente o la magnifica cover de Le Orme Uno Sguardo Verso Il Cielo rigorosamente cantata in italiano, cupa e ritmicamente vicina agli immortali Black Sabbath. Non tutto è perduto quindi, anche le nuove generazioni che credevamo definitivamente lobotomizzate dall’oscuro mainstream hanno qualcosa da dire quindi, un’ottima partenza che ci fa sperare non solo ad un caso isolato, ma alla nascita di una nuova età dell’oro per il metal nostrano. “In Autunno” la fresca vitalità estiva ci abbandona ma in alcuni casi il vento ci porta antiche melodie cariche di significato.
Autore: In Autumn | Titolo Album: Reborn |
Anno: 2013 | Casa Discografica: Buil2kill Records |
Genere musicale: Doom, Prog Metal | Voto: 7 |
Tipo: CD | Sito web: http://www.inautumnsound.com |
Membri band:
Alessandro Barci – voce Cristian Barocco – chitarra, synth Paolo Marasca – chitarra Diego Polato – basso Marco Liotto – batteria |
Tracklist:
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