Vanadium: la biografia ufficiale
I Vanadium. Il gruppo metal italiano degli anni ’80 per eccellenza, quello che portò il metallo dello stivale in giro per il mondo. Il suo frontman, Pino Scotto, ora lancia giusti strali contro malcostume e merdate italiche dagli studi di Rock Tv. Ma negli anni ’80 la sua ugola calcava i palchi di qualsiasi nazione e latitudine insieme ai suoi compagni di strada e musica, lanciando pesantissime note dagli ampli davanti ad un folto numero di pubblico. Una pagina importante della musica nostrana e di tutti che viene ripercorsa in maniera egregia in questo libro, andando a colmare finalmente un vuoto per chi quegli anni li ha vissuti di striscio oppure non li ha nemmeno visti, non per colpe proprie ma per motivi anagrafici. La prima sensazione che suscita la lettura di questa biografia è un senso di vuoto e di malinconia. Quegli anni erano un pullulare di arte vera e senza frontiere. Negli anni ’80 anche il pop regalò personaggi incredibili e con una credibilità che era difficilmente attaccabile o discutibile. C’era spazio per tutto e per tutti. Altro che i talent di oggi che propinano alle persone gente che l’arte e la musica non sanno nemmeno dove stia di casa, creando delle masse di una ignoranza musicale da fare accapponare la pelle. Bisogna capire che i Vanadium in diretta sulla Rai al momento dell’apice della popolarità sarebbero una cosa totalmente impensabile ora. Ma il combo italiano raggiunse l’apice della gloria tanto da essere conosciuto da chiunque.
L’importanza di questo libro sta anche nel sentire finalmente dalla voce di tutti la vera storia dei ragazzi della chiave inglese. Vengono intervistati roadies, fonici, discografici, segretarie, anche il custode della sala prove caldissima alla periferia di Milano in cui i Nostri si davano da fare. E per capire ciò di cui sopra abbiamo scritto, pensate a questo aneddoto. Gli Area si stupirono in quelle sale della musica che faceva un esordiente e sconosciuto Battiato perché troppo strana. Quindi capirete l’incredibile fermento che c’era in quegli anni in Italia e che ai giorni nostri è praticamente scomparso. E’ qui che sta la bellezza di questo libro. Non solo focalizzarsi sui Vanadium. E questo è il frutto della geniale idea di coinvolgere tutte quelle voci che potrebbero essere anche considerate minori ma che tirano fuori di tutto e di più. La cosa che rende più triste il lettore è ritrovare però il provincialismo classico dell’Italia, quello che ancora oggi rende praticamente indisponibile una stampa anche scrausa dell’opera dei Vanadium su supporti digitali. Tutto è praticamente irreperibile se non spendendo una fortuna di vinili a causa del fallimento della Durium, la casa discografica dei cinque, che perse i diritti e i master e che non fu capace di lanciare i Nostri a livello definitivo su scala mondiale.
Vengono poi percorse le strade che ognuno prese con alterne fortune allo scioglimento della band. La biografia offre anche contenuti multimediali visualizzabili tramite appositi QR code. Un libro bellissimo. Per conoscere la storia dei Vanadium. Ma anche per capire che aria si respirava in quegli anni mitici.
Ho letto il libro e lo trovo semplicemente un insieme di interviste a tutti i personaggi dell’epoca. Grande lavoro di sbobbinamento, zero lavoro di intraprendenza in narrazione. Non la penso però differentemente da Cristian, è solo questione di punti di vista: alcuni preferiscono che lo scrittore ci metta del suo, altri preferiscono un libro reale di racconti veri. La verità (forse) è nel mezzo.
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